Pamidronato Teva 3 mg/ml, concentrato per soluzione per infusione.
Ciascun ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 3 mg di pamidronato disodico sotto forma di acido pamidronico, 2,527 mg.
1 flaconcino da 5 ml contiene 15 mg di pamidronato disodico.
1 flaconcino da 10 ml contiene 30 mg di pamidronato disodico.
1 flaconcino da 20 ml contiene 60 mg di pamidronato disodico.
1 flaconcino da 30 ml contiene 90 mg di pamidronato disodico.
Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Concentrato per soluzione per infusione.
Soluzione trasparente e incolore, priva di particelle visibili.
Trattamento delle condizioni associate ad aumento dell’attività degli osteoclasti:
- Ipercalcemia neoplastica (TIH)
- Lesioni osteolitiche in pazienti con metastasi ossee associate a carcinoma mammario in aggiunta a trattamento specifico del tumore
- Lesioni osteolitiche in pazienti con mieloma multiplo al III stadio.
In seguito a diluizione solo per uso endovenoso.Pamidronato Teva 3 mg/ml è un concentrato per soluzione per infusione e deve
perciò essere
sempre
diluito
in
una
soluzione
per
infusione
priva
di
calcio(soluzione
di sodio cloruro allo
0,9% o di glucosio
al 5%) prima dell’uso.
La soluzione risultante deve essere
infusa lentamente (vedere
anche paragrafo 4-4).
Usare solo diluizioni trasparenti e appena preparate.Per
informazioni relative
alla
compatibilità
con
soluzioni
infusionali,
vedere paragrafo 6-6-La
velocità di
infusione
non
deve
mai
superare
i
60
mg/ora
(1
mg/min)
e
la concentrazione
di
pamidronato
disodico
nella
soluzione
infusionale
non
devesuperare
i
90
mg/250
ml.
Una
dose
di
90
mg
deve
solitamente
essere somministrata
sotto
forma
di
infusione
nell’arco
di
2
ore
in
una
soluzione infusionale
da
250 ml.
In
pazienti affetti
da
ipercalcemia neoplastica
o
da mieloma multiplo si raccomanda di non superare una velocità di infusione di 90mg in 500 ml nell’arco di 4 ore.
Al fine di ridurre al minimo le reazioni locali al sito
di
infusione,
la
cannula
deve
essere
inserita
con
cura
in
una
vena relativamente grande.Il
pamidronato
disodico
deve
essere
somministrato
sotto
controllo
medico
con l’ausilio di strumenti
idonei
al monitoraggio degli effetti clinici
e biochimici.Bambini e adolescenti (<18 anni):Le
esperienze
cliniche
disponibili
sull’impiego
di
pamidronato
disodico
sono limitate
per
quanto
concerne
i
pazienti
pediatrici
e
gli
adolescenti
(<18
anni)(vedere paragrafo 4-4). ST Pamidronato Teva – Decreto e commercio - Novembre 2005
Pagina
1Ipercalcemia neoplastica:Si raccomanda di reidratare i pazienti con una soluzione di sodio cloruro allo 0,9%p/v prima e/o durante il trattamento
(vedere paragrafo 4-4).La dose totale di pamidronato disodico da impiegare in un ciclo di trattamento dipende dai livelli iniziali di calcio sierico del paziente.
Le seguenti linee guida sono
state
elaborate
da
dati
clinici
basati
su
valori
di
calcio
non
corretti.
Tuttavia, lo
stesso
intervallo
di
dosi
può
essere
utilizzato
per
valori
di
calcio corretti in base a proteine
sieriche o albumina
in pazienti reidratati.
Livello
iniziale
di calcio nel plasma |
Dose totale
raccomandata dipamidronato
disodico |
Concentrazione
di soluzione per infusione. |
Velocità
d’infusione
massima |
mmol/l |
(mg
%)(mg/100ml) |
(mg) |
mg/ml |
mg/ora |
< 3,0 |
< 12,0 |
15-30 |
30/125 |
22,5 |
3,0-3,5 |
12,0-14,0 |
30-60 |
30/12560/250 |
22,5 |
3,5-4,0 |
14,0-16,0 |
60-90 |
60/25090/500 |
22,5 |
> 4,0 |
>16,0 |
90 |
90/500 |
22,5 |
La
dose
totale
di
pamidronato
disodico
può
essere
somministrata
in
un’unicainfusione o in infusioni multiple per 2-4 giorni consecutivi.
