Interazioni - [Vedi Indice]
E’ probabile che cibo e bevande (inclusa l’acqua
minerale), integratori di calcio, antiacidi e altri farmaci per
somministrazione orale, se assunti contemporaneamente
all’alendronato, interferiscano con l’assorbimento di
quest’ultimo. Di conseguenza, i pazienti devono lasciare
trascorrere almeno 30 minuti dall’assunzione
dell’alendronato prima dell’assunzione orale di
qualsiasi altro farmaco (vedere 4.2 Posologia e modo di
somministrazione e 5.2 Proprietà farmacocinetiche). Non si
prevedono altre interazioni farmacologiche di rilevanza clinica.
Negli studi clinici, ad alcuni pazienti sono stati somministrati
estrogeni (intravaginali, transdermici o orali) durante il
trattamento con l’alendronato. Non sono stati identificati
eventi indesiderati attribuibili all’uso degli estrogeni
durante il trattamento con l’alendronato. Sebbene non siano
stati condotti studi specifici di interazione, negli studi
clinici l’alendronato è stato usato con una vasta
gamma di farmaci comunemente� prescritti senza dare luogo ad
eventi indesiderati di rilevanza clinica.
�
Uso durante la gravidanza. Non vi sono dati adeguati
sull’uso di alendronato in donne in gravidanza. Gli studi
su animali non indicano effetti dannosi e diretti sulla
gravidanza, lo sviluppo embrio/fetale o lo sviluppo postnatale.
L’alendronato ha causato distocia dovuta
all’ipocalcemia ratti in gravidanza (vedere 5.3 Dati
preclinici di sicurezza). Data l’indicazione
l’alendronato non deve essere usato in gravidanza. Uso
durante l’allattamento. Non è noto se
l’alendronato viene escreto nel latte umano. Data
l’indicazione, l’alendronato non deve essere
utilizzato durante l’allattamento.
�
Non sono stati osservati effetti sulla capacità di
guidare o di usare macchinari
�
In uno studio clinico della durata di un anno, nelle donne in
post-menopausa con osteoporosi, i profili globali di sicurezza di
GENALEN 70 mg una volta a settimana (n=519) e alendronato
10mg/die (n=370), sono risultati simili. In due studi della
durata di tre anni di disegno sostanzialmente identico, nelle
donne in post-menopausa (alendronato 10 mg: n=196, placebo :
n=379) i profili globali di sicurezza di alendronato 10mg/die e
placebo sono risultati simili. Gli eventi indesiderati segnalati
dagli investigatori come possibilemente, probabilmente o
sicuramente correlati al farmaco sono presentati nella tabella
che segue se si sono verificati in >= 1% per ciascun gruppo di
trattamento nello studio ad un anno, oppure se si sono verificati
in >= 1% dei pazienti trattati con alendronato 10mg/die e ad
un’incidenza superiore al placebo negli studi a tre anni
:
�
�
�
|
Studio ad un anno
|
Studi a tre anni
|
�
|
GENALEN
70 mg
(n= 519)
%
|
ALENDRONATO
10mg/die
(n=370)
%
|
ALENDRONATO
10mg/die
(n=196)
%
|
PLACEBO
(n=397)
%
�
|
Gastro-intestinali
|
�
|
�
|
�
|
�
|
�� Dolore addominale
|
3,7
|
3,0
|
6,6
|
4,8
|
�� Dispepsia
|
2,7
|
2,2
|
3,6
|
3,5
|
�� Rigurgito Acido
|
1,9
|
2,4
|
2,0
|
4,3
|
�� Nausea
|
1,9
|
2,4
|
3,6
|
4,0
|
�� Distensione Addominale
|
1,0
|
1,4
|
1,0
|
0,8
|
�� Stipsi
|
0,8
|
1,6
|
3,1
|
1,8
|
�� Diarrea
|
0,6
|
0,5
|
3,1
|
1,8
|
�� Disfagia
|
0,4
|
0,5
|
1,0
|
0,0
|
�� Flatulenza
|
0,4
|
1,6
|
2,6
|
0,5
|
�� Gastrite
|
0,2
|
1,1
|
0,5
|
1,3
|
�� Ulcera gastrica
|
0,0
|
1,1
|
0,0
|
0,0
|
�� Ulcera esofagea
|
0,0
|
0,0
|
1,5
|
0,0
|
Muscoloscheletrici
|
�
|
�
|
�
|
�
|
�� Dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o
articolare)
|
2,9
|
3,2
|
4,1
|
2,5
|
�� Crampi muscolari
|
0,2
|
1,1
|
0,0
|
1,0
|
Neurologici
|
�
|
�
|
�
|
�
|
�� Cefalea
|
0,4
|
0,3
|
2,6
|
1,5
|
�
Negli studi clinici e/o con l’uso commerciale del
farmaco sono state riportate anche le seguenti reazioni
indesiderate:
�
Comuni (>= 1/100, < 1/10)
|
�
|
Gastrointestinali:�
|
dolore addominale, dispepsia , stipsi, diarrea, flatulenza,
ulcera esofagea*, melena, disfagia*, distensione addominale,
rigurgito acido.
