Capsule rigide e soluzione orale.
- [Vedi Indice]
Fluoxetina è indicata nel trattamento della
depressione, del disturbo ossessivo compulsivo e della bulimia
nervosa.
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Nel trattamento della depressione e del disturbo ossessivo
compulsivo, la dose raccomandata di fluoxetina è di 20 mg
al giorno (1 capsula rigida o 5 ml di soluzione orale),
somministrata preferibilmente a colazione od a pranzo, anche
durante il pasto.
Come per gli altri antidepressivi, l’effetto terapeutico
completo può essere osservato 4 o più settimane
dopo l’inizio del trattamento.
In alcuni casi, e se necessario, per ottenere l’effetto
terapeutico il medico può aumentare la dose giornaliera
fino ad un massimo di 80 mg. Se la dose giornaliera supera i 20
mg, si consiglia di somministrare fluoxetina due volte al
dì, a colazione ed a pranzo.
Nel trattamento della bulimia nervosa la dose raccomandata
è di 60 mg al mattino in unica somministrazione per via
orale (3 capsule rigide o 15 ml di soluzione orale).
Poiché è spesso necessario continuare il
trattamento per periodi prolungati dopo la remissione
dell’episodio acuto, fluoxetina può essere
somministrata alle dosi più basse, idonee a mantenere il
miglioramento.
La sicurezza e l’efficacia di fluoxetina nei bambini non
sono state valutate.
Nei soggetti con ridotta funzionalità epatica o renale
e negli anziani, nei soggetti con malattie intercorrenti o che
stanno assumendo altri farmaci le dosi di fluoxetina devono
essere opportunamente ridotte o l’intervallo fra le
somministrazioni aumentato.
�
Ipersensibilità verso i componenti del prodotto od
altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista
chimico.
La fluoxetina non deve essere assunta contemporaneamente agli
inibitori delle MAO (vedi Precauzioni d’uso e
interazioni).
Generalmente controindicato in gravidanza (vedi Gravidanza e
allattamento).
�
I farmaci appartenenti alla classe degli antidepressivi
inibitori della ricaptazione della serotonina vanno somministrati
con cautela in pazienti che ricevano in concomitanza
anticoagulanti, farmaci che influenzano l’aggregazione
piastrinica (FANS, acido acetilsalicilico, ticlopidina, ecc.) o
altri farmaci che possono accrescere il rischio di
sanguinamento.
Inoltre, tali farmaci vanno somministrati con cautela nei
pazienti con precedenti di disordini della coagulazione.
Gli effetti indesiderati possono essere più frequenti
durante l’uso contemporaneo di inibitori della ricaptazione
della serotonina (SRIs), nefazodone, trazodone, triptani e
preparazioni a base di Hypericum perforatum.
Inibitori delle MonoaminoOssidasi
: gli inibitori delle MAO devono essere sospesi almeno 15 giorni
prima dell’inizio del trattamento con fluoxetina. Inoltre
,a causa della lunga emivita della fluoxetina e del suo
metabolita attivo norfluoxetina, devono trascorrere almeno 5
settimane tra la sospensione della fluoxetina e l’inizio
della terapia con l’IMAO. Se la fluoxetina viene prescritta
per lunghi periodi di tempo e/o a dosaggi elevati, si deve
considerare un intervallo di tempo più lungo.
Eruzione cutanea ed altri eventi di possibile natura
allergica: segni clinici riferiti in associazione
all’eruzione cutanea includono febbre, leucocitosi,
artralgie, edema, sindrome del tunnel carpale, disturbi
respiratori, linfoadenopatie, proteinuria e lieve innalzamento
delle transaminasi.
La maggior parte dei pazienti ha presentato un pronto
miglioramento dopo la sospensione della fluoxetina e/o il
trattamento addizionale con antistaminici o steroidi; peraltro
tutti i pazienti che hanno presentato questi disturbi sono poi
guariti completamente.
In studi clinici precedenti la commercializzazione, due
pazienti hanno sviluppato una malattia sistemica cutanea grave.
In nessun paziente è stato possibile fare una diagnosi
inequivocabile, ma uno sembra che abbia presentato una vasculite
leucocitoclastica e l’altro, una sindrome desquamativa
grave, diagnosticata da alcuni come vasculite e da altri come
eritema multiforme.
