- [Vedi Indice]Il cefaclor è indicato per il trattamento delle seguenti infezioni sostenute da germi sensibili:
infezioni dell'apparato respiratorio incluse le polmoniti, le bronchiti, le riacutizzazioni delle bronchiti croniche, le faringiti, le tonsilliti;otite media;infezioni della cute e dei tessuti molli;infezioni dell'apparato urinario incluse le pielonefriti e le cistiti;sinusiti;uretrite gonococcica.
Il cefaclor viene somministrato per via orale.
Adulti: il dosaggio normale nell'adulto è di 250 mg ogni 8 ore. Nelle infezioni più gravi o in quelle causate da germi meno sensibili possono essere indicati dosaggi più elevati. La dose massima raccomandata è di 2 grammi al giorno, sebbene dosi di 4 g al giorno siano state somministrate a soggetti normali per 28 giorni senza ottenere effetti sfavorevoli.
Per il trattamento dell'uretrite gonococcica acuta, in ambo i sessi, è consigliata un'unica somministrazione di 3 g di cefaclor eventualmente in associazione di 1 grammo di probenecid.
Bambini: il dosaggio normale giornaliero è di 20 mg/kg in dosi frazionate ogni 8 ore. Nelle infezioni più gravi, nell'otite media e in quelle causate da germi meno sensibili si raccomanda un dosaggio di 40 mg/kg/die fino ad una dose massima giornaliera di 1 g.
Posologia alternativa: nelle faringiti e nell'otite media la dose totale giornaliera può essere somministrata in dosi frazionate ogni 12 ore.
Per ulteriori esemplificazioni della posologia pediatrica, vedasi foglio illustrativo.
Il cefaclor è controindicato in quei pazienti con riconosciuta allergia alle cefalosporine e agli altri componenti del prodotto. Generalmente controindicato in gravidanza ed allattamento (vedi "Gravidanza e allattamento").
Prima di istituire la terapia con il cefaclor, si deve attentamente valutare se il paziente è risultato precedentemente ipersensibile alle cefalosporine ed alle penicilline.
I derivati della cefalosporina C dovrebbero essere somministrati con prudenza ai pazienti penicillinico-sensibili. Vi sono prove di parziale allergenicità crociata tra le penicilline o le cefalosporine.
Vi sono stati pazienti che hanno avuto gravi reazioni (compresa l'anafilassi) in seguito alla somministrazione di penicilline e cefalosporine.
Data la possibile insorgenza di coliti pseudomembranose in pazienti sottoposti a trattamento con antibiotici a largo spettro, è importante tenere presente tale eventualità nei pazienti che presentano diarrea, durante chemioterapia antibiotica.
Uso in gravidanza
La tollerabilità del cefaclor durante la gravidanza non è stata sufficientemente provata
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
Se interviene una reazione allergica al cefaclor, la somministrazione del farmaco deve essere sospesa ed al paziente si devono prestare le cure del caso.
L'uso prolungato del cefaclor può indurre lo sviluppo di germi non sensibili.
Un'attenta osservazione del paziente è indispensabile. Se durante la terapia con cefaclor interviene una superinfezione, devono essere prese le misure del caso.
Il cefaclor dovrebbe essere somministrato con cautela ai pazienti con funzionalità renale fortemente ridotta. In tali condizioni, il dosaggio sicuro dovrebbe essere inferiore a quello generalmente consigliato.
Dopo somministrazione di cefaclor possono evidenziarsi delle reazioni falsamente positive al glucosio urinario. Queste sono state osservate sia con le soluzioni di Benedict e Fehling che con il Clinitestma non con il Test-Tape(cartina per le analisi del glucosio nelle urine, Lilly).
Gli antibiotici ad ampio spettro dovrebbero essere prescritti con cautela a soggetti con anamnesi di disturbi intestinali, in particolare coliti.
Così come con altri antibiotici beta-lattamici, l'escrezione renale di cefaclor è inibita dal probenecid.
Molte osservazioni hanno messo in evidenza che la presenza di alimenti abbassa e ritarda le concentrazioni massime di cefaclor nel siero senza alterare la quantità totale che si ritrova nelle urine.
La tollerabilità del cefaclor durante la gravidanza non è stata sufficientemente provata.
Nelle donne in stato di gravidanza il farmaco va usato in caso di effettiva necessità e sotto il diretto controllo del Medico.
Piccole quantità di cefaclor sono state ritrovate nel latte materno dopo somministrazione singole di 500 mg; non si conoscono gli effetti del cefaclor nel lattante. Durante l'allattamento si raccomanda cautela nell'uso del farmaco.
Il cefaclor non ha effetti sulla capacità di guidare e sull'uso di macchinari.
Le reazioni avverse considerate correlabili al trattamento con cefaclor vengono qui riportate.
Ipersensibilità: si sono osservate reazioni di ipersensibilità nell'1,5% dei pazienti, comprese le eruzioni morbilliformi (1 su 100). Prurito, orticaria e test di Coombs positivo si osservano in meno di 1 su 200.
