Principio attivo: captopril 25 mg.
Capoten 50 - Ogni compressa contiene:
Principio attivo: captopril 50 mg.
Capoten 50: compresse per uso orale oblunghe, biconvesse, bianche, con barra di frattura.
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Clearance della creatinina (ml/min/1,73 m 2) | Intervallo del dosaggio (ore) |
> 75 | 8 |
75 - 35 | 12 - 24 |
34 - 20 | 24 - 48 |
19 - 8 | 48 - 72 |
7 - 5 | 72 - 108 (da 3 a 4 1 /2 giorni) |
Reazioni anafilattoidi: nel corso di recenti studi clinici sono state osservate, in pazienti in terapia con ACE-Inibitori, reazioni anafilattoidi durante emodialisi con membrane per dialisi high-flux e durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) eseguita con colonne al destran-solfato. Questi pazienti dovranno essere trattati con particolare attenzione, soprattutto coloro che hanno già avuto reazioni simili.
In due pazienti in trattamento desensibilizzante al veleno di imenotteri (p. es.: insetti come api, vespe, ecc.), la contemporanea somministrazione di un altro ACE-Inibitore ha provocato gravi reazioni anafilattoidi. Pertanto, in tali pazienti il trattamento con ACE-Inibitori deve essere attuato con cautela.
Proteinuria: l'incidenza di una proteinuria superiore a 1 g/die è risultata dello 0,7% in soggetti trattati con captopril. Circa il 90% di tali pazienti riportavano una diagnosi di pregressa nefropatia e/o un trattamento con dosaggi superiori ai 150 mg/die di captopril. In un quinto dei pazienti con proteinuria si è manifestata una sindrome nefrosica. Nella maggior parte dei casi, la proteinuria è diminuita o scomparsa entro sei mesi, anche quando il trattamento con Capoten non è stato interrotto. Nei pazienti con proteinuria alcuni parametri della funzionalità renale (azotemia e creatininemia) sono raramente risultati alterati.
Nei pazienti con nefropatia o in quelli trattati con dosi di Capoten superiori a 150 mg/die è necessaria una periodica valutazione della proteinuria.
Neutropenia/Agranulocitosi: in alcuni pazienti in terapia con Capoten, con preesistenti danni renali, malattie del collageno o in trattamento con farmaci immunosoppressori o citostatici, si è manifestata neutropenia; pertanto è opportuno, in questi pazienti, eseguire una leucometria con formula leucocitaria prima di iniziare il trattamento ogni due settimane durante i primi tre mesi di terapia e periodicamente in seguito.
Il rischio di neutropenia dipende dalle condizioni cliniche del paziente.
Durante studi clinici su pazienti ipertesi con funzione renale normale (creatinina sierica inferiore a 1,6 mg/dl e senza malattie del collageno) la neutropenia si è manifestata in un paziente su 8.600 trattati.
In pazienti con lieve disfunzione renale (creatinina sierica superiore a 1,6 mg/dl) senza malattie del collageno ed in terapia con dosi giornaliere relativamente alte di Capoten, l'incidenza di neutropenia si è verificata approssimativamente in un caso ogni 500 pazienti trattati, dimostrando una frequenza 15 volte superiore a quella riscontrata per l'ipertensione non complicata.
La contemporanea somministrazione di allopurinolo e captopril è stata associata a neutropenia.
Durante studi clinici, nel 3,7% dei pazienti con malattie del collageno (per es.: lupus eritematoso sistemico, sclerodermia) e funzione renale compromessa, si è verificata neutropenia.
La neutropenia si è generalmente manifestata entro 3 mesi dall'inizio della terapia con captopril.
In genere, il numero dei neutrofili è ritornato nella norma entro 2 settimane dall'interruzione della terapia con captopril e le infezioni gravi si sono verificate esclusivamente in pazienti dal quadro clinico complicato. Circa il 13% dei casi di neutropenia ha avuto esito fatale, ma tutti i decessi hanno riguardato pazienti con gravi malattie come insufficienza renale, malattie del collageno, insufficienza cardiaca o in terapia con immunosoppressori.