Altri pazienti hanno presentato sindromi sistemiche indicative
di una malattia da siero. Dopo l’introduzione in commercio
della fluoxetina, reazioni sistemiche gravi, probabilmente
correlate a vasculiti, si sono sviluppate in pazienti con
eruzione cutanea.
Benché questi eventi siano rari, possono essere gravi,
potendo coinvolgere i polmoni, i reni o il fegato. Sono stati
anche riportati decessi avvenuti in concomitanza a questi eventi
sistemici. Sono stati riferiti eventi di tipo anafilattico,
incluso il broncospasmo, l’angioedema e l’orticaria
da soli ed in combinazione. Sono stati riferiti raramente anche
eventi polmonari, includenti processi infiammatori di diversa
istopatologia e/o fibrosi. La dispnea è stata
l’unico sintomo anticipatorio di questi disturbi.
Non è noto se questi eventi sistemici e
l’eruzione cutanea siano sostenuti da una causa comune o
siano dovuti a diversi processi etiopatogenetici.
Inoltre non è stata riconosciuta per questi disturbi
una base immunologica. Alla comparsa dell’eruzione cutanea
o di altri fenomeni di possibile natura allergica per i quali non
può essere identificata una diversa etiologia, la
somministrazione di fluoxetina dovrebbe essere interrotta.
Suicidio - La possibilità di un tentativo
di suicidio è inerente alla depressione e può
persistere fino a che non si verifichi una remissione
significativa di questa malattia. Uno stretto controllo dei
pazienti ad alto rischio, dovrebbe accompagnare la terapia
farmacologica iniziale.
Fluoxetina dovrebbe essere prescritta in quantità
minime necessarie, per ridurre il rischio di sovradosaggio.
Attivazione maniacale/ipomaniacale: nel corso di
studi clinici precedenti la commercializzazione del prodotto,
ipomania o mania sono state osservate in circa l’1% dei
pazienti trattati con fluoxetina.
Malattie concomitanti: l’esperienza
clinica con la fluoxetina in pazienti con malattie concomitanti
è limitata.
Si raccomanda cautela nell’uso della fluoxetina con
malattie o condizioni che potrebbero alterare il metabolismo o le
risposte emodinamiche quali malattie cardiache, renali ed
epatiche.
Controllo glicemico: nei pazienti diabetici, la
fluoxetina può alterare il controllo glicemico. Durante la
terapia con fluoxetina si è verificata ipoglicemia, mentre
si è sviluppata iperglicemia a seguito
dell’interruzione del farmaco.
Così come per molti farmaci assunti da pazienti
diabetici, può essere necessario un aggiustamento del
dosaggio dell’insulina o dell’antidiabetico orale
nella fase di inizio o di interruzione della terapia con
fluoxetina.
Associazione con psicofarmaci:
l’associazione con altri psicofarmaci richiede particolare
cautela e vigilanza da parte del medico, onde evitare inattesi
effetti indesiderati da interazione.
Effetti centrali : ansia, tensione nervosa e
insonnia sono presenti nel 10-20% dei pazienti. Cefalea (20%),
sonnolenza (13%), astenia (9-21%), e tremori (8%) sono ugualmente
effetti sgraditi frequenti nei pazienti trattati con la
fluoxetina.
Alterazione dell’appetito e del peso:
perdita di peso significativa, specialmente in pazienti depressi
sotto peso, può essere un risultato indesiderato del
trattamento con la fluoxetina.
In prove cliniche controllate, circa il 9% dei pazienti
trattati con la fluoxetina ha sperimentato anoressia. Questa
incidenza è approssimativamente 6 volte superiore a quella
vista nei controlli trattati con placebo. Una perdita ponderale
maggiore del 5% del peso corporeo si è avuta nel 13% dei
pazienti trattati con la fluoxetina, verso il 4% del placebo, ed
il 3% dei pazienti trattati con antidepressivi triciclici.
Tuttavia, solo raramente i pazienti trattati con la fluoxetina
hanno sospeso la terapia per calo ponderale.