La dose massima per ciclo di trattamento è di 90 mg sia
per il ciclo iniziale sia per i cicli
ripetuti.Dosi più elevate
non hanno migliorato
la risposta clinica.Generalmente si osserva una significativa diminuzione dei livelli di calcio sierico dopo
24-48 ore dalla somministrazione
di pamidronato disodico,
connormalizzazione dei valori solitamente entro 3-7 giorni.
Se entro questo lasso ditempo non viene raggiunta la normocalcemia, può essere somministrata una dose aggiuntiva.
La
durata
della
risposta
può
variare
da
paziente
a
paziente
e
il trattamento
può
essere
ripetuto
qualora
ricorra
ipercalcemia.
Attualmente,l’esperienza
clinica
suggerisce
che
l’efficacia
del
pamidronato
disodico
può diminuire
all’aumentare
dei trattamenti.Lesioni osteolitiche
in pazienti con mieloma multiploLa dose
raccomandata è di 90 mg ogni 4 settimane.Lesioni
osteolitiche
in
pazienti
con
metastasi
ossee
associate
a
carcinomamammarioLa dose raccomandata è di 90 mg ogni 4 settimane.
Eventualmente, la dose può essere somministrata
a
intervalli di
tre
settimane
così
da
coincidere con
lachemioterapia.Il
trattamento deve
essere
proseguito
finché
vi
sia
evidenza
di
una
sostanziale
diminuzione dello
status
di performance generale
del paziente.
Indicazione |
Schema
di Trattamento: |
Soluzione per
infusione(mg/ml) |
Velocità
d’infusione
(mg/ora) |
Metastasi ossee Mieloma
Multiplo |
90
mg/2 ore ogni4 settimane90
mg/4 ore ogni4 settimane |
90/250 90/500 |
45 22,5 |
ST Pamidronato Teva – Decreto e commercio - Novembre 2005
Pagina
2Insufficienza renale:Il pamidronato
disodico
non
deve
essere
somministrato
a
pazienti
affetti
da insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 mL/min) salvo in casodi
ipercalcemia
neoplastica
potenzialmente
letale
in
cui
i
benefici
siano chiaramente superiori ai
potenziali rischi (vedere anche i
paragrafi 4-4 e 5-2).
L’aggiustamento
della
dose
non
è
necessario
in
caso
di
insufficienza
renale
da lieve (clearance della
creatinina 61-90 mL/min) a
moderata (clearance dellacreatinina 30-60 mL/min).
In tali pazienti la velocità di infusione non deve essere superiore a 90
mg/4 ore (circa 20-22 mg/ora).Come
per
altri
bifosfonati
somministrati
per
via
endovenosa,
si
raccomanda
di effettuare il monitoraggio della funzionalità renale, per esempio, le misurazioni della creatinina
sierica,
prima
di
ciascuna
dose
di
pamidronato
disodico.
Neipazienti in terapia con pamidronato disodico per metastasi ossee, che evidenzianoun
peggioramento
della
funzionalità
renale,
il
trattamento
con
pamidronato
disodico deve essere interrotto finché la funzionalità renale ritorna a valori entroil 10% del
valore di base.Insufficienza epatica: Non vi sono dati pubblicati disponibili relativi all’impiego di pamidronato disodicoin
pazienti
che
presentano
insufficienza
epatica.
Non
è
quindi
possibile
fornire indicazioni specifiche
in
relazione
all’impiego
di
pamidronato
disodico
in
tali
pazienti (vedere paragrafo 5-2).
Ipersensibilità nota o presunta al pamidronato o altri bifosfonati o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Il pamidronato disodico non deve essere somministrato alle pazienti in periodo di allattamento (vedere anche paragrafo 4.6).
Avvertenze Pamidronato Teva 3 mg/ml è un concentrato per soluzione per infusione e deve perciò essere sempre diluito e poi somministrato sotto forma di infusione endovenosa lenta (vedere paragrafo 4.2).
Pamidronato Teva 3 mg/ml deve essere somministrato solo sotto forma di infusione endovenosa.
Il medicinale contiene 0,65 mmol di sodio per ciascuna dose massima (90 mg).
Ciò deve essere tenuto in considerazione per i pazienti che seguono una dieta ad apporto di sodio controllato.
Non somministrare Pamidronato Teva 3 mg/ml in concomitanza con altri bifosfonati.
L’utilizzo combinato del pamidronato disodico con altri farmaci che abbassano il livello del calcio, può provocare una notevole ipocalcemia.
