- [Vedi Indice]
Cordarone per via endovenosa deve essere utilizzato quando
è richiesta una risposta rapida o quando la
somministrazione orale non è possibile.
Terapia e prevenzione di gravi disturbi del ritmo resistenti
alle altre terapie specifiche: tachicardie sopraventricolari
(parossistiche e non parossistiche) extrasistoli atriali, flutter
e fibrillazione atriale.
Tachicardie parossistiche sopraventricolari reciprocanti come
in corso di Sindrome di Wolff-Parkinson-White. Extrasistoli e
tachicardie ventricolari.
�
Vedere anche il paragrafo 6.6. “Istruzioni per
l’uso”.
Infusione venosa:
-���� Dosaggio di carico: la posologia media è di 5
mg/kg esclusivamente in 250 ml di soluzione glucosata al 5%,
somministrata in un intervallo di tempo compreso tra 20 minuti e
2 ore, tale dose è ripetibile da 2 a 3 volte nelle 24 ore.
La velocità di infusione deve essere adattata ai
risultati.
L’effetto terapeutico compare entro i primi minuti e poi
diminuisce progressivamente, quindi si deve effettuare
un’infusione successiva.
-���� Dosaggio di mantenimento: da 10 a 20 mg/kg nelle 24 ore
(generalmente 600-800 mg/24 ore e fino a 1200 mg/24 ore) in 250
ml di soluzione glucosata al 5 % per pochi giorni.
Passare alla via orale dal primo giorno di
infusione.
Iniezione endovenosa
(vedere 4.4 “Speciali avvertenze e precauzioni per
l'uso”)
La posologia è di 5 mg/kg, la durata
dell’iniezione deve essere non inferiore a 3 minuti. Non
aggiungere nessun altro prodotto nella siringa.
Terapia concomitante
Per i pazienti che assumono amiodarone in concomitanza a
inibitori� dell’HMG-CoA redattasi (statine), (vedere
paragrafi 4.4 - Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
e 4.5 - Interazioni con altri medicinali ed altre forme
d’interazione).
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-���� Bradicardia sinusale e blocco senoatriale
-���� Malattia sinusale senza elettrostimolatore (rischio di
arresto sinusale);
-���� Disturbi gravi di conduzione, senza elettrostimolatore
(blocchi atrio-ventricolari gravi, blocchi bi- o trifascicolari).
In questi casi l’amiodarone iniettabile può essere
utilizzato in Unità specializzate e tramite stimolatore
elettrosistolico
-���� Collasso cardiovascolare, ipotensione arteriosa
grave
-���� Associazione con farmaci in grado di determinare
"torsades de pointe" (vedere 4.5 " Interazioni con altri
medicinali ed altre forme di interazione").
-���� Distiroidismi in corso o risolti. Nei casi dubbi fare un
esame della funzionalità tiroidea prima del
trattamento.
-���� Ipersensibilità nota verso il prodotto o allo
iodio.
-���� Gravidanza, eccetto casi
eccezionali (vedere 4.6 "Gravidanza ed
allattamento").
-���� Allattamento (vedere 4.6 "Gravidanza ed
allattamento").
-���� L’iniezione endovenosa è controindicata in
caso di ipotensione, insufficienza respiratoria grave,
miocardiopatia o insufficienza cardiaca (rischio di
peggioramento)
�
Speciali avvertenze
Per quanto riguarda l’iniezione endovenosa vedere anche
paragrafo 4.3 “Controindicazioni”
-���� La somministrazione per iniezione endovenosa è
generalmente sconsigliata a causa dei rischi emodinamici
(ipotensione grave, collasso cardio-vascolare); è quindi
preferibile, ogni qualvolta sia possibile, la somministrazione
per infusione venosa.
-���� L’iniezione endovenosa deve essere limitata alle
situazioni d’urgenza e nei casi in cui le altre terapie
alternative abbiano fallito e deve essere utilizzata solo in
Unità di rianimazione cardiologica e sotto monitoraggio
elettrocardiografico.
-���� Il dosaggio è di circa 5 mg/kg da iniettare in un
tempo non inferiore a 3 minuti. L’iniezione endovenosa non
deve essere ripetuta nei 15 minuti che seguono la prima iniezione
anche se quest’ultima è stata solo di 1 fiala
(rischio di collasso irreversibile).