Sono state riportate reazioni generalizzate tipo "malattie da siero-simili" con l'uso del cefaclor. Queste sono caratterizzate dalla presenza di eritema multiforme, rash ed altre manifestazioni a carico della cute, accompagnate da artriti/artralgie, con o senza febbre, e si differenziano dalla classica malattia da siero in quanto la linfoadenopatia e la proteinuria sono raramente presenti, mancano complessi immuni circolanti e non c'è evidenza a tutt'oggi di sequele della reazione.
Mentre sono in corso ricerche in proposito, le reazioni "malattie da siero-simili" sembrano essere dovute ad ipersensibilità ed avvengono più spesso durante e dopo un ciclo di trattamento con cefaclor.
Tali reazioni sono state riportate con maggior frequenza nei bambini che negli adulti, con un'incidenza 1 su 200 (0,5%) in un lavoro clinico, di 2 su 8.346 (0,024%) in altri lavori clinici (con una incidenza nei bambini pari allo 0,055%) ed infine di 1 su 38.000 (0,003%) nell'ambito di eventi spontanei.
I segni ed i sintomi si manifestano pochi giorni dopo l'inizio della terapia e cessano pochi giorni dopo la sua conclusione.
Solo occasionalmente queste reazioni hanno causato ospedalizzazione, che generalmente è stata di breve durata (in media da 2 a 3 giorni, secondo gli studi di "Post-Merketing Surveillance).
Nei pazienti che erano stati ricoverati, la sintomatologia al momento del ricovero si era dimostrata da leggera a severa e comunque più grave nel bambino. Gli antistaminici ed i cortisonici favoriscono la remissione dei segni e dei sintomi.
Non sono state riportate sequele gravi.
Reazioni di ipersensibilità più severe, comprese la sindrome di Stevens-Johnson, la necrolisi tossica epidermica e l'anafilassi sono state osservate raramente. L'anafilassi può essere osservata più facilmente in pazienti allergici alle penicilline.
Effetti gastroenterici: si possono presentare in circa il 2,5% dei pazienti, anche con la comparsa di diarrea.
La colite pseudomembranosa può essere osservata durante e dopo il trattamento antibiotico.
Raramente si osservano nausea e vomito. Con alcune penicilline ed altre cefalosporine raramente si evidenziano epatite transitoria e ittero colestatico.
Altri: angioedema, eosinofilia (uno su 50 trattati), prurito genitale, moniliasi vaginale e vaginite (meno di 1 su 100) e raramente trombocitopenia, anemia emolitica reversibile e nefrite interstiziale reversibile.
Sono stati segnalati casi di anemia emolitica in seguito a trattamento con cefalosporine.
Eventi per i quali la correlabilità non è certa
Sistema nervoso centrale: raramente vengono riportate iperattività reversibile, irrequietezza, insonnia, confusione mentale, ipertonia, allucinazioni, senso di instabilità e barcollamento, sonnolenza.
Alterazione transitorie dei valori ematochimici sono state riportate. Anche se di eziologia incerta, queste vengono riportate di seguito come ulteriori informazioni per il clinico.
Alterazioni della funzione epatica: sono stati riferiti lievi aumenti dei valori delle SGOT e SGPT, o della fosfatasi alcalina (1 su 40)
Alterazioni ematologiche: così come per altri antibiotici betalattamici, sono stati riportati linfocitosi transitoria, leucopenia e, raramente anemia emolitica, anemia aplastica, agranulocitosi e neutropenia reversibile di possibile significatività clinica. Ci sono state rare segnalazioni di aumento del tempo di protrombina con o senza sanguinamento clinico in pazienti che ricevevano contemporaneamente cefaclor e Warfarin sodico.
Alterazioni renali: sono stati riportati lievi aumenti dell'azotemia o della creatininemia (meno di 1 su 500) o alterazioni delle analisi delle urine (meno di 1 su 200).
Segni e Sintomi - Sintomi di tossicità osservati dopo sovradosaggio con cefaclor possono comprendere nausea, vomito, disturbi epigastrici e diarrea. La gravità dei disturbi epigastrici e della diarrea è correlabile alla dose assunta. Se vengono evidenziati altri sintomi è probabile che essi siano secondari alla patologia di base, ad una reazione allergica o ad altra intossicazione.
Trattamento - Tenere sempre presente la possibilità che il sovradosaggio sia causato da più farmaci, da interazione fra farmaci o dalla particolare farmacocinetica nel paziente.
Il lavaggio intestinale non è necessario quando il paziente non ha ingerito più di 5 colte la normale dose di cefaclor.
Il paziente va monitorato attentamente, in particolar modo la ventilazione e la perfusione polmonare, i segni vitali, l'emogasanalisi, gli elettroliti sierici etc.