Convulsioni: dodici pazienti tra più di
6.000 valutati in tutto il mondo in corso di studi pre-marketing,
hanno sperimentato convulsioni (o eventi descritti come possibili
convulsioni). Come per altri antidepressivi, la fluoxetina deve
essere somministrata con cautela in pazienti con una anamnesi di
convulsioni.
Iponatremia: sono stati riferiti alcuni casi di
iponatremia con valori sierici del sodio talvolta inferiori a 110
mmol/L. L’iponatremia è regredita sospendendo la
somministrazione della fluoxetina. Benché complessivamente
questi casi siano apparsi attribuibili ad eziologie diverse,
alcuni erano inquadrabili nell’ambito di una sindrome da
inappropriata increzione di ormone antidiuretico.
La maggior parte dei casi ha riguardato pazienti anziani e
pazienti che assumevano diuretici o che erano in condizione di
ipovolemia per altre cause. Pertanto usare con cautela in
associazione con diuretici.
Uso Pediatrico- La sicurezza e
l’efficacia non sono state valutate e pertanto se ne
sconsiglia l’impiego.
Uso Geriatrico- Fluoxetina non è
stata impiegata in modo sistematico nell’anziano, comunque
diverse centinaia di pazienti anziani hanno partecipato in studi
sull’efficacia di fluoxetina e non è stato osservato
alcun fenomeno avverso legato all’età.
Questi dati, peraltro, sono insufficienti ad escludere
possibili differenze legate all’età nell’uso
cronico, particolarmente in quei pazienti anziani con malattie
sistemiche concomitanti o che assumono altri farmaci.
Funzione piastrinica- Ci sono stati
rapporti sporadici di alterata funzione piastrinica in pazienti
che assumono fluoxetina. La fluoxetina può prolungare il
tempo di sanguinamento poiché riduce il contenuto di
serotonina nei granuli delle piastrine; sono state osservate
anche petecchie ed ecchimosi. L’interruzione della terapia
è lentamente seguita da un ripristino della funzione
piastrinica.
�
I farmaci appartenenti alla classe degli antidepressivi
inibitori della ricaptazione della serotonina possono accrescere
il rischio di sanguinamento quando sono somministrati in
concomitanza con anticoagulanti o con farmaci che influenzano
l’aggregazione piastrinica (FANS, acido acetilsalicilico,
ticlopidina, ecc.) (vedi anche 4.4).
Come con tutti i farmaci, sono possibili interazioni
farmacologiche, per una varietà di meccanismi di azione
(es: inibizione o potenziamento di tipo farmacodinamico e/o
farmacocinetico di alcuni farmaci).
Inibitori delle
MonoaminoOssidasi- In pazienti che
assumevano fluoxetina in associazione a un Inibitore delle
Monoamino Ossidasi (IMAO) ed in pazienti che avevano sospeso da
poco la fluoxetina e iniziato ad assumere un IMAO, è stata
riportata la comparsa di reazioni gravi, talvolta letali, che
includevano ipertermia, rigidità, mioclono,
instabilità del sistema nervoso autonomo con possibili
fluttuazioni rapide dei segni vitali, e modificazioni dello stato
mentale che includevano agitazione estrema fino al delirio e al
coma.
In alcuni casi si sono manifestati sintomi simili alla
Sindrome Maligna da Neurolettici.
Pertanto la fluoxetina non può essere assunta
contemporaneamente agli Inibitori delle MAO che devono essere
sospesi almeno due settimane prima di iniziare la terapia con
fluoxetina. A causa della lunga emivita della fluoxetina e del
suo metabolita attivo, almeno 5 settimane debbono intercorrere
tra la sospensione della fluoxetina e l’inizio della
terapia con l’IMAO.
Se la fluoxetina viene prescritta per lunghi
periodi di tempo e/o dosaggi elevati, deve essere considerato un
intervallo di tempo più lungo.
Effetti potenziali della contemporanea somministrazione
di farmaci metabolizzati dallostesso enzima
- Poiché la fluoxetina può inibire
l’isoenzima P450IID6 del citocromo P450, la contemporanea
somministrazione di fluoxetina con altri farmaci metabolizzanti
dello stesso isoenzima può necessitare di una riduzione
del dosaggio abituale tanto della fluoxetina quanto
dell’altro farmaco assunto in associazione.
