Soliris 300 mg concentrato per soluzione per infusione
Ciascun flaconcino da 30 ml contiene 300 mg di eculizumab (10 mg/ml).
Eculizumab è un anticorpo monoclonale IgG2/4.
umanizzato prodotto con la tecnologia del DNA
ricombinante dalla linea cellulare NS0.
Dopo la diluizione la concentrazione finale della soluzione per infusione è 5 mg/ml.
Eccipienti: sodio (5,00 mmol per dose (1 flaconcino))
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Concentrato per soluzione per infusione.
Soluzione limpida e incolore, a pH 7,0.
Soliris (eculizumab) è indicato nel trattamento di pazienti affetti da emoglobinuria parossistica
notturna (EPN).
Le prove del beneficio clinico di Soliris nel trattamento dei pazienti affetti da EPN sono limitate ai
soggetti con storia precedente di trasfusioni.
Per ridurre il rischio di infezione meningococcica (Neisseria meningitidis), tutti i pazienti devono
essere vaccinati almeno 2 settimane prima dell’inizio del trattamento con Soliris e devono essere
rivaccinati conformemente alle attuali linee guida mediche sulla vaccinazione (vedere paragrafo 4.4).
Soliris deve essere somministrato da un operatore sanitario e sotto la supervisione di un medico
esperto nel trattamento di pazienti con disturbi ematologici.
Il regime posologico consiste di una fase iniziale di 5 settimane, seguita da una fase di mantenimento:
• Fase iniziale: 600 mg di eculizumab con un’infusione endovenosa di 25-45 minuti ogni
settimana per le prime 4 settimane, seguita da una dose di 900 mg di eculizumab durante la
quinta settimana della fase iniziale.
• Fase di mantenimento: 900 mg di Soliris somministrati con un’infusione endovenosa di 25-45
minuti ogni 14 giorni ± 2 giorni (vedere paragrafo 5.1).
Le istruzioni per la preparazione delle soluzioni diluite sono descritte al paragrafo 6.6.
Non somministrare con infusioni rapide o iniezioni endovenose in bolo.
Soliris dev’essere somministrato
soltanto per infusione endovenosa, secondo le istruzioni riportate di seguito.
La soluzione diluita di Soliris va somministrata con un’infusione endovenosa della durata di 25-45
minuti per mezzo di una fleboclisi a caduta, una pompa a siringa o una pompa per infusione.
Non è
necessario proteggere dalla luce la soluzione diluita di Soliris durante la somministrazione.
I pazienti devono essere controllati per un’ora dopo la fine dell’infusione.
Se si verifica un evento
avverso durante la somministrazione di Soliris, l’infusione può essere rallentata o interrotta a
discrezione del medico.
Se si riduce la velocità di infusione, il tempo totale di infusione non dovrebbe
superare le due ore.
Bambini e adolescenti: non c’è esperienza nei bambini (vedere paragrafo 5.2)
Anziani: Soliris può essere somministrato a pazienti di età uguale o superiore a 65 anni.
Anche se
l’esperienza con Soliris in questa popolazione di pazienti è ancora limitata, non esistono prove che
indichino la necessità di prendere precauzioni particolari durante il trattamento dei pazienti anziani.
Insufficienza renale: la sicurezza e l’efficacia di Soliris non sono state studiate in pazienti con
insufficienza renale.
Insufficienza epatica: la sicurezza e l’efficacia di Soliris non sono state studiate in pazienti con
insufficienza epatica.
Ipersensibilità a eculizumab, alle proteine murine o a uno qualsiasi degli eccipienti.
La terapia con Soliris non deve essere iniziata in pazienti:
• con infezione da Neisseria meningitidis non risolta;
• non vaccinati contro Neisseria meningitidis;
• con deficit ereditario del complemento, noto o sospetto.
È improbabile che Soliris produca effetti sulla componente aplastica dell’anemia nei pazienti con
EPN.
Infezione meningococcica: per il suo meccanismo d’azione, Soliris determina un aumento della
suscettibilità del paziente all’infezione meningococcica (Neisseria meningitidis).
