VASOPRESSINA

 

VASOPRESSINA
Indicazioni

Arresto cardiaco in VF/VT, se refrattario alla prima serie di shock e in bolo unico (dopo 10 - 20 minuti dal quale riprendere la somministrazione di adrenalina ogni 3 - 5 min.) (Classe IIb).

Arresto cardiaco in Asistolia e Attività Elettrica Senza Polso (Classe Indeterminata).

Arresto cardiaco refrattario al trattamento con adrenalina (Classe Indeterminata).

Stati di shock vasodilatatorio (shock settico e sindrome settica) se resistenti alla terapia convenzionale (Classe IIb).

 

 

Azione

E’ il naturale ormone antidiuretico dell’organismo; somministrato ad alte dosi provoca vasocostrizione periferica diretta attraverso i recettori V1 presenti sulla muscolatura liscia (compresa quella intestinale, bronchiale e uterina) indipendentemente dai recettori del sistema adrenergico. Questo meccanismo offre alcuni importanti vantaggi:

-          L’incremento della pressione di perfusione coronarica e del flusso ematico agli organi vitali non è accompagnato da aumento del consumo d’ossigeno perché non vi è attivazione dei recettori ß;

-          La grave acidosi, che si produce durante arresto cardiaco per l’ipoperfusione tissutale, non altera la risposta farmacologica, come avviene per le catecolamine, e potrebbe rendere la vasopressina il farmaco ideale nell’arresto cardiaco prolungato.

Ha un’emivita di 10 - 20 minuti (maggiore di quella dell’adrenalina).

 

 

Dosaggio

Nell’arresto cardiaco in VF/VT refrattaria alla prima serie di shock: bolo unico di 40 U, non ripetibile.

 

Modo d’uso

In bolo EV, in singola dose durante rianimazione cardiopolmonare, seguito, se somministrato in vena periferica, da un lavaggio veloce (flush) di circa 20 ml di soluzione fisiologica e dal sollevamento dell’arto; in vena centrale può essere infusa in continuo a dosaggio equivalente.