Si dovrà sempre tenere sotto stretto controllo la funzione renale nei pazienti ipertesi o con insufficienza cardiaca.
In pazienti con insufficienza renale si dovrà effettuare il conteggio dei leucociti con formula leucocitaria prima di iniziare la terapia con captopril. Tale analisi verrà ripetuta ogni 2 settimane durante i primi 3 mesi della terapia e periodicamente in seguito.
In pazienti con malattie del collageno o che assumono altri farmaci noti influenzare i leucociti o la risposta immunitaria, in particolar modo in presenza di insufficienza renale, il captopril dovrà essere utilizzato solo se il beneficio supera il rischio.
Dato che l'interruzione della terapia con captopril e altri farmaci ha generalmente portato ad un immediato ritorno del numero dei leucociti nella norma, allorquando la diagnosi di neutropenia è confermata (conta dei neutrofili < 1000/mm3 ) il Medico dovrà interrompere la terapia con captopril seguendo attentamente il decorso clinico del paziente.
Ipotensione: i pazienti in terapia con diuretici, specie quelli in cui tale terapia sia stata iniziata di recente, come pure quelli soggetti a rigorosa restrizione dietetica di sodio o sottoposti a dialisi, possono avere occasionalmente una riduzione repentina della pressione arteriosa entro le prime tre ore dall'assunzione della dose iniziale di captopril. Un effetto ipotensivo esagerato può anche verificarsi, ma con minore frequenza e minore intensità, dopo la seconda o terza dose. Questa risposta accentuata è attribuita al fatto che l'angiotensina II ha un ruolo importante nel mantenimento della pressione arteriosa in condizioni di deplezione sodio-volume. La possibilità di effetti ipotensivi può essere ridotta al minimo sospendendo il diuretico o aumentando l'assunzione di sodio circa una settimana prima di iniziare il trattamento con Capoten. In alternativa il paziente va tenuto sotto osservazione medica per almeno tre ore dopo la dose iniziale. Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina praticandogli, se necessario, una fleboclisi di soluzione fisiologica. Questa transitoria risposta ipotensiva non costituisce una controindicazione alla somministrazione di ulteriori dosi che possono essere date senza difficoltà una volta che, dopo l'espansione della volemia, la pressione arteriosa sia aumentata. I pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave a valori pressori normali o bassi possono anche presentare marcate cadute della pressione arteriosa, che, in rari casi sono state accompagnate da aritmia o disturbi di conduzione, dopo l'una o l'altra delle dosi iniziali di Capoten. In questi casi, in considerazione del potenziale abbassamento della pressione arteriosa e della gravità dell'insufficienza cardiaca congestizia, la terapia deve essere iniziata in ospedale. I pazienti vanno attentamente seguiti per le prime due settimane di trattamento ed ogni volta che la dose iniziale di Capoten e/o di diuretico viene aumentata.
Chirurgia anestesia: in pazienti sottoposti ad interventi di alta chirurgia o durante l'anestesia con agenti che producono ipotensione, Capoten bloccherà la formazione di angiotensina II secondaria a liberazione compensatoria di renina. Ciò può portare ad ipotensione che può essere corretta mediante espansione della volemia.
Funzione renale compromessa: in taluni soggetti nefropatici, e particolarmente in quelli con stenosi dell'arteria renale, si sono avuti aumenti dei tassi sierici di azoto e di creatinina dopo la riduzione della pressione arteriosa con Capoten, di solito quando il farmaco veniva somministrato unitamente ad un diuretico. Può essere quindi necessario in tali casi ridurre il dosaggio di Capoten e/o sospendere la somministrazione del diuretico. In alcuni di questi pazienti può non essere possibile normalizzare la pressione arteriosa e mantenere una perfusione renale adeguata.
