Il glutatione è un tripeptide naturale presente nelle cellule di tutti gli organi ed apparati. La sua ampia distribuzione è collegata ad una estesa varietà di funzioni biologiche e riveste importanza fondamentale in numerosi processi biochimici e metabolici.
Il gruppo sulfidrilico della parte cisteinica del glutatione è fortemente nucleofilo e perciò rappresenta un target primario di attacco elettrofilo da parte di sostanze chimiche o di loro metaboliti reattivi, rendendo perciò inattive sostanze esogene potenzialmente tossiche. Svolge quindi azione protettiva di siti nucleofili essenziali, il cui attacco inizierebbe un processo di danneggiamento cellulare.
Reagendo inoltre con un gran numero di metaboliti ossidati organici il glutatione ridotto dà origine a composti coniugati meno tossici, che possono essere facilmente ed ulteriormente metabolizzati ed eliminati come acidi mercapturici.
Il glutatione può trovare quindi applicazione in tutte quelle epatotossicosi in cui si trovano coinvolti meccanismi di questo tipo, vale a dire epatotossicosi etiliche o da farmaci o nelle patogenesi collegate ad alterazione dei meccanismi di detossicazione.
La tossicità acuta del glutatione è risultata molto bassa: infatti le determinazioni di DL50 su topo e su ratto hanno fornito i seguenti risultati.
Glutatione non salificato (pH 2-3)
Nel topo per somministrazione endovenosa 3083,9 mg/kg (M) e 3037,9 mg/kg (F); nel topo per via intraperitoneale 3807,9 mg/kg (M) e 3260,8 mg/kg (F). Nel ratto per somministrazione endovenosa 3378,1 mg/kg (M) e 3211,4 mg/kg (F); nel ratto per somministrazione intraperitoneale 3468,5 mg/kg (M) e 3463,8 mg/kg (F).
Glutatione sodico
La DL50 è sempre superiore a 5000 mg/kg nel ratto e nel topo (sia maschio che femmina) dopo somministrazione sia per via intramuscolare che per via endovenosa.
Nel cane la DL50 di Gluthion risulta superiore a 4 fiale (2400 mg di glutatione ridotto) sia nel maschio che nella femmina dopo somministrazione intramuscolare.
Le prove di tossicità subacuta, condotte su coniglio per via endovenosa e le prove di tossicità cronica condotte su ratto per somministrazione intraperitoneale e su cane per somministrazione endovenosa alle dosi più elevate non hanno evidenziato effetti tossici o alterazioni, rispetto ai controlli, dei parametri considerati.
Il farmaco inoltre non ha evidenziato alcuna anomalia negli studi di tossicità peri e post-natale nel ratto e nel coniglio, negli studi di fertilità e teratogenesi su ratto e negli studi di embriotossicità su ratto e coniglio.
Per quanto riguarda effetti mutageni è noto in letteratura che il glutatione non ha attività di tipo mutageno ed anzi viene usato come anti-mutageno in studi effettuati su svariate sostanze.