Flebil capsule
Insufficienza venosa, turbe circolatorie dovute ad aumentata permeabilità e fragilità dei vasi capillari, edemi dolorosi delle gambe, gonfiori dei piedi e delle caviglie. Retinopatie diabetiche. Geloni. Emorroidi.
Flebil gel
Varici dolorose, periflebiti, ulcere post-flebitiche. Idrarto,ematomi. Edemi e dolori da distorsioni, da contusioni muscolari,da immobilizzazione per ingessatura. Cicatrici pigmentate vecchie o recenti. Pigmentazione e sclerosi dei plessi varicosi. Punture d'insetti. Geloni. Facilita il massaggio anticellulitico.
Farmacologia
Il principio attivo del Flebil è la troxerutina, sostanza appartenente al gruppo dei bioflavonoidi, che agisce sulle pareti dei vasi di capacitanza ripristinando il tono delle fibre elastiche perivasali e, attraverso meccanismi polivalenti, sul microcircolo. Oltre ad avere infatti un'azione diretta a livello dei capillari, dei quali aumenta la resistenza e diminuisce la permeabilità (azione vitaminica P), la troxerutina riduce la rigidità e l'aggregazione dei globuli rossi favorendo lo scorrimento del sangue, soprattutto a livello dei microvasi. Questa regolazione delle proprietà reologiche dei globuli rossi è particolarmente utile quando esiste una ridotta deformabilità eritrocitaria, come nel caso delle microangiopatie diabetiche.
Per la sua attività a sostegno della parete venosa e della funzionalità del microcircolo, la troxerutina riduce la progressione della malattia varicosa ed agisce sulle infiltrazioni edematose, sul dolore, sulle alterazioni trofiche e sulle altre complicanze dell'insufficienza venosa cronica. Per le azioni esercitate sulla deformabilità e sull'aggregazione dei globuli rossi e sull'endotelio vasale, la troxerutina rappresenta un importante coadiuvante nel trattamento della retinopatia diabetica. Per le azioni già menzionate esercitate a livello dei capillari, la troxerutina agisce nei casi di aumentata permeabilità e fragilità capillare.
Tossicologia
Tossicità acuta: nel ratto la DL50 orale ed i.p. è di 27 g/kg.
Tossicità cronica: nel ratto la somministrazione per os di 2,85 g/kg/die di troxerutina per 90 giorni non ha fatto rilevare alcuna azione tossica, così come sono state perfettamente tollerate dalla cavia e dal coniglio assunzioni orali di 1,25 g/kg/die per 30 giorni.
Tossicità embriofetale: la somministrazione di troxerutina durante il periodo organogenetico della gravidanza nel ratto, nel topo albino e nel coniglio, a dosi fino a 100 mg/kg/die, non ha prodotto alcuna attività teratogena né ha inciso sullo sviluppo fetale o sul decorso della gravidanza.
Farmacocinetica
Dopo somministrazione e.v. nel topo, il 68% della dose assunta è escreto nelle feci come triidrossietilquercetina.
Nell'uomo la troxerutina è ben assorbita nel tratto gastrointestinale ed escreta prevalentemente con la bile; l'eliminazione del farmaco o del suo glucuronide attraverso l'emuntorio renale è invece scarsa, dell'ordine del 5%. Da prove condotte con il prodotto marcato risulta che il picco delle concentrazioni plasmatiche si registra fra la seconda e la nona ora e che circa il 28% della radioattività è legato alle proteine.