|
Muscoloscheletrici:
|
dolori muscoloscheletrici (ossei, muscolari o articolari).
|
Neurologici:
|
cefalea.
|
Non comuni (>= 1/1.000, < 1/100)
|
�
|
Organismo in toto
|
Rash, eritema.
|
Gastrointestinali
|
Nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni esofagee*.
|
Rari (>= 1/10.000, < 1/1.000)
|
�
|
Organismo in toto
|
Reazioni di ipersensibilità inclusi orticaria e
angioderma. Rash con fotosensibilizzazione.
|
Gastrointestinali
|
Stenosi esofagea*, ulcerazione orofaringea*, SUP
(Sanguinamento, Ulcere, Perforazione) del tratto
gastrointestinale superiore, sebbene non si possa escludere una
reazione causale.
|
Sensi Speciali
|
Uveite
|
�
*Vedere 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni
d’impiego e 4.2 Posologia e Modo di somministrazione.
Dati di laboratorio. Negli studi clinici, sono state riportate
riduzioni asintomatiche, lievi e transitorie del calcio e del
fosfato sierici rispettivamente nel 18% e nel 10% circa dei
pazienti trattati con alendronato 10mg/die rispetto a 12% e 3%
circa di quelli trattati con placebo. Tuttavia, le incidenze
delle riduzioni del calcio sierico fino a valori < 8,0 mg/dl
(2,0 mmol/l) e del fosfato sierico fino a valori di < = 2,0
mg/dl (0,65 mmol/l) rilevate nei due gruppi di trattamento sono
risultate simili.
�
L’ipocalcemia, l’ipofosfatemia e gli eventi
indesiderati del tratto gastrointestinale superiore, quali
disturbi gastrici, pirosi gastrica, esofagite, gastrite o ulcera,
possono essere la conseguenza di un sovradosaggio orale. Non sono
disponibili informazioni specifiche sul trattamento di un
sovradosaggio con alendronato. Somministrare latte o antiacidi
che si legano all’alendronato. A causa del rischio di
irritazione esofagea, non indurre il vomito e tenere il paziente
rigorosamente con il busto eretto.
�
Gruppo farmacoterapeutico
Bisfosfonato, per il trattamento delle malattie delle ossa.