L'assorbimento intestinale può essere ridotto somministrando carbone attivo che, in molti casi, è più efficace del vomito indotto o del lavaggio; si consideri quindi il carbone come trattamento alternativo o in aggiunta allo svuotamento gastrico. La somministrazione ripetuta del carbone attivo può facilitare l'eliminazione di alcuni farmaci che potrebbero essere stati assunti. Monitorare attentamente le vie aeree del paziente durante lo svuotamento gastrico e nell'uso del carbone attivo.
Non è stato stabilito che la diuresi forzata, la dialisi peritoneale, l'emodialisi o l'emoperfusione con carbone attivo sono di beneficio al paziente con sovradosaggio di cefaclor.
I tests in vitro hanno dimostrato che l'azione battericida delle cefalosporine si esplica attraverso l'inibizione della sintesi della parete cellulare.
Il cefaclor è attivo in vitro contro i seguenti microrganismi: Streptococchi alfa e beta-emolitici; Stafilococchi, compresi i ceppi coagulasi positivi e negativi e produttori di penicillinasi; Streptococcus (Diplococcus) pneumoniae; Escherichia coli; Proteus mirabilis; Klebsiella spp.; Moraxella (Branhamella) catarrhalis; Haemophilus influenzae, compresi i ceppi ampicillino-resistenti.
Nota: Il cefaclor non è attivo sullo Pseudomonas spp. e sulla maggior parte dei ceppi di enterococchi (Streptococcus faecalis), di Enterobacter spp. di Proteus indolo-positivi e di Serratia. Alcuni rari ceppi di stafilococchi sono resistenti al cefaclor.
Il cefaclor è ben assorbito dopo somministrazione orale sia se assunto con il cibo che a digiuno. Dopo dosi di 250 mg, 500 mg ed 1 g i picchi sierici medi rilevati dopo 30 - 60 minuti sono stati rispettivamente di 7,13 e 23 mcg/ml. Circa il 60-85% del farmaco viene escreto immodificato nelle urine entro le 8 ore successive alla somministrazione.
In questo periodo le concentrazioni massime nelle urine dopo somministrazione di dosi pari a 250 mg, 500 mg ed 1 g sono risultate rispettivamente pari a circa 600, 900 e 1.900 mcg/ml.
Il cefaclor non viene metabolizzato in modo apprezzabile. La presenza del cibo nel tratto gastrointestinale ritarda l'assorbimento e riduce i picchi sierici ma non modifica la quantità totale del cefaclor assorbita.
Test eseguiti su ratti, cani, scimmie indicano che il farmaco ha un basso potere tossico. I valori della DL50 sono risultati superiori a 5 g/kg quando il farmaco è stato somministrato in roditori per via orale od intraperitoneale. Anche i cani e le scimmie hanno sopportato dosi elevate del farmaco (DL0 > 1g/kg), con vomito e diarrea occasionale.
Il cefaclor non è teratogenico né mutagenico
Fuclode 500 mg capsule rigide: dimeticone 350 c.s, magnesio stearato, amido fluido.
Fuclode 250 mg/5 ml Granulato per sospensione orale: dimeticone 350 c.s., gomma polisaccaride, amido modificato, eritrosina E-127lacca di alluminio, metilcellulosa, sodio laurilsolfato, aroma fragola, saccarosio.
Nessuna in particolare.
Fuclode 500 mg capsule rigide: 2 anni .
Fuclode 250 mg/5 ml granulato per sospensione orale: 2 anni
Tali periodi di validità si riferiscono al prodotto in confezionamento integro e correttamente conservato a temperatura ambiente (inferiore a 30 °C).
Una volta preparata, la sospensione deve essere conservata in frigorifero tra 2 e 8 °C e consumata entro 14 giorni.
Fuclode 500 mg capsule rigide: astuccio di cartone litografato contenente 8 capsule in blister in PVD/PVDC termoformati, unitamente al foglietto illustrativo.
Fuclode 250 mg/5 ml granulato per sospensione orale: astuccio di cartone litografato contenente flacone di polietilene bianco opaco chiuso con tappo a vite, misurino e siringa dosatrice, unitamente al foglietto illustrativo.
Fuclode 250 mg/5 ml granulato per sospensione orale
Agitare bene il flacone prima di aggiungere acqua per favorire la dispersione del granulato;quindi aggiungere acqua fino al livello indicato dalla freccia sulla etichetta.Tappare e agitare bene finché la sospensione non diviene omogenea; il volume si abbasserà al di sotto del livello indicato dalla freccia.Aggiungere nuovamente acqua per riportare il volume fino al livello indicato dalla freccia in etichetta.Agitare bene fino ad ottenere una sospensione uniforme.
Se preparata secondo queste indicazioni 5 ml della sospensione conterranno 250 mg di cefaclor. Agitare bene la sospensione prima di ogni somministrazione.
BIOPROGRESS S.p.A.
Via Aurelia, 58 - 00165 Roma
Fuclode 500 mg capsule rigide AIC n. 032990018
Fuclode 250 mg/5 ml granulato per sospensione orale
AIC n. 032990032
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Vedere decreto di autorizzazione
y TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
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Quella del decreto di autorizzazione.
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