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Terapia e prevenzione di gravi disturbi del ritmo resistenti
alle altre terapie specifiche: tachicardie sopraventricolari
(parossistiche e non parossistiche) extrasistoli atriali, flutter
e fibrillazione atriale.
Tachicardie parossistiche sopraventricolari reciprocanti come
in corso di Sindrome di Wolff-Parkinson-White. Extrasistoli e
tachicardie ventricolari.
Trattamento profilattico delle crisi di angina pectoris.
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L'amiodarone ha peculiari caratteristiche farmacologiche
(assorbimento orale del 50%, estesa distribuzione tissutale,
lenta eliminazione, ritardata risposta terapeutica per via orale)
ampiamente variabili da individuo ad individuo; per questo la via
di somministrazione, il dosaggio iniziale e quello di
mantenimento debbono essere valutati caso per caso, adattandoli
alla gravità dell'affezione e alla risposta clinica.
I dosaggi raccomandati sono:
Trattamento dei disturbi del ritmo:
Il dosaggio medio iniziale consigliato è di 600 mg al
giorno fino ad ottenere una buona risposta terapeutica, in media
entro due settimane. Successivamente la dose può essere
gradualmente ridotta fino a stabilire la dose di mantenimento
abitualmente compresa tra 100-400 mg al giorno.
Quando sia difficile stabilire una soddisfacente dose
giornaliera di mantenimento, si può ricorrere ad una
terapia discontinua (es. 2/3 settimane al mese o 5 giorni a
settimana).
Trattamento profilattico delle crisi di angor:
attacco: 600 mg al giorno per circa 7 giorni
mantenimento: 100-400 mg al giorno o in maniera discontinua (5
giorni a settimana o 2/3 settimane al mese).
Terapia concomitante
Per i pazienti che assumono amiodarone in concomitanza a
inibitori� dell’HMG-CoA redattasi (statine), (vedere
paragrafi 4.4 - Speciali avvertenze e precauzioni per l’uso
e 4.5 - Interazioni con altri medicinali ed altre forme
d’interazione).
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Ipersensibilità nota verso il prodotto o allo iodio.
Bradicardie sinusali; blocco senoatriale; disturbi gravi di
conduzione, senza elettrostimolatore (blocchi atrio-ventricolari
gravi, blocchi bi- o trifascicolari); malattia sinusale senza
elettrostimolatore (rischio di arresto sinusale); associazione
con farmaci in grado di determinare "torsades de pointe" (vedere
"Interazioni"). Distiroidismi o antecedenti tiroidei.
Nei casi dubbi (antecedenti incerti, anamnesi tiroidea
familiare) fare un esame della funzionalità tiroidea prima
del trattamento.
Gravidanza, a meno di casi eccezionali, a causa degli effetti
negativi del farmaco sulla tiroide del feto.
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L'amiodarone può provocare� manifestazioni collaterali
di frequenza e gravità diverse.
Le manifestazioni osservate con maggiore frequenza non
giustificano la sospensione del trattamento (vedere "Effetti
collaterali"). Tuttavia sono stati segnalati effetti collaterali
gravi, in particolare a carico del polmone o lesioni da epatite
cronica. Tali effetti sono rari alle dosi abituali e compaiono
per lo più in relazione all'uso di dosi eccessive.
In ogni caso la riduzione della posologia o la sospensione del
trattamento dovranno venire considerate in funzione sia della
potenziale gravità dell'effetto collaterale sia della
gravità della forma cardiaca in atto.
Il farmaco quindi deve essere utilizzato solo dopo aver
valutato accuratamente le condizioni del paziente al fine di
valutare se i benefici attesi compensano gli ipotetici svantaggi;
inoltre il paziente dovrà essere attentamente sorvegliato
dal punto di vista clinico e di laboratorio per poter cogliere le
manifestazioni avverse ai loro primi segni ed adottare le misure
idonee.
Essendo gli effetti collaterali dell'amiodarone nella maggior
parte dei casi dose-dipendenti, essi potranno essere evitati o la
loro importanza potrà essere ridotta ricercando
accuratamente una posologia minima di mantenimento.
In caso di contemporanea prescrizione di altri farmaci
cardiologici, assicurarsi che non esistano interazioni
medicamentose note (vedere "Precauzioni" e
"Controindicazioni").