Questi pazienti
potrebbero essere a rischio di infezione dovuta ai sierogruppi meno comuni (in particolare Y, W135 e
X), benché non si possa escludere un’infezione meningococcica dovuta a qualsiasi sierogruppo.
Per
ridurre il rischio di infezione, tutti i pazienti devono essere vaccinati almeno 2 settimane prima del
trattamento con Soliris e devono essere rivaccinati conformemente alle linee guida mediche vigenti
sull’impiego dei vaccini.
Si raccomandano fortemente i vaccini tetravalenti, preferibilmente coniugati,
contro i sierotipi A, C, Y e W135.
La vaccinazione può non essere sufficiente per prevenire l’infezione
meningococcica.
Si devono tenere in considerazione le indicazioni ufficiali sull’uso appropriato di
agenti antibatterici.
Sono stati segnalati 3 casi di infezione meningococcica in pazienti trattati con
Soliris: due in pazienti vaccinati affetti da EPN e uno in un paziente non vaccinato con
glomerulonefropatia membranosa idiopatica.
Tutti i pazienti devono essere controllati per verificare la
comparsa dei segni precoci dell’infezione meningococcica, valutati immediatamente se si sospetta
l’infezione e trattati con antibiotici se necessario.
I pazienti vanno informati di questi segni e sintomi
nonché delle misure da intraprendere per consultare immediatamente il medico (vedere il Foglio
Illustrativo per la descrizione).
3
Altre infezioni sistemiche: per il meccanismo d’azione del medicinale, la terapia con Soliris deve
essere somministrata con cautela in pazienti con infezioni sistemiche in fase attiva.
Negli studi clinici
la gravità e la frequenza complessive di infezioni nei pazienti trattati con Soliris erano simili a quelle
dei pazienti trattati con placebo; il rischio di un aumento del numero e della gravità delle infezioni,
soprattutto dovute a batteri incapsulati, non può tuttavia essere escluso.
Nel foglio illustrativo devono
essere inserite informazioni per aumentare le conoscenze dei pazienti sulle infezioni potenzialmente
gravi e dei relativi segni e sintomi.
Reazioni all’infusione: così come per tutte le proteine per uso terapeutico, la somministrazione di
Soliris può causare reazioni infusionali o reazioni immunitarie che potrebbero indurre reazioni
allergiche o da ipersensibilità (compresa l’anafilassi), benché non si siano osservate differenze per i
disturbi immunologici entro 48 ore dalla somministrazione di Soliris o durante il trattamento con
placebo negli studi condotti con Soliris in pazienti affetti da EPN o da patologie diverse.
Negli studi
clinici nessun paziente con EPN ha sofferto di reazioni infusionali che comportassero la sospensione
di Soliris.
La somministrazione di Soliris deve essere interrotta in tutti i pazienti nei quali si
verifichino gravi reazioni infusionali; a questi pazienti va somministrata un’appropriata terapia
medica.
Immunogenicità: negli studi su pazienti trattati con Soliris affetti da EPN o da altre patologie si sono
osservate rare risposte anticorpali a basso titolo con una frequenza (3,4%) simile a quella del placebo
(4,8%).
Non sono stati segnalati casi di sviluppo di anticorpi neutralizzanti dopo la terapia con Soliris
e non c’è stata alcuna correlazione osservabile tra lo sviluppo di anticorpi e la risposta clinica o gli
eventi avversi.
Immunizzazione: prima di iniziare la terapia con Soliris si raccomanda che i pazienti affetti da EPN
vengano vaccinati seguendo le attuali linee guida sulla vaccinazione.
Inoltre, tutti i pazienti devono
essere vaccinati contro il meningococco almeno 2 settimane prima del trattamento con Soliris.
Si
raccomanda l’uso di vaccini tetravalenti coniugati, se disponibili (vedere infezione meningococcica).
Terapia anticoagulante: il trattamento con Soliris non deve alterare la terapia anticoagulante.
