- [Vedi Indice]Profilassi a lungo termine dell'asma bronchiale (forme miste comprese), della bronchite allergica, delle turbe asmatiche legate a raffreddore da fieno.
- Adulti:
1 compressa (2 mg) una volta al giorno (preferibilmente la sera).
Se necessario 1 compressa due volte al giorno (mattino e sera).
- Bambini (oltre i 3 anni):
1 compressa (2 mg) una volta al giorno (preferibilmente la sera).
Ipersensibilità individuale verso i componenti del prodotto e sostanze correlate dal punto di vista chimico.
Chetofen non agisce sulla crisi asmatica in atto.
All'inizio del trattamento a lungo termine con Chetofen i farmaci precedentemente usati non devono essere interrotti bruscamente. Questa precauzione vale soprattutto per i corticosteroidi e l'ACTH. È infatti noto che la brusca sospensione di tali farmaci in pazienti steroido-dipendenti, dato che il ripristino di una normale funzionalità dell'asse ipofisi-surrene può richiedere fino ad un anno, può determinare la comparsa di insufficienza surrenalica.
Nella prevenzione dell'asma bronchiale potrebbero essere necessarie parecchie settimane di trattamento prima di raggiungere l'effetto terapeutico completo. È perciò raccomandato che per i pazienti che non rispondono adeguatamente entro alcune settimane, il trattamento con chetotifene sia mantenuto per un minimo di 2 - 3 mesi. Se si rendesse necessaria l'interruzione del trattamento, questa dovrà essere effettuata progressivamente in un periodo di 2 - 4 settimane. I sintomi dell'asma possono ricomparire.
Durante i periodi di stress o in caso di attacco asmatico, i pazienti che hanno ridotto o sospeso l'assunzione di corticosteroidi, dovranno esser istruiti a riprendere immediatamente la terapia ai dosaggi massimi e quindi a mettersi in contatto con il proprio medico curante per ulteriori istruzioni.
In caso d'infezione broncopolmonare intercorrente il trattamento con Chetofen deve essere integrato con terapia causale.
La sicurezza, d'uso dei chetotifene in gravidanza non è stata stabilita. Pertanto, Chetofen deve essere usato in gravidanza solo nei casi di effettiva necessità e sotto controllo medico.
Il chetotifene è escreto nel latte materno. Pertanto, Chetofen non deve essere usato dalle donne che allattano.
Nei primi giorni di trattamento, le reazioni dei pazienti possono risultare diminuite per cui occorre prudenza nella guida di veicoli o nella manovra di macchinari.
Si sconsiglia l'uso di bevande alcooliche durante il trattamento con chetotifene.
Chetofen può potenziare gli effetti dei sedativi, degli ipnotici, degli antistaminici e dell'alcool.
In pazienti che assumono Chetofen in concomitanza con farmaci antidiabetici orali si può verificare talora una trombocitopenia reversibile. L'assunzione simultanea di questi farmaci dovrebbe essere pertanto evitata, finché il fenomeno non sia stato chiarito in modo soddisfacente.
Il chetotifene aumenta l'effetto dei broncodilatatori. Pertanto, occorre ridurre la frequenza d'uso di questi ultimi, qualora siano somministrati contemporaneamente a Chetofen.
Generalmente controindicato in gravidanza e allattamento (v. paragrafo `04.6 Gravidanza ed allattamento').
Sebbene negli animali il chetotifene sia risultato privo di effetti sulla gravidanza e sullo sviluppo peri- e postnatale ai dosaggi risultati ben tollerati dalle madri, nell'uomo la sua sicurezza d'uso in gravidanza non è stata stabilita. Pertanto, Chetofen deve essere usato in gravidanza solo in casi di effettiva necessità e sotto controllo medico.
Il chetotifene è escreto nel latte materno. Pertanto, Chetofen non deve essere utilizzato dalle donne che allattano.
Nei primi giorni di trattamento, le reazioni dei pazienti possono risultare diminuite per cui occorre prudenza nella guida di veicoli o nella manovra di macchinari.
All'inizio del trattamento si può osservare a volte una certa sedazione e, in casi isolati, secchezza della bocca, una lieve sonnolenza, leggere vertigini e turbe digestive, che per lo più scompaiono spontaneamente dopo alcuni giorni di somministrazione.
In questi pazienti sensibili è utile iniziare il trattamento con una posologia progressiva: 1 mg di chetotifene la sera i primi giorni; in seguito 1 mg (o più) di chetotifene mattino e sera.
Sono stati segnalati casi isolati di Sindrome di Stevens-Johnson (frequenza: 1 caso su 2 milioni di esposti al chetotifene).
