Principio attivo: zuclopentixolo acetato 50 mg, pari a 45 mg
di zuclopentixolo base;
Eccipienti: olio vegetale q.b. a 1 ml
- [Vedi Indice]
Trattamento iniziale delle sindromi dissociative acute incluse
la psicosi maniacale e le recrudescenze delle psicosi
croniche.
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Adulti: il dosaggio dovrebbe essere individualizzato in
base alle condizioni del paziente. Lo zuclopentixolo acetato va
somministrato mediante iniezione intramuscolare profonda. La
tollerabilità locale è buona.
In generale, somministrare dosi da 50 a 150 mg (1-3 ml)
ripetute, se necessario, ad intervalli di 2-3 giorni.
In alcuni pazienti è necessario somministrare
un’ulteriore dose dopo 24-48 ore dalla prima iniezione.
Normalmente sono sufficienti una o due iniezioni di Clopixol
Acuphase per poter indirizzare il paziente alla terapia di
mantenimento con zuclopentixolo orale, secondo le seguenti
modalità:
- somministrazione di zuclopentixolo orale 2 o 3 giorni dopo
l’ultima iniezione di zuclopentixolo acetato:
iniziare un trattamento orale con zuclopentixolo alla dose di
20-60 mg/die in dosi refratte; se necessario la dose può
essere aumentata di 10-20 mg ogni giorno fino a un massimo di 150
mg/die.
Bambini: se ne sconsiglia la somministrazione.
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Ipersensibilità individuale accertata verso il
prodotto.
Intossicazioni acute da alcool, barbiturici ed oppiacei; stati
comatosi, gravidanza.
In assenza di dati clinici di sicurezza ed efficacia dello
zuclopentixolo acetato nei bambini, il prodotto non deve essere
impiegato in età pediatrica.
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Nei pazienti con anamnesi positiva per episodi convulsivi o
gravi malattie epatiche, renali o cardiovascolari, lo
zuclopentixolo acetato deve essere somministrato con cautela.
Lo zuclopentixolo potenzia l’effetto
dell’alcool.
Anche l’effetto degli anestetici, degli analgesici ad
azione centrale e degli ipnotici è potenziato da questo
farmaco.
L’associazione con altri psicofarmaci richiede
particolare cautela e vigilanza da parte del medico onde evitare
inattesi effetti indesiderati da interazione.
In corso di trattamento con farmaci antipsicotici è
stato riportato un complesso di sintomi, potenzialmente fatale,
denominato Sindrome Neurolettica Maligna. Manifestazioni cliniche
di tale sindrome sono: iperpiressia, rigidità muscolare,
acinesia, disturbi vegetativi (irregolarità del polso e
della pressione arteriosa, sudorazione, tachicardia, aritmie);
alterazioni dello stato di coscienza che possono progredire fino
allo stupore ed al coma. Il trattamento della S.N.M. consiste nel
sospendere immediatamente la somministrazione dei farmaci
antipsicotici e di altri farmaci non essenziali e nell’
istituire una terapia sintomatica intensiva (particolare cura
deve essere posta nel ridurre l’ipertermia e nel correggere
la disidratazione). Qualora venisse ritenuta indispensabile la
ripresa del trattamento con antipsicotici, il paziente deve
essere attentamente monitorato.
Da usare sotto diretto controllo del medico.
Tenere fuori della portata dei bambini.
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Lo zuclopentixolo acetato potenzia l’effetto
dell’alcool, dei barbiturici e di altri farmaci depressivi
dell’attività del sistema nervoso centrale. Lo
zuclopentixolo acetato non deve essere somministrato
contemporaneamente a� guanetidina o altri farmaci aventi azione
simile, dal momento che, come gli altri neurolettici, può
bloccare l’effetto antiipertensivo di questi farmaci. La
somministrazione contemporanea di antidepressivi triciclici e
neurolettici induce un’alterazione delle vie metaboliche di
entrambi i farmaci. Lo zuclopentixolo acetato può ridurre
gli effetti della levodopa e di farmaci dopaminergici
nonchè adrenergici. La contemporanea somministrazione di
metoclopramide e piperazina aumenta il rischio di insorgenza di
sintomi extrapiramidali.
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Lo zuclopentixolo acetato non dovrebbe essere somministrato
durante la gravidanza o l’ allattamento a meno che il
beneficio atteso per la paziente non superi il potenziale rischio
per il feto o il neonato.
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Il prodotto può diminuire la capacità di
reazione; va quindi prestata molta attenzione durante la guida e
l’uso di macchinari, nonchè durante qualsiasi altra
attività in cui sia richiesta l’integrità del
grado di vigilanza, almeno fino a quando non sia nota la risposta
individuale del paziente al trattamento.
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Clopixol Acuphase è generalmente ben tollerato. La
frequenza e la severità degli effetti collaterali
riportati sono generalmente più pronunciate il giorno
successivo alla prima iniezione e tendono a scomparire
rapidamente. Gli effetti collaterali più frequentemente
osservati sono:
- i sintomi di tipo extrapiramidale quali distonia,
rigidità, acatisia motoria e tremori; questi effetti sono
facilmente controllabili con la somministrazione di farmaci
antiparkinson;
- vertigine ortostatica, solo raramente di severa
intensità;
- secchezza delle fauci.