Monitoraggio di laboratorio: nei pazienti affetti da EPN vanno controllati i segni e i sintomi di emolisi
intravascolare, compresi i livelli sierici di lattico deidrogenasi (LDH).
Nei pazienti affetti da EPN
trattati con Soliris la presenza di emolisi intravascolare va controllata con la misurazione dei livelli di
LDH; è possibile che ciò richieda un aggiustamento della posologia nell’ambito dello schema
posologico raccomandato di 14 ±2 giorni durante la fase di mantenimento (fino a cicli di 12 giorni).
Sospensione del trattamento: nei pazienti che sospendono il trattamento con Soliris vanno controllati i
segni e i sintomi di emolisi intravascolare grave.
L’emolisi grave è identificata da livelli sierici di LDH
superiori rispetto ai livelli osservati prima dell’inizio della terapia, associati a uno o più dei seguenti
eventi: diminuzione assoluta delle dimensioni del clone EPN superiore al 25% (in assenza di
diluizione dovuta a trasfusione) nell’arco di una settimana o meno; livello di emoglobina
<5 gm/dL o
diminuzione di >4 gm/dL nell’arco di una settimana o meno; angina; alterazione dello stato mentale;
aumento del 50% del livello di creatinina sierica; trombosi.
I pazienti che sospendono la terapia con
Soliris devono essere monitorati per almeno 8 settimane per rilevare grave emolisi e altre reazioni.
Se si dovesse riscontrare grave emolisi dopo la sospensione della terapia con Soliris, si consiglia di
valutare l’adozione delle seguenti procedure o l’avvio dei seguenti trattamenti: trasfusione di sangue
(concentrati eritrocitari) o scambio eritrocitario, se i globuli rossi della EPN sono
>50% rispetto ai
globuli rossi totali per citometria a flusso; anticoagulazione; corticosteroidi; ripresa della terapia con
Soliris.
Negli studi clinici su pazienti affetti da EPN, 16 pazienti hanno sospeso la terapia con Soliris.
Non è stata osservata un’emolisi grave.
Eccipienti: questo prodotto medicinale contiene 5,00 mmol di sodio per dose (1 flaconcino).
Ciò va
preso in considerazione nei pazienti che seguono una dieta a ridotto contenuto di sodio.
Non sono stati effettuati studi di interazione.
Gravidanza:
Non sono disponibili dati clinici su gravidanze esposte a Soliris.
Con eculizumab non sono stati effettuati studi di riproduzione animale (vedere paragrafo 5.3).
È noto che le IgG umane attraversano la barriera placentare umana; di conseguenza, eculizumab può
provocare un’inibizione del complemento terminale nella circolazione fetale.
Pertanto, Soliris
dev’essere somministrato in gravidanza soltanto se strettamente necessario.
Le donne in età fertile
devono usare metodi di contraccezione efficaci durante la terapia e per almeno altri 5 mesi dopo il
termine della terapia.
Allattamento:
Non è noto se eculizumab venga secreto nel latte umano.
Poiché molti medicinali e molte
immunoglobuline vengono secrete nel latte umano, e a causa della possibilità di gravi reazioni avverse
nei lattanti, l’allattamento dev’essere interrotto durante la terapia e per almeno 5 mesi dopo il termine
della stessa.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
Eculizumab per la terapia della EPN è stato studiato in tre studi clinici, che includevano 195 pazienti
trattati con eculizumab; la maggior parte di questi pazienti sono stati reclutati nello studio di
estensione E05-001.
È stato condotto uno studio pilota, in cui un braccio trattato con eculizumab è
stato confrontato con un braccio trattato con placebo.
Le reazioni avverse riportate più comunemente sono cefalea, nasofaringite, nausea, piressia, mialgia,
affaticamento e herpes simplex, ognuna verificatasi in 5 o più pazienti su 100.
Gli eventi avversi riportati per eculizumab, considerati come frequenza molto comuni (=1/10) o
comuni (da ="5"/100 a =10/100), in un totale di 140 pazienti negli studi C04-001 e C04-002, sono
elencati in Tabella 1 per classificazione per sistemi e organi e per termine preferito.
