�Interazioni - [Vedi Indice]
Associazioni sconsigliate
-���� Acido acetilsalicilico ed altri salicilati (per
via generale)
Aumento del rischio di emorragia (inibizione della funzione
piastrinica ed aggressione della mucosa gastroduodenale da
salicilati).
Utilizzare altre sostanze per un effetto antalgico o
antipiretico.
-���� FANS (per via generale)
Aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione
piastrinica ed aggressione della mucosa gastroduodenale da
farmaci antiinfiammatori non steroidei).
Se non è possibile evitare l'associazione, istituire
un'attenta sorveglianza clinica e biologica.
-���� Antiaggreganti piastrinici (ticlopidina,
dipiridamolo, sulfinpirazone ecc...)
Aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione
piastrinica).
E' sconsigliata l'associazione ad alte dosi di eparina e di
ticlopidina.
L'associazione di ticlopidina a basse dosi di eparina
(eparinoterapia preventiva) richiede un'attenta sorveglianza
clinica e biologica.
Associazioni che necessitano di precauzioni d'uso
-���� Anticoagulanti orali
Potenziamento dell'azione anticoagulante.
Al momento della sostituzione dell'eparina con gli
anticoagulanti orali rinforzare la sorveglianza clinica e
biologica (tempo di Quick espresso in INR) per controllare
l’effetto dell’anticoagulante orale.
A causa del tempo di latenza necessario affinche’
l’anticoagulante orale sia pienamente efficace, si deve
continuare il trattamento con eparina fino a quando l’INR
si sia stabilizzato nel range terapeutico (compreso tra 2 e
3).
-���� Glucocorticoidi (via generale)
Aggravamento del rischio emorragico proprio della terapia con
glucocorticoidi (mucosa gastrica, fragilità vascolare), a
dosi elevate o in trattamento prolungato superiore a dieci
giorni.
L'associazione deve essere giustificata; potenziare la
sorveglianza clinica.
-���� Destrano (via parenterale)
Aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione
piastrinica).
Adattare la posologia dell'eparina in modo da non superare una
ipocoagulabilità superiore a 1,5 volte il valore di
riferimento, durante l'associazione e dopo la sospensione di
destrano.
-���� In caso di somministrazione contemporanea di acido
ascorbico, antiistaminici, digitale, penicilline e.v.,
tetracicline o fenotiazine si può avere una inibizione
dell’attività del farmaco.
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Gravidanza: gli studi nell'animale non hanno evidenziato
nessuna attività teratogena o embriotossica. Tuttavia, le
informazioni, riguardanti il passaggio attraverso la membrana
placentare nell’uomo, sono limitate. Quindi se ne
sconsiglia l'uso in gravidanza, a parte il caso in cui il
beneficio terapeutico superi il rischio possibile.
Allattamento: le informazioni sull’escrezione di
nadroparina calcica nel latte sono limitate. Quindi se ne
sconsiglia l'uso durante l’allattamento.
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Non sono stati segnalati casi di compromissione di tale
facoltà.
�
In comune con altre eparine:
Manifestazioni emorragiche in vari siti, e prevalentemente
legate a preesistenti fattori di rischio, quali lesioni organiche
con tendenza emorragica, oppure ad effetti iatrogeni (vedere
"Controindicazioni" e "Interazioni con altri medicinali ed altre
forme di interazione").
Alcuni casi di trombocitopenia a volte trombogenica (vedere
“Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso”).
Alcuni rari casi di necrosi cutanea, generalmente localizzate
nel punto d'iniezione, osservati sia con le eparine classiche che
con le eparine a basso peso molecolare. Questi fenomeni sono
preceduti dalla comparsa di porpora o di placche eritematose,
infiltrate e doloranti con o senza sintomi generali. In questi
casi è necessario sospendere immediatamente il
trattamento.
Piccoli ematomi nel punto di iniezione.In alcuni casi
si puo’ notare la comparsa di noduli compatti che non sono
indice di un incistamento di eparina. Generalmente questi noduli
scompaiono dopo alcuni giorni.
Reazioni cutanee.
Possono presentarsi anche i seguenti eventi:
eosinofilia reversibile in seguito ad interruzione del
trattamento,
reazioni di ipersensibilita’ generalizzata, comprendenti
angioedema,
aumento, generalmente transitorio, delle transaminasi,
in casi eccezionali priapismo e alcuni casi di iperkaliemia
reversibile correlata all’arresto della secrezione di
aldosterone, indotto da eparina, in particolare nei pazienti a
rischio (vedere “Precauzioni per l’uso”).
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La manifestazione clinica più evidente del
sovradosaggio, sia per via sottocutanea che endovenosa, è
l’emorragia. In tal caso deve essere effettuata una conta
piastrinica e devono essere misurati altri parametri di
coagulazione.
I sanguinamenti minori raramente richiedono una terapia
specifica e generalmente è sufficiente ridurre o ritardare
le dosi successive di FRAXIPARINA.
Soltanto nei casi più seri si deve prendere in
considerazione l’uso della protamina solfato, che
neutralizza in gran parte l’effetto anticoagulante di
FRAXIPARINA, anche se rimane parte dell’attività
antiXa. 0,6 ml di protamina solfato neutralizzano circa 0,05 ml
di FRAXIPARINA. Per la quantità di protamina da iniettare
tenere conto del tempo trascorso dall’iniezione di eparina
ed effettuare quindi un’eventuale riduzione della dose
dell’antidoto.