-���� Non aggiungere nessun altro prodotto nella stessa
siringa. Se si deve continuare il trattamento, passare
all’infusione venosa (vedere paragrafo 4.2 “Posologia
e modo di somministrazione”).
Precauzioni per l’uso
La somministrazione di amiodarone per via endovenosa deve
essere effettuata solo in Unità ospedaliere specializzate
e sotto monitoraggio continuo (ECG, pressione sanguigna).
Usare cautela in caso di ipotensione, insufficienza
respiratoria grave, miocardiopatia scompensata e insufficienza
cardiaca grave.
Tenere il medicinale fuori della portata dei
bambini.
Nel corso di uno studio clinico non ancora concluso è
stato osservato un aumento del rischio di miopatia di 10 volte
nei pazienti trattati con simvastatina alla dose di 80 mg/die e
con amiodarone. Pertanto nei pazienti che assumono amiodarone in
associazione a simvastatina, il dosaggio di Simvastatina non deve
superare i 20 mg/die (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali
ed altre forme di interazione).
La possibile interazione di amiodarone con le altre statine
non è nota.
Si suggerisce comunque una particolare attenzione quando
amiodarone viene somministrato in associazione agli inibitori
dell’HMG- CoA reduttasi (statine).
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Associazioni controindicate
-���� Farmaci in grado di dare “torsades de
pointe” (vedere 4.3
“Controindicazioni”):
·���� antiaritmici della Classe IA, bepridil,
chinidino-simili e sotalolo,
·���� non anti-aritmici come vincamina, sultopride,
eritromicina i.v., pentamidina per somministrazione
parenteralepoichè si può avere un aumento del
rischio di “torsades de pointe” potenzialmente
letali.
Associazioni sconsigliate
-���� Betabloccanti ed alcuni calcioantagonisti (verapamil,
diltiazem) per la possibilità di disturbi di automatismo
(bradicardia eccessiva) e di conduzione.
-���� Lassativi stimolanti: per la comparsa di una possibile
ipokaliemia aumentando di conseguenza il rischio di
“torsades de pointe”; si devono quindi utilizzare
altri tipi di lassativi.
Associazioni che necessitano di precauzioni d'uso
-���� Farmaci in grado di dare ipokaliemia:
·���� diuretici in grado di dare ipokaliemia, soli o
associati
·���� glucocorticoidi e mineralcorticoidi per via
generale, tetracosactide
·���� amfotericina B per via i.v.
E’ necessario prevenire l’ipokaliemia (e
correggerla se necessario), si deve monitorare l’intervallo
QT e, in caso di “torsades de pointe”, non
somministrare antiaritmici (utilizzare un elettrostimolatore; si
può utilizzare magnesio per via i.v.).
-���� Anticoagulanti orali:
Poichè l’effetto degli anticoagulanti orali
è potenziato, aumentando così il rischio di
sanguinamento, è necessario monitorare i livelli di
protrombina in modo più regolare ed aggiustare la
posologia degli anticoagulanti sia durante il trattamento con
amiodarone che dopo la sua interruzione.
-���� Digitale
Possono presentarsi disturbi nell’automatismo (eccessiva
bradicardia) e nella conduzione atrioventricolare (azione
sinergica); inoltre è possibile un aumento delle
concentrazioni plasmatiche di digossina dovuto ad una diminuzione
della clearance della digossina.
Deve quindi essere effettuato un monitoraggio clinico,
elettrocardiografico e biologico (includendo eventual-mente anche
i livelli plasmatici di digossina); potrebbe essere necessario
aggiustare la posologia della digitale.
-���� Fenitoina
E’ possibile un aumento dei livelli plasmatici di
fenitoina con sintomi di sovradosaggio (in particolare sintomi
neurologici); quindi si deve effettuare un monitoraggio clinico e
non appena appaiono sintomi da sovradosaggio si deve ridurre il
dosaggio della fenitoina; si devono determinare i livelli
plasmatici della fenitoina.