Farmaci ad azione sul Sistema Nervoso Centrale -
La somministrazione di fluoxetina può determinare aumento
dei livelli ematici di fenitoina, carbamazepina, aloperidolo,
clozapina, alprazolam, imipramina e desipramina; in alcuni casi
sono state osservate manifestazioni cliniche di tossicità.
Si consiglia pertanto di somministrare il farmaco concomitante
secondo schemi terapeutici conservativi e di seguire attentamente
le condizioni cliniche del paziente.
Triptofano- Cinque pazienti che
assumevano fluoxetina in associazione con triptofano hanno
sperimentato reazioni avverse incluso agitazione, irrequietezza o
disturbi gastrointestinali.
Uso concomitante dei sali di litio - Sono stati
riferiti casi sia di aumento che di diminuzione della litiemia in
terapia di associazione con fluoxetina. Sono pure stati riferiti
casi di tossicità da litio.
La litiemia dovrebbe essere controllata attentamente quando
questi farmaci sono associati.
Clearance del diazepam - L’emivita del
diazepam somministrato in associazione può essere
più lunga in alcuni pazienti.
Effetti potenziali della contemporanea somministrazione
di farmaci ad elevato legameproteico -
Poiché fluoxetina è fortemente legata alle proteine
plasmatiche, la somministrazione a pazienti che assumono altri
farmaci anch’essi a forte legame sieroproteico (per es.
warfarin, digitossina) può causare una modificazione nelle
concentrazioni plasmatiche che potenzialmente può avere
esito in eventi avversi. Parimenti, effetti avversi possono
risultare dallo spiazzamento della fluoxetina da parte di altri
farmaci a forte legame proteico.
Warfarin - A seguito della somministrazione
contemporanea di fluoxetina e warfarin sono stati osservati
infrequentemente e, senza un valido motivo, effetti
anti-coagulanti alterati (dati di laboratorio e/o sintomi e segni
clinici), comprendenti un aumentato sanguinamento.
Così come viene consigliata prudenza durante
l’uso di warfarin in associazione con molti altri farmaci,
si deve effettuare un attento monitoraggio della coagulazione
quando la terapia con fluoxetina viene iniziata od interrotta nei
pazienti in trattamento con warfarin.
Terapia elettroconvulsiva (ESK) - In pazienti
trattati con fluoxetina che ricevono un trattamento
elettroconvulsivo, sono state raramente osservate convulsioni
prolungate.
La lunga emivita di fluoxetina e dei suoi
metaboliti - A causa della lunga emivita del farmaco base
(emivita di eliminazione da 1 a 3 giorni dopo somministrazione
acuta e da 4 a 6 giorni dopo somministrazione cronica) e del suo
maggiore metabolita attivo (emivita di eliminazione da 4 a 16
giorni dopo somministrazione acuta e cronica), modificazioni
posologiche non si rifletteranno nella concentrazione plasmatica
per diverse settimane, e ciò ha delle implicazioni sia nel
titolare la dose finale sia nella sospensione del
trattamento.
�
Effetti teratogeni - Studi sulla riproduzione
sono stati compiuti in ratti e conigli a dosi rispettivamente di
9 e 11 volte superiori alla dose umana massima giornaliera (80
mg) e non hanno evidenziato alcun effetto dannoso al feto dovuto
alla fluoxetina.
Nonostante gli studi negli animali non abbiano dimostrato
alcun effetto tetratogeno e embriotossico selettivo, la sicurezza
della fluoxetina nella donna in gravidanza non è stata
stabilita; pertanto il prodotto non dovrebbe essere utilizzato
durante la gravidanza se non nei casi in cui il potenziale
beneficio superi il possibile rischio e comunque sotto il diretto
controllo del medico.
Allattamento al seno - Poiché molti
farmaci sono escreti nel latte materno, fluoxetina inclusa, si
usi particolare cautela nel somministrare la fluoxetina a donne
in allattamento.