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Nadroparina calcica è un glicosaminoglicano di
basso peso molecolare derivato dall'eparina e salificato con
calcio (peso molecolare medio 4300 dalton). Dotata di forte
attività nei confronti del fattore Xa, nadroparina calcica
presenta invece un debole effetto sul fattore IIa.
Il rapporto attività anti Xa/attività anti IIa
è superiore a 4.
Nadroparina calcica è un farmaco antitrombotico dotato
di azione rapida e prolungata, attivo nella profilassi e nel
trattamento delle trombosi venose profonde.
Nadroparina calcica agisce aumentando il tasso di inibizione
del fattore Xa circolante senza provocare, a dosi terapeutiche,
modificazioni significative della coagulabilità ematica e
del tempo di sanguinamento.
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Questi dati di farmacocinetica sono stati determinati
valutando l’attività anti-Xa plasmatica.
Il picco plasmatico è raggiunto dalla quarta alla sesta
ora dopo somministrazione per via sottocutanea. L'emivita di
eliminazione, determinata dopo somministrazione di dosi ripetute,
è di circa 8-10 ore. L'attività anti-Xa (> 0,05
U.I./ml) persiste per almeno 24 ore, dopo iniezione.
La biodisponibilità è praticamente totale
(98%).
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La tossicità acuta di nadroparina calcica si è
dimostrata estremamente bassa, infatti la dose letale nel ratto
è superiore a 1000 mg/kg sia per via e.v. che per via
s.c., mentre nel coniglio è superiore a 200 mg/kg per via
s.c. e a 1000 mg/kg per via e.v..
Studi di tossicità subacuta nel cane e nel ratto hanno
dimostrato che dosi fino a 1425 e 1307 U.I. antiXa/kg/die per 13
e 14 settimane di trattamento rispettivamente sono state ben
tollerate, a prescindere da reazioni d'intolleranza locale in
sede di iniezione (ematomi), peraltro reversibili nel tempo.
Anche gli studi di tossicità cronica nel cane fino alla
dose di 1283 U.I. antiXa/kg/die per 24�settimane non hanno
evidenziato effetti tossico-letali, ma soltanto alterazioni
cutanee reversibili, legate al meccanismo d'azione del
prodotto.
Studi sulla funzione riproduttiva e sulla tossicità
fetale nel coniglio e nel ratto a dosi massime pari a quelle
impiegate negli studi di tossicità per somministrazioni
ripetute, hanno permesso di escludere effetti nocivi a carico
delle madri, dei feti e delle generazioni successive, come pure
una compromissione della fertilità delle specie
osservate.
Il prodotto non è risultato mutageno e, in base alla
sua struttura chimica e al suo meccanismo d'azione, se ne esclude
un potere cancerogeno.
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Calcio idrossido soluzione o acido cloridrico diluito, acqua
per preparazioni iniettabili.
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Non miscelare con altre preparazioni
�
36 mesi.
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Non vi sono particolari precauzioni per la conservazione.
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-���� Astuccio in cartone contenente 2/6/10 siringhe
preriempite graduate, con dispositivo di sicurezza, da 0,6 ml in
vetro incolore Tipo I in blister.
-���� Astuccio in cartone contenente 2/6/10 siringhe
preriempite graduate, con dispositivo di sicurezza, da 0,8 ml in
vetro incolore Tipo I in blister.
-���� Astuccio in cartone contenente 2/6/10 siringhe
preriempite graduate, con dispositivo di sicurezza, da 1 ml in
vetro incolore Tipo I in blister.
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Vedere Posologia e modo di somministrazione.
UTILIZZO DEL DISPOSITIVO DI SICUREZZA
Dopo l’iniezione, predisporre il dispositivo di
sicurezza della siringa di FRAXIPARINA.
Con una mano tenere il manicotto della siringa, con
l’altra mano tirare energicamente l’anello della
siringa per sbloccare il manicotto e spingerlo fino al clic di
blocco. L’ago utilizzato è adesso interamente
protetto.
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SANOFI-SYNTHELABO S.p.A. - Via Messina, 38 - Milano
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FRAXIPARINA 11.400 UI/0,6 ml - 2 siringhe preriempite 0,6
ml������ n. AIC 026736140
FRAXIPARINA 11.400 UI/0,6 ml - 6 siringhe preriempite 0,6
ml������ n. AIC 026736153
FRAXIPARINA 11.400 UI/0,6 ml - 10 siringhe preriempite 0,6
ml���� n. AIC 026736165
FRAXIPARINA 15.200 UI/0,8 ml - 2 siringhe preriempite 0,8
ml������ n. AIC 026736177
FRAXIPARINA 15.200 UI/0,8 ml - 6 siringhe preriempite 0,8
ml������ n. AIC 026736189
FRAXIPARINA 15.200 UI/0,8 ml - 10 siringhe preriempite 0,8
ml���� n. AIC 026736191
FRAXIPARINA 19.000 UI/1 ml - 2 siringhe preriempite 1
ml������������� n. AIC 026736203
FRAXIPARINA 19.000 UI/1 ml - 6 siringhe preriempite 1
ml������������� n. AIC 026736215
FRAXIPARINA 19.000 UI/1 ml - 10 siringhe preriempite 1
ml����������� n. AIC 026736227
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� - [Vedi Indice]
Maggio 2001