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Associazioni sconsigliate
Estroprogestinici e progestinici (utilizzati quali
anticoncezionali): diminuzione dell'efficacia contraccettiva
per aumentato catabolismo epatico.
Utilizzare di preferenza un diverso metodo
contraccettivo, in particolare di tipo meccanico.
Alcool: potenzia l'effetto sedativo del fenobarbitale.
Evitare di assumere bevande alcooliche o medicinali contenenti
alcool durante il trattamento.
Hypericum perforatum: L’efficacia del
fenobarbitale può essere ridotta dalla somministrazione
contemporanea di preparazioni a base di Hypericum perforatum.
Ciò a seguito dell’induzione degli enzimi
responsabili del metabolismo dei farmaci da parte di preparazioni
a base di Hypericum perforatum che, pertanto, non dovrebbero
essere somministrate in concomitanza con fenobarbitale.
L’effetto di induzione può persistere per almeno due
settimane dopo l’interruzione del trattamento con prodotti
a base di Hypericum perforatum.
Se un paziente sta assumendo contemporaneamente prodotti
a base di Hypericum perforatum i livelli ematici di fenobarbitale
devono essere controllati e la terapia con prodotti a base di
Hypericum perforatum deve essere interrotta.
I livelli ematici di fenobarbitale potrebbero aumentare
con l’interruzione dell’assunzione di Hypericum
perforatum. Il dosaggio di fenobarbitale potrebbe necessitare di
un aggiustamento.
Associazioni che richiedono particolari precauzioni
Ciclosporina: possibile riduzione dei tassi circolanti
con diminuzione dell'attività durante l'associazione
(accelerazione del catabolismo). Inversamente, si ha aumento dei
livelli plasmatici dopo la sospensione dell'induttore. Aumentare
le dosi della ciclosporina tenendo sotto controllo i livelli
plasmatici. Ridurre la posologia dopo la sospensione
dell'induttore.
Corticoidi (gluco-, mineralo-, per via generale):
diminuzione di efficacia dei corticoidi (aumento del loro
catabolismo). Le conseguenze sono particolarmente importanti in
caso di addisoniani e di trapianto.
Controllo clinico e biologico: adattamento della
posologia dei corticoidi durante l'associazione e dopo la
sospensione dell'induttore.
Doxiciclina: diminuzione della concentrazione
plasmatica della doxiciclina secondario probabilmente alla
diminuzione dell'emivita plasmatica della doxiciclina e
conseguente aumento del suo metabolismo epatico).
Controllo clinico ed eventuale adattamento dello schema
terapeutico (aumentare la posologia giornaliera o dividere la
dose in due somministrazioni al giorno).
Idrochinidina, chinidina: diminuzione dei livelli
plasmatici di chinidina e dell'efficacia antiaritmica (aumento
del suo metabolismo epatico).
Controllo clinico, ECG ed eventualmente della
chinidinemia; se necessario, adattare la posologia della
chinidina durante il trattamento con l'induttore e dopo la sua
sospensione (rischio di sovradosaggio della chinidina.
Levotiroxina: effetti descritti per fenitoina,
rifampicina, carbamazepina. Rischio di ipotiroidia clinica nei
pazienti ipotiroidei per aumento del catabolismo delle
T3� e � T4. Controllare i livelli sierici
di T3� e� T4� e adattare secondo la
necessità la posologia della levotiroxina durante il
trattamento con l'induttore e dopo la sua sospensione.
Teofillina (e per estrapolazione, derivati della
teofillina): diminuzione dei tassi plasmatici e
dell'attività della teofillina (aumento del suo
metabolismo per induzione enzimatica).
Controllo clinico e, se necessario, della teofillinemia.
Adattare, se del caso, la posologia della teofillina durante il
trattamento con l'induttore e dopo la sua sospensione.
Acido folico: in caso� di somministrazione di acido
folico, riduzione dei livelli plasmatici di fenobarbitale che
può portare ad una diminuzione di attività (ritorno
alla norma di un metabolismo precedentemente diminuito per
carenza folica).