Gli eventi avversi
erano per lo più di gravità da lieve a moderata.
Non è possibile determinare gli eventi non comuni o
rari a causa della limitata esposizione dei pazienti (195 soggetti con EPN).
All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono elencati in ordine di gravità
decrescente.
Tabella 1: Eventi Avversi osservati negli studi C04-001 e C04-002
Evento avverso Termine preferito
Classificazione per sistemi e organi Molto comuni (=1/10) Comuni (5/100 – 1/10)
Infezioni ed infestazioni Infezione delle vie urinarie
Nasofaringite
Infezione delle vie respiratorie
superiori
Infezione delle vie respiratorie
Herpes simplex
Sinusite
Infezione virale
Gastroenterite
Disturbi psichiatrici Insonnia
Patologie del sistema nervoso Capogiro
Cefalea
Patologie respiratorie, toraciche e
mediastiniche
Epistassi
Dolore faringolaringeo
Tosse
Patologie gastrointestinali Diarrea
Nausea
Vomito
Dolore addominale
Dolore addominale superiore
Stipsi
Patologie della cute e del tessuto
sottocutaneo
Eruzione cutanea
Prurito
Patologie del sistema
muscoloscheletrico e del tessuto
connettivo
Mal di schiena Mialgia
Dolore agli arti
Crampi muscolari
Artralgia
Patologie sistemiche e condizioni
relative alla sede di
somministrazione
Piressia Malattia simil-influenzale
Affaticamento
Traumatismo, avvelenamento e
complicazioni da procedura
Contusione
Nello studio C04-001, la cefalea rappresentava l’evento avverso più comune osservato con
eculizumab.
La cefalea è stata osservata nel 44,2% (19/43 pazienti) nel gruppo trattato con eculizumab
e nel 27,3% (12/44 pazienti) nel gruppo trattato con placebo; si trattava di una cefalea da lieve a
moderata in tutti i pazienti, eccetto 1 trattato con eculizumab e 1 trattato con placebo.
Nella maggior
parte dei casi la cefalea era lieve e non persisteva dopo la fase di somministrazione iniziale di Soliris.
Gli eventi avversi che seguono, inoltre, avevano una frequenza maggiore del 5% o più con Soliris
rispetto al placebo: nasofaringite (25,0%), nausea (17,1%), piressia (14,3%), mialgia (7,9%),
affaticamento (7,9%) e herpes simplex (5,7%).
Non vi è evidenza di un’ aumentata incidenza di
infezioni negli studi su pazienti con EPN trattati con eculizumab rispetto al placebo, comprese le
infezioni di media gravità, quelle gravi o multiple.
L’evento avverso più grave è stata una setticemia meningococcica osservata in due pazienti vaccinati,
affetti da EPN (vedere paragrafo 4.4).
Nel 2% dei pazienti con EPN trattati con Soliris sono stati riscontrati bassi titoli anticorpali.
Come per
tutte le proteine, non si può escludere una potenziale immunogenicità.
Dati di sicurezza derivanti da altri studi clinici
Ulteriori dati di sicurezza a supporto sono stati ottenuti in 11 studi clinici su 716 pazienti trattati con
eculizumab per sei condizioni patologiche diverse dalla EPN.
In un paziente non vaccinato affetto da
glomerulonefropatia membranosa idiopatica si è verificata una meningite meningococcica.
Per quanto
riguarda gli altri eventi avversi, e considerando tutti gli studi in doppio cieco e controllati con placebo
in pazienti con condizioni patologiche diverse dalla EPN (N="5"26 pazienti trattati con Soliris; N="2"21
pazienti trattati con placebo), gli eventi avversi osservati con Soliris a una frequenza superiore o
uguale al 2% rispetto alla frequenza osservata con il placebo sono stati i seguenti: infezioni delle vie
respiratorie superiori, eruzione cutanea e traumatismo.