Potassiemia: poiché Capoten diminuisce la produzione di aldosterone può verificarsi un aumento del potassio sierico in pazienti con insufficienza renale. L'impiego di diuretici che risparmiano il potassio o di quote integrative di potassio, ove ciò sia necessario, va pertanto fatto con cautela in quanto può comportare un aumento sensibile della potassiemia.
Reazioni di ipersensibilità : rashes e sintomi ad essi associati (prurito, febbre e occasionalmente eosinofilia) sono una possibile evenienza (vedi "Effetti indesiderati"). Il rash è in genere lieve e scompare nel giro di giorni dopo una riduzione del dosaggio e/o la somministrazione di un antistaminico per alcuni giorni. In alcuni casi, la remissione del rash avviene spontaneamente, senza modificazioni della posologia. In alcuni pazienti si è manifestato angioedema del viso, delle mucose orali, e delle estremità, reversibile con la sospensione del farmaco.
Informazioni ai pazienti: i pazienti devono essere avvertiti di segnalare immediatamente al Medico l'eventuale comparsa di segni indicativi di neutropenia (come ad esempio: mal di gola e febbre). Dopo trattamento con Capoten, alcuni pazienti con insufficienza cardiaca congestizia sono stati in grado di aumentare in maniera straordinaria la loro attività fisica. È comunque prudente che tali pazienti siano avvertiti di aumentare lentamente e cautamente la loro attività fisica.
Stenosi aortica: Capoten, come altri farmaci che riducono le resistenze vascolari, non va usato in pazienti con stenosi aortica a causa delle potenziali pericolose conseguenze della riduzione della perfusione coronarica secondaria alla diminuzione della pressione arteriosa.
Uso pediatrico: poiché nei neonati e nei bambini della prima infanzia la funzione renale non è equivalente a quella degli adulti, si devono usare dosi più basse di Capoten, mantenendo il paziente sotto stretto controllo Medico.
Tenere fuori dalla portata dei bambini .
Ipotensione: pazienti trattati con diuretici: i pazienti in terapia con diuretici e specialmente quelli che hanno iniziato di recente tale terapia, come anche coloro che osservano un severo regime dietetico povero di sale o che sono in dialisi, possono occasionalmente presentare un abbassamento repentino della pressione, che si verifica generalmente durante la prima ora successiva alla dose iniziale di captopril.
Agenti ad attività vasodilatatrice: nitroglicerina o altri nitrati (usati per il trattamento dell'angina) o altri medicinali ad attività vasodilatatrice dovranno, se possibile, essere interrotti prima di iniziare la terapia con Capoten. Se tali medicinali saranno risomministrati durante terapia con Capoten, questi dovranno essere utilizzati con cautela, e ai dosaggi inferiori.
Agenti con attività sul sistema nervoso simpatico: il sistema nervoso simpatico può avere una importanza particolare nel regolare la pressione nei pazienti in terapia con captopril da solo o in associazione con diuretici.
Comunque, agenti con attività sul sistema nervoso simpatico (per es. agenti bloccanti gangliari o bloccanti del neurone adrenergico) dovranno essere usati con cautela. I farmaci che bloccano il sistema beta-adrenergico aggiungono alcuni effetti antiipertensivi al captopril, ma la risposta è meno che additiva.
Inibitori della sintesi endogena delle prostaglandine: è stato riportato che l'indometacina può ridurre gli effetti antiipertensivi del captopril. Altri agenti antiinfiammatori non steroidei (per es.: aspirina) possono avere questo stesso effetto.
Litio: in pazienti in terapia con ace-inibitori e litio sono stati riportati aumenti dei livelli sierici di litio e sintomi di tossicità da litio. Questi farmaci dovranno essere somministrati in associazione con cautela e si raccomanda il monitoraggio frequente dei livelli sierici del litio. Se viene usato anche un diuretico, questo può aumentare il rischio di tossicità da litio.
