Il Movimento del 1968

 

 

   

 

Non un fatto, né un avvenimento in particolare, ma un complicato intreccio di uomini, donne ed idee, di episodi e comportamenti, di aspirazioni e desideri, di aspettative e delusioni.

Un vento di cambiamento pieno di contraddizioni che ha soffiato su più di una generazione, sedimentando un sentire comune, quello della rottura con un assetto sociale e politico fondato sull’autoritarismo. Difficile ancora oggi dire che cosa è stato il ’68. Certa- mente una stagione diversa con tutti i pregi e i limiti che i grandi sommo- vimenti portano con sé. Il ’68 nasce come un movimento spontaneo e di ribellione, di carattere internazionale, in una prospettiva di rottura, che investe tutti gli ambiti della vita quotidiana, non solo quelli politici, ma soprattutto quelli più marcatamente esistenziali. In questo senso il ’68 è un’onda lunga che non ha ancora trovato la sua riva di approdo. Non un percorso lineare, ma una ragnatela di percorsi.
Ma il ’68, a seconda del paese in cui si realizza – e specie  in Italia - segna 




 

anche la repentina trasformazione di quel movimento spontaneo in una serie di formazioni politiche giovanili che hanno a loro fondamenta una rilettura critica del marxismo e del leninismo.

Il Sessantotto è stato un movimento sociale e politico ancora oggi controverso: molti sostengono che sia stato il movimento che ci ha portato ad un mondo "utopicamente" migliore e molti altri sostengono invece il contrario, ovvero che sia stato un movimento che ha spaccato e distrutto la moralità e la stabilità politica mondiale. In definitiva molti ritengono questo periodo il prologo alla stagione del terrorismo in Europa,  particolarmente in Italia e Germania.

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