Interazioni - [Vedi Indice]
Digitale: l'impiego clinico del verapamil in
pazienti digitalizzati ha dimostrato che l'associazione è
ben tollerata se le dosi di digossina sono adeguatamente
regolate. Il trattamento cronico con verapamil può
aumentare i livelli di digossina nel siero del 50-75% durante la
prima settimana di terapia, il che può provocare una
tossicità digitalica. Le dosi di mantenimento di digitale
devono essere ridotte quando si somministra il verapamil e
bisogna controllare accuratamente il paziente per evitare una
iper od ipodigitalizzazione. Ogni volta che si sospetta una
iperdigitalizzazione bisogna ridurre o sospendere temporaneamente
la dose di digossina. Dopo la sospensione del verapamil il
paziente deve essere riesaminato per evitare una
ipodigitalizzazione.
Farmaci anti-ipertensivi: il verapamil, somministrato
contemporaneamente ad altri farmaci anti-ipertensivi orali (per
esempio: vasodilatatori, inibitori dell’enzima di
conversione dell’angiotensina, diuretici, beta-bloccanti),
di solito ha un effetto additivo sull'abbassamento della
pressione arteriosa. In uno studio la contemporanea
somministrazione di verapamil e prazosina ha determinato
un’eccessiva caduta della pressione.
Disopiramide: fino a quando non saranno stati
ottenuti dati sulle possibili interazioni tra verapamil e
disopiramide, la disopiramide non deve essere somministrata nelle
48 ore precendenti o 24 ore seguenti la somministrazione di
verapamil.
Nitrati: il verapamil è stato somministrato in
concomitanza con nitrati ad azione di breve e lunga durata, senza
alcuna interazione farmacologica indesiderabile. Il profilo
farmacologico di entrambi i farmaci e l'esperienza clinica
indicano che le interazioni sono positive.
Cimetidina: due sperimentazioni cliniche hanno
dimostrato assenza di una significativa interazione con la
cimetidina. Un terzo studio ha dimostrato che la cimetidina
riduceva la clearance del verapamil ed aumentava l'emivita di
eliminazione.
Litio: la terapia orale con verapamil può
provocare un abbassamento dei livelli serici di litio in pazienti
che ricevono una terapia orale, stabile, cronica, con litio. Si
può rendere necessaria una regolazione della dose di
litio.
Carbamazepina: la terapia con verapamil
può aumentare le concentrazioni di carbamazepina durante
la terapia di associazione.
Rifampicina: la terapia con rifampicina
può ridurre notevolmente la biodisponibilità del
verapamil.
Anestetici: i dati clinici e le sperimentazioni
sull'animale indicano che il verapamil può potenziare
l'attività di bloccanti neuromuscolari e di anestetici da
inalazione.
�
Non sono state effettuate sperimentazioni adeguate e ben
controllate in donne gravide; poiché gli studi sulla
riproduzione nell'animale non sono sempre in grado di far
prevedere la risposta nell'uomo, il farmaco deve� essere usato
durante la gravidanza solo se è strettamente
necessario.
Il verapamil viene secreto nel latte umano. A causa della
possibilità di effetti indesiderati dovuti al verapamil
nei lattanti, bisogna sospendere l'allattamento durante la
somministrazione di verapamil.
�
Non sono stati segnalati effetti sulla capacità di
guidare o sull’uso di macchinari.
�
Effetti indesiderati gravi sono insoliti se la terapia con
verapamil viene iniziata aumentando progressivamente la dose fino
alla massima dose consigliata.
Le seguenti reazioni al verapamil, somministrato per via
orale, si sono verificate in misura superiore all'1%, oppure in
percentuali inferiori ma chiaramente in relazione con il farmaco,
nelle sperimentazioni cliniche:
__________________________________________________________
����������� Stitichezza���������������� 8,4%���� Scompenso
cardiaco/Edema polmonare 1,8%
Vertigini��������������������� 3,5%����
Astenia���������������������������������������������������������
1,7%
Nausea���������������������� 2,7%���� Bradicardia (FC < 50
battiti/min)�������������� 1,4%
Ipotensione��������������� 2,5%���� Blocco AV: totale del
I-II-III grado��������������� 1,3%
Edema���������������������� 2,1%���� Solo blocco di III
grado������������������������������� 0,8%
Cefalea��������������������� 1,9%���� Vampe di
calore������������������������������������������ 0,1%
__________________________________________________________
�
In sperimentazioni cliniche relative al controllo della
risposta ventricolare in pazienti digitalizzati che avevano
fibrillazione o flutter atriali, una frequenza ventricolare
inferiore a 50 battiti/min. a riposo si è verificata nel
15% dei pazienti ed ipotensione asintomatica nel 5% dei
pazienti.