Sintomi. I sintomi principali di un sovradosaggio acuto comprendono: sonnolenza, fino a grave sedazione; confusione e disorientamento; tachicardia e ipotensione; ipereccitabilità o convulsioni, soprattutto nei bambini; coma reversibile.
Trattamento. il trattamento deve essere sintomatico. Se il farmaco è stato assunto da poco si deve favorire lo svuotamento dello stomaco. Se necessario, effettuare un trattamento sintomatico e il monitoraggio del sistema cardiocircolatorio. Se sono presenti eccitazione o convulsioni, somministrare barbiturici a breve durata d'azione o benzodiazepine.
Chetofen è un farmaco antianafilattico, non steroideo, attivo per via orale nella profilassi dell'asma. L'attività antianafilattica del chetotifene, definita nei modelli sperimentali in vitro e in vivo, è confermata nell'uomo in numerose ricerche cliniche, deriva dalla capacità del farmaco di inibire la liberazione dei mediatori chimici mastocitari responsabili dell'attacco asmatico. Inoltre il chetotifene possiede un prolungato effetto inibitorio delle reazioni istaminiche. Le due attività antianafilattica ed antistaminica sono indipendenti tra loro nel tempo.
Questo meccanismo d'azione spiega anche l'efficacia del chetotifene nella prevenzione e nel trattamento delle riniti allergiche. D'altra parte è confermato che l'iperreattività bronchiale è la caratteristica principale in ogni forma d'asma. Dopo trattamento adeguatamente protratto, il chetotifene riduce l'iperreattività bronchiale.
L'attività terapeutica del chetotifene si manifesta per lo più a partire dalla seconda settimana di trattamento con riduzione progressiva di frequenza, intensità e durata delle crisi asmatiche sino a raggiungere in parecchi casi la loro completa scomparsa. Da ciò consegue la concreta possibilità di ridurre progressivamente, e perfino di sospendere, l'uso di cortisonici e/o di broncodilatatori eventualmente somministrati in precedenza.
Date le caratteristiche di farmaco ad azione preventiva, Chetofen non è attivo contro l'attacco asmatico in atto.
Dopo somministrazione orale, l'assorbimento del chetotifene a livello dei tratto gastrointestinale è praticamente completo; la biodisponibilità è circa il 50% della dose somministrata, a causa dell'effetto di primo passaggio epatico.
La concentrazione plasmatica massima (Cmax ) dei chetotifene si raggiunge nell'adulto dopo 2-4 ore se somministrato in capsule, in un tempo minore se somministrato come sciroppo. Nel bambino il picco di massima concentrazione si raggiunge in 1-2 ore. Somministrato in compresse a rilascio prolungato il picco di massima concentrazione si raggiunge dopo 3-6 ore.
Il legame con le proteine plasmatiche è del 75%
L'eliminazione plasmatica è bifasica. con un'emivita di distribuzione di 3 ore ed una di eliminazione di circa 22 ore.
Il chetotifene è largamente metabolizzato, attraverso coniugazione con l'acido glucuronico, nel metabolita inattivo chetotifene-N-glucuronide e, attraverso demetilazione, nel metabolita nor-chetotifene, farmacologicamente attivo. Altre vie di trasformazione metabolica sono l'ossidazione e la riduzione.
Circa il 60-70% della dose di chetotifene è eliminato nelle urine entro 48 ore; la rimanente quota viene escreta con le feci.
Circa il 50% del farmaco è eliminato sotto forma di chetotifene-N-glucuronide ed il 10% sotto forma di nor-chetotifene. La quota di farmaco eliminato immodificato è dell'1%.
| DL 50(mg/kg) |
| e.v. | os |
topo | 14,9 ± 1,3 | 408 ± 71 |
ratto | 5,4 ± 0,8 | 468 ± 107 |
La somministrazione orale ripetuta della sostanza ha prodotto nel ratto manifestazioni tossiche dopo circa 30 gg alla dose di 125 mg/kg/die, che rapportata all'uomo corrisponde a circa 8,75 g/die. Le manifestazioni tossiche di questa dose si esplicano soprattutto a livello epatico. Alle dosi sperimentate, largamente superiori a quelle previste per l'uso clinico, la sostanza non ha prodotto effetti tossici, né malformazioni sui feti di ratto e coniglio.
Compresse a rilascio prolungato: cellulosa acetoftalato, idrossipropilmetilcellulosa, silice precipitata, magnesio stearato, talco, polietilenglicole 6000, titanio biossido (E171), ossido di ferro giallo (E172).
Nessuna
A confezionamento integro: mesi 36.
Nessuna
Compresse: blister da 15 compresse
Non sono necessarie particolari istruzioni per l'uso.
PULITZER ITALIANA S.r.l.
Via Tiburtina, 1004 - 00156 ROMA
15 compresse a lento rilascio AIC n. 033831037
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28/01/2000
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01/2000
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