- [Vedi Indice]Ipertensione arteriosa. Angina pectoris.
Ipertensione arteriosa
Una compressa da 200 mg al mattino prima di colazione. Se necessario aumentare la dose a 400 mg sempre in un'unica somministrazione giornaliera.
L'associazione con diuretici consente un potenziamento dell'effetto antiipertensivo.
Angina pectoris
Una compressa da 200 mg al giorno, eventualmente aumentabile a 400 mg al giorno, in un'unica somministrazione e da assumere prima di colazione.
Le forme più gravi possono richiedere un trattamento con 600 mg al giorno preferibilmente in 2 o 3 dosi refratte. Come per tutti i beta-bloccanti la terapia non deve mai essere interrotta bruscamente; qualora dovesse essere necessario si consiglia di sospendere gradualmente il trattamento.
Ipersensibilità accertata verso il prodotto; blocco AV di 2° e 3° grado; scompenso cardiaco refrattario alla terapia con digitale; shock cardiogeno; bradicardia spiccata.
Se durante il trattamento con Cordiax dovessero manifestarsi segni di scompenso cardiaco occorre sospendere temporaneamente il farmaco.
Sebbene gli studi effettuati non abbiano dimostrato un effetto del farmaco sul metabolismo glicidico, la somministrazione di Cordiax a pazienti con diabete labile o scompensato va effettuata sotto controllo del Medico.
Nei pazienti diabetici, trattati con sulfoniluree, l'effetto del celiprololo può essere aumentato. Di conseguenza, è necessaria una stretta sorveglianza terapeutica.
Qualora un paziente in trattamento con Cordiax dovesse essere sottoposto ad anestesia generale occorre informare l'anestesista di tale terapia.
Nell'insufficienza renale grave occorre ridurre opportunamente le dosi di Cordiax.
Interruzione del trattamento in pazienti coronarici: come nel caso di tutti i beta-bloccanti, il trattamento dei pazienti anginosi non deve essere mai essere interrotto bruscamente; l'interruzione brusca può portare gravi disturbi del ritmo, infarto del miocardio, come pure morte improvvisa.
L'interruzione del trattamento deve sempre essere graduale, specialmente in pazienti con insufficienza coronarica, al fine di prevenire una eventuale iperattività simpatica secondaria.
In caso di precedente insufficienza cardiaca o di ipertrofia cardiaca, il monitoraggio clinico, soprattutto all'inizio del trattamento, determinerà se è necessario un trattamento con un diuretico e/o con digitale.
Utilizzare con cautela nei casi di blocco atrioventricolare di 1° grado. È utile, in caso di insufficienza renale, tenere sotto controllo il paziente.
Cordiax può essere prescritto con prudenza agli individui asmatici al di fuori degli accessi e ai pazienti con bronchite cronica ben equilibrata.
In caso di crisi asmatica, Cordiax non inibisce l'effetto dei broncodilatatori beta-mimetici.
L'uso dei beta-bloccanti nel trattamento dell'ipertensione arteriosa causata da feocromocitoma richiede particolari precauzioni.
La sospensione dei beta-bloccanti, 48 ore prima di un'anestesia generale, è considerata sufficiente per la ricomparsa di sensibilità normale alle catecolamine.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
La contemporanea somministrazione di simpaticolitici o depletori dei depositi di catecolamine (ad es. reserpina) o di inibitori della monoaminoossidasi (IMAO) può comportare un effetto additivo alla terapia con beta-bloccanti determinando, in alcuni casi, ipotensione e/o bradicardia marcata.
In linea di massima Cordiax non va somministrato in associazione a farmaci calcio-antagonisti che allungano il tempo di conduzione A-V (verapamil - diltiazem - bepridil).
Associazioni che necessitano di precauzioni per l'impiego
Amiodarone: anche se il celiprololo non modifica la conduzione miocardica, deve essere utilizzato con precauzione quando associato all'amiodarone.
Calcioinibitori (ad eccezione della nifedipina): rischio di problemi di automatismo, della conduzione senoatriale/atrioventricolare.
Possibilità di collasso cardiaco (effetto sinergico). Nel caso tale associazione fosse ritenuta indispensabile, il trattamento deve essere effettuato sotto stretto sorveglianza clinica ed elettrocardiografica, particolarmente all'inizio del trattamento.
