Come
diretta conseguenza della seconda guerra
mondiale e della guerra fredda, la
Germania, nel 1949, fu divisa. Sul piano
economico la Germania occidentale visse
negli anni 50 un fortissimo boom, erano
gli anni del cosiddetto "Wirtschaftswunder"
(miracolo economico). Aiutata all'inizio
dai soldi americani, la Germania
Federale riuscì in breve tempo a
diventare nuovamente una nazione
rispettata per la sua forza economica.
La parte orientale faceva molto più
fatica a riprendersi: era svantaggiata
all'inizio per le pesanti richieste
economiche fatte dall'Unione Sovietica
per riparare i danni subiti nella guerra
e per la mancanza di aiuti paragonabili
a quelli che riceveva la parte
occidentale. Inoltre la rigida struttura
di pianificazione nazionale
dell'economia non favorì lo stesso
sviluppo come nella parte occidentale
del paese. Più i due paesi si
stabilivano al livello politico, più si
facevano sentire le differenze per
quanto riguarda lo standard di vita.
In quegli anni il confine tra est ed
ovest non era ancora insuperabile e per
tutti gli anni '50 centinaia di migliaia
di persone fuggivano ogni anno dall'est
all'ovest, per la maggior parte erano
giovani con meno di 30 anni e spesso
persone con una buona formazione
professionale, laureati, operai
specializzati e artigiani, che all'ovest
si aspettavano un futuro più redditizio
e più libero. Questo continuo
dissanguamento stava diventando un
pericolo serio per la Germania dell'est
ed era un'ulteriore causa delle
difficoltà economiche di questo stato.
L'erezione del muro
Nelle
prime ore del 13 agosto del 1961 le
unità armate della Germania dell'est
interruppero tutti i collegamenti tra
Berlino est e ovest e iniziavano a
costruire, davanti agli occhi
esterrefatti
degli abitanti di tutte e due le parti,
un muro insuperabile che avrebbe
attraversato tutta la città, che avrebbe
diviso le famiglie in due e tagliato la
strada tra casa e posto di lavoro,
scuola e università. Non solo a Berlino
ma in tutta la Germania il confine tra
est ed ovest diventò una trappola
mortale. I soldati ricevettero l'ordine
di sparare su tutti quelli che cercano
di attraversare la zona di confine che
con gli anni fu attrezzata con dei
macchinari sempre più terrificanti, con
mine anti-uomo, filo spinato alimentato
con corrente ad alta tensione, e
addirittura con degli impianti che
sparavano automaticamente su tutto
quello che si muoveva nella cosiddetta
"striscia della morte".
Bloccato quasi completamente il dissanguamento economico dello stato, negli anni 60 e 70 la DDR visse anch'essa un boom economico. Tra gli stati dell'est diventò la nazione economicamente più forte e i tedeschi cominciarono a rassegnarsi alla divisione. Di riunificazione si parlava sempre meno e solo durante le commemorazioni e le feste nazionali.
La caduta
del muro
Quello
che infine, per la grande sorpresa di
tutti e nel giro di pochissimo tempo
portò alla riunificazione furono due
fattori: l'arrivo di Gorbaciov (vedi
la foto a sinistra) come leader
dell'Unione Sovietica e le crescenti
difficoltà politiche ed economiche dei
paesi dell'est e specialmente della DDR.
Con la "Perestroika", cioè la radicale
trasformazione della politica e della
economia e con la "Glasnost" , che
doveva portare alla trasparenza
politica, Gorbaciov cominciò a cambiare
strada all'Unione Sovietica.
I dirigenti della DDR videro questo
processo prima con un certo imbarazzo e
poi con crescente resistenza. Nel corso
del 1989, i cambiamenti democratici, le
piccole rivoluzioni nell'economia e
nella politica in Polonia, in Ungheria e
nell'Unione Sovietica riempivano ogni
giorno i giornali in tutta l'Europa,
solo nella DDR il tempo sembrava essersi
fermato, ma molta gente adesso era
impaziente e cominciò a protestare e
manifestare apertamente.
Ogni tentativo di lasciare la DDR in
direzione ovest equivaleva ancora a un
suicidio, ma nell'estate del '89 la
gente della DDR trovò un'altra via di
fuga: erano le ambasciate della Germania
Federale a Praga, Varsavia e Budapest il
territorio occidentale dove si poteva
arrivare molto più facilmente! Cominciò
un assalto in massa a queste tre
ambasciate che dovevano ospitare
migliaia di persone stanche di vivere
nella DDR. Ma il colpo decisivo arrivò
quando l'Ungheria, il 10 settembre, aprì
i suoi confini con l'Austria. Ora, la
strada dalla Germania dell'est all'ovest
(attraverso l'Ungheria e l'Austria) era
libera! La valanga di fuga stava
diventando inarrestabile.
Anche l'ultimo tentativo da parte del
governo della DDR di salvare il
salvabile, cioè il cambiamento dei
vertici del partito comunista e del
governo non servì a nulla. Quando la
sera del 9 novembre un portavoce del
governo della DDR annunciò una riforma
molto ampia della legge sui viaggi
all'estero, la gente di Berlino est lo
interpretò a modo suo: il muro doveva
sparire. Migliaia di persone si
riunivano all'est davanti al muro,
ancora sorvegliato dai soldati, ma
migliaia di persone stavano anche
aspettando dall'altra parte del muro,
all'ovest, con ansia e preoccupazione.
Nell'incredibile confusione di quella
notte, qualcuno, e ancora oggi non si sa
esattamente chi sia stato, dette
l'ordine ai soldati di ritirarsi e, tra
lacrime ed abbracci, migliaia di persone
dall'est e dall'ovest, scavalcando il
muro, si incontravano per la prima volta
dopo 29 anni.
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