In caso di offuscamento visivo o di diminuzione
dell'acuità visiva, praticare un esame oftalmologico. La
comparsa di dispnea, isolata o associata a un decadimento dello
stato generale (affaticamento, dimagrimento) impone un controllo
radiologico polmonare (vedere "Effetti collaterali").
Viene consigliato un esame periodico della funzionalità
tiroidea (T3, T4, Test TRH-TSH) in caso di
trattamento protratto o nei soggetti anziani (vedere "Effetti
collaterali").
La conferma di un ipertiroidismo impone la sospensione del
trattamento che generalmente è sufficiente ad avviare la
guarigione clinica.
In caso di ipertiroidismo di grado preoccupante, come tale, o
in funzione delle sue ripercussioni a livello cardiaco, per
l'efficacia incostante degli antitiroidei di sintesi, è
raccomandabile il ricorso ad una corticoterapia decisa (1 mg/kg)
e sufficientemente protratta (3 mesi).
Viene raccomandato il controllo periodico della
funzionalità epatica. In caso di epatomegalia o sospetta
colestasi il farmaco dovrebbe essere tempestivamente interrotto
ed il paziente sottoposto a controllo ecografico. Un aumento (2-4
volte la norma) asintomatico delle sole transaminasi non sembra
costituire invece indicazione alla sospensione del farmaco.
Per questi motivi il farmaco non può essere utilizzato
nei pazienti con evidenti segni clinici e di laboratorio di
epatopatia in atto; nei casi più lievi esso potrà
essere impiegato solo quando indispensabile e dovrà essere
sospeso allorché si manifesti un peggioramento del danno
epatico.
Si tenga inoltre presente che nel paziente anziano possono
essere particolarmente accentuati gli effetti dell'amiodarone
sull'attività cardiaca.
Nel corso del trattamento è consigliabile evitare
l'esposizione diretta alla luce solare.
In relazione al ridotto effetto inotropo negativo,
l'amiodarone può venire utilizzato per via orale in caso
di insufficienza cardiaca.
Tenere il medicinale fuori della portata dei
bambini.
Nel corso di uno studio clinico non ancora concluso è
stato osservato un aumento del rischio di miopatia di 10 volte
nei pazienti trattati con simvastatina alla dose di 80 mg/die e
con amiodarone. Pertanto nei pazienti che assumono amiodarone in
associazione a simvastatina, il dosaggio di Simvastatina non deve
superare i 20 mg/die (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali
ed altre forme di interazione).
La possibile interazione di amiodarone con le altre statine
non è nota.
Si suggerisce comunque una particolare attenzione quando
amiodarone viene somministrato in associazione agli inibitori
dell’HMG- CoA reduttasi (statine).
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L'amiodarone può interferire con alcune sostanze spesso
utilizzate in terapie cardiologiche concomitanti rallentandone il
metabolismo o rendendo i loro effetti più evidenti a
carico del cuore.
Sotto tale aspetto meritano una speciale menzione quei farmaci
o quelle condizioni (ipokaliemia, farmaci disperdenti potassio,
antiaritmici della classe 1A e altri) che concorrendo con
l'amiodarone a prolungare l'intervallo QT possano favorirne
l'effetto proaritmico.
Le seguenti associazioni possono pertanto essere considerate
delle controindicazioni a meno che non siano giudicate
assolutamente necessarie da parte del medico.
Altri antiaritmici: questa associazione può essere
impiegata solo nei casi di aritmie pericolose per la vita e non
controllabili completamente con un solo antiaritmico. Si
raccomanda in ogni caso uno stretto monitoraggio cardiologico e
un opportuno aggiustamento delle dosi tenendo presente che
l'amiodarone aumenta i tassi plasmatici di alcuni farmaci
antiaritmici come la chinidina, la procainamide, la disopiramide
e la flecainide.
Altri farmaci cardiovascolari: beta-bloccanti,
calcioantagonisti con effetto dromotropo negativo (diltiazem,
verapamil) e/o con effetto sulla ripolarizzazione (bepridil).
Farmaci che inducono ipokaliemia: es. certi diuretici e
lassativi.
