Adulti (compresi gli anziani)
Il trattamento va iniziato con Climara 50, ma, se necessario, si può ricorrere a Climara 100. Una volta instaurata la terapia, si userà la più bassa dose efficace necessaria ad alleviare i sintomi.
Il trattamento può essere somministrato in modo continuo o ciclico.
La terapia con soli estrogeni può essere somministrata solo a pazienti che abbiano subito isterectomia. Ove sia necessario l'uso di un progestinico, somministrare la dose necessaria per 10-12 giorni al mese.
Il cerotto va applicato una volta alla settimana in successione continua, e sostituito dopo sette giorni da uno nuovo applicato in una sede diversa. Le sedi di applicazione consigliate sono zone cutanee pulite, asciutte e integre del tronco e dei glutei. Climara 50 e Climara 100 non possono essere applicati sul seno o vicino al seno.
I cerotti possono essere prescritti anche in trattamento ciclico. Se si preferisce questa alternativa, applicare i cerotti settimanalmente per 3 settimane consecutive e far seguire un intervallo di 7 giorni, senza applicazione del cerotto, prima del nuovo ciclo.
Bambini
Non indicato per i bambini.
Prima di iniziare il trattamento è indispensabile escludere la gravidanza. Prima del trattamento sottoporre le pazienti ad un'approfondita visita medica e ginecologica con particolare attenzione a peso, pressione arteriosa, cuore, organi pelvici con valutazione endometriale se indicata, gambe e cute. Si consigliano visite di controllo periodiche in corso di trattamento.
Sospendere immediatamente la terapia in caso di emicrania o cefalee frequenti o insolitamente intense che insorgessero per la prima volta, o in caso di altri sintomi che possano denotare occlusione vascolare, ad esempio improvvisi disturbi visivi.
Studi epidemiologici hanno suggerito la possibilità che la terapia sostitutiva ormonale sia associata ad un incremento del rischio relativo di sviluppo di tromboembolie venose, ad esempio trombosi venose profonde od embolia polmonare. Tali studi hanno rilevato un aumento di 2 - 3 volte nelle pazienti in trattamento rispetto a quelle non trattate, il che per le donne sane corrisponde ad un minimo rischio di un caso aggiuntivo di tromboembolie venose per anno per ogni 5000 pazienti in trattamento con terapia ormonale sostitutiva.
I fattori di rischio generalmente riconosciuti per le tromboembolie venose includono un'anamnesi personale o familiare positiva ed uno stato di obesità grave (Indice di Massa Corporea > 30 kg/m2 ). Nelle donne che presentano tali fattori, il beneficio del trattamento con terapia ormonale sostitutiva richiede un'attenta valutazione nei confronti dei rischi. Non vi è un generale consenso circa il possibile ruolo delle vene varicose nell'insorgenza delle tromboembolie venose.
Il rischio di tromboembolie venose può essere temporaneamente aumentato nel corso di un'immobilizzazione prolungata, nei traumi maggiori e nella chirurgia maggiore. Nelle donne in trattamento con terapia ormonale sostitutiva deve essere prestata particolare attenzione alle misure profilattiche per prevenire fenomeni tromboembolici venosi dopo interventi chirurgici. Nei casi in cui al trattamento chirurgico debba seguire un'immobilizzazione prolungata, particolarmente nella chirurgia addominale, o ortopedica agli arti inferiori, deve essere considerata l'opportunità, dove possibile, di interrompere la terapia ormonale sostitutiva quattro settimane prima dell'intervento.
Nel caso di comparsa di un processo tromboembolico successivamente all'inizio della terapia, il trattamento dovrà essere interrotto.
È stato osservato un aumento del rischio di colecistopatie nelle donne in trattamento con estrogeni nel periodo postmenopausale.
Sospendere immediatamente il trattamento in caso di ittero, colestasi, epatite o gravidanza, o in caso di aumento rilevante della pressione arteriosa, o aumento delle crisi epilettiche.
In caso di ripetuta, persistente irritazione della cute nonostante il cambiamento della sede di applicazione, conformemente alle istruzioni, prendere in esame l'opportunità di sospendere la terapia transdermica.
Eventuali fibroleiomiomi preesistenti possono aumentare di volume in corso di terapia estrogena. In tal caso, interrompere il trattamento. Nelle donne con utero intatto l'esposizione prolungata a estrogeni non associati aumenta il rischio di insorgenza di carcinoma endometriale. L'aggiunta di 10-12 giorni di progestinico verso la fine del mese riduce però tale rischio. Il verificarsi di ripetute emorragie irregolari durante l'uso di Climara 50 o Climara 100 deve essere valutato, se necessario, mediante biopsia endometriale.
Una metanalisi condotta su 51 studi epidemiologici ha evidenziato un modesto incremento del rischio di diagnosi di tumore mammario nelle donne trattate con terapia ormonale sostitutiva per più di 5 anni. Tali osservazioni possono essere conseguenti ad una diagnosi più precoce o agli effetti biologici della terapia ormonale sostitutiva o ad entrambi. Il rischio relativo aumenta con la durata del trattamento (2.3% per anno di uso). Tale dato è comparabile all'aumentato rischio di tumore mammario osservato nelle donne per ogni anno di ritardo della menopausa naturale. L'aumento del rischio scompare gradualmente nel corso dei primi 5 anni successivi alla sospensione del trattamento ormonale sostitutivo. I tumori mammari diagnosticati nelle donne in trattamento ormonale sostitutivo hanno maggiore probabilità essere localizzati al seno di quelli rilevati nelle donne non trattate.