Non sono stati riportati casi di sovradosaggio.
Categoria farmacoterapeutica: immunomodulatori, codice ATC: L04AA25
Soliris è un anticorpo monoclonale IgG2/4k ricombinante umanizzato, che si lega alla proteina C5 del
complemento, inibendo così l’attivazione del complemento terminale.
L’anticorpo di Soliris contiene
regioni costanti umane e regioni murine determinanti la complementarietà collocate nell’ambito delle
regioni variabili umane delle catene leggere e pesanti.
Soliris è costituito da due catene pesanti di 448
amminoacidi e da due catene leggere di 214 amminoacidi, e ha un peso molecolare di 148kDa circa.
Soliris è prodotto da un sistema di espressione di mieloma murino (linea cellulare NS0) ed è purificato
per cromatografia d’affinità e cromatografia a scambio ionico.
Il processo di fabbricazione del
principio attivo comprende anche fasi specifiche di inattivazione e di rimozione dei virus.
Meccanismo d’azione
Eculizumab, il principio attivo di Soliris, è un inibitore del complemento terminale, che si lega
specificatamente e con elevata affinità alla proteina C5.
In questo modo inibisce il suo taglio in C5a e
C5b e previene la formazione del complesso C5b-9 del complemento terminale.
Soliris, quindi,
ripristina la regolazione del complemento terminale nel sangue dei pazienti affetti da EPN e inibisce
l’emolisi intravascolare mediata dallo stesso complemento terminale in questi pazienti.
Eculizumab
mantiene le componenti precoci dell’attivazione del complemento che sono essenziali per
l’opsonizzazione dei microrganismi e la clearance degli immunocomplessi.
La somministrazione di Soliris provoca una riduzione rapida e sostenuta dell’attività del complemento
terminale.
Nella maggior parte dei pazienti con EPN sono sufficienti concentrazioni sieriche di
eculizumab di circa 35 microgrammi/ml per un’inibizione sostanzialmente completa dell’emolisi
intravascolare mediata dal complemento terminale.
La somministrazione di Soliris ha provocato una riduzione rapida e sostenuta dell’attività emolitica
mediata dal complemento.
Studi clinici
La sicurezza e l’efficacia di Soliris nel trattamento dei pazienti affetti da EPN con emolisi sono state
valutate in uno studio randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo di 26 settimane (C04001);
pazienti con EPN sono stati trattati con Soliris anche in uno studio in aperto di 52 settimane
(C04-002); infine, il medicinale è stato valutato in uno studio di estensione di lungo termine (E05001).
Prima di essere sottoposti alla terapia con Soliris i pazienti sono stati vaccinati contro l’infezione
meningococcica.
In tutti gli studi la dose di Soliris era di 600 mg di prodotto in valutazione,
somministrati ogni 7 ± 2 giorni per 4 settimane, seguita da 900 mg 7 ± 2 giorni dopo e quindi da una
dose di 900 mg ogni 14 ± 2 giorni per tutta la durata dello studio.
Soliris è stato somministrato con
un’infusione endovenosa di 25-45 minuti.
Nello studio C04-001 (TRIUMPH) sono stati randomizzati per Soliris (n="4"3) o placebo (n="4"4)
pazienti con EPN che avessero ricevuto almeno 4 trasfusioni nei 12 mesi precedenti, con la conferma
per citometria a flusso di almeno il 10% di cellule EPN e con una conta piastrinica di almeno
100.000/microlitro.
Prima della randomizzazione tutti i pazienti sono stati sottoposti a un periodo di
osservazione per confermare la necessità di trasfusione eritrocitica (RBC) e per determinare la
concentrazione emoglobinica (“livello predefinito”) in base alla quale sarebbero stati definiti gli esiti
di stabilizzazione dell’emoglobina e di trasfusione di ciascun paziente.
Il livello predefinito
7
dell’emoglobina era inferiore o pari a 9 g/dL nei pazienti con sintomi e inferiore o pari a 7 g/dL nei
pazienti senza sintomi.
