500 mg | 1 g | 1 g | |
Un flacone contiene: | |||
Principio attivo | |||
Cefamandolo Nafato | 554 mg | 1,108 g | 1,108 g |
Equivalente a Cefamandolo | 500 mg | 1,000 g | 1,000 g |
Eccipiente | |||
Carbonato di sodio anidro | 31,5 mg | 63,0 mg | 63,0 mg |
La fiala solvente contiene: | |||
Lidocaina cloridrato | 10 mg | 20 mg | |
Acqua per preparazioni iniettabili q.b.a | 2 ml | 4 ml |
- [Vedi Indice]
Clearance della creatinina (ml/min/1,73 m 2 ) | Funzione renale | Infezioni potenzialmente mortali: Dosaggi massimi | Infezioni meno gravi |
> 80 | Normale | 2 g ogni 4 ore | 1-2 g ogni 6 ore |
80-50 | Leggera insufficienza | 1,5 g ogni 4 ore, oppure 2 g ogni 6 ore | 0,75-1,5 g ogni 6 ore |
50-25 | Moderata insufficienza | 1,5 g ogni 6 ore, oppure 2 g ogni 8 ore | 0,75-1,5 g ogni 8 ore |
25-10 | Forte insufficienza | 1 g ogni 6 ore, oppure 1,25 g ogni 8 ore | 0,5-1 g ogni 8 ore |
10-2 | Grave insufficienza | 0,67 g ogni 8 ore, oppure 1 g ogni 12 ore | 0,5-0,75 g ogni 12 ore |
< 2 | Nulla | 0,5 g ogni 8 ore, oppure 0,75 g ogni 12 ore | 0,25-0,5 g ogni 12 ore |
La riduzione del dosaggio è necessaria quando la funzione renale è compromessa (vedere: `
').
Nel caso in cui sopravvengano crisi convulsive, il farmaco deve essere rapidamente sospeso. Può essere instaurata una terapia anticonvulsiva, se è clinicamente indicato.
È possibile ricorrere all'emodialisi nel caso in cui il sovradosaggio sia rientrato.
Prima di iniziare la terapia con cefamandolo, deve essere accertato accuratamente se il paziente ha mostrato in precedenza reazioni di ipersensibilità a cefalosporine, penicilline o altri farmaci.
Il cefamandolo deve essere somministrato con cautela a pazienti sensibili alla penicillina. Gli antibiotici devono essere somministrati con cautela ad ogni paziente che abbia mostrato forme di allergia, in particolare ai farmaci.
Nei neonati sono stati riportati casi di accumulo di antibiotici cefalosporinici (con conseguente prolungamento dell'emivita del farmaco).
- Uso nell'infanzia: il cefamandolo è stato impiegato con efficacia in questi pazienti, ma non si sono potuti studiare ampiamente tutti i parametri di laboratorio nei bambini di età tra uno e sei mesi. Non è stata stabilita la sicurezza di questo farmaco nei prematuri e nei neonati di età inferiore ad un mese. Per questo motivo, se il cefamandolo viene somministrato a neonati, il medico deve stabilire se i vantaggi potenziali superano i rischi possibili.
Il cefamandolo con lidocaina deve essere somministrato esclusivamente per via intramuscolare.
In caso di marcata insufficienza renale, la posologia delle cefalosporine in genere e quindi anche del cefamandolo deve essere opportunamente ridotta sulla base delle prove di funzionalità renale. L'uso contemporaneo di altri farmaci nefrotossici aumenta la tossicità renale e la funzione del rene va assiduamente controllata.
L'uso prolungato di antibiotici può favorire lo sviluppo di microrganismi non sensibili. In tale evenienza, adottare le opportune misure terapeutiche.
La somministrazione delle cefalosporine può interferire con alcune prove di laboratorio, causando pseudo positività della glicosuria con i metodi di Benedict, Fehling e "Clinitest", ma non con i metodi enzimatici.
Le cefalosporine devono essere usate con cautela in pazienti con anamnesi positiva per disturbi gastrointestinali, in particolare colite. Infatti l'uso delle cefalosporine può causare colite pseudomembranosa.
In pazienti trattati con cefamandolo si sono verificati rari casi di ipoprotrombinemia. Sono a rischio i pazienti deficitari di vitamina K e soggetti con disordini primari e secondari della emocoagulazione (trombocitopenia, trombopatia e disordini della coagulazione del sangue). In tali casi occorre effettuare il test di Quick ogni 2-3 giorni e somministrare vitamina K (10 mg/settimana).
Avvertenze
Le cefalosporine vanno impiegate con cautela nei soggetti allergici alle penicilline. Sia al livello clinico che di laboratorio vi è evidenza di parziale allergenicità crociata fra penicilline e cefalosporine e, per quanto rari, sono state segnalati casi di pazienti che hanno presentato reazioni ad entrambi i farmaci, talora anche di tipo anafilattico, specie dopo somministrazione parenterale.
Le cefalosporine di III generazione, come altre betalattamine, possono indurre resistenza microbica e tale evenienza è maggiore verso organismi opportunisti, specialmente Enterobacteriaceae e Pseudomonas in soggetti immunodepressi e probabilmente associando tra loro più betalattamine.