Si sono verificati episodi convulsivi in alcuni pazienti affetti da ipercalcemia neoplastica dovuti ad alterazioni elettrolitiche associate a tale condizione e all’efficace trattamento della stessa.
Precauzioni I livelli di elettroliti sierici, calcio e fosfato devono essere monitorati dopo l’inizio della terapia con Pamidronato Teva 3 mg/ml.
I pazienti affetti da anemia, leucopenia o trombocitopenia devono essere sottoposti a regolari controlli ematologici.
I pazienti che hanno subito interventi chirurgici alla tiroide possono essere particolarmente suscettibili a sviluppare ipocalcemia conseguente ad ipoparatiroidismo.
Sebbene il pamidronato sia escreto immodificato dai reni, il medicinale è stato impiegato nei pazienti con livelli plasmatici di creatinina significativamente ST Pamidronato Teva – Decreto e commercio - Novembre 2005 Pagina 3 elevati (inclusi pazienti sottoposti a terapia sostitutiva della funzione renale con emodialisi e dialisi peritoneale) senza un apparente aumento degli effetti indesiderati.
Tuttavia, l’esperienza con pamidronato disodico nei pazienti affetti da grave insufficienza renale (creatinina sierica:
> 440 micromoli/litro, o 5 mg/dl nei pazienti affetti da TIH [ipercalcemia neoplastica]; 180 micromoli/litro, o 2 mg/dl nei pazienti affetti da mieloma multiplo) è limitata.
In tali casi, qualora la valutazione clinica stabilisca che i potenziali benefici sono superiori ai rischi, Pamidronato Teva 3 mg/ml deve essere impiegato con cautela e la funzionalità renale deve essere monitorata attentamente.
Anche il bilancio idrico (diuresi, peso giornaliero) deve essere attentamente monitorato.
L’esperienza relativa all’impiego di pamidronato disodico in pazienti sottoposti a emodialisi è molto limitata.
Non è possibile fornire indicazioni specifiche per i pazienti che presentano grave insufficienza epatica poiché non vi sono dati clinici disponibili.
I pazienti, in particolare quelli che ricevono frequenti infusioni di pamidronato disodico per periodi di tempo prolungati e quelli con pregresse malattie renali o predisposizione all’insufficienza renale (per es.
pazienti con mieloma multiplo e/o ipercalcemia neoplastica), devono essere sottoposti a monitoraggio dei parametri di laboratorio (creatinina sierica e BUN [azotemia]) e a controlli clinici della funzionalità renale.
Se nel corso del trattamento con pamidronato si osserva un deterioramento della funzionalità renale occorre interrompere l’infusione.
E’ stato riportato un deterioramento della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale) in seguito a trattamento a lungo termine con pamidronato disodico nei pazienti con mieloma multiplo.
Tuttavia, in questi pazienti si era già instaurata una progressione della malattia di base e/o erano già presenti complicazioni concomitanti e pertanto non è stata dimostrata una relazione causale con il pamidronato disodico.
Al fine di ripristinare la diuresi è essenziale durante il trattamento iniziale dell’ipercalcemia neoplastica istituire la reidratazione per via endovenosa.
I pazienti devono essere adeguatamente idratati per tutta la durata del trattamento, prestando attenzione però ad evitare un’idratazione eccessiva.
Nei pazienti con malattie cardiache, specialmente se anziani, (insufficienza ventricolare sinistra o insufficienza cardiaca congestizia) un sovraccarico salino può peggiorare l’insufficienza cardiaca.
Anche la febbre (sintomi simil-influenzali) può contribuire a tale peggioramento.
La sicurezza e l’efficacia del pamidronato disodico per i bambini e per gli adolescenti (<18 anni) non sono state stabilite.
Osteonecrosi della mandibola Sono stati segnalati casi di osteonecrosi della mandibola in pazienti affetti da tumore che ricevevano regimi di trattamento comprendenti Pamidronato.
L’osteonecrosi della mandibola è connessa a molti fattori di rischio ben documentati compresi tumori, terapie concomitanti (per esempio chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi) e condizioni di comorbilità (per esempio anemia, coagulopatie, infezione, disturbi orali pre-esistenti).
La maggior parte dei casi riportati sono stati associati a procedure dentali, come ad esempio estrazioni.
Molti di questi pazienti inoltre ricevevano trattamenti chemioterapici o con corticosteroidi e presentavano segni di infezione locale inclusa osteomielite.
Un esame dentale con appropriate indicazioni deve essere preso in considerazione prima di iniziare il trattamento con Pamidronato.