-���� Ciclosporina
E’ possibile un aumento dei livelli plasmatici di
ciclosporina dovuti ad una diminuzione della sua clearance; si
deve aggiustare il dosaggio.
-���� Anestesia generale, ossigeno-terapia
In pazienti sottoposti ad anestesia generale sono state
riportate complicazioni potenzialmente gravi: bradicardia (che
non risponde all’atropina), ipotensione, disturbi della
conduzione, diminuzione della gettata cardiaca.
E’ stato osservato qualche caso di complicazioni
respiratorie gravi, qualche volta ad evoluzione fatale,
generalmente nel periodo immediatamente seguente un intervento
chirurgico (sindrome da distress respiratorio acuto
dell’adulto); ciò può essere correlato ad una
possibile interazione con un’alta concentrazione di
ossigeno.
Prima dell’intervento chirurgico si deve informare
l’anestesista che il paziente sta assumendo amiodarone.
-���� Farmaci metabolizzati dal citocromo P450 3A4:
quando tali farmaci sono co-somministrati con amiodarone,
inibitore del CYP 3A4, si può verificare un innalzamento
delle loro concentrazioni plasmatiche che comporterebbe un
possibile aumento della loro tossicità.
L’associazione di amiodarone con alte dosi di
simvastatina aumenta notevolmente il rischio di miopatia (vedi
paragrafo 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni per
l’uso).
La possibile interazione di amiodarone con le altre statine
non è nota.
Si suggerisce comunque una particolare attenzione quando
amiodarone viene somministrato in associazione agli inibitori
dell’HMG- CoA reduttasi (statine).
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Gravidanza
Amiodarone è controindicato in gravidanza, eccetto in
casi eccezionali, a causa dei suoi effetti sulla tiroide del
feto.
Allattamento
Amiodarone è controindicato nelle madri che allattano
poiché viene escreto nel latte materno in quantità
significative.
�
La sostanza non interferisce sulla capacità di guidare
e sull'uso delle macchine.
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Locali
Possibilità di infiammazione delle vene in seguito a
infusione venosa. Tale effetto può essere evitato con
l’uso di un catetere venoso centrale.
Sistemici
-���� Vampate, sudorazione, nausea (iniezione endovenosa)
-���� Diminuzione della pressione arteriosa, generalmente
moderata e transitoria. In seguito a sovradosaggio o a iniezione
troppo rapida sono stati riportati casi di ipotensione o
collasso.
-���� Bradicardia moderata. In alcuni casi e specialmente nei
pazienti anziani, una bradicardia marcata, o più
eccezionalmente un arresto sinusale, richiedono
l’interruzione della terapia.
-���� Sono stati riportati casi di inizio o di peggioramento
dell’aritmia, seguiti a volte da arresto cardiaco; sulla
base delle conoscenze attuali, non è possibile
differenziare ciò che è dovuto al farmaco da
ciò che può essere correlato alle condizioni
cardiache di base o da ciò che può essere il
risultato di una perdita di efficacia della terapia. Questi
effetti vengono riportati più raramente che con la maggior
parte degli altri farmaci antiaritmici e generalmente si
presentano nel caso di alcune interazioni con altri farmaci o di
disturbi elettrolitici (vedere 4.5. “Interazioni con altri
medicinali ed altre forme di interazione”).
-���� Sono stati riportati, all’inizio della terapia,
aumenti isolati, generalmente moderati (da 1,5 a 3 volte del
valore normale) delle transaminasi sieriche; questi aumenti
possono regredire con la diminuzione della dose o anche
spontaneamente.
-���� E’ stato anche riportato qualche caso di
epatopatia acuta, talvolta fatale, con transaminasi sieriche
elevate e/o ittero; in tali casi il trattamento deve essere
interrotto e si raccomanda quindi un monitoraggio della
funzionalità epatica.
-���� Dopo iniezione endovenosa sono stati descritti altri
effetti, apparentemente eccezionali (qualche caso isolato): shock
anafilattico, ipertensione intracranica benigna (pseudo-tumor
cerebri), broncospasmo e/o apnea nei casi di insufficienza
respiratoria grave e specialmente nei pazienti asmatici.
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Non esistono informazioni disponibili riguardanti casi di
sovradosaggio con amiodarone somministrato per via
endovenosa.