Nonostante la sostanza influenzi la funzionalità renale soltanto raramente, si raccomanda un controllo della stessa, in particolare nei pazienti gravemente ammalati che ricevono le dosi massime.
L'uso prolungato del cefamandolo può dar luogo a sviluppo di organismi non sensibili. L'osservazione del paziente è essenziale.
Se si verifica una superinfezione durante la terapia deve essere instaurato un appropriato trattamento.
Nel determinare il glucosio urinario si possono avere reazioni erratamente positive se si usano: le soluzioni di Benedict o di Fehling o tavolette Clinitest: ciò non avviene però con il Tes-Tape. La dimostrazione dell'albumina nelle urine mediante acidi o denaturazione può risultare erratamente positiva.
Casi di colite pseudomembranosa sono stati descritti in concomitanza con l'uso di cefalosporine (ed altri antibiotici a largo spettro): è importante prendere in considerazione tale diagnosi in pazienti che presentano diarrea durante tale terapia. Il trattamento con antibiotici a largo spettro altera la normale flora del colon e ciò può consentire la crescita di Clostridi. Casi lievi di colite possono regredire con l'interruzione del trattamento. Si consiglia la somministrazione di soluzioni di elettroliti e di proteine quando si manifestano casi di colite di media o grave entità. Se la colite non regredisce con l'interruzione del trattamento o se è grave, somministrare vancomicina per via orale. Sono state segnalate, in corso di trattamento con cefalosporine, positività del test di Coombs, talora false.
In caso di associazione con farmaci nefrotossici, quali ad esempio gli aminoglicosidici, il rischio di nefrotossicità aumenta, per cui i dosaggi devono essere congrui ed i controlli più assidui ed approfonditi. Non si deve mescolare il cefamandolo con un aminoglicoside nella stessa fleboclisi. La somministrazione contemporanea di probenecid per via orale inibisce ulteriormente la secrezione tubulare, derivandone concentrazioni sieriche di cefamandolo più elevate e più prolungate nel tempo.
Il cefamandolo passa nel latte materno: pertanto è consigliabile sospendere l'allattamento in caso di somministrazione del farmaco.
- Reazioni da ipersensibilità: reazioni anafilattiche ed allergiche della pelle, eosinofilia e febbre da farmaci si possono manifestare specie nei soggetti allergici, particolarmente in quelli allergici alla penicilline.
- Reazioni ematologiche: è stata segnalata una lieve riduzione dei leucociti neutrofili. Neutropenia reversibile si verifica del resto con tutti gli antibiotici beta-lattamici.
- Fegato: aumento transitorio di SGOT, SGPT e fosfatasi alcalina e della bilirubina totale.
- Reni: aumento dell'azoto ureico nel sangue e riduzione della clearance della creatinina, in particolare nei pazienti con preesistente funzionalità renale ridotta.
- Reazioni locali: sono rari i dolori dopo iniezione intramuscolare. Tromboflebite in casi sporadici.
- Altre reazioni osservate sono state: vertigini, senso di costrizione toracica, vaginite da Candida in rapporto anche con lo sviluppo di microrganismi non sensibili.
Raramente questi fenomeni collaterali sono stati così intensi da richiedere l'interruzione della terapia.
Sono stati segnalati casi di anemia emolitica in seguito a trattamento con cefalosporine.
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Il cefamandolo ha azione battericida dovuta alla inibizione della sintesi della membrana batterica. La gran parte dei ceppi di Bacteroides fragilis è resistente. Pseudomonas, Acinetobacter calcoacoticus (precedentemente specie Mima ed Herelleae) e la gran parte dei ceppi di Serratia sono resistenti alle cefalosporine. Il cefamandolo è resistente alla degradazione da parte di beta-lattamasi prodotte da alcuni ceppi delle Enterobacteriaceae.
È rapidamente idrolizzato nel plasma a cefamandolo che possiede una più elevata attività antibatterica. Circa l'85-99% della attività antibatterica nel siero è dovuta al cefamandolo. I picchi ematici nell'uomo, per somministrazione intramuscolare, vengono raggiunti dopo 30'-60' e sono proporzionali alla dose iniettata. Dopo iniezione di 500 mg, il picco dopo 1 ora risulta di 12,2 mcg/ml. L'emivita plasmatica è di circa 1 ora. Per somministrazione endovenosa il picco viene raggiunto già dopo 15 minuti e risulta pari a 139,1 mcg/ml per iniezione di 1 g e pari a 240,5 mcg/ml per 2 g. L'emivita è di circa 34'. Il cefamandolo, dopo somministrazione ripetuta, non dà origine ad accumulo.
Circa l'85% del farmaco è escreto attraverso i reni entro 8 ore. Ne conseguono tassi urinari particolarmente elevati, maggiori per somministrazione intramuscolare. Alla somministrazione di 500 mg e di 1 g intramuscolo corrispondono rispettivamente concentrazioni urinarie di 254 mcg/ml e di 1357 mcg/ml. Alla somministrazione di 1 e 2 g endovenosa corrispondono rispettivamente concentrazioni di 750 mcg/ml e di 1380 mcg/ml.
