In seguito all'impiego di clindamicina topica sono stati segnalati i seguenti effetti collaterali:
a livello locale: eritema, orticaria, gonfiore del viso, della gola e delle labbra, secchezza della cute o desquamazione, sensazione di bruciore, untuosità cutanea, dermatite da contatto, follicolite da gram-negativi;a livello sistemico: disturbi gastrointestinali, dolore addominale.
Casi di diarrea, diarrea sanguinosa e colite (comprendenti colite pseudomembranosa) sono stati segnalati come reazioni indesiderate in pazienti trattati con formulati di clindamicina ad uso locale.
In questi casi è necessaria l'immediata sospensione del farmaco e l'istituzione di idonea terapia (vancomicina per os, somministrazione di liquidi ed elettroliti).
Un uso sconsiderato del prodotto può portare ad un assorbimento sistemico della clindamicina con conseguenze analoghe a quelle registrate in seguito alla somministrazione orale e parenterale.
Casi di diarrea, diarrea sanguinosa e colite (comprendenti colite pseudomembranosa) sono stati segnalati in seguito all'uso di clindamicina per via locale e sistemica.
I sintomi possono manifestarsi dopo pochi giorni, settimane o mesi successivamente all'inizio del trattamento con clindamicina. È stato anche osservato che essi possono comparire anche alcune settimane dopo l'interruzione della terapia con clindamicina.
Studi hanno evidenziato come una tossina prodotta da Clostridium difficile sia responsabile della colite associata all'uso di antibiotici.
La colite è abitualmente caratterizzata da una diarrea severa persistente e forti crampi addominali e può essere associata con l'espulsione di sangue e muco.
L'esame endoscopico può rivelare la presenza di colite pseudomembranosa.
Alla comparsa di diarrea in forma significativa, il trattamento con il farmaco deve essere interrotto.
In presenza di forme severe dovrebbe essere presa in considerazione l'opportunità di effettuare una endoscopia intestinale.
Gli agenti antiperistaltici come derivati dell'oppio e difenossilato con atropina possono prolungare e/o peggiorare le condizioni.
È stato osservato come la vancomicina risulti efficace nel trattamento della colite pseudomembranosa da Clostridium difficile associata all'uso di antibiotici. Il dosaggio abituale nell'adulto risulta di 500 mg - 2 g/die di vancomicina per os suddivisa in tre-quattro dosi per 7-10 giorni. Casi lievi di colite possono rispondere alla interruzione del trattamento con clindamicina. I casi moderati o severi devono essere trattati prontamente mediante integrazione con fluidi, elettroliti e proteine.
È stato osservato come la colestiramina ed il colestipolo siano in grado di legare la tossina in vitro.
Se una resina e la vancomicina vengono somministrate contemporaneamente può risultare opportuno somministrare ciascuno dei due farmaci in tempi diversi.
Corticosteroidi somministrati per via sistemica e/o clistere possono risultare utili nell'alleviare la colite.
Altre cause di colite dovrebbero tuttavia essere prese in considerazione.
Deve essere effettuata una accurata indagine in merito a precedenti sensibilità a farmaci ed altri allergeni.
La clindamicina esercita prevalentemente un effetto locale a livello della zona trattata.
La presenza di clindamicina in concentrazioni pari a 597 mcg/g (0-1490) è stata dimostrata nei comedoni di soggetti acneici trattati con il farmaco per un periodo di 4 settimane.
In seguito a ripetute applicazioni di clindamicina fosfato in soluzione alcolica alla concentrazione dell'1% come clindamicina base, livelli molto bassi del farmaco sono stati registrati nel siero (0-3 ng/ml) e meno dell'0,2% della dose applicata e'stato riscontrato nelle urine.