D isopiramide, idrochinidina, chinidina, propafenone: rischio di disturbi della contrattilità, dell'automatismo e della conduzione. Effettuare una sorveglianza clinica e ECG.
Anestetici volatili alogenati: i beta-bloccanti riducono le reazioni cardiovascolari di compensazione. La beta inibizione può essere soppressa durante l'intervento mediante beta-stimolanti. Si consiglia di non sospendere il trattamento beta-bloccante. Informare l'anestesista di tale trattamento.
Insulina e sulfamidici ipoglicemizzanti: tutti i beta-bloccanti mascherano alcuni sintomi di ipoglicemia come palpitazioni e tachicardia. Avvisare il paziente, e tenere più spesso controllata la glicemia, soprattutto all'inizio del trattamento.
Idrossido d'alluminio: può diminuire l'assorbimento digestivo dei beta-bloccanti quindi assumere gli antiacidi lontano dai beta-bloccanti (per esempio a distanza di due ore).
Associazioni da prendere in considerazione
Indometacina ed altri FANS: rischio di riduzione dell'effetto antiipertensivo e/o diuretico.
Neurolettici: effetti antiipertensivi e rischio di potenziamento dell'ipotensione ortostatica.
Nifedipina: rischio di ipotensione, collasso cardiaco nei pazienti con insufficienza cardiaca latente o non controllata. Rischio di ipotensione ortostatica.
Sebbene gli studi di farmacotossicologia animale non abbiano evidenziato effetti teratogeni è consigliabile limitare l'uso di Cordiax nelle donne gravide ai casi di effettiva necessità e sotto il diretto controllo del Medico.
Nei neonati da madri in trattamento durante la gravidanza, l'azione beta-bloccante persiste per diversi giorni dopo la nascita: generalmente, questo residuo non ha alcuna conseguenza clinica, ma, in seguito alla diminuzione delle reazioni cardiovascolari di compensazione, esiste la possibilità di collasso cardiaco che richiede l'ospedalizzazione in terapia intensiva (vedi "Sovradosaggio") in modo da evitare l'edema polmonare; sono stati segnalati casi di bradicardia, difficoltà respiratoria, ipoglicemia. È per questo che si raccomanda una attenta sorveglianza dei neonati (frequenza cardiaca e glicemia) durante i primi 3-5 giorni di vita, in un centro specializzato.
Allattamento
I beta-bloccanti vengono escreti nel latte materno. Il rischio di comparsa di ipoglicemia e di bradicardia non è stato valutato, di conseguenza, per precauzione, si sconsiglia l'allattamento durante la durata del trattamento.
Non sono noti casi di interferenza di Cordiax con le funzioni cerebrali connesse con la guida e l'attenzione.
Generalmente non gravi: disturbi gastrointestinali, gastralgia, nausea, vomito, diarrea.
Astenia all'inizio del trattamento. Insonnia, incubi. sindrome di Raynaud e parestesie alle estremità.
Inoltre, possibilità di: blocco atrioventricolare, grave bradicardia, caduta pressoria. Insufficienza cardiaca. Ipoglicemia (vedi: "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso").
In seguito a trattamento con beta-bloccanti sono state riportate manifestazioni cutanee, particolarmente di tipo psoriasico. Sono stati inoltre segnalati rari casi di broncospasmo e di dispnea di tipo asmatico.
In caso di intossicazione acuta le manifestazioni sono rappresentate da bradicardia o ipotensione eccessiva.
In questi casi la terapia da attuare consiste nella somministrazione di 1 mg di solfato di atropina per via endovenosa.
Qualora la risposta fosse insufficiente somministrare isoprenalina in infusione endovenosa lenta (5 mcg al minuto) sino ad ottenere una adeguata risposta.
Nei casi di maggiore gravità, con collasso cardiocircolatorio non rispondente ad atropina e isoprenalina, si consiglia l'iniezione endovenosa di glucagone 10-20 mg.
In caso di scompenso cardiaco nei neonati da madri trattate con Cordiax:
glucagone 0,3 mg/kg (posologia utilizzata per i neonati da madri diabetiche) ospedalizzazione in terapia intensiva;isoprenalina: la posologia in genere elevata e il trattamento prolungato necessitano una sorveglianza specializzata.
