Farmaci in Emergenza
Principi attivi: glibenclamide mg 5; fenformina cloridrato mg 25.
In base al controllo clinico ed ai risultati degli esami di laboratorio, si può aumentare successivamente la posologia di un confetto alla volta. I confetti devono essere ingeriti 30 minuti prima dei pasti con un po' d'acqua. Dosi fino a due confetti al giorno, possono essere prese in una sola volta alla prima colazione. Dosi maggiori saranno suddivise tra i tre pasti.
Non dovrà mai essere superata la dose di 100 mg di fenformina pro die.
La determinazione della creatinina nel siero deve essere effettuata prima dell'inizio della cura, ogni due mesi nel primo semestre e poi ogni semestre.
In casi di manifestazioni ipoglicemiche (vedi effetti indesiderati) somministrare carboidrati; nei casi più gravi, che raramente possono arrivare fino alla perdita della coscienza, è necessario effettuare un'infusione lenta i.v. di soluzione glucosata.
In concomitanza di traumi, interventi chirurgici, malattie infettive e febbrili, può rendersi necessario instaurare temporaneamente la terapia insulinica per mantenere un adeguato controllo metabolico.
L'uso degli ipoglicemizzanti orali del gruppo delle sulfaniluree deve essere limitato ai pazienti con diabete mellito sintomatico insorto in età adulta e non chetogenico che non possa essere controllato con la dieta, nei quali la somministrazione di insulina sia impraticabile.
Gli ipoglicemizzanti orali non sono indicati nel trattamento del diabete latente, del diabete sospetto, negli stati prediabetici.
Tenere fuori dalla portata dei bambini .
Molto rara è la comparsa di disturbi gastroenterici (quale nausea e senso di pienezza epigastrica) e di cefalea; essi sono in relazione alla posologia ed in genere scompaiono con la riduzione di questa, se compatibile con il mantenimento dell'equilibrio metabolico.
In pazienti in trattamento con sulfaniluree sono state talvolta riportate manifestazioni allergiche cutanee che sono però transitorie ed in genere scompaiono con il proseguimento della terapia. Molto rare ed in genere reversibili, sono le alterazioni a carico del sistema emopoietico.
Tale meccanismo d'azione costituisce il presupposto teorico per l'impiego della fenformina in associazione alla glibenclamide, la quale svolge attività ipoglicemizzante prevalentemente per stimolazione delle cellule beta del pancreas.
Per il particolare meccanismo d'azione dei due componenti si ha quindi un potenziamento della loro azione come è dimostrato dal fatto che lo stesso effetto ipoglicemizzante si ottiene con dosaggi più bassi di entrambi i componenti, consentendo così di ridurre al minimo gli effetti collaterali indesiderati di ciascuno di essi.
In particolare il basso dosaggio della fenformina riduce il rischio di acidosi lattica che questa sostanza può provocare per aumento della glicolisi anaerobica, con conseguente iperproduzione di lattato.
La fenformina è prontamente e parzialmente (50-80%) assorbita dal canale gastro-enterico; ha una emivita di circa 3 ore. La durata dell'effetto ipoglicemizzante è di 6 ore.
Nel Gliben F mentre la glibenclamide si trova nello strato superficiale del confetto ed è prontamente ceduta, la fenformina si ritrova microincapsulata nel nucleo del confetto ed è ceduta lentamente. Pertanto le massime concentrazioni attive di fenformina si ottengono a partire dalla seconda ora e perdurano fino alla sesta ora compresa.
amido di mais, carmellosa sodica, gelatina, magnesio stearato, polivinilcloruro, gomma lacca, glicerolo triacetato, talco, silice colloidale idrata, saccarosio, cera carnauba, cera bianca, paraffina solida.
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