I seguenti effetti indesiderati, riferiti nell'1% o meno dei
pazienti, si sono verificati in condizioni (sperimentazioni
aperte, esperienze post-marketing) in cui un rapporto di
causa/effetto è incerto; essi vengono riferiti per
avvisare il medico in merito ad un possibile rapporto:
cardiovascolari: angina pectoris, dolore toracico,
claudicatio, infarto miocardico, palpitazioni, porpora
(vasculite), sincope.
sistema digerente: diarrea, secchezza delle fauci,
disturbi gastrointestinali, iperplasia gengivale.
Ematici e linfatici: ecchimosi o abrasioni.
Sistema nervoso: accidenti cerebrovascolari,
confusione, disturbi dell'equilibrio, insonnia, crampi muscolari,
parestesie, sintomi psicotici, tremore, sonnolenza.
Respiratori: dispnea.
Cutanei: artralgia ed eruzioni cutanee, esantemi,
perdita dei capelli, ipercheratosi, chiazze, sudorazioni,
orticaria.
Organi di senso: offuscamento della visione.
Urogenitali: ginecomastia, impotenza, aumentata
frequenza della minzione, perdite intermestruali.
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Trattamento di effetti indesiderati cardiovascolari acuti
La frequenza di effetti indesiderati cardiovascolari che
richiedano una terapia è rara; quindi l'esperienza con il
loro trattamento è limitata. Ogni volta che si verificano
una ipotensione grave od un blocco AV completo dopo
somministrazione orale di verapamil, bisogna applicare
immediatamente le misure d'urgenza appropriate, per esempio
somministrazione endovenosa di isoproterenolo, norepinefrina,
atropina (tutti alle dosi abituali) o gluconato di calcio
(soluzione al 10%). Se è necessario un ulteriore sostegno,
si possono somministrare farmaci inotropi negativi (dopamina o
dobutamina). Il trattamento e la dose devono dipendere dalla
gravità e dalla situazione clinica nonché dal
giudizio e dall'esperienza del medico curante.
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Il trattamento del sovradosaggio deve essere di sostegno. La
stimolazione beta-adrenergica e la somministrazione parenterale
di soluzioni di calcio può aumentare il flusso di ioni
calcio attraverso i canali lenti e questi metodi sono stati usati
con successo nel trattamento di un sovradosaggio volontario con
verapamil.
Reazioni ipotensive clinicamente significative o blocco AV di
grado elevato devono essere trattati rispettivamente con
vasopressori o "pacing" cardiaco. L'asistolia deve essere
trattata con le misure consuete, fra cui la rianimazione
cardiopolmonare.
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Il verapamil è un inibitore dei flussi transmembrana
dello ione calcio, equiattivo sul muscolo liscio vasale e sulla
fibrocellula miocardica nel ridurre il tono e la
contrattilità; è inoltre dotato di proprietà
antiaritmiche.
Il verapamil esercita la sua azione antianginosa:
attraverso la diminuzione del fabbisogno miocardico di
ossigeno, secondario all'inibizione del flusso di calcio
attraverso la membrana con conseguente riduzione del metabolismo
energetico cardiaco ed alla riduzione delle resistenze
periferiche con conseguente riduzione del lavoro pressorio
cardiaco.
Mediante l'incremento del flusso coronarico conseguente alla
dilatazione dei vasi coronarici ed alla potente azione preventiva
nei confronti del coronarospasmo.
L'azione anti-ipertensiva del verapamil è dovuta alla
diminuzione delle resistenze periferiche non accompagnata da un
aumento riflesso della frequenza cardiaca, del volume/minuto del
cuore e da ritenzione idrosalina.