Codice ATC : M05B A04. Il principio attivo di GENALEN,
alendronato sodico triidrato, è un bisfofonato che agisce
come un inibitore specifico del riassorbimento osseo mediato
dagli osteoclasti senza effetto diretto sulla formazione
dell’osso. Studi preclinici hanno mostrato che
l’alendronato si localizza in maniera preferenziale nei
siti di riassorbimento attivo. Viene inibita
l’attività, ma il reclutamento e l’adesione
degli osteoclasti non sono alterati. Il tessuto osseo formatosi
durante il trattamento con l’alendronato è
qualitativamente normale.Trattamento dell’osteoporosi
post-menopausale. Gli effetti dell’alendronato sulla
massa ossea e sull’incidenza di fratture nelle donne in
post-menopausa sono stati esaminati in due studi iniziali
sull’efficacia, di disegno identico (n=994), e nel Fracture
Intervention Trial (FIT: n=6.459). Negli studi iniziali
sull’efficacia, gli aumenti medi della densità
minerale ossea (DMO) con alendronato 10mg/die confrontati con il
placebo a tre anni sono stati dell’8,8%, 5,9% e 7,8% a
livello del rachide, del collo del femore e del trocantere,
rispettivamente. Anche la DMO dell’organismoin toto
è aumentata in maniera significativa. C’è
stata una riduzione del 48% (alendronato 3,2%vs
placebo 6,2%) nella proporzione di pazienti trattati con
alendronato con una o più fratture vertebrali rispetto a
quelli trattati con il placebo. Nell’estensione a due anni
di questi studi , la DMO ha continuato ad aumentare a livello del
rachide e del trocantere e si è mantenuta stabile a
livello del collo del femore e dell’organismoin
toto. L’equivalenza terapeutica di GENALEN 70mg una
volta a settimana (n=519) e alendronato 10mg/die (n=370) è
stata dimostrata in uno studio multicentrico di un anno su donne
in post-menopausa con osteoporosi. Gli aumenti medi di DMO dal
basale a livello del tratto lombare rachide ad un anno sono stati
del 5,1% (95% CI 4,8 – 5,4%) nel gruppo trattato con 70 mg
in monosomministrazione settimanale e del
5,4 % (95% CI : 5,0 – 5,8) nel gruppo trattato con
10mg/die. Gli aumenti medi della DMO sono stati del 2,3% e del
2,9% a livello del collo del femore e del 2,9% e 3,1% in tutta
l’anca, rispettivamente per i gruppi trattati con 70mg una
volta a settimana e 10mg una volta al giorno. I due gruppi sono
risultati simili anche riguardo agli incrementi di DMO in altri
distretti ossei. Il FIT (FractureIntervention
Trial) è stato composto da due studi controllati con
placebo su alendronato una volta al giorno (5 mg al giorno per
due anni e 10 mg al giorno per uno o due ulteriori anni): uno
studio a 3 anni su 2027 pazienti che avevano almeno una frattura
vertebrale al basale (compressione) e uno studio a 4 anni su 4432
pazienti con bassa massa ossea, ma senza frattura vertebrale al
basale, il 37% delle quali era affetta da osteoporosi definita da
una DMO al basale a livello del collo del femore di almeno 2,5
deviazioni standard al di sotto della media per donne adulte
giovani. Nello studio a tre anni l’alendronato una volta al
giorno ha ridotto l’incidenz di > =1 nuova frattura
vertebrale del 47% (alendronato 7,9%vs placebo 15,0). Una
riduzione statisticamente significativa è stata inoltre
rilevata nell’incidenza di fratture dell’anca (1,1 %
vs 2,2%, una riduzione del 51%).� Nello studio a quattro
anni, l’analisi del sottogruppo di donne osteoporotiche
(T-score del collo femorale <= -2,5 al basale, senza frattura
vertebrale al basale) ha mostrato una riduzione statisticamente
significativa dell’incidenza di fratture dell’anca
(alendronato 1,0%vs placebo 2,2% una riduzione del 56%) e
dell’incidenza di >= 1 frattura vertebrale (2,9%
vs 5,8%, una riduzione del 50%).
�
Assorbimento. Rispetto ad una dose di riferimento
somministrata per via endovenosa, la biodisponibilità
orale media dell’alendronato nelle donne è stata
dello 0,64% per dosi da 5 a 70 mg, somministrate dopo il digiuno
notturno e 2 ore prima di una colazione standardizzata. Allo
stesso modo, la biodisponibilità si è ridotta a
circa lo 0,46% e lo 0,39% quando l’alendronato è
stato somministrato un’ora o mezz’ora prima di una
colazione standardizzata. Negli studi sull’osteoporosi
alendronato è risultato efficace quando è stato
somministrato almeno 30 minuti prima del primo alimento o bevanda
della giornata. La biodisponibilità è stata
trascurabile quando l’alendronato è stato
somministrato con o entro le due ore da una colazione
standardizzata. La somministrazione concomitante di caffè�
o succo di arancia con alendronato ne ha ridotto la
biodisponibilità di circa il 60%. In soggetti sani, il
prednisone somministrato per via orale (20 mg tre volte al giorno
per cinque giorni) non ha prodotto cambiamenti clinicamente
rilevanti nella biodisponibilità orale
dell’alendronato (un incremento medio dal 20% al 44%).