Gli endpoint primari di efficacia erano la stabilizzazione dell’emoglobina
(pazienti che mantenevano una concentrazione di emoglobina al di sopra del livello predefinito e senza
che si rendessero necessarie trasfusioni RBC per tutto il periodo di 26 settimane) e la necessità di una
trasfusione di sangue.
Tra gli endpoint secondari importanti vi erano astenia e qualità della vita dovuta
allo stato di salute.
L’emolisi veniva monitorata perlopiù misurando i livelli sierici di LDH, mentre la
proporzione di globuli rossi (RBC) della EPN veniva monitorata con citometria a flusso.
Nei pazienti
in terapia con anticoagulanti e corticosteroidi sistemici al basale il trattamento non è stato interrotto.
Le principali caratteristiche al basale erano bilanciate (vedere Tabella 2).
Nello studio C04-002 (SHEPHERD) non controllato sono stati inseriti pazienti con EPN che avessero
ricevuto almeno una trasfusione nei 24 mesi precedenti e con almeno 30.000 piastrine/microlitro; a
questi pazienti Soliris è stato somministrato per un periodo di 52 settimane.
I trattamenti concomitanti
comprendevano agenti antitrombotici (63% dei pazienti) e corticosteroidi sistemici (40% dei pazienti).
Le caratteristiche al basale sono riportate in Tabella 2.
Tabella 2: Caratteristiche demografiche dei pazienti degli studi C04-001 e C04-002
C04-001 C04-002
Parametro Placebo
N = 44
Soliris
N = 43
Soliris
N = 97
Età media (DS) 38,4 (13,4) 42,1 (15,5) 41,1 (14,4)
Sesso femminile (%) 29 (65,9) 23 (53,5) 49 (50,5)
Storia di anemia aplastica o sindrome
mielodisplastica (%) 12 (27,3) 8 (18,7) 29 (29,9)
Assunzione contemporanea di anticoagulanti
(%) 20 (45,5) 24 (55,8) 59 (61)
Assunzione contemporanea di
steroidi/immunosoppressori (%) 16 (36,4) 14 (32,6) 46 (47,4)
Sospensione del trattamento 10 2 1
Trasfusione di eritrociti concentrati nei 12 mesi
precedenti (mediana (Q1,Q3)) 17,0 (13,5; 25,0) 18,0 (12,0;
24,0) 8,0 (4,0; 24,0)4
Livello medio di Hb (g/dl) al livello predefinito 7,7 (0,75) 7,8 (0,79) N/V
(DS)
Livelli di LDH pre-trattamento (mediana, U/l) 2.234,5 2.032,0 2.051,0
Emoglobina libera al basale (mediana, mg/dl) 46,2 40,5 34,9
Nello studio TRIUMPH il trattamento con Soliris ha ridotto significativamente (p< 0,001) l’emolisi,
inducendo miglioramenti dell’anemia, come indicato da un incremento della stabilizzazione
dell’emoglobina e dalla ridotta necessità di trasfusioni RBC rispetto al gruppo trattato con placebo
(vedere Tabella 3).
Questi effetti si sono osservati nei pazienti di ciascuna delle tre fasce di trasfusione
RBC precedenti lo studio (4-14 unità; 15-25 unità; >25 unità).
Dopo 3 settimane di trattamento con
Soliris, i pazienti hanno riferito un minore affaticamento e un miglioramento della qualità della vita
determinato dallo stato di salute.
Per le dimensioni del campione dello studio e per la sua durata, non è
stato possibile valutare gli effetti di Soliris sugli eventi trombotici.
Nello studio SHEPHERD, hanno
completato lo studio 96 sui 97 pazienti reclutati (un paziente è deceduto in seguito a un evento
trombotico).
Per tutto il periodo di trattamento si è osservata una riduzione dell’emolisi intravascolare,
misurata dai livelli sierici di LDH, con una conseguente rarefazione delle trasfusioni, una diminuzione
della necessità di trasfusioni RBC e un calo dell’astenia.
