Sindrome acuta coronarica: IMA non Q, angina instabile (Classe
I)
Tachiaritmie
sopraventricolari con funzione ventricolare conservata
In associazione alla
terapia fibrinolitica
Beta bloccante non cardioselettivo,
liposolubile. Attraverso la riduzione della frequenza cardiaca (per antagonismo verso le
catecolamine circolanti e riduzione della
conduzione a livello del nodo AV) riduce la richiesta metabolica del miocardio con
diminuzione del dolore, dellestensione dellarea ischemica e
dellincidenza di aritmie ventricolari.
¨ La riduzione della contrattilità
miocardica può provocare ipotensione: come per
tutti i beta-bloccanti va usato con molta cautela nei pazienti con funzione ventricolare
ridotta e ipotensione.
¨ Usare con cautela in presenza di
disturbi della conduzione: può provocare bradicardia
estrema difficile da trattare.
¨ NON utilizzare beta-bloccanti
endovenosi in associazione con verapamil e.v.:
può provocare ipotensione, bradicardia, asistolia. Egualmente andrebbe evitata
lassociazione con altri antiaritmici come la lidocaina:
il rischio è quello di trasformare una aritmia non minacciosa in una condizione che lo
è.
¨ Evitarne luso nei pazienti con
patologia polmonare associata a broncospasmo.