Il verapamil esercita la sua azione antiaritmica sulle fibre
lente "fisiologiche" quali quelle del nodo atrioventricolare
delle quali riduce la velocità di conduzione ed aumenta i
periodi refrattari, e sulle fibre lente "patologiche", vale a
dire su quelle normalmente rapide, sodiodipendenti (miocardio di
lavoro, sistema di His-Purkinje) che, in situazioni particolari
(come l’ischemia), divengono appunto lente,
calciodipendenti e possono dare origine ad aritmie ipercinetiche
focali o da rientro. Durante la terapia con il verapamil, la
capacità di regolazione simpatica del cuore rimane
inalterata e non si osservano pertanto diminuzioni della gittata
sistolica oppure del volume/minuto del cuore in pazienti in
compenso cardiocircolatorio.
Grazie alla formulazione galenica delle capsule a rilascio
prolungato, la liberazione del principio attivo è
protratta nel tempo.
L’inizio dell’azione è ritardato:
l’intensità massima si raggiunge dopo 4-6 ore e
permane fino alla 12a ora dopo la somministrazione del
farmaco.
�
L'assorbimento è del 92%. Il legame alle proteine
plasmatiche del 90%; la biodisponibilità assoluta del 20%.
L’emivita del verapamil è di 3,5 h. L’emivita
dell’effetto farmacologico del verapamil in capsule a
rilascio prolungato supera le 8 ore. Il verapamil ed i suoi
metaboliti sono eliminati per via renale dopo un intenso
metabolismo di primo passaggio epatico. Il 3-4% del farmaco
è stato trovato immodificato nelle urine di 48 h. Alcuni
dei principali metaboliti conservano una significativa efficacia
clinica sul tessuto muscolare liscio e miocardico.
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Tossicità acuta
Le prove tossicologiche hanno evidenziato che nei più
comuni animali di laboratorio (ratto, Mus musculus) il verapamil
è ben tollerato (DL50 ratto p.o. 229,60 mg/kg;
mus musculus p.o. 229,60 mg/kg, senza sostanziali differenze tra
i due sessi).
Tossicità subacuta e cronica
Il verapamil somministrato quotidianamente per via orale, nel
ratto e nel cane, per 180 giorni consecutivi, non ha determinato
alcun caso di morte, né segni di tossicità locale o
sistemica. Il verapamil non determina effetti nocivi sugli
animali gravidi, né influenza negativamente la gestazione,
lo sviluppo embrio-fetale e il ciclo riproduttivo.
�
CARDINORM 120 mg capsula a rilascio prolungato
microgranuli di saccarosio e amido di mais, gomma lacca,
Eudragit L 100 (copolimero dell’acido metacrilico e del
metil-metacrilato), Eudragit L 30 D (copolimero
dell’etil-acrilato e dell’acido metacrilico),
Eudragit NE 30 D (copolimero dell’etil-acrilato e del
metil-metacrilato), talco, dietilftalato.
composizione capsula: gelatina, titanio biossido.
CARDINORM 240 mg capsula a rilascio prolungato
microgranuli di saccarosio e amido di mais, gomma lacca,
Eudragit L 100 (copolimero dell’acido metacrilico e del
metil-metacrilato), Eudragit L 30 D (copolimero
dell’etil-acrilato e dell’acido metacrilico),
Eudragit NE 30 D (copolimero dell’etil-acrilato e del
metil-metacrilato), talco, dietilftalato.
composizione capsula: gelatina, titanio biossido.
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Non sono noti casi di incompatibilità
chimico-fisica con altre sostanze.
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3 anni
�
Non sono previste speciali precauzioni per la
conservazione.
�
blister in PVC/AL in scatole di cartone
CARDINORM120 mg capsule a rilascio prolungato:
30 capsule.
CARDINORM240 mg capsule a rilascio prolungato:
30 capsule.
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Nessuna.
�
BENEDETTI S.p.A. - Industria Chimico
Farmaceutica
Vicolo De’ Bacchettoni, 3 – 51100
Pistoia
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CARDINORM 120 mg capsula a rilascio prolungato �����
AIC n. 033510013
CARDINORM 240 mg capsula a rilascio
prolungato������ AIC n. 033510025
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18.02.2000
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TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
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07.09.2000
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