Distribuzione. Studi sul ratto mostrano che in seguito alla
somministrazione endovenosa di 1mg/kg l’alendronato,
inizialmente distribuito nei tessuti molli, viene rapidamente
ridistribuito� a livello osseo o escreto nelle urine.
Nell’uomo il volume medio di distribuzione allo stato di
equilibrio, esclusivo dell’osso è almeno di 28
litri. Le concentrazioni plasmatiche di farmaco in seguito a dosi
orali terapeutiche sono troppo basse per essere rilevate
analiticamente (<5ng/ml). Nell’uomo il legame con le
proteine plasmatiche è di circa il 78%. Biotrasformazione.
Sia nell’uomo che nell’animale non vi è
evidenza che l’alendronato venga metabolizzato.
Eliminazione. In seguito a una dose endovenosa singola di
alendronato marcato con 14C, circa il 50% della
radioattività è stato escreto nelle urine entro 72
ore e non è stata riscontrata radioattività, se non
minima, nelle feci. Dopo somministrazione endovenosa singola di
10 mg, la clearance renale dell’alendronato è stata
71ml/min e la clearance sistemica non ha superato i 200 ml/min.
Le concentrazioni plasmatiche si sono ridotte di oltre il 95%
entro 6 ore dalla somministrazione endovenosa. E’ stato
stimato che l’emivita terminale nell’uomo superi i
dieci anni, riflettendo il rilascio dell’alendronato dallo
scheletro. Nel ratto l’escrezione renale di� alendronato
non avviene mediante sistemi di trasporto acido-base e di
conseguenza non si prevede che nell’uomo interferisca a
questo livello con l’escrezione di altri farmaci.
Caratteristiche nei pazienti. Gli studi preclinici mostrano che
il farmaco che non si deposita nell’osso è
rapidamente escreto nelle urine. Non è stata rilevata
evidenza di saturazione della captazione da parte del tessuto
osseo a seguito di somministrazione cronica di dosi endovenose
cumulative fino a 35mg/kg negli animali. Sebbene non siano
disponibili informazioni cliniche, è probabile che, come
nell’animale, l’eliminazione dell’alendronato
per via renale sia ridotta in pazienti con funzione renale
compromessa. Di conseguenza si potrebbe prevedere un accumulo
leggermente� superiore di alendronato a livello osseo in pazienti
con funzione renale compromessa (vedere 4.2 Posologia e modo di
somministrazione).
�
I dati preclinici non indicano alcun rischio specifico
nell’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza,
tossicità a dose ripetuta, genotossicità e
potenziale cancerogeno. Studi nei ratti hanno mostrato che il
trattamento con alendronato durante la gravidanza è stato
associato a distocia legata all’ipocalcemia nelle madri.
Negli studi, i ratti ai quali sono state somministrate le dosi
più alte hanno mostrato una maggiore incidenza di
ossificazione fetale incompleta. Non è nota la rilevanza
di tali reperti per l’uomo.
�
Cellulosa microcristallina, lattosio anidro, croscaramellosa
sodica, magnesio stearato.
�
Non applicabile
�
2 anni
�
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
�
Blister in alluminio/alluminio in confezioni da 2, 4, 8 e 12
compresse. E’ possibile che non tutte le confezioni siano
commercializzate.
�
Nessuna istruzione speciale
�
ISTITUTO GENTILI S.p.A.
Via Mazzini, 112
56125 Pisa
�
2 compresse da 70 mg AIC n.034172041/M ; 4 compresse da 70 mg
AIC n.034172054/M ; 8 compresse da 70 mg AIC n.034172066/M ; 12
compresse da 70 mg AIC n.034172078/M.
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�
Dicembre 2001
�
TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
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