Il celiprololo è una molecola che unisce un'attività beta-1 bloccante cardioselettiva a un'attività beta2 agonista; a ciò s'aggiunge un lieve effetto alfa2 bloccante. Queste attività esplicano, in parte, l'effetto vasodilatatore periferico, l'assenza di broncocostrizione e la lieve diminuzione della frequenza cardiaca a riposo. Il celiprololo è privo d'effetto stabilizzante di membrana. Non possiede inoltre effetto cardiodepressivo diretto.
Il celiprololo diminuisce la resistenza periferica totale. Il celiprololo non modifica i livelli sierici d'insulina e di glucosio nei diabetici, né i livelli di colesterolo totale.
In seguito a somministrazione orale di celiprololo, l'assorbimento del farmaco corrisponde a circa il 30% della dose somministrata; il picco della concentrazione plasmatica viene raggiunto in 2-3 ore. L'emivita di eliminazione beta è di 4-6 ore. Quasi il 95% del farmaco somministrato per os viene escreto nelle prime 24 ore, dal 12 al 18% nelle urine, il resto nelle feci.
Dopo somministrazione di farmaco marcato con 14 C, è stata recuperata la dose totale dopo 48 ore, dimostrando assenza di accumulo; circa il 25-30% di Cordiax si lega alle proteine plasmatiche.
Cordiax viene escreto per il 90% immodificato.
Sebbene l'emivita del farmaco sia di 4-6 ore, l'effetto terapeutico del celiprololo è di 24 ore, come dimostrato dalle rilevazioni del ritmo cardiaco a riposo e sotto sforzo, effettuate in soggetti sani.
Tossicità acuta: DL50 (topo) os :> 2000 mg/kg (in entrambi i sessi); i.p.: 193,8 mg/kg (in entrambi i sessi); DL50 (ratto) os: 1624 mg/kg (nel maschio), >2000 mg/kg (nella femmina); i.p.: 227 mg/kg (in entrambi i sessi); DL50 (cane) os:>1000 mg/kg (in entrambi i sessi).
Tossicità subacuta: nel topo e nel ratto: os (8 settimane) dosi fino a 400 mg/kg/die e 1600 mg/kg/die, rispettivamente, sono risultate asintomatiche. Nel cane os (6 settimane) dosi fino a 30 mg/kg/die risultano asintomatiche.
Tossicità cronica: ratto os (12 mesi) dosi di 25-100-500 mg/kg/die: lieve ritardo dell'accrescimento corporeo e lieve riduzione dell'assunzione di cibo negli ultimi 6 mesi di trattamento. Cane os (12 mesi) dosi di 30-100-300 mg/kg/die: alle dosi di 30 e 100 mg/kg/die sono comparsi sintomi più che modesti di vomito (verificatosi per altro con le tre dosi sperimentate) ed un progressivo aumento della fosfatasi alcalina. Segni tossici più marcati sono comparsi alla dose di 300 mg/kg/die.
Studi di embriotossicità e teratogenesi: nel ratto e nel coniglio il farmaco non ha indotto effetti teratogeni a nessuna delle dosi studiate.
Studi sulla fertilità e sulla tossicità peri e post natale: nei ratti nessuna delle dosi sperimentate ha provocato alterazioni patologiche della funzione riproduttiva, né effetti sullo sviluppo post-natale.
Non sono stati osservati effetti mutageni o cancerogeni.
Mannitolo, cellulosa microcristallina, idrossipropilmetilcellulosa, carbossimetilcellulosa sodica, magnesio stearato, biossido di titanio, polietilene glicole 6000.
Non sono noti dati al riguardo.
36 mesi.
Non richieste.
Blister di accoppiato PVC/Alluminio - Astuccio da 28 compresse da 200 mg.
Nessuna istruzione particolare.
CRINOS INDUSTRIA FARMACOBIOLOGICA S.p.A.
Piazza
Settembre, 2 - 22079 Villa Guardia (CO)
AIC n. 025655010
Commercializzazione: ottobre 1998.
Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
29 gennaio 1996.
y TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
Non soggetto a tale decreto.
Marzo 1998.
Prontuariofarmaci. - Copyright � 2000-2012 - Anibaldi.it@Network -
Tutti i diritti riservati.
[http://www.carloanibaldi.com/terapia/schede/summary.htm]