Vedere Tabella 3.
8
Tabella 3: esiti di efficacia negli studi C04-001 e C04-002
C04-001 C04-002*
Placebo
N = 44
Soliris
N = 43 Valore P Soliris
N = 97 Valore P
Percentuale di pazienti con livelli
di emoglobina stabilizzati al
termine dello studio
0 49 < 0.001 N/V
Concentrati eritrocitari (RBC)
trasfusi durante il trattamento
(mediana)
10 0 < 0,001 0,0 < 0,001
Trasfusioni evitate durante il
trattamento (%) 0 51 < 0,001 51 < 0,001
Livelli di LDH al termine dello
studio (mediana, U/l) 2.167 239 < 0,001 269 < 0,001
AUC di LDH al termine dello
studio (mediana, U/l x giorno) 411.822 58.587 < 0,001 -632.264 < 0,001
Emoglobina libera al termine
dello studio (mediana, mg/dl) 62 5 < 0,001 5 < 0,001
FACIT-Astenia (dimensione
dell’effetto) 1,12 < 0,001 1,14 < 0,001
* I risultati dello studio C04-002 si riferiscono a confronti pre-trattamento verso post-trattamento.
Dei 195 pazienti che hanno partecipato agli studi C04-001, C04-002 e ad altri studi iniziali, i soggetti
trattati con Soliris sono stati reclutati in uno studio di estensione di lungo termine (E05-001).
In tutti i
pazienti si è osservata una riduzione dell’emolisi intravascolare nel corso di un periodo di esposizione
complessivo a Soliris compreso tra 10 e 54 mesi.
Gli eventi trombotici osservati durante la terapia con
Soliris sono stati meno numerosi rispetto a un periodo di pari durata precedente il trattamento.
Questo
risultato tuttavia è stato raccolto nel corso di studi clinici non controllati.
Farmacocinetica e metabolismo del farmaco:
Metabolismo: gli anticorpi umani subiscono una digestione intracellulare nelle cellule del sistema
reticoloendoteliale.
Eculizumab contiene soltanto aminoacidi presenti in natura e non ha metaboliti
attivi noti.
Gli anticorpi umani vengono catabolizzati prevalentemente dagli enzimi lisosomiali in
piccoli peptidi e aminoacidi.
Eliminazione: non sono stati condotti studi specifici per valutare le vie di escrezione/eliminazione
epatica, renale, polmonare o gastroenterica di Soliris.
Gli anticorpi non vengono escreti nei reni
normali e sono esclusi dalla filtrazione a causa delle loro dimensioni.
Parametri farmacocinetici:
In 40 pazienti con EPN, è stato utilizzato un modello monocompartimentale per calcolare i parametri
farmacocinetici dopo dosi multiple.
La clearance media era di 0,31 ± 0,12 ml/h/kg, il volume di
distribuzione medio era di 110,3 ± 17,9 ml/kg e l’emivita di eliminazione media era di 11,3 ± 3,4
giorni.
Sulla base di questi parametri, l’inizio dello steady state è prevedibile approssimativamente a
49–56 giorni.
L’attività farmacodinamica correla direttamente con le concentrazioni sieriche di eculizumab e il
mantenimento dei livelli di picco al di sopra di ="3"5 microgrammi/ml consente un blocco
sostanzialmente completo dell’attività emolitica nella maggior parte dei pazienti.
Popolazioni speciali:
Non sono stati condotti studi formali per valutare la farmacocinetica della somministrazione di Soliris
in popolazioni speciali di pazienti relative a sesso, razza, età (pediatrica o geriatrica) o insufficienza
renale o epatica.
La specificità di eculizumab per il C5 sierico umano è stata valutata in due studi in vitro.
La reattività crociata tissutale di eculizumab è stata stabilita valutando il legame a un pannello di 38
tessuti umani.
L’espressione del C5 nel pannello di tessuti umani esaminato in questo studio è coerente
con i dati pubblicati relativi all’espressione del C5, dato che il C5 stesso è stato rilevato nel muscolo
liscio, nel muscolo striato e nell’epitelio tubulare prossimale renale.