Sono disponibili poche informazioni relative al sovradosaggio
acuto con amiodarone somministrato per via orale. E’ stato
riportato qualche caso di bradicardia sinusale, arresto cardiaco,
attacchi di tachicardia ventricolare, “torsade de
pointe”, insufficienza circolatoria e danno epatico.
Il trattamento deve essere sintomatico. Non sono dializzabili
nè l’amiodarone nè i suoi metaboliti.
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Proprietà anti-aritmiche:
-���� Allungamento della fase 3 del potenziale d’azione
della fibra cardiaca dovuto principalmente ad una diminuzione
della corrente del potassio (Classe III secondo la
classificazione di Vaughan Williams); questo allungamento non
è correlato con la frequenza cardiaca.
-���� Automaticità sinusale ridotta, che porta a
bradicardia, insensibile alla somministrazione di atropina.
-���� Inibizione alfa- e beta-adrenergica non competitiva.
-���� Rallentamento nella conduzione senoatriale, atriale e
nodale, che è più marcata quando la frequenza
cardiaca è alta.
-���� Nessun cambiamento della conduzione
intraventricolare.
-���� A livello atriale, nodale e ventricolare: aumento del
periodo refrattario e diminuzione dell’eccitabilità
del miocardio.
-���� Rallentamento della conduzione e prolungamento dei
periodi refrattari in vie atrioventricolari accessorie.
Proprietà anti-ischemiche:
-���� Caduta moderata della resistenza periferica e
diminuzione della frequenza cardiaca con conseguente riduzione
del fabbisogno di ossigeno.
-���� Antagonismo non competitivo per i recettori alfa- e
beta-adrenergici.
-���� Aumento della gettata coronarica dovuto ad un effetto
diretto sulla muscolatura liscia delle arterie del miocardio.
-���� Mantenimento della gettata cardiaca dovuto a diminuzione
della pressione aortica e della resistenza periferica.
Altro:
-���� Contrattilità cardiaca ridotta soprattutto dopo
iniezione endovenosa.
�
Dopo somministrazione per iniezione, la concentrazione ematica
dell’amiodarone diminuisce rapidamente poichè
l’amiodarone si deposita nei tessuti; il massimo
dell’efficacia si ottiene dopo 15 minuti
dall’iniezione e si esaurisce nelle successive 4 ore. In
caso di somministrazione unica, il farmaco viene progressivamente
eliminato; si accumula nei tessuti nel caso di iniezioni ripetute
o se la terapia viene continuata per via orale.
�
Tossicità acuta: DL50 nel ratto 170 mg/kg
i.v., > 3000 mg/kg os, nel topo 450 mg/kg i.p., > 3000
mg/kg os, nel cane beagle 85-150 mg/kg i.v.
Tossicità cronica: non sono stati rilevati fenomeni di
mortalità, cali ponderali o variazione dei parametri
biologici a dosi orali fino a 37,5 mg/kg/die (4 settimane) e 16
mg/kg/die (52 settimane) nel ratto e fino a 12,5 mg/kg/die nel
cane.
Teratogenesi: indagini effettuate nel ratto (100 mg/kg/die) e
nel coniglio (75 mg/kg/die) non hanno evidenziato segni di
tossicità fetale.
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Alcool benzilico, polisorbato 80, acqua per preparazioni
iniettabili (q.b. a ml 3).
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Incompatibile con aminofillina, eparina e soluzioni di sodio
cloruro.
Vedere anche il paragrafo 6.6. “Istruzioni per
l’uso”.
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60 mesi.
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Astuccio di cartone contenente 5 fiale.
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A cause delle caratteristiche farmaceutiche, non si devono
utilizzare concentrazioni inferiori a 600 mg/l. Utilizzare solo
soluzione glucosata al 5% (isotonica). Non aggiungere nessun
altro prodotto nella soluzione di infusione.
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SANOFI–SYNTHELABO S.p.A. - Via Messina, 38 - Milano.
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A.I.C. n° 025035027
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Medicinale da vendersi dietro prescrizione di ricetta
medica.
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Rinnovo: 6.2000
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Non soggetto.
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Agosto 2002
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