ST Pamidronato Teva – Decreto e commercio - Novembre 2005 Pagina 4 Nel corso del trattamento, questi pazienti devono evitare, se possibile, di sottoporsi a procedure dentali invasive.
Per i pazienti che hanno sviluppato osteonecrosi della mandibola durante la terapia con Pamidronato, gli interventi chirurgici ai denti possono peggiorare tale condizione.
Per quanto concerne i pazienti che necessitano di interventi chirurgici dentali, non vi sono dati disponibili che possono indicare che l’interruzione del trattamento con Pamidronato riduce il rischio di osteonecrosi della mandibola.
Il giudizio clinico del medico curante deve guidare lo schema di trattamento di ciascun paziente in base alla valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.
Il pamidronato disodico è stato somministrato in concomitanza con medicinali anti-tumorali comunemente usati e non ha evidenziato interazioni significative.
Pamidronato Teva 3 mg/ml non deve essere usato in concomitanza con altri bifosfonati (vedere anche paragrafo 4.4).
L’uso concomitante di altri bifosfonati, altri agenti anti-ipercalcemici e calcitonina può portare a ipocalcemia con sintomi clinici associati (parestesia, tetania, ipotensione).
Nei pazienti affetti da ipercalcemia grave, il pamidronato disodico è stato efficacemente combinato con calcitonina e con mitramicina per accelerare e potenziare l’effetto di diminuzione del calcio.
Si consiglia cautela quando il pamidronato disodico è usato con altri farmaci potenzialmente nefrotossici.
Uso in gravidanza:
Non vi sono dati sufficienti relativi all’uso di pamidronato disodico nelle donne in gravidanza.
Gli studi condotti sugli animali non hanno prodotto evidenze inequivocabili di teratogenicità.
Il pamidronato può essere rischioso per il feto/neonato a causa della sua azione farmacologica sull’omeostasi del calcio.
Il pamidronato somministrato agli esemplari animali durante l’intero periodo di gestazione, può indurre disturbi della mineralizzazione ossea, in particolare delle ossa lunghe, provocando distorsione angolare.
Il potenziale rischio per l’uomo non è noto.
Perciò, il pamidronato disodico non deve essere usato durante la gravidanza eccetto in casi di ipercalcemia potenzialmente letale.
Uso durante l’allattamento:
Non è noto se Pamidronato Teva 3 mg/ml venga escreto nel latte umano.
Gli studi condotti sugli animali hanno dimostrato la secrezione di pamidronato disodico nel latte materno e il rischio per il bambino allattato al seno non può essere escluso .
Il pamidronato disodico non deve essere somministrato alle donne in periodo di allattamento (vedere anche paragrafo 4.3).
Il pamidronato disodico influisce in misura minore o moderata sulla capacità di guidare e usare macchinari.
I pazienti devono essere avvisati che, in casi insoliti, in seguito a infusione di pamidronato disodico, possono insorgere sonnolenza e/o capogiri.
In tal caso deve essere evitata la guida o l’uso di macchinari potenzialmente pericolosi o svolgere qualsiasi attività che possa presentare dei rischi a causa di una diminuzione della vigilanza.
Le reazioni avverse al pamidronato disodico sono solitamente lievi e transitorie.Le reazioni avverse più comuni (>1/10 sintomatiche) sono sintomi simil-influenzalie una lieve febbre.