Ipoglicemizzanti: la somministrazione contemporanea di ace-inibitori e farmaci antidiabetici (ipoglicemizzanti orali o insulina) può causare un aumento dell'effetto ipoglicemizzante di questi ultimi, con maggiore rischio di ipoglicemia, soprattutto durante le prime settimane di trattamento combinato ed in pazienti con funzionalità renale compromessa.
Reazioni gastrointestinali: circa il 2-4% dei pazienti ha avuto una diminuzione o la perdita della percezione del gusto. Tale fenomeno è reversibile e di solito limitato nel tempo (2-3 mesi). Alla perdita del gusto può associarsi perdita di peso. È stata osservata stomatite con ulcerazioni pseudo-aftose. In qualche paziente che riceveva il farmaco è stato riscontrato aumento degli enzimi epatici, sebbene non si sia provata alcuna relazione causale. Possono verificarsi irritazione gastrica e dolore addominale.
Alterazioni epatiche: nel corso di trattamento con ACE-Inibitori è stata raramente descritta una sindrome itterica con grave evoluzione verso l'epatite fulminante. Pertanto, i pazienti trattati con ACE-Inibitori che sviluppino ittero o marcato incremento degli enzimi epatici devono sospendere la terapia ed essere adeguatamente trattati.
Reazioni renali: proteinuria (v. "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso"). Transitoria elevazione dell'azotemia e della creatininemia (v. "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso"). Aumento della potassiemia (v. "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso"). Reazioni ematiche: Neutropenia/agranulocitosi (v. "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").
Reazioni cardiovascolari: dopo l'inizio della terapia con captopril in pazienti in corso di trattamento con diuretici o dopo l'aggiunta di un diuretico al regime terapeutico, può verificarsi ipotensione (v. "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso"). In qualche paziente con volemia diminuita è stata osservata tachicardia.
Altre reazioni: sono stati riferiti parestesie delle mani, manifestazioni del tipo malattia da siero, tosse, broncospasmo e linfoadenopatie. Capoten può causare una falsa positività del test urinario per l'acetone.
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Capoten (captopril) inibisce l'enzima convertitore dell'Angiotensina I in Angiotensina II (ACE) nel sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAA); inoltre blocca la chininasi II (identica all'ACE) responsabile della degradazione delle chinine (bradichinina), sostanze ad azione vasodilatatrice diretta o mediata da prostaglandine. Comunque, non esiste una reale correlazione tra i livelli di renina e la risposta al farmaco.Effetti: riduzione resistenze periferiche, riduzione volume circolante per riduzione aldosterone.Risultato: diminuzione della pressione arteriosa, in clino- ed ortostatismo. L'inizio della diminuzione della pressione arteriosa avviene dopo circa 15'. L'effetto massimo si ha dopo circa 90'. Gli effetti sulla riduzione della pressione del captopril e dei diuretici tiazidici si sommano. Durata effetto: dose-dipendente.
Effetti clinici ed emodinamici nell'iperteso: non aumento dell'indice cardiaco; non aumento frequenza cardiaca. A livello renale: aumento flusso ematico. Studi sperimentali e clinici hanno evidenziato la capacità del captopril di indurre una regressione dell'ipertrofia ventricolare, mantenendo una normale funzione sistolica ed inducendo un miglioramento della capacità di riempimento ventricolare nella prima fase diastolica.