�
Qualsiasi farmaco psicoattivo può alterare il giudizio,
il pensiero, o le capacità motorie e i pazienti dovrebbero
essere avvertiti di usare cautela nell’operare con
macchinari pericolosi, automobili incluse, finchè siano
ragionevolmente sicuri che il trattamento farmacologico non
interferisca sfavorevolmente su queste loro capacità.
�
Come osservato con altri inibitori selettivi della
ricaptazione della serotonina, a seguito del trattamento con
fluoxetina sono stati riportati i seguenti effetti
indesiderati:
Corpo in toto- Manifestazioni a carico del
sistema nervoso autonomo, reazioni di ipersensibilità
(vedere a Controindicazioni e Avvertenze), Sindrome Maligna da
Neurolettici (vedere a Interazioni), fotosensibilità.
Sistema digerente - Disturbi
gastrointestinali.
Sistema endocrino - Inappropriata secrezione di
ormone antidiuretico.
Sistema emolinfatico - Ecchimosi.
Sistema nervoso� - Tremore, disturbi del
movimento, cefalea, anoressia, ansia e sintomi associati,
sensazione di instabilità, affaticamento, insufficiente
capacità di concentrazione o alterazioni del processo
cognitivo, depersonalizzazione, attivazione maniacale, disturbi
del sonno.
Sistema respiratorio� - Sbadiglio.
Cute e annessi - Alopecia.
Sistemi sensoriali - Disturbi della visione sono
presenti nel 3% dei pazienti in terapia e in certi casi è
necessaria la sospensione del trattamento.
Sistema urogenitale - Disturbi della minzione,
priapismo/erezione prolungata, disturbi della sfera sessuale.
Raramente, in seguito alla somministrazione di antidepressivi
inibitori della ricaptazione della serotonina si possono
verificare manifestazioni emorragiche quali ecchimosi, emorragie
ginecologiche, manifestazioni emorragiche a carico del tratto
gastrointestinale, delle mucose o anche di altri distretti
dell’organismo.
Nel corso di studi clinici, sono stati osservati più
raramente altri eventi avversi per i quali non è stata
stabilita una relazione causale certa con il farmaco.
Sistema nervoso centrale - Stato confusionale,
convulsioni, reazioni extrapiramidali, neuropatie, allucinazioni,
deliri.
Sistema cardiovascolare - Angina pectoris,
aritmie, blocco atrioventricolare di I° grado, ipotensione,
ipertensione.
Sistema digerente - il 25-30% dei pazienti
presenta nausea, ma solo il 4% interrompe la terapia per questo
effetto. Secchezza delle fauci e diarrea compaiono nel 14% e 10%
dei pazienti, rispettivamente. Possono inoltre comparire
alterazioni delle prove di funzionalità epatica, ittero,
ulcera gastrica.
Sistema emolinfatico - Anemia, leucopenia,
trombocitopenia, porpora.
Metabolici e nutrizionali -� Ipoglicemia,
iponatremia, ipokaliemia.
Sistema endocrino - Iperprolattinemia,
galattorrea, turbe mestruali.
Apparato urogenitale - Proteinuria,
ematuria.
Eruzione cutanea ed altri eventi di natura
allergica - Sindromi sistemiche con possibile
interessamento di cute, vasi sanguigni, polmoni, reni o
fegato.
Rapporti successivi alla commercializzazione -
Dopo la commercializzazione sono stati fatti rapporti spontanei
di altri eventi avversi temporalmente associati al trattamento
con fluoxetina che tuttavia potrebbero non essere in relazione
causale con il farmaco.
Questi eventi hanno incluso: anemia aplastica, accidenti
vascolari cerebrali, confusione, discinesie,� polmonite
eosinofila, emorragia gastrointestinale, iperprolattinemia,
anemia emolitica su base immunologica, disturbi della
motilità in pazienti a rischio per l’assunzione di
farmaci� che possono di per sè causare questi eventi e
peggioramento di disturbi della motilità preesistenti,
pancreatite, pancitopenia, ideazione suicidaria, trombocitopenia,
porpora trombocitopenica, sanguinamento vaginale successivo alla
sospensione del farmaco e comportamenti violenti.