Questa lieve febbre (un aumento della temperatura corporeaST Pamidronato Teva – Decreto e commercio - Novembre 2005
Pagina
5di
1-2°C)
solitamente
si
verifica
entro
le
prime
48
ore
come
una
reazione
da prima dose, dose-correlata, auto-limitante, spesso in assenza di ulteriori sintomi
concomitanti e solitamente di durata non superiore a 24
ore.Le
reazioni
"simil-influenzali"
acute
solitamente
si
verificano
solo
con
la
prima infusione di pamidronato.Solitamente si verifica anche una infiammazione locale dei tessuti molli al sito di infusione (>1/100,
<1/10), in particolare ai dosaggi
più elevati.In
rari
casi
è
stata
rilevata
osteonecrosi,
principalmente
a
livello
mandibolare(vedere paragrafo 4-4).L’ipocalcemia sintomatica è molto rara
(<1/10000, inclusi casi isolati): Calcolo della
frequenza: Molto comune
(>1/10)comune
(>1/100, <1/10)non comune
(>1/1000, <1/100)raro
(>1/10000, <1/1000)molto raro
(<0,01% inclusi casi
isolati)
Patologie
del
sistema emolinfatico |
Comune
(>1/100, <1/10) LinfopeniaNon
comune
(>1/1000, <1/100)
Anemia, leucopeniaMolto
raro (<1/10000
inclusi
casi
isolati)
Trombocitopenia |
Disturbi
del
sistema immunitario |
Non
comune
(>1/1000, <1/100)Ipersensibilità, incluse
reazioni
anafilattiche,
broncospasmi,
dispnea, edema
angioneuroticoMolto
raro (<1/10000,
inclusi casi isolati)Shock anafilattico,
riattivazione di Herpes
simplex
e Herpes
zoster |
Disturbi del metabolismo e della
nutrizione |
Molto
comune (> 1/10) Ipocalcemia,
ipofosfatemiaComune
(>1/100, <1/10) IpomagnesemiaNon
comune
(>1/1000, <1/100)Ipercalemia,
ipocalemia,
ipernatremiaMolto
raro (<1/10000
inclusi
casi
isolati)
Ipernatremia
con stato
confusionale |
Patologie
del
sistema nervoso |
Comune
(>1/100, <1/10)
CefaleaNon
comune
(>1/1000, <1/100)Agitazione, stato confusionale, capogiri, insonnia, sonnolenza,
letargiaMolto
raro (<1/10000,
inclusi casi isolati)Convulsioni,
allucinazioni
visive,
ipocalcemia sintomatica(parestesia,
tetania,
crampi
muscolari) |
Patologie
dell’occhio |
Non
comune
(>1/1000, <1/100)Uveite (irite,
iridociclite), sclerite,
episclerite, congiuntiviteMolto
raro (<1/10000,
inclusi casi isolati)
Xantopsia,
infiammazione
orbitale |
Patologie
cardiache/Patologie
vascolari |
Non
comune
(>1/1000, <1/100)
IpertensioneMolto
raro (<1/10000,
inclusi casi isolati)Ipotensione,
deterioramento
di patologia
cardiaca(insufficienza
ventricolare
sinistra/insufficienza
cardiaca |
ST Pamidronato Teva – Decreto e commercio - Novembre 2005
Pagina
6
|
congestizia)
con dispnea,
edema
polmonare dovuto a sovraccarico
di liquidi |
Patologie
gastrointestinali |
Comune
(>1/100, <1/10) Nausea,
vomitoNon
comune
(>1/1000, <1/100)Dolore
addominale,
anoressia,
diarrea, costipazione,
dispepsiaMolto
raro (<1/10000
inclusi
casi
isolati
) Gastrite |
Patologie
della cute e del
tessuto sottocutaneo |
Non
comune
(>1/1000, <1/100)
Rash,
prurito |
Patologie
del
sistema muscoloscheletrico
e del
tessuto connettivo |
Comune
(>1/100, <1/10)Dolore
osseo
transitorio,
artralgia,
mialgiaNon
comune
(>1/1000, <1/100)
Crampi
muscolariRaro
(>1/10000, <1/1000)Osteonecrosi principalmente
a livello mandibolare |
Patologie
renali
e urinarie |
Raro
(>1/10000, <1/1000)Glomerulosclerosi
focale
segmentale
inclusa
la variante
collassante,
sindrome
nefrotica,
disturbo
renale
tubulare,
glomerulonefropatia,
nefrite
tubulointerstizialeMolto
raro (<1/10000,
inclusi casi isolati)Alterazione della
funzionalità
renale
aggravata
in pazienti
affetti da mieloma multiplo, ematuria, insufficienza
renaleacuta,
alterazione della
funzionalità
renale
aggravata
in pazienti
con patologia
renale
pre-esistente. |
Patologie
sistemiche
e condizioni
relative
alla
sede di somministrazione |
Molto
comune (>1/10)Febbre e sintomi simil-influenzali talvolta
accompagnati da malessere,
rigidità, affaticamento
e vampateComune
(>1/100, <1/10)Reazioni
al sito di infusione
come
dolore al sito di infusione,
rash al
sito
di
infusione, gonfiore al sito
di infusione,indurimento al sito
di infusione, flebite al sito di infusione,tromboflebite, dolore
corporeo
generalizzato |
Esami
diagnostici |
Molto
raro (<1/10000,
inclusi casi isolati)Esiti anomali dei test di funzionalità epatica, aumento
dei livellidi creatinina
nel sangue, aumento
dei
livelli
di urea
nel
sangue |
Molti
di
questi
effetti
indesiderati
possono
essere
imputabili
alla
patologia
dibase.