Si tenga presente che l'ipokaliemia in generale può
rendere inefficaci o evidenziare le potenzialità
pro-aritmiche dei farmaci antiaritmici.
Pertanto l'ipokaliemia deve sempre essere corretta prima di
iniziare la terapia con amiodarone; l'associazione con farmaci
che inducono ipokaliemia deve essere pertanto condotta sotto
stretto controllo del livello ematico del potassio.
Farmaci IMAO: associazione controindicata.
Poiché in soggetti cardiopatici è frequente e
necessaria la concomitante somministrazione di digossina o di
anticoagulanti orali l'associazione con amiodarone è
consentita procedendo ad un aggiustamento posologico di tali
farmaci controllando frequentemente il tempo di protrombina e
l'ECG (effetti sulla frequenza e sulla conduzione
atrio-ventricolare).
Farmaci metabolizzati dal citocromo P450 3A4: Quando tali
farmaci sono co-somministrati con amiodarone, inibitore del CYP
3A4, si può verificare un innalzamento delle loro
concentrazioni plasmatiche che comporterebbe un possibile aumento
della loro tossicità.
L’associazione di amiodarone con alte dosi di
simvastatina aumenta notevolmente il rischio di miopatia (vedi
paragrafo 4.4 Speciali avvertenze e precauzioni per
l’uso).
La possibile interazione di amiodarone con le altre statine
non è nota.
Si suggerisce comunque una particolare attenzione quando
amiodarone viene somministrato in associazione agli inibitori
dell’HMG- CoA reduttasi (statine).
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In gravidanza, salvo casi eccezionali, il farmaco non va
somministrato a causa dei potenziali effetti negativi sulla
tiroide del feto.
Quantità significative di amiodarone vengono escrete
nel latte materno; l'allattamento naturale è pertanto
sconsigliato alle pazienti trattate con il farmaco.
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La sostanza non interferisce sulla capacità di guidare
e sull'uso delle macchine.
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Apparato respiratorio: tosse, dispnea accompagnate da segni
radiografici e funzionali di polmonite interstiziale (alterazione
della diffusione alveolo-capillare) che richiede la sospensione
della terapia e la somministrazione di farmaci
corticosteroidei.
Apparato gastro-enterico: nausea, vomito, anoressia,
costipazione.
Sono stati osservati alcuni casi di epatite cronica:
l'istologia é quella di una epatopatia pseudo-alcoolica.
Dopo sospensione del trattamento i valori biologici rientrano
nella norma in qualche mese. In qualche caso eccezionale
l'evoluzione può essere irreversibile (vedere
"Avvertenze").
Apparato cardiovascolare: l'amiodarone come altri antiaritmici
può causare alterazioni del ritmo cardiaco. Gli effetti
osservati (disturbi del ritmo ventricolare, "torsades de
pointe"...) dipendono spesso da una interazione medicamentosa o
sono legati all'esistenza di fattori di rischio preesistenti
(ipokaliemia).
Sono inoltre stati descritti bradicardia e alterazioni della
conduzione senoatriale e atrioventricolare.
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Nota:
Durante il trattamento con amiodarone l'ECG risulta modificato
con una morfologia particolare dell'onda T, che evidenzia
l'allungamento della ripolarizzazione, e con l'eventuale comparsa
di un'onda U. Sono segni della attività terapeutica e non
di tossicità e non controindicano il proseguimento della
terapia.
Tiroide: l'amiodarone può causare quadri di ipo- o
ipertiroidismo; più frequenti sono aumenti del
T4, diminuzione del T3 con aumenti della
reverse-T3, aumento del TSH in pazienti eutiroidei sul
piano clinico.
Occhio: microdepositi corneali, di frequenza pressochè
costante, quando l'impregnazione tissutale è sufficiente.
Abitualmente asintomatici non controindicano il proseguimento
della terapia.
Eccezionalmente possono accompagnarsi alla percezione di aloni
colorati: tali sintomi sono strettamente soggettivi e non sono
collegati a danni della vista. Costituiti da depositi lipidici
complessi, i microdepositi corneali sono sempre reversibili dopo
sospensione del trattamento.
