Studio ad un anno |
Studi a tre anni |
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Fosamax |
Alendronato |
Alendronato (n = 196) % |
Placebo (n = 397) % |
|
Gastro-intestinali |
||||
Dolore addominale |
3,7 |
3,0 |
6,6 |
4,8 |
Dispepsia |
2,7 |
2,2 |
3,6 |
3,5 |
Rigurgito acido |
1,9 |
2,4 |
2,0 |
4,3 |
Nausea |
1,9 |
2,4 |
3,6 |
4,0 |
Distensione addominale |
1,0 |
1,4 |
1,0 |
0,8 |
Stipsi |
0,8 |
1,6 |
3,1 |
1,8 |
Diarrea |
0,6 |
0,5 |
3,1 |
1,8 |
Disfagia |
0,4 |
0,5 |
1,0 |
0,0 |
Flatulenza |
0,4 |
1,6 |
2,6 |
0,5 |
Gastrite |
0,2 |
1,1 |
0,5 |
1,3 |
Ulcera gastrica |
0,0 |
1,1 |
0,0 |
0,0 |
Ulcera esofagea |
0,0 |
0,0 |
1,5 |
0,0 |
Muscoloscheletrici |
||||
Dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o� articolare) |
2,9 |
3,2 |
4,1 |
2,5 |
Crampi muscolari |
0,2 |
1,1 |
0,0 |
1,0 |
Neurologici |
||||
Cefalea |
0,4 |
0,3 |
2,6 |
1,5 |
Negli studi clinici e/o con l’uso commerciale del farmaco sono state riportate anche le seguenti reazioni indesiderate:
Comuni (≥1/100, <1/10)
Gastrointestinali:��������������������� dolore addominale, dispepsia, stipsi, diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, melena, disfagia*, distensione addominale, rigurgito acido.
Muscoloscheletrici:������������������ dolori muscoloscheletrici (ossei, muscolari o articolari)
Neurologici:����������������������������� cefalea.
Non comuni (≥;1/1.000, <1/100)
Organismo in toto:������������������ rash, eritema
Gastrointestinali:��������������������� nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni esofagee*.
Rari (≥1/10.000, <1/1.000)
Organismo in toto:������������������ reazioni di ipersensibilità inclusi orticaria e angioedema. Rash con fotosensibilizzazione.
Gastrointestinali:��������������������� stenosi esofagea*, ulcerazione orofaringea*,� SUP� (Sanguinamento, Ulcere, Perforazione) del tratto gastrointestinale superiore , sebbene non si possa escludere� una relazione causale.
Sensi speciali:�������������������������� uveite.
*Vedere 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni d’impiego e 4.2 Posologia e modo di somministrazione
Dati di laboratorio
Negli studi clinici, sono state riportate riduzioni asintomatiche, lievi e transitorie del calcio e del fosfato sierici rispettivamente nel 18% e nel 10% circa dei pazienti trattati con alendronato 10 mg/die rispetto a 12% e 3% circa di quelli trattati con placebo. Tuttavia, le incidenze delle riduzioni del calcio sierico fino a valori <8,0 mg/dl (2,0 mmol/l) e del fosfato sierico fino a valori di ≤ 2,0 mg/dl (0,65 mmol/l) rilevate nei due gruppi di trattamento sono risultate simili.
L'ipocalcemia, l'ipofosfatemia e gli eventi indesiderati del tratto gastrointestinale superiore, quali disturbi gastrici, pirosi gastrica, esofagite, gastrite o ulcera, possono essere la conseguenza di un sovradosaggio orale.
Non sono disponibili informazioni specifiche sul trattamento di un sovradosaggio con alendronato. Somministrare latte o antiacidi che si legano all'alendronato. A causa del rischio di irritazione esofagea, non indurre il vomito e tenere il paziente rigorosamente con il busto eretto.
Gruppo farmacoterapeutico: bisfosfonato, per il trattamento delle malattie delle ossa.
Codice ATC:� M05B A04
Il principio attivo di� Fosamax, alendronato sodico triidrato, è un bisfosfonato che agisce come un inibitore specifico del riassorbimento osseo mediato dagli osteoclasti senza effetto diretto sulla formazione dell’osso.