Pazienti che hanno ricevuto dosi più elevate di quelle raccomandate devono essere attentamente monitorati.
In caso di ipocalcemia clinicamente significativa con parestesia, tetania e ipotensione, la regressione può essere ottenuta somministrando un’infusione di calcio gluconato.
Non è prevista insorgenza di ipocalcemia acuta determinata da pamidronato, poiché i livelli di calcio plasmatico si riducono progressivamente per diversi giorni dopo il trattamento.
Non vi sono dati disponibili relativi a sovradosaggio da pamidronato disodico.
Categoria farmacoterapica:
Medicinali che agiscono sulla struttura ossea e la mineralizzazione, Bifosfonati ATC:
M05 BA 03 Il pamidronato disodico è un potente inibitore del riassorbimento osseo osteoclastico.
Si lega fortemente a cristalli di idrossiapatite e inibisce la ST Pamidronato Teva – Decreto e commercio - Novembre 2005 Pagina 7 formazione e la dissoluzione di tali cristalli in vitro.
L’inibizione di riassorbimento osseo osteoclastico in vivo è almeno in parte dovuta al legame del medicinale con la componente minerale ossea.
Il pamidronato inibisce l’accesso dei precursori osteoclastici all’osso e la trasformazione indotta in tal modo in osteoclasti assorbenti maturi.
Tuttavia, l’effetto antiriassorbitivo locale e diretto del bifosfonato legato all’osso sembra essere il meccanismo d’azione predominante in vitro e in vivo.
Studi sperimentali hanno dimostrato che il pamidronato inibisce l’osteolisi neoplastica quando viene somministrato prima o al momento dell’inoculazione o trapianto di cellule tumorali.
Le alterazioni biochimiche che riflettono l’effetto inibitorio del pamidronato disodico sull’ipercalcemia neoplastica, sono caratterizzate da una diminuzione dei livelli sierici di calcio e fosfato e in secondo luogo dalla diminuzione dell’escrezione urinaria di calcio, fosfato, e idrossiprolina.
Con una dose di 90 mg si raggiunge la normocalcemia in oltre il 90% dei pazienti.
La normalizzazione dei livelli di calcio nel plasma può anche normalizzare il livello di ormone paratiroideo nel plasma in pazienti adeguatamente reidratati.
I livelli sierici di proteina correlata all’ormone paratiroideo (PTHrP) sono inversamente proporzionali alla risposta al pamidronato.
I medicinali che inibiscono il riassorbimento tubulare del calcio o la secrezione di PTHrP possono essere d’aiuto per i pazienti che non rispondono al pamidronato.
L’ipercalcemia può determinare una deplezione di volume del liquido extracellulare e una diminuzione della velocità di filtrazione glomerulare (VFG).
Nella maggior parte dei pazienti, controllando l’ipercalcemia, il pamidronato disodico migliora la VFG e riduce i livelli elevati di creatinina nel siero.
Quando viene usato in aggiunta a terapia antineoplastica sistemica il pamidronato riduce le complicazioni a livello scheletrico di frattura non vertebrale, radioterapia/intervento chirurgico per complicazioni a livello osseo e aumenta il periodo precedente a insorgenza del primo evento a livello scheletrico.
Il pamidronato può anche ridurre il dolore osseo in circa il 50% delle donne con carcinoma mammario in stadio avanzato e metastasi ossee clinicamente evidenti.
Nelle donne che presentano scintigrafie ossee anomale ma radiografie normali il dolore deve costituire l’indicazione principale al trattamento.
E’ stato dimostrato che il pamidronato riduce il dolore, diminuisce il numero di fratture patologiche e la necessità di radioterapia, corregge l’ipercalcemia e migliora la qualità della vita dei pazienti affetti da mieloma multiplo in stadio avanzato.
Una meta-analisi di bifosfonati in >1100 pazienti affetti da mieloma multiplo ha evidenziato che il NNT (numero di pazienti necessario da trattare) per prevenire una frattura vertebrale era 10 e il NNT per prevenire una sintomatologia dolorosa in un paziente era 11 e i migliori effetti sono stati osservati con pamidronato e clodronato.
Effetti generali:
Il pamidronato ha una notevole affinità per i tessuti calcificati, e l’eliminazione totale di pamidronato dall’organismo non è stata osservata nel corso degli studi sperimentali.