Non è stata osservata nessuna
reattività crociata tissutale inattesa.
In uno studio di tossicità di 26 settimane effettuato su topi con un anticorpo surrogato contro il C5
murino la terapia non ha influenzato nessuno dei parametri di tossicità esaminati.
L’attività emolitica
durante il corso dello studio è stata effettivamente bloccata nei topi maschi e femmine.
Con eculizumab non sono stati effettuati studi di riproduzione animale.
Negli studi di tossicologia
riproduttiva sui topi con un anticorpo surrogato inibitorio del complemento terminale non sono stati
osservati chiari effetti correlati al trattamento o effetti avversi.
Quando si è verificata l’esposizione
materna all’anticorpo durante l’organogenesi, su una prole di 230 animali nati da madri esposte a una
dose anticorpale maggiore (circa 4 volte la dose di Soliris raccomandata nell’uomo, calcolata in base a
un confronto del peso corporeo) si sono osservati due casi di displasia retinica e un caso di ernia
ombelicale; l’esposizione, tuttavia, non ha accresciuto il numero degli aborti o delle morti neonatali.
Non sono stati condotti studi animali per valutare il potenziale genotossico e carcinogeno di
eculizumab o i suoi effetti sulla fertilità.
Sodio fosfato monobasico
Sodio fosfato dibasico
Sodio cloruro
Polisorbato 80
Acqua per preparazioni iniettabili.
Il medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti ad eccezione di quelli citati nel paragrafo 6.6.
2 anni.
Usare immediatamente il medicinale dopo la diluizione.
È stata tuttavia dimostrata stabilità chimica e
fisica per 24 ore a 2–8 °C.
Conservare in frigorifero (2°C-8°C)
Non congelare.
Conservare nella confezione originale per proteggerlo dalla luce.
Flaconcino da 30 ml di concentrato (vetro tipo I) con tappo (gomma butilica, siliconato) e un sigillo
(alluminio) con cappuccio a strappo (polipropilene).
Soliris deve essere somministrato da un operatore sanitario.
La terapia con Soliris non deve essere
iniziata senza avere praticato in precedenza la vaccinazione contro Neisseria meningitidis almeno 2
settimane prima dell’inizio della terapia.
A tutti i pazienti deve essere somministrato un vaccino
antimeningococcico almeno due settimane prima della prima dose di Soliris (vedere paragrafo 4.4).
Prima della somministrazione, la soluzione di Soliris deve essere osservata per evidenziare materiale
particolato o alterazioni della colorazione.
Istruzioni:
La ricostituzione e la diluizione devono essere eseguite in conformità con le norme di buona pratica, in
particolare nel rispetto dell’asepsi.
Estrarre l’intera quantità di Soliris dal flacone o dai flaconi utilizzando una siringa sterile.
Trasferire la dose raccomandata in una sacca da infusione.
Diluire Soliris fino alla concentrazione finale di 5 mg/ml aggiungendo alla sacca di infusione 0,9% di
sodio cloruro, 0,45% di sodio cloruro o 5% di destrosio in acqua come diluente.
Il volume finale di soluzione diluita a 5 mg/ml è di 120 ml per dosi da 600 mg o di 180 ml per dosi da
900 mg.
La soluzione deve essere limpida e incolore.
Agitare delicatamente la sacca di infusione contenente la soluzione diluita per permettere una
miscelazione accurata di medicinale e diluente.
La soluzione diluita deve essere lasciata scaldare a temperatura ambiente prima della
somministrazione esponendola all’aria ambientale.
Eliminare qualsiasi porzione non utilizzata rimasta nel flacone, dato che il medicinale non contiene
conservanti.
Il prodotto non utilizzato o i materiali di scarto devono essere smaltiti in conformità ai requisiti di
legge locali.
Alexion Europe SAS
54-56 avenue Hoche
75008 Parigi
FRANCIA
Ultimo aggiornamento: 15/12/2008.
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