Studi preclinici hanno mostrato che l’alendronato si localizza in maniera preferenziale nei siti di riassorbimento attivo. Viene inibita l’attività, ma il reclutamento e l’adesione degli osteoclasti non sono alterati.
Il tessuto osseo formatosi durante il trattamento con l’alendronato è qualitativamente normale.
Trattamento dell’osteoporosi post-menopausale
Gli effetti dell’alendronato sulla massa ossea e sull’incidenza di fratture nelle donne in post-menopausa sono stati esaminati in due studi iniziali sull’efficacia,� di disegno identico (n=994), e nel Fracture Intervention Trial (FIT: n=6.459).
Negli studi iniziali sull’efficacia, gli aumenti medi della densità minerale ossea (DMO) con alendronato 10 mg/die confrontati con il placebo a tre anni sono stati dell’8,8%, 5,9% e 7,8% a livello del rachide, del collo del femore e del trocantere, rispettivamente. Anche la DMO dell’organismoin toto è aumentata in maniera significativa. C’è stata una riduzione del 48% (alendronato 3,2%vs placebo 6,2%) nella proporzione di pazienti trattati con alendronato con una o più fratture vertebrali rispetto a quelli trattati con il placebo. Nell’estensione a due anni di questi studi, la DMO ha continuato ad aumentare a livello del rachide e del trocantere e si è mantenuta stabile a livello del collo del femore e dell’organismoin toto.
L’equivalenza terapeutica di Fosamax70 mg una volta a settimana (n=519) e alendronato 10 mg/die (n=370) è stata dimostrata in uno studio multicentrico di un anno su donne in post-menopausa con osteoporosi. Gli aumenti medi di DMO dal basale a livello del tratto lombare del rachide ad un anno sono stati del 5,1% (95% CI 4,8, 5,4%)� nel gruppo trattato con 70 mg in monosomministrazione settimanale e del 5,4% (95% CI: 5,0, 5,8%) nel gruppo trattato con 10 mg/die. Gli aumenti medi della DMO sono stati del 2,3% e del 2,9% a livello del collo del femore e del 2,9% e 3,1% in tutta l’anca, rispettivamente per i gruppi trattati con 70 mg una volta a settimana e 10 mg una volta al giorno. I due gruppi sono risultati simili anche riguardo agli incrementi di DMO in altri distretti ossei.
Il FIT (Fracture Intervention Trial) è stato composto da due studi controllati con placebo su alendronato una volta al giorno (5 mg al giorno per due anni e 10 mg al giorno per uno o due ulteriori anni): uno studio a 3 anni su 2027 pazienti che avevano almeno una frattura vertebrale al basale (compressione) e uno studio a 4 anni su 4432 pazienti con bassa massa ossea, ma senza una frattura vertebrale al basale, il 37% delle quali era affetta da osteoporosi definita da una DMO al basale a livello del collo del femore di almeno 2,5 deviazioni standard al di sotto della media per donne adulte giovani.
Nello studio a tre anni l’alendronato una volta al giorno ha ridotto l’incidenza di ³1 nuova frattura vertebrale del 47% (alendronato 7,9%vs placebo 15,0%). Una riduzione statisticamente significativa è stata inoltre rilevata nell’incidenza di fratture dell’anca (1,1%vs 2,2%, una riduzione del 51%).
Nello studio a quattro anni, l’analisi del sottogruppo di donne osteoporotiche (T-score del collo femorale £-2,5 al basale, senza frattura vertebrale al basale) ha mostrato una riduzione statisticamente significativa dell’incidenza di fratture dell’anca (alendronato 1,0%vs placebo 2,2%, una riduzione del 56%) e dell’incidenza di ³1 frattura vertebrale (2,9%vs 5,8%, una riduzione del 50%).
Assorbimento
Rispetto ad una dose di riferimento somministrata per via endovenosa, la biodisponibilità orale media dell'alendronato nelle donne è stata dello 0,64% per dosi da 5 a 70 mg, somministrate dopo il digiuno notturno e 2 ore prima di una colazione standardizzata. Allo stesso modo, la biodisponibilità si è ridotta a circa lo 0,46% e lo 0,39% quando l'alendronato è stato somministrato un'ora o mezz'ora prima di una colazione standardizzata. Negli studi sull’osteoporosi alendronato è risultato efficace quando è stato somministrato almeno 30 minuti prima del primo alimento o bevanda della giornata.
