Trattamento delle infezioni localizzate agli apparati respiratorio, gastrointestinale ed urogenitale, ed in quelle della pelle e dei tessuti molli, causate da microrganismi sensibili, e precisamente:
Infezioni stafilococciche: (comprese le infezioni causate da ceppi penicillinasi-produttori e non penicillinasi-produttori): ascessi, foruncolosi, bronchite e impetigo.
Infezioni streptococciche: flemmoni, polmonite, tonsillite follicolare, otite media, faringite, sinusite, scarlattina, tonsillite ulcero-membranosa, e infezioni delle vie urinarie (enterococchi).
Infezioni pneumococciche: polmonite lobare, bronchite, flemmoni e otite media.
Infezioni da Haemophilus influenzae: otite media e laringotracheobronchite.
Infezioni da E. coli: ascessi e infezioni delle vie urinarie.
Infezioni da Klebsiella: polmonite lobare e infezioni delle vie urinarie.
Infezioni da Shigella: dissenteria bacillare.
Infezioni da Salmonella: enterite.
È consigliabile effettuare esami batteriologici per identificare i microrganismi responsabili e determinare la loro sensibilità alla cefradina.
Adulti: nelle infezioni dell'apparato respiratorio, la dose abituale è di 1-2 g al giorno, in rapporto alla gravità della malattia ed al germe in causa, suddivisi in 2 (forme lievi o moderatamente gravi) o 4 somministrazioni ugualmente distanziate.
Nelle infezioni del tratto gastrointestinale si possono somministrare 500 mg del medicamento 3 o 4 volte al giorno.
Nelle infezioni dell'apparato urogenitale, la dose usuale è di 2 g al giorno, suddivisi in 2 (forme lievi o moderatamente gravi) o 4 somministrazioni ugualmente distanziate; nelle infezioni gravi o croniche possono essere necessarie dosi più elevate. Una terapia intensiva e prolungata è necessaria per complicazioni quali la prostatite e l'epididimite.
Bambini: la dose abituale complessiva è compresa tra i 25 ed i 100 mg/kg/die, suddivisa in 4 somministrazioni ugualmente distanziate. La dose massima non deve superare i 4 grammi al giorno.
Tutti i pazienti indipendentemente dall'età e dal peso: dosi maggiori (fino a 1 g quattro volte al giorno) potranno essere somministrate per infezioni gravi o croniche.
È consigliabile protrarre la terapia per un minimo di 48/72 ore dopo la scomparsa dei sintomi o la negativizzazione delle colture batteriche. Nelle infezioni causate da ceppi emolitici di streptococco, è consigliabile una durata minima del trattamento di 10 giorni, allo scopo di prevenire l'eventuale insorgenza di febbre reumatica o glomerulonefrite. Le infezioni resistenti possono richiedere un trattamento prolungato per diverse settimane. Non devono essere usate dosi minori di quelle sopra indicate. Il dosaggio pediatrico non dovrà superare quello consigliato per gli adulti.
Pazienti con insufficienza renale:
La posologia deve essere modificata a seconda del paziente che va considerato individualmente. Come guida per uno schema di dosaggio ridotto è opportuno basarsi sulla clearance della creatinina. Si suggerisce una dose iniziale di attacco, nei pazienti adulti, di 750 mg ed una dose di mantenimento di 500 mg ai seguenti intervalli:
Clearance della creatinina | Intervalli di tempo |
> 20 ml/min | 6-12 ore |
15-19 ml/min | 12-24 ore |
10-14 ml/min | 24-40 ore |
5-9 ml/min | 40-50 ore |
< 5 ml/min | 50-70 ore |
Istruzioni per la preparazione della sospensione: per preparare la sospensione aggiungere acqua in piccoli quantitativi alla volta, agitando fino a raggiungere il livello come indicato sul flacone di Cefrabiotic.
Per l'uso agitare bene prima di versare la sospensione nel dosatore accluso alla confezione.
Tenere presente che 5 ml di sospensione corrispondono a 500 mg di cefradina.
La sospensione una volta ricostituita è stabile per 7 giorni se conservata in frigorifero.
Prove cliniche e di laboratorio hanno evidenziato parziale allergenicità crociata tra penicillina e cefalosporine.
Pertanto prima di iniziare una terapia con cefradina è necessaria un'anamnesi accurata al fine di evidenziare precedenti reazioni di ipersensibilità alle cefalosporine ed alla penicillina. Alcuni pazienti hanno presentato reazioni gravi (inclusa l'anafilassi) ad entrambi i farmaci. I derivati delle cefalosporine devono essere dati con cautela ai pazienti sensibili alla penicillina. In caso di reazione allergica si deve interrompere la terapia ed istituire un trattamento idoneo (amine vasopressorie, antistaminici, corticosteroidi) o, in presenza di anafilassi, un immediato trattamento con adrenalina od altre opportune misure di emergenza.
Casi di colite pseudomembranosa sono stati descritti in concomitanza all'uso di cefalosporine (ed altri antibiotici a largo spettro); perciò è importante prendere in considerazione tale diagnosi in pazienti che presentano diarrea durante la terapia. Il trattamento con antibiotici a largo spettro altera la normale flora del colon e ciò può consentire la crescita di Clostridi. Alcuni studi hanno evidenziato che una tossina prodotta dal Clostridium difficile, è la causa principale della colite associata alla terapia antibiotica.
Casi lievi di colite possono regredire con l'interruzione del trattamento. Si consiglia la somministrazione di soluzione di elettroliti e di proteine quando si manifestano casi di colite di media o grave entità. Se la colite non regredisce con l'interruzione del trattamento o se è grave, bisogna somministrare vancomicina per via orale che rappresenta l'antibiotico di scelta in caso di colite pseudomembranosa causata dal Clostridium difficile.
Tenere lontano dalla portata dei bambini.
Somministrare la cefradina con prudenza in presenza di marcata insufficienza renale. In pazienti con accertata o sospetta compromissione renale, devono essere eseguiti un'accurata osservazione clinica e specifici esami di laboratorio sia prima che durante la terapia. L'uso prolungato di antibiotici può provocare lo sviluppo di microrganismi non sensibili. Qualora dovesse manifestarsi una superinfezione, devono essere adottate adeguate misure terapeutiche.
La cefradina deve essere prescritta con cautela in pazienti con anamnesi positiva per malattie gastrointestinali, particolarmente coliti. La cefradina può essere somministrata senza particolare riguardo ai pasti, salvo che non si manifestino disturbi gastrointestinali. I pazienti diabetici trattati con cefradina devono essere avvertiti di consultare il medico prima di eventuali cambiamenti della dieta o del dosaggio degli antidiabetici. Può essere presente una falsa positività della glicosuria con i metodi di Benedict, Fehling e "Clinitest", ma non con i metodi enzimatici. Nelle infezioni croniche delle vie urinarie sono necessari frequenti esami batteriologici durante la terapia e possono essere necessari anche in seguito per numerosi mesi. False posititivà del test di Coombs diretto sono state segnalate in corso di trattamento con cefalosporine.