Quando si interrompe bruscamente il trattamento possono
comparire sintomi di astinenza. Tali sintomi sono, in genere,
lievi e di completa risoluzione e comprendono ad esempio:
insonnia, vertigini, sudorazione, palpitazioni, nausea, ansia,
irritabilità, parestesie e cefalea.
�
Nausea e vomito sono stati riportati in tutti i sovradosaggi
di fluoxetina. Altri sintomi preminenti sono risultati
agitazione, irrequietezza, ipomania ed altri segni di eccitamento
nervoso.
Dopo la commercializzazione, i casi di decesso attribuiti al
sovradosaggio di fluoxetina da sola sono stati estremamente
rari.
Trattamento del sovradosaggio - Favorire e
mantenere la respirazione. Assicurare un’adeguata
ossigenazione e ventilazione.
Il carbone attivo, che può essere usato in associazione
con il sorbitolo, può essere un trattamento ancora
più efficace della emesi o lavanda gastrica, e dovrebbe
essere considerato nel trattamento del sovradosaggio.
Si raccomanda di monitorare le funzioni cardiache e vitali
oltre a misure sintomatiche generali e di supporto.
Basandoci sull’esperienza in animali, che può non
essere rilevante al caso umano, le convulsioni indotte da
fluoxetina che non si rimettono spontaneamente possono rispondere
al diazepam.
Non ci sono antidoti specifici per fluoxetina. A causa del
largo volume di distribuzione della fluoxetina, una diuresi
forzata, la dialisi, l’emoperfusione e trasfusione di
ricambio probabilmente non sono in grado di offrire benefici. Nel
trattare un sovradosaggio si consideri la possibilità di
un interessamento di più farmaci. Il medico dovrebbe
prendere contatto con un centro antiveleni per il trattamento di
qualsiasi sovradosaggio.
�
La fluoxetina (INN) è un inibitore selettivo della
ricaptazione della serotonina.
La fluoxetina è una
(±)-N-metil-3-fenil-3-[(α,α,α,-trifluoro-p-tolil)-ossi]-propilamina
cloridrato a struttura non triciclica la cui azione
antidepressiva è presumibilmente legata alla inibizione
dell’uptake della serotonina nei neuroni centrali. In studi
sulle piastrine umane è stato dimostrato che la fluoxetina
blocca l’uptake della serotonina nelle piastrine
stesse.
Gli studi su animali ugualmente suggeriscono che la fluoxetina
esplica un’azione inibitoria sull’uptake della
serotonina molto più potente di quella esercitata
sull’uptake delle altre monoamine.
E’ stato ipotizzato che un’azione antagonista sui
recettori muscarinici, istaminici e
α1-adrenergici sia responsabile dei vari effetti
anticolinergici e cardiovascolari degli antidepressivi triciclici
classici. La fluoxetina si lega molto meno dei farmaci triciclici
a questi e ad altri recettori di membrana.
�
L’assorbimento dopo somministrazione orale è
rapido e completo. Nell’uomo, dopo una singola dose di 40
mg, si osservano picchi plasmatici di fluoxetina compresi fra 15
e 55 ng/ml dopo 6-8 ore.
Le preparazioni di fluoxetina in capsule, compresse solubili
ed in soluzione per uso orale sono bioequivalenti.
La fluoxetina può essere somministrata durante o fuori
dai pasti poiché il cibo non altera la
biodisponibilità sistemica, anche se può rallentare
lievemente l’assorbimento.
La fluoxetina viene metabolizzata nel fegato prevalentemente
in norfluoxetina ed in altri metaboliti inattivi successivamente
escreti dal rene.
La fluoxetina si distribuisce diffusamente
nell’organismo ed è ampiamente legata alle proteine
plasmatiche.
L’emivita di eliminazione della fluoxetina è di
4-6 giorni, mentre quella del suo metabolita attivo è di
4-16 giorni (Tali valori possono risultare ulteriormente
prolungati in pazienti in deficit del sistema enzimatico
P450IID6). Ciò determina un significativo accumulo di
questi prodotti attivi nell’impiego cronico. Le
concentrazioni plasmatiche all’equilibrio sono raggiunte
solo dopo settimane di trattamento.
La seguente tabella riassume le caratteristiche
farmacocinetiche più salienti.
