Il timololo per uso oftalmico è in genere ben tollerato. Poiché gli agenti beta-bloccanti somministrati per via topica possono essere assorbiti, si possono manifestare le reazioni avverse che si verificano in seguito a somministrazione sistemica. I più comuni effetti indesiderati riscontrati sia in fase di studio sia dopo la commercializzazione del timololo in soluzione oftalmica (1978), sono riportati di seguito.
Organismo in generale: mal di testa, astenia, dolore toracico, diminuita tolleranza all'esercizio fisico, perdita di peso.
Sistema emopoietico: porpora trombocitopenica, agranulocitosi.
Apparato urogenitale: malattia di Peyronie, difficoltà alla minzione.
Sistema cardiovascolare: bradicardia, aritmia, ipotensione, sincope, arresto cardiaco, accidente cerebrovascolare, ischemia cerebrale, insufficienza cardiaca, palpitazione, arresto cardiaco, edemi, fenomeno di Raynaud, vasodilatazione.
Sistema gastroenterico: trombosi dell'arteria mesenterica, colite ischemica, dolori gastrointestinali, epatomegalia, nausea, diarrea.
Sistema nervoso: diminuzione della libido, insonnia, diminuzione della concentrazione, vertigini, depressione, aumento di segni e sintomi nei casi di miastenia grave, parestesia, depressione mentale reversibile, progressione verso la catetonia, labilità emozionale, obnubilamento del sensorio e diminuzione nell'esecuzione dei test neuropsicometrici.
Cute: ipersensibilità, inclusi rash localizzati o generalizzati, orticaria, alopecia, aumentata pigmentazione, sudorazione, ipotermia delle mani e dei piedi, psoriasi al cuoio capelluto ed all'inguine.
Apparato respiratorio: broncospasmo (soprattutto in pazienti con preesistente malattia broncospastica), insufficienza respiratoria, dispnea, congestione nasale, tosse, laringospasmo, distress respiratorio.
Sistema endocrino: sintomi mascherati di ipoglicemia in pazienti diabetici insulino-dipendenti.
Effetti a livello oculare: segni e sintomi di irritazione oculare inclusi congiuntivite, blefarite, blefaroptosi, diminuita sensibilità corneale, disturbi visivi, incluse variazioni di rifrazione (dovute alla sospensione della terapia miotica in alcuni casi), diplopia e ptosi, cheratocongiuntivite secca.
Sono state anche riportate le seguenti reazioni indesiderate, per le quali tuttavia non è stata stabilita una relazione causale con la somministrazione topica oculare di timololo: secchezza delle fauci, anoressia, dispepsia, effetti sul SNC (es. fatica, cambiamenti comportamentali inclusa confusione mentale, allucinazioni, sonnolenza, ansia, disorientamento, nervosismo, ecc.), ipertensione e fibrosi retroperitoneale.
Organi di senso: tinnito, secchezza degli occhi (xeroftalmia).
Il timololo maleato è un agente bloccante dei recettori adrenergici beta1 e beta2 (non-selettivo) che non presenta una significativa attività intrinseca simpaticomimetica, né attività depressiva diretta a livello del miocardio o effetto anestetico locale (stabilizzante di membrana).
Il blocco dei recettori beta-adrenergici riduce il lavoro cardiaco sia nei soggetti sani sia nei pazienti con disturbi cardiaci. Nei pazienti con grave riduzione della funzione miocardica il blocco dei recettori beta-adrenergici può inibire l'effetto stimolatore del sistema nervoso simpatico necessario per mantenere la funzione cardiaca.
A livello di bronchi e bronchioli, il blocco dei recettori beta-adrenergici provoca un aumento della resistenza delle vie aeree in seguito a una mancata attività para-simpatica. Questo effetto è potenzialmente pericoloso nei pazienti affetti da asma o altre condizioni broncospastiche.
Somministrato per via topica oculare il timololo ha la proprietà di ridurre la pressione endoculare sia normale sia elevata, in presenza o meno di glaucoma. La pressione endoculare elevata rappresenta uno dei principali fattori di rischio nella patogenesi della perdita del campo visivo nel glaucomatoso. Quanto più elevata è la pressione endoculare, tanto maggiore è la probabilità che si verifichino perdita del campo visivo e danno al nervo ottico.
L'esatto meccanismo dell'azione ipotensiva oculare del timololo in soluzione oftalmica non è chiaramente definito fino ad oggi. Studi eseguiti sull'uomo mediante la tonografia e la fluorofotometria suggeriscono che l'azione possa essere correlata a una riduzione della produzione di umore acqueo. Tuttavia in alcuni studi è stato anche osservato un leggero aumento della capacità di deflusso. A differenza dei miotici, il timololo riduce la pressione endoculare con effetto minimo o nullo sull'accomodazione o sul diametro pupillare. Di conseguenza, modificazioni dell'acuità visiva dovute a un'aumentata accomodazione non sono comuni né si verificano effetti quali visione confusa o offuscata e cecità notturna prodotti dai miotici. Inoltre nei pazienti con cataratta viene evitata l'incapacità di vedere l'opacità intorno al cristallino quando la pupilla è costretta.
Mutagenesi - timololo maleato è risultato privo di potere mutageno in vivo (nel topo) mediante test del micronucleo e analisi citogenetiche (dosi fino a 800 mg/kg) e in vitro mediante test di trasformazione neoplastica cellulare (fino a 100 g/ml). Nel test di Ames le più alte concentrazioni di timololo impiegate, 5000 e 10000 g/piatto) sono state associate con un aumento statisticamente significativo (p £ 0,05) di reversioni osservate nel ceppo TA100 (in sette repliche), ma non negli altri tre ceppi. Nei saggi con il tester TA100 non è stata osservata una relazione evidente dose-risposta, né si è raggiunto il valore 2, solitamente considerato il criterio per considerare positivo il test di Ames.
Effetti sulla riproduzione - Studi sulla riproduzione e sulla fertilità condotti nel ratto non hanno evidenziato effetti avversi sulla fertilità del maschio o della femmina somministrando dosi di farmaco fino a 150 volte superiori alla dose orale massima raccomandata nell'uomo.