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Golpe cileno del 1973

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Il golpe cileno dell'11 settembre 1973 fu un evento fondamentale della storia del Cile e della Guerra Fredda. Gli storici come i partigiani hanno discusso circa le sue implicazioni sin da allora.

Nelle elezioni presidenziali cilene del 1970, in accordo con la costituzione, il Congresso risolse la situazione creatasi con il risultato del voto — tra Salvador Allende (con il 36,3%), il conservatore (ed ex presidente) Jorge Alessandri Rodríguez (35,8%), e il cristiano-democratico Radomiro Tomic (27,9%) — votando per l'approvazione della maggioranza relativa ottenuta da Allende. Diversi settori della società cilena continuavano ad opporsi alla sua presidenza, così come gli Stati Uniti, che esercitarono una pressione diplomatica ed economica sul governo. L'11 settembre 1973 le forze armate cilene rovesciarono Allende, che morì durante il colpo di Stato. Una junta guidata da Augusto Pinochet prese il potere.

Il generale Pinochet prese il potere con un colpo di Stato, l'11 settembre 1973, nel quale i golpisti bombardarono il Palazzo Presidenziale con dei caccia Hawker Hunter di fabbricazione britannica. Allende morì nel corso dell'assedio al palazzo della Moneda. Le cause della sua morte sono rimaste incerte e controverse. La tesi ufficiale fu sin da subito che Allende si fosse suicidato con il fucile mitragliatore che stava utilizzando durante l'assedio (si presume che sia quello che gli era stato regalato personalmente da Fidel Castro) ed un'autopsia etichettò il suo decesso come suicidio. Tuttavia, soprattutto da parte degli oppositori al nuovo regime, sia in Cile che all'estero, si sostenne da subito la tesi che fosse stato assassinato dalle truppe di Pinochet durante l'irruzione finale all'interno del palazzo che stava difendendo .

Dopo alcuni anni il suo medico personale, che era tra quelli che insieme con Allende si trovavano all'interno della Moneda, diede in un'intervista (trasmessa negli anni '80 dalla trasmissione televisiva Mixer di Giovanni Minoli) una versione dettagliata dell'accaduto. Secondo il suo racconto, a seguito del bombardamento aereo e del successivo incendio, Allende avrebbe detto a coloro che con lui difendevano la Moneda dalle finestre del I piano di uscire dal Palazzo ormai indifendibile e sarebbe rimasto solo nell'ufficio. Tuttavia il medico sarebbe rientrato nell'ufficio nel momento in cui Allende si sarebbe suicidato con una scarica di mitragliatore alla testa dal basso in alto. In particolare il medico disse di aver visto la parte superiore della calotta cranica di Allende volar via per effetto della scarica.

Inizialmente la junta che prese il potere era formata da quattro capi: oltre a Pinochet della fanteria, c'erano Gustavo Leigh Guzmán dell'aviazione, José Toribio Merino Castro della marina, e César Mendoza Durán della gendarmeria. I capi del golpe si accordarono subito per una presidenza a rotazione e nominarono Pinochet capo permanente della giunta.

Pinochet si mosse per consolidare il suo controllo contro ogni opposizione. Il 13 settembre, la giunta sciolse il Congresso. Lo Stadio Nazionale venne temporaneamente converito in una immensa prigione. Approssimativamente 130.000 individui vennero arrestati in un periodo di tre anni, con il numero di "scomparsi" che raggiunse le migliaia nel giro di pochi mesi. Gran parte delle persone prese di mira erano stati sostenitori di Allende; il "decreto del 13 settembre", tra le altre cose, mise fuori legge i partiti che avevano fatto parte di Unità Popolare.

Nelle sue memorie, Pinochet afferma che fu l'organizzatore principale del golpe ed usò la sua posizione di comandante dell'esercito per coordinare un piano estensivo, che era stato concordato con altri settori militari. Negli anni recenti, comunque, alti gradi delle forze armate dell'epoca hanno dichiarato che Pinochet si fece coinvolgere con riluttanza nel colpo di Stato, pochi giorni prima della data stabilita.

Quando la giunta fu al potere, Pinochet ne consolidò ben presto il controllo, prima mantenendo la guida solitaria della giunta (che in base agli accordi originali doveva ruotare tra i membri), e poi venendo proclamato Presidente della Repubblica.

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