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Creatinina clearance (ml/min/1,73 m2) | Intervallo di somministrazione (ore) |
<10 | 40-60 |
10-30 | 24-48 |
31-50 | 24-36 |
>50 | 24 |
Congard può essere eliminato dalla circolazione generale per mezzo dell'emodialisi.
Con questo procedimento, la clearance del nadololo varia da 40 a 100 ml al minuto.
Insufficienza cardiaca: con Congard sono stati segnalati raramente casi di insufficienza cardiaca. È peraltro da tenere a mente che la stimolazione simpatica è una componente di vitale importanza nel sostenere la funzione circolatoria in corso di insufficienza cardiaca congestizia e che l'inibizione di questa stimolazione attuata da un beta-blocco comporta il rischio di precipitare l'insufficienza cardiaca. Pertanto al primo segno o sintomo di incombente insufficienza cardiaca, il paziente deve essere completamente digitalizzato e la risposta al medicamento accuratamente controllata. Se lo stato di insufficienza cardiaca persiste, la terapia con nadololo va interrotta, tenendo conto della precedente avvertenza.
N.b. - Congard non inibisce l'azione inotropa della digitale sul muscolo cardiaco.
Chirurgia maggiore: I farmaci beta-adrenolitici possono provocare una risposta alterata allo stress. La terapia con nadololo deve essere discussa con l'anestesista prima dell'anestesia generale. Se si ritiene indesiderabile l'inibizione del tono simpatico, il Nadololo può essere sospeso (v. le avvertenze sopra riportate per i pazienti con arteriopatia coronarica). Ove il beta-blocco sia considerato desiderabile o la sospensione del farmaco sia inattuabile, l'anestetico prescelto dovrà essere quanto meno possibile dotato di attività inotropica negativa e il paziente completamente atropinizzato.
Broncospasmo non allergico (ad es. bronchite cronica, enfisema): Il nadololo va somministrato con cautela dato che esso può inibire la broncodilatazione determinata dalla stimolazione da parte di catecolamine endogene ed esogene ed esercitata sui recettori beta2 .
Diabete ed ipoglicemia: il blocco dei beta-recettori può impedire la comparsa dei segni e sintomi premonitori (alterazione della frequenza cardiaca e dei valori pressori) che accompagnano l'ipoglicemia acuta. Ciò è particolarmente importante nel caso di coloro che sono affetti da diabete in forma labile. Il beta-blocco riduce anche la liberazione di insulina da iperglicemia; perciò può rendersi necessario regolare il dosaggio dei farmaci antidiabetici.
I pazienti trattati con farmaci depletori di catecolamine, come ad es. la reserpina, devono essere scrupolosamente controllati se sottoposti a terapia con nadololo.
L'attività beta-adrenolitica aggiuntiva di questo composto può determinare un'eccessiva riduzione dell'attività del sistema nervoso autonomo a riposo. Occasionalmente, il beta-blocco con farmaci quali il nadololo può causare un'ipotensione e/o una marcata bradicardia con conseguenti vertigini, attacchi sincopali o ipotensione ortostatica. In tale evenienza, come pure nel caso in cui compaiano granulocitopenia, porpora trombocitopenica, rash, è necessario interrompere la terapia e istituire un trattamento idoneo.
Come con qualsiasi farmaco nuovo somministrato per lunghi periodi di tempo, è necessario controllare l'andamento dei parametri di laboratorio (crasi ematica, funzionalità epatica, renale, respiratoria) ad intervalli regolari. Il farmaco va somministrato con particolare cautela a pazienti con alterata funzionalità epatica o renale, evitandone l'impiego nelle forme gravi.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
La terapia con nadololo deve essere discussa con l'anestesista prima dell'anestesia generale. Il betablocco può rendere necessaria una regolazione accurata del dosaggio dei farmaci antidiabetici.
Il nadololo è escreto con il latte, va quindi somministrato con cautela nelle donne che allattano.
Bradicardia: in caso di una eccessiva bradicardia derivante da terapia con farmaci beta-adrenolitici, si somministra atropina. Se non si osserva risposta al blocco vagale, somministrare con cautela isoprotenerolo.
Insufficienza cardiaca: somministrare digitale e diuretici. È stato anche riferito che il glucagone può risultare utile in questi casi.
Ipotensione: somministrare vasopressori come nor-adrenalina o adrenalina. (Si ha motivo di ritenere che il farmaco di elezione sia l'adrenalina).
Broncospasmo: somministrare isoproterenolo e aminofillina.