I tessuti calcificati sono perciò considerati come siti di "eliminazione apparente".
Assorbimento:
Il pamidronato disodico è somministrato per infusione endovenosa.
Per definizione, l’assorbimento è completo al termine dell’infusione.
ST Pamidronato Teva – Decreto e commercio - Novembre 2005 Pagina 8 Distribuzione:
Le concentrazioni plasmatiche di pamidronato aumentano rapidamente dopo l’inizio di un’infusione e calano rapidamente dopo la sua sospensione.
L'emivita di distribuzione apparente nel plasma è di circa 0,8 ore.
Le concentrazioni allo steady-state apparente sono perciò ottenute mediante infusioni di durata superiore a 2.3 ore.
Il picco delle concentrazioni plasmatiche di pamidronato, di circa 10 nmol/ml, viene raggiunto dopo infusione endovenosa di 60 mg somministrato per 1 ora.
Una percentuale simile (circa 50%) della dose è trattenuta nell’organismo dopo la somministrazione di dosi differenti (30–90 mg) di pamidronato disodico indipendentemente dal tempo di infusione (4 o 24 ore).
Pertanto l’accumulo di pamidronato nelle ossa non è limitato dalla capacità, ma dipende esclusivamente dalla dose totale cumulativa somministrata.
La percentuale di pamidronato in circolo legato alle proteine plasmatiche è relativamente bassa (inferiore al 50%) e aumenta quando le concentrazioni di calcio sono elevate a causa di una patologia.
Eliminazione:
Apparentemente il pamidronato non viene eliminato mediante biotrasformazione.
Dopo infusione endovenosa, viene escreta nelle urine, entro 72 ore, una percentuale variabile tra il 20 e il 55% circa della dose somministrata di pamidronato in forma immodificata.
Per il periodo della durata degli studi sperimentali la frazione rimanente della dose è trattenuta dall’organismo.
Dall’eliminazione di pamidronato nelle urine, si possono osservare due fasi di decadimento con un’emivita apparente di circa 1,6 e 27 ore rispettivamente.
E’ stato osservato che la clearance plasmatica e renale totale è rispettivamente di 88.254 ml/min e 38.60 ml/min.
La clearance plasmatica apparente è circa 180 ml/min.
La clearance renale apparente è circa 54 ml/min e vi è una tendenza alla correlazione della clearance renale con la clearance della creatinina.
Caratteristiche nei pazienti:
La clearance a livello epatico e metabolico di pamidronato non è significativa.
Non è previsto che l’alterazione della funzionalità epatica abbia effetto sulla farmacocinetica del pamidronato disodico sebbene, poiché non vi sono dati disponibili relativi a pazienti affetti da grave insufficienza epatica, non possono essere fornite indicazioni specifiche per questa popolazione di pazienti.
Pamidronato Teva 3 mg/ml mostra una scarsa potenzialità di interazione con altri farmaci sia a livello metabolico sia a livello di legame proteico (vedere sopra, paragrafo 5.2).
Uno studio farmacocinetico condotto su pazienti affetti da neoplasia non ha evidenziato differenze nella AUC plasmatica di pamidronato tra pazienti che presentavano una funzionalità renale normale e pazienti con alterazione della funzionalità renale da lieve a moderata.
In pazienti affetti da grave insufficienza renale (clearance della creatinina
< 30 mL/min), la AUC di pamidronato era circa 3 volte superiore rispetto a quella di pazienti che presentavano funzionalità renale normale (clearance della creatinina 90 mL/min).
É stato osservato che nei ratti in gravidanza il pamidronato attraversa la placenta e si accumula nelle ossa fetali in modo simile a quello osservato per gli animali adulti.
É stato dimostrato che il pamidronato disodico aumenta la durata della gestazione e del parto nei ratti, provocando un aumento della mortalità della prole quando viene somministrato per via orale in dosi giornaliere di 60 mg/kg (equivalenti a circa 1,2 mg/kg per via endovenosa) e superiori (0,7 volte superiore rispetto alla massima dose umana raccomandata per singola infusione endovenosa).
ST Pamidronato Teva – Decreto e commercio - Novembre 2005 Pagina 9 Non sono state ottenute prove inequivocabili di teratogenicità in studi relativi a somministrazione endovenosa di pamidronato disodico ai ratti durante la gravidanza, sebbene la somministrazione di dosi elevate (12 e 15 mg/kg/die) sia stata associata a tossicità materna e ad anomalie nello sviluppo fetale (edema fetale e accorciamento delle ossa) e la somministrazione di dosi di 6 mg/kg e superiori sia stata associata a ossificazione ridotta.