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Le manifestazioni da sovradosaggio sono le seguenti:
sonnolenza, coma, sintomi extrapiramidali, convulsioni,
ipotensione, shock, iper o ipotermia.
Trattamento: il trattamento è sintomatico e di
supporto. Occorre istituire misure volte a sostenere il sistema
respiratorio e cardiovascolare. Non deve essere somministrata
adrenalina. Non esiste uno specifico antidoto.
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Lo zuclopentixolo è un neurolettico del gruppo dei
tioxanteni, con spiccate caratteristiche antipsicotiche ed
effetti sedativi non specifici.
In seguito all’esterificazione con l’ acido
acetico, lo zuclopentixolo è stato modificato in una
sostanza più lipofila, lo zuclopentixolo acetato.
Veicolato in olio vegetale ed iniettato per via intramuscolare,
diffonde piuttosto lentamente nei fluidi tissutali circostanti,
dove subisce una degradazione enzimatica che libera
zuclopentixolo attivo.
L’attività antipsicotica dei neurolettici
è dovuta all’ effetto bloccante che essi esercitano
sui recettori della dopamina. I tioxanteni hanno alta
affinità sia per i recettori dopaminergici D1 accoppiati
con adenilato ciclasi sia per i recettori dopaminergici D2. In
vivo l’ affinità per i recettori D1 prevale su
quella per i D2.
Lo zuclopentixolo ha mostrato di possedere una potente
attività neurolettica negli studi farmacologici
comportamentali per i composti antipsicotici.
Si ritiene che i tioxanteni inducano minor
supersensibilizzazione di altri neurolettici e sopprimano la
supersensibilizzazione indotta da altri neurolettici. Dal momento
che la supersensibilizzazione è ritenuta responsabile
dello sviluppo della discinesia nell’uomo, non ci si deve
aspettare l’insorgenza di tale sindrome in seguito alla
somministrazione di neurolettici con marcata componente D1 come i
tioxanteni.
Come la maggior parte dei neurolettici, lo zuclopentixolo
aumenta i livelli sierici di prolattina.
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Il comportamento farmacocinetico dello zuclopentixolo è
di tipo lineare.
Massimi livelli di concentrazione serica di zuclopentixolo
sono raggiunti dopo 24-48 ore (media 36 ore) dall’iniezione
con successiva lenta riduzione della curva di concentrazione. La
concentrazione plasmatica massima per una dose di 100 mg è
di 41 ng/ml. Tre giorni dopo l’iniezione la concentrazione
serica è pari a circa un terzo di quella massima.
Lo zuclopentixolo ha un profilo di distribuzione simile a
quello di altri neurolettici con la più alta
concentrazione di farmaco e dei suoi metaboliti nel fegato,
polmoni, intestino e reni e minor concentrazione nel cuore,
milza, cervello e sangue. Il volume apparente di distribuzione
è pari a circa 20 l/kg e il legame alle proteine
plasmatiche è del 98-99%.
Piccole quantità di zuclopentixolo possono superare la
barriera placentare. E’ secreto in piccola quantità
nel latte materno - il rapporto di concentrazione latte /siero
è circa 0,3.
Il metabolismo dello zuclopentixolo procede attraverso tre vie
principali - sulfossidazione, N-dealchilazione della catena
laterale e coniugazione con acido glucuronico. I metaboliti non
possiedono attività farmacologica. L’ escrezione
avviene per lo più con le feci e in misura minore con
l’urina. L’ emivita di eliminazione è circa
20h e la clearance sistemica è circa 0,9 l/min.
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Lo zuclopentixolo ha una bassa tossicità acuta. Negli
studi di tossicità cronica non sono emersi dati negativi
per l’uso terapeutico dello zuclopentixolo. Sulla base dei
risultati degli studi di riproduzione lo zuclopentixolo non
sembra causare problemi di questo tipo nelle femmine in
età fertile. Lo zuclopentixolo non ha potere mutageno
nè carcinogeno.
Un danno muscolare locale viene comunemente riscontato dopo
iniezione di neurolettici, incluso lo zuclopentixolo, in
soluzione acquosa. Il danno tissutale è minore per i
neurolettici in veicolo oleoso, incluso lo zuclopentixolo
acetato, rispetto alle formulazioni in soluzione acquosa.
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Olio vegetale
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Zuclopentixolo acetato non deve essere mescolato con altre
soluzioni iniettabili.
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2 anni.
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Conservare ad una temperatura non superiore ai 30° C,
tenere il contenitore nell’imballaggio esterno.
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Astuccio da 1 fiala di vetro da 1 ml.
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Nessuna precauzione speciale
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Lundbeck Italia S.p.A.
Via G. Fara, 35 - 20124 Milano
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Astuccio da 1 fiala 50 mg/ 1ml Soluzione Iniettabile A.I.C. n.
026890083
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Astuccio da 1 fiala 50 mg/ 1ml Soluzione Iniettabile� Novembre
1995/Giugno 2000
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Novembre 2001
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