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In virtù della sua attività farmacologica questo farmaco beta-adrenolitico riduce la pressione arteriosa in posizione supina ed eretta. Congard diminuisce anche l'increzione di renina bloccando i beta-recettori responsabili del rilascio di questa sostanza dai reni; ciò può essere uno dei suoi meccanismi di azione nel ridurre la pressione arteriosa.
Il blocco dei recettori beta risulta utile in condizioni cliniche caratterizzate da un grado eccessivo o inappropriato di attività simpatica, dovuto ad alterazioni organiche o funzionali. Esistono tuttavia alcune situazioni nelle quali la stimolazione simpatica risulta essere di vitale importanza; ad esempio, in pazienti affetti da danni cardiaci gravi, la funzione ventricolare può essere mantenuta su livelli adeguati per mezzo del controllo esercitato dal sistema simpatico, il quale controllo deve essere pertanto conservato. In presenza di blocco atrio-ventricolare, l'inibizione dei recettori beta può impedire il necessario effetto facilitante la conduzione cardiaca esercitato dal sistema simpatico. Con l'uso dei beta-adrenolitici, il blocco dei recettori beta (beta2 ) può comportare una costrizione passiva bronchiale in quanto interferisce con l'azione broncodilatatrice simpatica, la quale in soggetti affetti da broncospasmo, deve essere mantenuta.
Lo scopo della terapia beta-adrenolitica è quello di ridurre la stimolazione simpatica, ma non fino al punto di menomare l'indispensabile supporto adrenergico e gli equilibri funzionali vitali. Bloccando l'incremento della frequenza cardiaca, della velocità e del grado di contrazione miocardica, e della pressione arteriosa dovuto alle catecolamine, Congard riesce generalmente a ridurre la richiesta di ossigeno da parte del cuore, a qualsiasi entità di sforzo, il che spiega la sua utilità nel trattamento a lungo termine dell'angina pectoris.
Congard esercita un effetto anti-aritmico a dosi capaci di determinare un beta-blocco. Inoltre il nadololo ha dimostrato di ridurre la rapida risposta ventricolare che si accompagna alle tachi-aritmie sopraventricolari. Il blocco beta-adrenergico risulta essere di particolare importanza nelle aritmie causate da incremento della quantità delle catecolamine circolanti o dalla aumentata sensibilità del cuore ad esse, come ad esempio le aritmie associate a feocromocitoma, a tireotossicosi o ad esercizio fisico.
Nei pazienti con ipertensione essenziale trattati con nadololo si verifica un aumento del flusso renale totale, e una distribuzione intrarenale del flusso verso i nefroni corticali, tendente a rendere reversibile la fondamentale disfunzione renale presente nella ipertensione essenziale. Il nadololo contrariamente ad altri beta-bloccanti non riduce la funzionalità renale ed aumenta la percentuale di portata cardiaca ai reni.
L'incremento dell'escrezione renale del sodio e del potassio e l'aumento del flusso urinario, notato dopo somministrazioni di nadololo non può essere attribuito al tasso di filtrazione glomerulare che, peraltro, rimane invariato; la diminuzione di riassorbimento che segue ai cambiamenti dell'emodinamica renale è, molto probabilmente, il fattore responsabile.
Il 25-30% della quota ematica si lega alle proteine plasmatiche. L'emivita ematica va dalle 20 alle 24 ore; il nadololo non va incontro a biotrasformazione e la sua molecola viene eliminata inalterata per circa il 73% con le urine e il 23% attraverso le feci.
Tossicità subacuta: Nessun segno di tossicità è stato rilevato dopo 1 mese di somministrazione alle seguenti dosi: nei ratti 25 mg/kg/die (i.p.), nei cani fino a 12,5 mg/kg/die (e.v.),e a 3 mesi nelle scimmie 250 mg/kg/die (p.os).
Tossicità cronica: Nei cani trattati oralmente con dosaggi fino a 150 mg/kg/die per un anno, l'unico cambiamento osservato è stato una lieve diminuzione della tollerabilità al glucosio (dose dipendente). Studi nei topi e ratti trattati per due anni rispettivamente con dosi fino a 500 mg/kg/die e 1250 mg/kg/die nella dieta non hanno mostrato alcun segno di tossicità e cancerogenicità.
Studi sulla riproduzione: 300 mg/kg/die somministrati a ratti, criceti e conigli non hanno procurato nessun segno di teratogenicità.
Nei ratti non si è avuta alcuna variazione della fertilità e riproduzione; nei conigli 50 mg/kg/die non hanno avuto alcun effetto, ma 100 e 300 mg/kg/die sono risultati embrio-tossici e feto-tossici.
Studi perinatali e postnatali nei ratti non hanno mostrato alcun effetto significativo prodotto da dosi fino a 1800 mg/kg.
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