Controllo clinico, eventualmente dei livelli plasmatici e
adattamento, se necessario, della posologia del fenobarbitale
durante la somministrazione di acido folico e dopo la sua
sospensione.
Acido valproico: aumento delle concentrazioni
plasmatiche di fenobarbitale con comparsa di sedazione
(inibizione del catabolismo epatico), più frequente nei
bambini.
Controllo clinico nei primi 15 giorni della terapia in
associazione e riduzione delle dosi di fenobarbitale alla
comparsa di segni di sedazione; controllare eventualmente i
livelli plasmatici di fenobarbitale.
Anticoagulanti orali: diminuzione dell'effetto degli
anticoagulanti orali (aumento del loro catabolismo epatico).
Controllo più frequente dei livelli di protrombina
e adattamento della posologia degli anticoagulanti orali durante
il trattamento con fenobarbitale e negli 8 giorni dopo la
sospensione.
Antidepressivi imipraminici: gli antidepressivi
imipraminici favoriscono la comparsa di crisi convulsive
generalizzate.
Controllo clinico e aumento eventuale del dosaggio degli
antiepilettici.
Digitossina: diminuzione dell'effetto della digitossina
(aumento del suo catabolismo epatico).
Controllo clinico, ECG, ed eventualmente della
digitossinemia. Se necessario, adattamento della posologia della
digitossina durante l'associazione e dopo sospensione del
fenobarbitale; è preferibile usare la digossina, meno
metabolizzata dal fegato.
Progabide: possibile aumento dei tassi plasmatici di
fenobarbitale. Verosimile diminuzione dei livelli plasmatici di
progabide (non verificati).
Controllo clinico ed eventualmente dei livelli plasmatici
di fenobarbitale. Adattamento eventuale delle posologie.
Associazioni da attuare con cautela
Carbamazepina: diminuzione progressiva dei livelli
plasmatici di carbamazepina senza che questo influisca
sfavorevolmente sull'attività antiepilettica. Da tenere
presente in particolare nell'interpretazione dei livelli
plasmatici.
Disopiramide: diminuzione dell'efficacia antiaritmica
per diminuzione dei tassi plasmatici di disopiramide.
Altri farmaci depressivi del SNC: antidepressivi
(esclusi gli IMAO A-selettivi), la maggior parte degli
antistaminici anti-H1, benzodiazepine, clonidina e
clonidino-simili, ipnotici, derivati della morfina (analgesici e
antitosse), neurolettici, tranquillanti diversi dalle
benzodiazepine.
Aumento della depressione centrale che può avere
conseguenze gravi, soprattutto in caso di guida o di uso di
macchine.
Fenitoina: in caso di associazione con fenobarbitale si
possono verificare variazioni imprevedibili: i tassi plasmatici
della fenitoina sono più spesso diminuiti (aumento del
metabolismo) senza che ciò abbia effetti sfavorevoli
sull'attività anticonvulsivante. Alla sospensione del
fenobarbitale possono comparire effetti tossici della fenitoina.
A volte i livelli plasmatici della fenitoina aumentano
(inibizione del metabolismo per competizione).
Da tenere in considerazione nell'interpretazione dei livelli
plasmatici.
Alprenololo, metoprololo, propranololo
(beta-bloccanti): diminuzione dei livelli plasmatici di
questi beta-bloccanti con riduzione dei loro effetti clinici
(aumento del loro metabolismo epatico). Da tenere presente per
quei beta-bloccanti eliminati principalmente per
biotrasformazione epatica.
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In caso di gravidanza accertata o presunta il preparato va
somministrato solo in caso di assoluta necessità e sotto
il diretto controllo del medico.
In neonati di madri trattate con fenobarbitale può
insorgere una sindrome emorragica che può essere prevenuta
da un trattamento della madre con vitamina K il mese precedente
il parto. L'uso di fenobarbitale durante l'allattamento è
sconsigliato perchè il fenobarbitale attraversa la
barriera placentare e si ritrova escreto nel latte materno.