È importante che il maggiore rischio di una diagnosi di tumore mammario sia discussa con la paziente e valutata considerando i noti benefici della terapia ormonale sostitutiva.
Nell'arco di età compreso tra i 50 e i 70 anni, circa 45 donne su 1.000 non sottoposte a terapia ormonale sostitutiva avranno una diagnosi di tumore mammario. Si stima che per ogni 1.000 donne in trattamento ormonale sostitutivo iniziato all'età di 50 anni saranno rilevati nell'arco dei successivi 20 anni, ovvero entro il settantesimo anno di età, 2 ulteriori casi di tumore mammario per un trattamento di 5 anni, 6 ulteriori casi per un trattamento di 10 anni e 12 ulteriori casi per un trattamento di 15 anni.
Esami regolari al seno e, quando appropriato, la mammografia devono essere effettuati nelle donne in trattamento ormonale sostitutivo. Lo stato mammario deve essere attentamente monitorato nelle donne con diagnosi o anamnesi di noduli mammari o malattie mammarie fibrocistiche.
Durante il trattamento si dovranno tenere sotto controllo le malattie di cui è nota la tendenza ad esacerbazione durante la gravidanza (come sclerosi multipla, epilessia, diabete, patologia mammaria benigna, vene varicose, ipertensione, disfunzione cardiaca, epatica e renale, emicrania, asma,, corea minor, tetania e otosclerosi) così come le donne con evidenti precedenti familiari di tumore mammario.
In rari casi, dopo l'uso di sostanze ormonali quali quelle contenute in Climara 50 e Climara 100, si sono osservati tumori benigni e, in casi ancora più rari, tumori maligni del fegato che hanno dato luogo a casi isolati di emorragia intraaddominale con pericolo di vita. Pertanto, ove si manifestino dolori nella regione addominale superiore, ingrossamento del fegato o sintomi di emorragia intraaddominale, la diagnosi differenziale dovrà comprendere la possibilità di un tumore al fegato.
La terapia con Climara 50 e Climara 100 con 1 applicazione per settimana è equiparabile a una infusione endovenosa continua a basso dosaggio che intenda ottenere valori sierici di estradiolo regolari, stabili, a plateau, simili a quelli riscontrabili durante le fasi follicolari iniziale/media nell'arco della vita riproduttiva. La somministrazione transdermica evita le notevoli fluttuazioni della concentrazione sierica di estradiolo e metaboliti che si osservano dopo la sostituzione orale di estradiolo ed evita anche l'invio al fegato di grandi quantità di estradiolo e dei suoi metaboliti a causa dell'elevata metabolizzazione presistemica della sostanza (effetto di primo passaggio) dopo l'assunzione orale, per cui non si osservano effetti sulla sintesi proteica epatica dopo somministrazione transdermica di estradiolo.
In un regime di somministrazione settimanale con Climara 50 o Climara 100, si ottengono valori sierici di estradiolo ed estrone regolari e costanti entro il range desiderato. Dopo più applicazioni settimanali successive non si osserva accumulo di nessuna delle due sostanze. Il picco assoluto del profilo sierico di estradiolo è direttamente proporzionale alla superficie del cerotto, con valori sierici medi di estradiolo allo steady state compresi tra 35 pg/ml dopo applicazione del cerotto da 12,5 cm2 e circa 70 pg/ml dopo applicazione del cerotto da 25 cm2 .
Dopo somministrazione transdermica, la metabolizzazione dell'estradiolo in estrone e coniugati rimane entro i valori fisiologici che si possono osservare durante la prima fase follicolare nel periodo della vita fertile, indicati da un rapporto estradiolo/estrone di circa 1. Vengono evitati valori alti non fisiologici di estrone conseguenti a una metabolizzazione intensa di "primo passaggio" durante la terapia sostitutiva orale a base di estradiolo che si riflettono in un rapporto estradiolo/estrone molto basso, che può arrivare a 0,1.
La biotrasformazione e l'escrezione dell'estradiolo somministrato per via transdermica sono le stesse dell'ormone endogeno: viene eliminato dall'organismo con una clearance sierica totale di circa 15-30 ml/min/kg con biotrasformazione soprattutto epatica, ma anche extraepatica, ossia nell'intestino, nei reni, nella muscolatura scheletrica e negli organi bersaglio. Questi processi consistono nella formazione di estrone, estriolo, catecolestrogeni, solfo- e glucurono-coniugati di queste sostanze, che sono tutti nettamente meno estrogeni o addirittura non estrogeni. Una certa quantità di metaboliti dell'estradiolo è escreta con la bile e sottoposta alla cosiddetta circolazione enteroepatica. Infine, i metaboliti dell'estradiolo sono escreti soprattutto come solfati e glucuronidi nelle urine.