TAMSULOSINA ratiopharm capsule rigide a rilascio modificato
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Capsule rigide a rilascio modificato Capsule di colore arancione/verde-oliva, con impresso il marchio nero TSL 0,4 e con una riga nera su entrambe le estremità.
Le capsule contengono granuli di colore da bianco a biancastro.
Trattamento dei sintomi delle basse vie urinarie (LUTS) associati a iperplasia prostatica benigna (IPB).
Una capsula al giorno dopo la colazione o dopo il primo pasto della giornata.
La capsula deve essere deglutita intera con un bicchiere d’acqua, in posizione seduta o eretta (non da sdraiati).
La capsula non deve essere frantumata o masticata, in quanto ciò potrebbe interferire sul rilascio del principio attivo ad azione prolungata.
Ipersensibilità alla tamsulosina, incluso angioedema indotto dal farmaco, o ad uno qualsiasi degli eccipienti..
Precedente ipotensione ortostatica (anamnesi di ipotensione ortostatica).
Grave insufficienza epatica
L’impiego di tamsulosina può ridurre la pressione sanguigna, effetto che può raramente provocare svenimento.
Alla comparsa dei sintomi iniziali di ipotensione ortostatica (capogiri, debolezza), il paziente deve sedersi o sdraiarsi fino alla scomparsa dei sintomi stessi.
Prima di iniziare il trattamento con tamsulosina il paziente deve essere sottoposto a controlli al fine di escludere la presenza di altre condizioni che possono sviluppare sintomi simili a quelli dell’iperplasia prostatica benigna.
La prostata deve essere controllata per via rettale e, se necessario, deve essere valutato l’antigene prostatico specifico (PSA) prima di iniziare il trattamento e quindi successivamente ad intervalli regolari.
Il trattamento di pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina inferiore a 10 ml/min) deve essere considerato con cautela poiché questi soggetti non sono stati studiati.
In seguito all’utilizzo di tamsulosina, è stato riportato, raramente, angioedema.
In questo caso, il trattamento va immediatamente sospeso, il paziente deve essere monitorato fino alla regressione dell’edema e la tamsulosina non va ri-somministrata.
Non è stata osservata alcuna interazione in caso di associazione tra la Tamsulosina e l’atenololo, l’enalapril, la nifedipina o la teofillina.
La concentrazione plasmatica di Tamsulosina viene incrementata dall’assunzione contemporanea di cimetidina e viene ridotta da quella di furosemide.
Tuttavia, poiché la concentrazione di Tamsulosina rimane entro il range normale, non occorre modificarne la posologia.
Negli studi condotti in vitro su frazioni microsomiali epatiche (che rappresentano il sistema enzimatico del citocromo P450) non sono state osservate interazioni tra Tamsulosina ed amitriptilina, salbutamolo, glibenclamide o finasteride.
Il diclofenac ed il warfarin possono determinare un incremento del tasso di eliminazione della tamsulosina.
La somministrazione contemporanea con un altro antagonista dell’adrenorecettore α1 può ridurre la pressione sanguigna.
TAMSULOSINA deve essere utilizzata solo da pazienti di sesso maschile.
Non sono stati condotti studi sugli effetti della tamsulosina sulla capacità di guidare o di usare macchinari.
Tuttavia, i pazienti devono essere avvisati sulla possibilità che la Tamsulosina provochi vertigini.
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Comuni(>1/100,<1/10) |
Non comuni(>1/1 000,<1/100) |
Rari(>1/10 000,<1/1 000) |
Molto rari (<1/10 000) |
Alterazioni del sistema nervoso |
Vertigini |
Cefalea |
Sincope |
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Alterazioni cardiache |
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Tachicardia |
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Alterazioni
del sistema vascolare |
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Ipotensione ortostatica |
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Alterazioni dell’apparato
respiratorio, del torace e del mediastino |
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Rinite |
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Alterazioni dell’apparato
gastrointestinale |
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Stipsi, diarrea,
nausea, vomito |
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Alterazioni
della cute e del tessuto
sottocutaneo |
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Rash, prurito, orticaria |
Angioedema |
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Disordini del sistema
riproduttivo e della mammella |
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Eiaculazione
retrograda |
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Priapismo |
Disordini generali
e alterazioni del sito di somministrazione |
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Astenia |
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4-9 Sovradosaggio Non sono stati
riportati casi di sovradosaggio.Tuttavia,
teoricamente,
in
caso di
sovradosaggio
può
manifestarsi
un’ipotensione
acuta, che quindi necessiterebbe
di una pronta azione a livello
cardiovascolare.La
pressione
sanguigna
e
la
frequenza
cardiaca
possono
essere
riportate
alla normalità facendo sdraiare il
paziente.Se
questo non
fosse
sufficiente
sarà
possibile
utilizzare
espansori
di
volume
e,
ove
necessario, vasopressori. La funzione renale dovrà essere monitorata e si dovranno applicare misure generali di supporto.La
dialisi è
di
scarsa
utilità
in
quanto
tamsulosina
si
lega
fortemente
alle
proteine plasmatiche.In caso
di
assunzione
di
elevate quantità
del
farmaco,
può
rendersi
necessario praticare
una
lavanda
gastrica
e
somministrare
contemporaneamente
carbone
attivoed un lassativo
osmotico, come il solfato di sodio.
Categoria farmacoterapeutica:
antagonisti dell’adrenorecettore α1A Codice ATC:
G04CA02.