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Il trattamento con fenobarbitale riduce l'attenzione e allunga
il tempo dei riflessi: di ciò devono essere avvertiti i
pazienti affinchè evitino di condurre autoveicoli o di
svolgere attività che richiedono integrità di
vigilanza per la loro pericolosità.
�
Sedazione, atassia, nistagmo e confusione mentale possono
insorgere, soprattutto negli anziani, a seguito della
somministrazione di dosaggi elevati. Rare manifestazioni
allergiche cutanee.
Ipoprotrombinemia sensibile alla terapia con vitamina K
può insorgere in neonati di madri trattate con
fenobarbitale. Nel corso di trattamenti cronici possono insorgere
anemia megaloblastica sensibile al trattamento con folati e
osteomalacia che risponde al trattamento con vitamina D.
Cutanei: sono stati riportati casi rari di eritema
multiforme, sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica
tossica (sindrome di Lyell).
Epato-biliari: casi rari di epatite tossica.
Ematologici: rari casi di leucopenia, agranulocitosi,
trombocitopenia e porpora.
Sistema nervoso centrale: in alcuni soggetti possono
manifestarsi raramente: eccitazione, agitazione e delirio. Nei
pazienti pediatrici possono verificarsi manifestazioni di
iperattività.
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Nella prima ora successiva ad un sovradosaggio compaiono:
nausea, vomito, cefalea, obnubilamento, confusione mentale, stato
comatoso accompagnato da una sindrome neurovegetativa
caratteristica (bradipnea irregolare, ostruzione
tracheobronchiale, ipotensione arteriosa). Il trattamento
dell'intossicazione acuta da barbiturici comporta un'immediata
lavanda gastrica, se le condizioni del paziente lo permettono.
L'allontanamento del farmaco già assorbito può
essere ottenuto con la diuresi forzata e l'alcalinizzazione delle
urine. Nei casi più gravi è utile ricorrere
all'emodialisi e può essere necessario controllare
meccanicamente la respirazione. La somministrazione di
antibiotici è necessaria per evitare l'insorgenza di
complicazioni polmonari.
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Il fenobarbitale è un farmaco barbiturico,
anticonvulsivante, ipnotico-sedativo. La sua attività si
esprime sia a livello corticale che sottocorticale.
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Circa l'80% del fenobarbitale somministrato per via orale
viene assorbito nel tratto gastro-enterico; il picco plasmatico
viene raggiunto dopo circa 8 ore nell'adulto e dopo circa 4 ore
nel bambino. L'emivita plasmatica è di 50-140 ore
nell'adulto e 40-70 ore nel bambino; è aumentata
nell'anziano e in caso di insufficienza epatica o renale.
Il fenobarbitale si diffonde in tutto l'organismo, soprattutto
nel cervello grazie alla sua liposolubilità; attraversa la
barriera placentare e viene escreto nel latte materno.
Il legame con le proteine plasmatiche è del 50% circa.
Viene metabolizzato nel fegato in un derivato idrossilato
inattivo, che viene poi glucuroconiugato o sulfoconiugato, ed
è escreto per via renale in forma non modificata (in
misura più elevata quanto più le urine sono
alcaline).
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Fiale:� Alcool, Diacetina.
Compresse:� Amido, Magnesio stearato.
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Nessuna nota.
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Compresse: 4 anni.
Fiale: 3 anni.
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Nessuna.
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- Scatola di 30 compresse da 50 mg in blister
- Scatola di 20 compresse da 100 mg in blister
- Astuccio di 6 fiale in vetro 100 mg/1 ml
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Nessuna istruzione particolare.
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AVENTIS PHARMA S.p.A.
P.le S. Türr, 5 - 20149 Milano
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50 mg compresse�� - 30 compresse�� AIC n. 004556027
100 mg compresse -� 20 compresse� AIC n. 004556015
100 mg/ml soluzione iniettabile per uso intramuscolare
- � 6 fiale AIC n. 004556039
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Prima Autorizzazione: 02.03.1951
Rinnovo dell’Autorizzazione: 31.5.2000
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TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
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Marzo 2002
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