Sono stati osservati eccezionalmente alcuni casi di nevrite
ottica con offuscamento visivo e diminuzione dell'acuità
visiva. Attualmente non è stata ancora evidenziata una
relazione con la somministrazione del prodotto. In caso di
insorgenza di questi sintomi si raccomanda un esame
oftalmologico.
Sistema nervoso: astenia, tremori, vertigini, parestesie,
cefalea, insonnia, neuropatie periferiche con turbe della
sensibilità e della motilità.
Cute e annessi: eruzioni cutanee da fotosensibilizzazione.
Melanodermia di colore ardesia delle parti scoperte, che
regredisce lentamente dopo sospensione del trattamento.
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In caso di assunzione di dosi elevate e per periodi
prolungati, possono verificarsi sintomi da sovradosaggio. In
questi casi occorre diminuire o sospendere la terapia.
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CORDARONE è una specialità contenente
amiodarone, un derivato benzofuranico di sintesi ad
attività antiaritmica ed antianginosa.
Le proprietà fondamentali dell'amiodarone sono:
a) un'attività antiadrenergica non competitiva nei
confronti degli alfa e beta recettori; il meccanismo
antiadrenergico dell'amiodarone non è stato completamente
chiarito. Per questa sua proprietà l'amiodarone
antagonizza la tachicardia, l'ipertensione e l'accresciuto
consumo di ossigeno da parte del miocardio indotto dalle amine
simpaticomimetiche; essa spiega in parte le capacità
antiaritmiche e antianginose della sostanza che non si
accompagnano a significative modificazioni della
contrattilità miocardica.
b) un'attività sul potenziale di azione della
fibrocellula cardiaca consistente in un ritardo della
ripolarizzazione ottenuto mediante un prolungamento del
potenziale d'azione e del periodo refrattario effettivo.
Per queste sue caratteristiche l'amiodarone è
considerato un antiaritmico appartenente alla classe III. Gli
effetti dell'amiodarone sul periodo refrattario e sulla
conduzione intracardiaca si manifestano con un allungamento del
tratto PR e dell'intervallo QT.
Gli effetti elettrofisiologici dell'amiodarone ben documentati
a livello del nodo del seno, della muscolatura atriale e
ventricolare e del sistema di conduzione costituiscono la base
farmacologica della riconosciuta efficacia del farmaco nel
trattamento dei gravi disturbi del ritmo cardiaco.
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L'amiodarone dopo somministrazione orale raggiunge il picco
plasmatico dopo 6-8 ore. L'amiodarone si distribuisce in molti
tessuti; le concentrazioni ematiche sono basse e l'equilibrio
dinamico si raggiunge non prima di 6 giorni dall'inizio del
trattamento. Anche l'eliminazione della sostanza procede
lentamente, prevalentemente per via biliare. Dopo 30 giorni dalla
sospensione del trattamento l'organismo contiene ancora dal 16 al
34% della dose assunta. Si calcola che l'emivita del farmaco si
aggiri sui 28 giorni.
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Tossicità acuta: DL50 nel ratto 170 mg/kg
i.v., 523 mg/kg i.p., 3 g/kg os, nel topo 450 mg/kg i.p., 145
mg/kg i.v., 3000 mg/kg os, nel cane beagle 85-150 mg/kg i.v.
Tossicità cronica: nel ratto dopo 12 mesi di
trattamento a dosi di 50-100-200 mg/kg/die e nel cane dopo 9 mesi
a dosi di 30-60 mg/kg/die, non sono stati rilevati fenomeni di
mortalità, cali ponderali o variazione dei parametri
biologici.
Teratogenesi: indagini effettuate nel ratto e nel coniglio
(dose 100 mg/kg/die) non hanno evidenziato segni di
tossicità fetale.
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Lattosio monoidrato, amido di mais, polividone, silice
colloidale anidra, magnesio stearato.
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Non sono note incompatibilità.
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36 mesi.
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A temperatura ambiente in normali condizioni di
magazzinaggio.
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Astuccio di cartone contenente 2 blister di 10 compresse
ciascuno.
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Nessuna
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SANOFI-SYNTHELABO S.p.A. -. Via Messina, 38 - Milano
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A.I.C. n° 025035015
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Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
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Rinnovo: 6.2000
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Non soggetto.
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Agosto 2002
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