Preparazioni per l’esclusivo trattamento dei disturbi della prostata Meccanismo d’azione La Tamsulosina si lega in modo selettivo e competitivo con gli adrenorecettori postsinaptici α1A che inducono la contrazione della muscolatura liscia in modo da rilassare la muscolatura liscia della prostata e dell’uretra.
Effetti farmacodinamici La tamsulosina incrementa la velocità massima del flusso urinario rilassando la muscolatura liscia della prostata e dell’uretra, eliminando l’ostruzione.Inoltre, il prodotto migliora i sintomi di irritazione e ostruzione nei quali la contrazione della muscolatura liscia delle basse vie urinarie svolge un ruolo importante.
Gli alfa1.bloccanti possono ridurre la pressione sanguigna abbassando le resistenze periferiche.
Nel corso di studi con la Tamsulosina condotti su pazienti normotesi, non è stata osservata alcuna riduzione della pressione sanguigna, clinicamente rilevante.
Gli effetti del farmaco sui sintomi di riempimento e di svuotamento della vescica si mantengono anche durante la terapia a lungo termine e, conseguentemente, la necessità di operare viene posticipata nel tempo.
Assorbimento La Tamsulosina viene assorbita rapidamente dall’intestino e la sua biodisponibilità è pressoché totale.
L’assorbimento risulta rallentato in caso di assunzione in prossimità dei pasti.
L’uniformità dell’assorbimento viene assicurata assumendo sempre tamsulosina dopo la consueta prima colazione.
La Tamsulosina mostra una cinetica lineare.
Il picco delle concentrazioni plasmatiche viene raggiunto circa sei ore dopo una singola assunzione di tamsulosina, dopo un pasto completo.
Lo “steady state” viene raggiunto al quinto giorno di trattamento, quando la Cmax, nei pazienti, è superiore di circa due terzi rispetto alla stessa riscontrata dopo una singola dose.
Anche se ciò è stato dimostrato solo nel caso di pazienti anziani, ci si aspetta lo stesso risultato anche nel caso di pazienti più giovani.
Per quanto riguarda le concentrazioni plasmatiche di Tamsulosina, esistono differenze rilevanti tra i pazienti, sia dopo una singola dose sia dopo dosi ripetute.
Distribuzione Negli uomini, la Tamsulosina si lega alle proteine plasmatiche in percentuale superiore al 99%, con un volume di distribuzione limitato (circa 0,2 l/kg).
Biotrasformazione La Tamsulosina ha uno scarso effetto di primo passaggio essendo metabolizzata lentamente.
La maggior parte della Tamsulosina si trova nel plasma inalterata.
La sostanza viene metabolizzata nel fegato.
Negli studi condotti su ratti, la Tamsulosina è risultata provocare solo una lieve induzione degli enzimi microsomali epatici.
I metaboliti non presentano la medesima efficacia e tossicità del farmaco attivo.
Escrezione La Tamsulosina ed i suoi metaboliti vengono eliminati, principalmente, attraverso le urine nelle quali circa il 9% della dose è presente in forma immodificata.
L’emivita di eliminazione della Tamsulosina risulta essere di circa 10 ore (se assunta dopo un pasto) e di 13 ore allo “steady state”.
La tossicità dopo una singola dose e dopo dosi ripetute è stata studiata in topi, ratti e cani.
La tossicità a livello del sistema riproduttivo è stata studiata nei ratti, la carcinogenicità nei topi e nei ratti.
La genotossicità è stata studiata in vivo e in vitro.
Il profilo di tossicità comune riscontrato con dosi elevate di Tamsulosina è risultato equivalente all’effetto farmacologico associato agli antagonisti alfa-adrenergici.
Nei cani, con dosaggi estremamente elevati, sono state osservate alterazioni nella lettura dell’ECG, anche se prive di rilevanza clinica.
La Tamsulosina non ha mostrato di essere dotata di proprietà genotossiche significative.
In caso di esposizione alla Tamsulosina, sono stati individuati cambiamenti proliferativi maggiori nelle ghiandole mammarie delle femmine di ratto e di topo.
Tali cambiamenti, probabilmente indirettamente collegati ad iperprolattinemia e che si verificano soltanto in seguito ad assunzione di dosi elevate, non rivestono alcuna rilevanza clinica.
Contenuto della capsula:
Cellulosa microcristallina, Acido metacrilico – etil-acrilato copolimero, Polisorbato 80, Sodio laurilsolfato, Trietile citrato, Talco.
Corpo della capsula:
Gelatina, Indigotina (E132), Titanio diossido (E171), Ossido di ferro giallo(E172), Ossido di ferro rosso (E172), Ossido di ferro nero(E172).
Inchiostro Gomma lacca, Ossido di ferro nero (E172), Lecitina di soia, Antischiuma DC 1510.
Non pertinente.
30 mesi
Blister:
Conservare nella confezione originale.
Astuccio di cartone contenente 20 capsule a rilascio modificato in blister in PVC/PE/PVDC/alluminio.
Nessuna istruzione particolare.
ratiopharm GmbH – Graf-Arco Strasse, 3 – Ulm (Germania)
Tamsulosina ratiopharm 0,4 mg capsule a rilascio modificato – 20 capsule – AIC n.
037055011/M
Determinazione n.
251/2006 del 30.06.2006
GIUGNO 2006
Ultimo aggiornamento: 15/12/2008.
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