Metabolito attivo
|
Norfluoxetina
|
Legame con le sieroproteine
|
94,5%
|
Picco dei livelli sierici (dopo singola dose)
|
6-8 ore
|
Emivita plasmatica
- Fluoxetina
- Norfluoxetina
|
4-6* giorni
4-16* giorni
|
Concentrazione Plasmatica di equilibrio
|
2-4 settimane
|
Volume di distribuzione
|
20-45 L/Kg
|
Clearance plasmatica
- Fluoxetina
- Norfluoxetina
|
20 L/ora
9�� L/ora
|
*Tali valori possono risultare ulteriormente prolungati in
pazienti con deficit del sistema enzimatico P450IID6
La presenza di insufficienza epatica può ostacolare
l’eliminazione della fluoxetina.
Nei pazienti con insufficienza renale grave può
verificarsi un ulteriore accumulo di fluoxetina o dei suoi
metaboliti.
�
Nelle prove di tossicità per somministrazione singola e
ripetuta, sub-acuta e cronica, in diverse specie animali inclusi
i primati, sia la fluoxetina che il suo metabolita attivo
norfluoxetina hanno dimostrato un elevato grado di
tollerabilità.
Le DL50 (mg/kg) per somministrazione acuta sono
state:
|
Via orale
|
Via endovenosa
|
Fluoxetina
|
|
|
topo
|
248,3 + 13,7
|
44,8 + 1,5
|
ratto
|
468,6 + 33,1
|
34,8 + 1,3
|
gatto
|
> 50
|
---
|
cane
|
> 100
|
---
|
Norfluoxetina
|
|
|
topo
|
360
|
42
|
ratto
|
---
|
37
|
Le dosi acute che causano fenomeni tossici sono molte volte
più elevate rispetto alle dosi terapeutiche
nell’uomo (0,3-1,0 mg/kg/die). Gli eventuali effetti
tossici riscontrati nelle prove di tossicità cronica
(anoressia, perdita di peso, fosfolipidosi in alcune specie
animali) si sono dimostrati reversibili con l’interruzione
del trattamento.
Studi sulla riproduzione: la fluoxetina, alle dosi
saggiate, non influisce sulla fertilità e sulla
capacità riproduttiva.
Studi di teratogenesi: la fluoxetina non influisce
sfavorevolmente sullo sviluppo prenatale o sul peso dei feti, e
non sono stati notati effetti teratogeni significativi.
Studi di mutagenesi: sia in vitro che in vivo la
fluoxetina e la norfluoxetina sono prive di effetti mutageni.
Studi di cancerogenesi: con dosi medie circa 10 volte
la dose giornaliera proposta nell’uomo, per un periodo di 2
anni, non sono stati osservati effetti cancerogeni nel ratto e
nel topo.
�
Capsule: Amido di mais; lattosio; magnesio stearato;
sodio lauril solfato.
Costituenti della capsula: ossido di ferro giallo (E
172); biossido di titanio (E 171); gelatina.
Soluzione: Acido benzoico; sorbitolo soluzione al 70%;
glicerina; aroma di menta; acqua depurata.
�
Non riferite.
�
Capsule: 3 anni, a confezionamento integro.
Soluzione: 2 anni, a confezionamento integro.
�
Conservare a temperatura non superiore a 25° C.
�
Blister di PVC/alluminio per le capsule.
Flacone di vetro ambrato con tappo in plastica a vite per la
soluzione.
�
Nessuna particolare per Capsule rigide.
Per Soluzione orale:
La soluzione deve essere prelevata utilizzando la siringa per
la somministrazione orale inserita nella confezione:
aspirare 5 ml di soluzione del flacone tirando sino a fine corsa
l’apposito pistone.
�
DOC Generici S.r.l. Via Manuzio, 7 - 20124 Milano.
�
-12 capsule da 20 mg:������ A.I.C. n. 033555018/G.
-28 capsule da 20 mg:������ A.I.C. n. 033555032/G
-soluzione 20mg/5 ml:������ A.I.C. n. 033555020/G.
�
Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
�
26/7/1999.����������
�
Non soggetto al DPR 309/90.
�
Maggio 2002
�
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