Circa il 70% del cefamandolo iniettato si lega alle proteine del siero. Il cefamandolo raggiunge livelli terapeutici nei liquidi pleurico ed articolare, nella bile o nel tessuto osseo.
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Il prodotto dopo ricostituzione può essere conservato per 24 ore in frigorifero (fra +2 e +8 °C).
Il solvente (soluzione acquosa di lidocaina cloridrato allo 0,5%) è confezionato in fiale di vetro di tipo I.
Somministrazione intramuscolare: Ogni grammo di cefamandolo può essere somministrato anche per via intramuscolare disciolto con almeno 3 ml di uno dei seguenti solventi (oltre alla soluzione acquosa di lidocaina cloridrato 0.5 % annessa alle confezioni): acqua sterile per iniezioni, soluzione di cloruro di sodio allo 0.9 % per iniezioni. Agitare bene fino a completa soluzione;
Somministrazione endovenosa: la via endovenosa può essere preferibile nei pazienti con setticemia batterica, ascessi parenchimali localizzati (come ad esempio ascessi intra-addominali), peritonite od altre infezioni gravi o potenzialmente mortali, specie complicate da condizioni di deficit immunitario nel paziente. Nei pazienti con funzione renale normale il dosaggio endovenoso per tali infezioni è di 3- 12 g di cefamandolo al giorno. In situazioni come la setticemia batterica possono essere somministrati inizialmente 6-12 g al giorno per alcuni giorni per via endovenosa; il dosaggio può quindi essere gradualmente ridotto a seconda della risposta clinica e dei risultati di laboratorio.
Se è indicata una terapia di associazione con cefamandolo e un aminoglicosidico, ciascun antibiotico deve essere somministrato separatamente. Non mescolare un aminoglicosidico con cefamandolo nella stessa fleboclisi.
La soluzione isotonica può essere ottenuta aggiungendo 22 ml di acqua sterile per iniezioni ogni grammo di cefamandolo.
La scelta di una soluzione salina, contenente destrosio o contenente elettroliti od il volume che deve essere utilizzato è consigliata dal trattamento con liquidi ed elettroliti che deve essere di volta in volta effettuato.
Nell'impiego endovenoso l'antibiotico deve essere sciolto in acqua per preparazioni iniettabili, soluzione fisiologica o glucosata al 5%.
Somministrazione endovenosa diretta intermittente: ogni grammo di cefamandolo deve essere disciolto con 10 ml di acqua sterile per iniezioni, destrosio al 5 % o soluzione di cloruro di sodio allo 0.9 % per iniezioni. Iniettare lentamente la soluzione in vena in un periodo di tempo di 3-5 minuti o iniettare nel tubo di una fleboclisi, quando il paziente riceve le seguenti soluzioni per infusione parenterale:
soluzione di cloruro di sodio allo 0.9 % per iniezionisoluzione di destrosio al 5 % per iniezionisoluzione di destrosio al 10 % per iniezionisoluzione di destrosio al 5 % e soluzione di cloruro di sodio allo 0.9 % per iniezionisoluzione di destrosio al 5 % e soluzione di cloruro di sodio allo 0.45 % per iniezionisoluzione di destrosio al 5 % e soluzione di cloruro di sodio allo 0.2 % per iniezionisodio lattato per iniezioni.
Somministrazione endovenosa intermittente con tubo a Y: Può essere utilizzata mentre vengono somministrati altri liquidi per via endovenosa. È preferibile in questo caso, durante l'infusione della soluzione contenente cefamandolo, interrompere l'altra somministrazione.
Impiegando questa tecnica bisogna prestare molta attenzione al volume della soluzione contenente cefamandolo che deve essere iniettata, cosi' che la dose calcolata possa essere infusa.
Quando si impiega il tubo a Y, aggiungere 100 ml del solvente appropriato al flaconcino da 1 g.
Diluire con circa 20 ml di acqua sterile per iniezioni, per evitare una soluzione ipotonica.
Somministrazione endovenosa continua: ogni grammo di cefamandolo deve essere disciolto con 10 ml di acqua sterile per iniezioni. Una quantità adeguata della soluzione risultante può essere aggiunta ad un flacone per endovena contenente una delle seguenti soluzioni:
soluzione di cloruro di sodio allo 0.9 % per iniezionisoluzione di destrosio al 5 % per iniezionisoluzione di destrosio al 10 % per iniezionisoluzione di destrosio al 5 % e soluzione di cloruro di sodio allo 0.9 % per iniezionisoluzione di destrosio al 5 % e soluzione di cloruro di sodio allo 0.45 % per iniezionisoluzione di destrosio al 5 % e soluzione di cloruro di sodio allo 0.2 % per iniezionisodio lattato per iniezioni.
Via Generale Orsini, 46 - 80132 Napoli
1 flacone 1 g + fiala solvente 4 ml AIC n. 033445040
Confezione 50 flaconi da 1 g AIC n. 033445053
Confezione da 100 flaconi da 1 g AIC n. 033445065