La biodisponibilità è stata trascurabile quando l'alendronato è stato somministrato con o entro le due ore da una colazione standardizzata. La somministrazione concomitante di caffè o succo di arancia con alendronato ne ha ridotto la biodisponibilità di circa il 60%.
In soggetti sani, il prednisone somministrato per via orale (20 mg tre volte al giorno per cinque giorni) non ha prodotto cambiamenti clinicamente rilevanti nella biodisponibilità orale dell’alendronato (un incremento medio dal 20% al 44%).
Distribuzione
Studi sul ratto mostrano che in seguito alla somministrazione endovenosa di 1 mg/kg l'alendronato, inizialmente distribuito nei tessuti molli, viene rapidamente ridistribuito a livello osseo o escreto nelle urine. Nell'uomo il volume medio di distribuzione allo stato di equilibrio, esclusivo dell'osso, è almeno di 28 litri. Le concentrazioni plasmatiche di farmaco in seguito a dosi orali terapeutiche sono troppo basse per essere rilevate analiticamente (<5 ng/ml). Nell'uomo il legame con le proteine plasmatiche è di circa il 78%.
Biotrasformazione
Sia nell'uomo che nell'animale non vi è evidenza che l'alendronato venga metabolizzato.
Eliminazione
In seguito a una dose endovenosa singola di alendronato marcato con 14C, circa il 50% della radioattività è stato escreto nelle urine entro 72 ore e non è stata riscontrata radioattività, se non minima, nelle feci. Dopo somministrazione endovenosa singola di 10 mg, laclearance renale dell'alendronato è stata 71 ml/min e laclearance sistemica non ha superato i 200 ml/min. Le concentrazioni plasmatiche si sono ridotte di oltre il 95% entro 6 ore dalla somministrazione endovenosa. E’ stato stimato che l’emivita terminale nell’uomo superi i dieci anni, riflettendo il rilascio dell’alendronato dallo scheletro.
Nel ratto l'escrezione renale di alendronato non avviene mediante sistemi di trasporto� acido- base e di conseguenza non si prevede che nell'uomo interferisca a questo livello con l'escrezione di altri farmaci.
Caratteristiche nei pazienti
Gli studi preclinici mostrano che il farmaco che non si deposita nell’osso è rapidamente escreto nelle urine. Non è stata rilevata evidenza di saturazione della captazione da parte del tessuto osseo a seguito di somministrazione cronica di dosi endovenose cumulative fino a 35 mg/kg negli animali.�
Sebbene non siano disponibili informazioni cliniche, è probabile che, come nell'animale, l'eliminazione dell'alendronato per via renale sia ridotta in pazienti con funzione renale compromessa. Di conseguenza si potrebbe prevedere un accumulo leggermente superiore di alendronato a livello osseo in pazienti con funzione renale compromessa (vedere 4.2 Posologia e modo di somministrazione).
I dati preclinici non indicano alcun rischio specifico nell’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza, tossicità a dose ripetuta, genotossicità e potenziale cancerogeno. Studi nei ratti hanno mostrato che il trattamento con alendronato durante la gravidanza è stato associato a distocia legata all’ipocalcemia nelle madri. Negli studi, i ratti ai quali sono state somministrate le dosi più alte hanno mostrato una maggiore incidenza di ossificazione fetale incompleta. Non è nota la rilevanza di tali reperti per l’uomo.
Cellulosa microcristallina
Lattosio anidro
Croscarmellosa sodica
Magnesio stearato
Non applicabile
2 anni
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
Blister in alluminio/alluminio in confezioni da 2, 4, 8 e 12 compresse.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione speciale
MERCK SHARP & DOHME (ITALIA) S.p.A.
Via G. Fabbroni, 6 - 00191 ROMA
Consociata della Merck & Co., Inc., Whitehouse Station, N.J., U.S.A.
2 compresse da 70 mg���������������������������������������������������������������������� AIC n.029052065/M
4 compresse da 70 mg���������������������������������������������������������������������� AIC n.029052077/M
8 compresse da 70 mg���������������������������������������������������������������������� AIC n.029052089/M
12 compresse da 70 mg�������������������������������������������������������������������� AIC n.029052091/M
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Dicembre 2001
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