Nei ratti, dosi inferiori di pamidronato somministrate per via endovenosa (1.6 mg/kg/die) interferivano (stress pre-parto e fetotossicità) con un normale andamento del parto.
Sono stati studiati solo dosaggi ridotti somministrati per via endovenosa per quanto concerne i conigli in gravidanza, a causa della tossicità materna, e la dose massima impiegata (1,5 mg/kg/die) è stata associata a un aumento della velocità di riassorbimento e a ossificazione ridotta.
Tuttavia non è stato evidenziato alcun segno di teratogenicità.
La tossicità di pamidronato è caratterizzata da effetti diretti (citotossici) su organi con un abbondante afflusso di sangue come stomaco, polmoni e reni.
Le lesioni renali tubulari risultano tra gli effetti avversi prevalenti e più costanti del trattamento, come evidenziato dagli studi effettuati su animali sottoposti a somministrazione endovenosa.
In uno studio sui topi della durata di 80 settimane o 104 settimane, il pamidronato disodico somministrato giornalmente per via orale non ha evidenziato effetti cancerogeni.
Il pamidronato disodico non ha evidenziato attività genotossica in una batteria standard di test per rilevare mutazioni genetiche e danni cromosomici.
Sodio idrossido (per regolazione di pH) Acido cloridrico concentrato (per regolazione di pH) Acqua per preparazioni iniettabili
Pamidronato forma complessi con cationi bivalenti e non deve essere aggiunto a soluzioni per somministrazione endovenosa contenenti calcio.
Il medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti, ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
Le soluzioni di pamidronato disodico non sono solubili in soluzioni nutritive lipofile, per esempio olio di semi di soia.
Fiala chiusa:
3 anni.
La validità dopo la diluizione in soluzione di glucosio al 5% o in soluzione di sodio cloruro allo 0,9%:
è stato dimostrato che la stabilità chimica e fisica in uso può essere mantenuta per 96 ore a 25°C.
Dal punto di vista microbiologico il prodotto deve essere utilizzato subito.
Se il medicinale non viene utilizzato immediatamente, l’utente è responsabile dei tempi di conservazione e delle condizioni pre-uso, che in genere non dovrebbero essere superiori a 24 ore a 2.8°C, a meno che la diluizione non sia avvenuta in un ambiente controllato e asettico.
Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.
Flaconcini di vetro incolori da 5 ml/10 ml/20 ml/30 ml (Ph.
Eur., Tipo 1) e tappi di gomma bromobutilica (Ph.
Eur., Tipo 1).
ST Pamidronato Teva – Decreto e commercio - Novembre 2005 Pagina 10 Confezioni:
1, 4 o 10 flaconcini contenenti 5 ml di concentrato per soluzione per infusione 1, 4 o 10 flaconcini contenenti 10 ml di concentrato per soluzione per infusione 1, 4 o 10 flaconcini contenenti 20 ml di concentrato per soluzione per infusione 1, 4 o 10 flaconcini contenenti 30 ml di concentrato per soluzione per infusione Non tutte le confezioni saranno commercializzate.
Prima della somministrazione, diluire con soluzione di glucosio al 5% o sodio cloruro allo 0,9% per infusione endovenosa.
La concentrazione di pamidronato disodico nella soluzione infusionale non deve superare i 90 mg/250 ml.
Non utilizzare la soluzione se sono presenti particelle.
Dopo l’uso, eliminare il prodotto inutilizzato.
Pamidronato Teva 3 mg/ml, concentrato per soluzione per infusione è destinato esclusivamente a un singolo utilizzo.
La soluzione per infusione diluita deve essere ispezionata visivamente e devono essere utilizzate solo soluzioni trasparenti praticamente prive di particelle.
TEVA Pharma Italia S.r.l.
- Viale G.
Richard, 7 - 20143 Milano
Pamidronato Teva 3 mg/ml – 1 flaconcino 15 mg/5 ml – AIC:
037127014/M Pamidronato Teva 3 mg/ml – 1 flaconcino 30 mg/10 ml – AIC:
037127040/M Pamidronato Teva 3 mg/ml – 1 flaconcino 60 mg/20 ml – AIC:
037127103/M Pamidronato Teva 3 mg/ml – 1 flaconcino 90 mg/30 ml – AIC:
037127077/M
Novembre 2006.
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S
Ultimo aggiornamento: 15/12/2008.
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