Sindrome acuta coronarica: IMA non Q, angina instabile (Classe
I)
Tachiaritmie
sopraventricolari con funzione ventricolare conservata
In associazione alla
terapia fibrinolitica
Attraverso la riduzione della frequenza
cardiaca (per antagonismo verso le catecolamine circolanti e riduzione della conduzione a livello del nodo AV)
riduce la richiesta metabolica del miocardio con diminuzione del dolore,
dellestensione dellarea ischemica e dellincidenza di aritmie
ventricolari.
¨ La riduzione della contrattilità
miocardica può provocare ipotensione: come per
tutti i beta-bloccanti va usato con molta cautela nei pazienti con funzione ventricolare
ridotta e ipotensione.
¨ Usare con cautela in presenza di
disturbi della conduzione: può provocare bradicardia
estrema difficile da trattare.
¨ NON utilizzare beta-bloccanti
endovenosi in associazione con verapamil e.v.:
può provocare ipotensione, bradicardia, asistolia. Egualmente andrebbe evitata
lassociazione con altri antiaritmici come la lidocaina:
il rischio è quello di trasformare una aritmia non minacciosa in una condizione che lo
è.
¨ Evitarne luso nei pazienti con
patologia polmonare associata a broncospasmo.
5 mg (1 fiala diluita in 10 ml di SF) e.v. lentamente, ripetibile a intervalli di 5 minuti fino ad una
dose totale di 15 mg; dopo 15 minuti iniziare mantenimento orale con 50 mg ogni 12 ore per
le prime 24 ore, seguite, se ben tollerate, da 100 mg ogni 12 ore.