Insufficienza cardiaca congestizia: diminuisce le resistenze vascolari sistemiche; aumenta la portata cardiaca (per aumento della gittata); diminuisce la pressione capillare polmonare; non aumenta la frequenza cardiaca. Globalmente si ha la riduzione sia del pre-carico che del post-carico. Capoten ha migliorato la sopravvivenza a lungo termine nei soggetti con infarto acuto del miocardio che evidenziavano una disfunzione ventricolare (frazione di eiezione
£ 40 %) anche in assenza di segni o sintomi di scompenso cardiaco. La prognosi di tali pazienti è risultata migliorata e si è osservata una riduzione della insorgenza e della progressione di scompenso cardiaco ed anche della necessità di ospedalizzazione per tale patologia. Inoltre, nei pazienti trattati con Capoten è stata osservata una minore incidenza di reinfarto. Tali effetti sono risultati additivi a quelli della terapia di base del post-infarto (trombolitici, aspirina, beta-bloccanti, ecc.), e indipendenti dall'età, sesso, sede dell'infarto ed entità della disfunzione ventricolare. Il meccanismo d'azione del Capoten che può giustificare i suddetti effetti consiste nella riduzione della progressiva dilatazione ventricolare sinistra (rimodellamento) e del deterioramento della funzione ventricolare, unitamente ad una attività anti-ischemica ed alla inibizione dell'attivazione neuroumorale frequentemente presente in questi pazienti.Effetti metabolici: Capoten non modifica il metabolismo glicidico, lipidico, ne'altera i livelli di acido urico. Studi clinici controllati condotti in soggetti con diabete insulino-dipendente e proteinuria hanno dimostrato una riduzione del 51% del deterioramento della funzione renale ed un analogo decremento di eventi clinici (necessità di terapia dialitica, trapianto renale, morte), rispetto al gruppo di controllo. L'effetto del trattamento nel ridurre la progressione del danno renale risulta indipendente dalla riduzione della pressione arteriosa. Inoltre, in altri studi condotti su soggetti diabetici con microalbuminuria Capoten ha ridotto l'entità della proteinuria e rallentato il declino della funzione renale nel corso di 2 anni di trattamento. Non si sviluppa tachifilassi (osservazione dopo 30 mesi di terapia ininterrotta).
Viene rapidamente assorbito. Le concentrazioni massime sono raggiunte circa ad un'ora dalla somministrazione. A stomaco vuoto l'assorbimento minimo medio è di circa il 75%. Questo assorbimento è ridotto fino al 35-40% in presenza di cibo nel tratto gastro-intestinale. Circa il 25-30% di Capoten assorbito si lega alle proteine plasmatiche. L'emivita ematica della radioattività dopo una dose radioattiva è probabilmente meno di 3 ore (captopril immodificato). L'eliminazione del Capoten avviene per il 75% con le urine (50% immodificato ed il rimanente sotto forma coniugata). Gran parte di una dose viene eliminata entro 12 ore.
Tossicità subacuta: cani: (trattati 4 mesi) 100 mg/kg/die e 200 mg/kg/die per via orale: nessun segno di tossicità. Ratti: (trattati 3 mesi) 50 mg/kg/die, 150 mg/kg/die e 450 mg/kg/die per via orale - Nessuna evidenza di tossicità ematochimica - Lieve riduzione ponderale, dose dipendente.
Tossicità cronica: cani (trattati 1 anno) 50 mg/kg/die, 100 mg/kg/die. Nessun effetto di tossicità. Ratti (trattati 2 anni) 50 mg/kg/die, 150 mg/kg/die e 450 mg/kg/die per via orale - Lieve riduzione ponderale dose dipendente. Lieve riduzione eritrociti, lieve leucocitosi, lieve aumento azotemia nel gruppo trattato con dosaggi maggiori. Scimmie (trattate 1 anno): nessun effetto collaterale a 50 mg/kg/die.
Teratologia: ratti: nessun effetto sulla fertilità, nessuna azione embriotossica, fetotossica o teratogenica, nessun effetto dannoso su ratte o prole fino a dosaggi di 400 mg/kg durante la gestazione. Conigli: nessuna evidenza embriotossica, tuttavia il 21, 31 e 94% dei feti trattati rispettivamente con 15, 50, 150 e 450 mg/kg sono deceduti vari giorni dopo l'interruzione del trattamento.
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Capoten 50: cellulosa microcristallina, amido, lattosio, acido stearico.
Capoten 50: Astuccio contenente 24 compresse da 50 mg in blister.
Via del Murillo, Km. 2.800 - Sermoneta (LT)
Capoten 50AIC n. 024446027.
Data di prima commercializzazione: giugno 1981.