Interazioni - [Vedi Indice]
Come per tutti gli altri mezzi di contrasto contenenti
gadolinio, non sono stati osservate interazioni con altri
medicamenti. Non sono stati condotti studi specifici di
interazione con altri farmaci.
Non esistono dati sufficienti sull’impiego di
gadobutrolo in donne in stato di gravidanza.
In studi su animali, effettuati con dosaggi ripetuti di
gadobutrolo, solo livelli di dose tossici per la madre (da 8 a 17
volte la dose diagnostica) hanno causato un ritardo dello
sviluppo embrionale ed embrioletalità ma non
teratogenicità. Non è noto il potenziale rischio di
una dose singola per l’uomo.
Il Gadovist non deve essere impiegato in gravidanza se non
strettamente necessario. Il passaggio di Gadovist nel latte
materno non è stato finora studiato nella specie
umana.
Quantità minime di Gadovist (meno dello 0,01% della
dose somministrata) passano nel latte materno degli animali.
L’allattamento deve essere interrotto per almeno 24 ore
dopo la somministrazione di gadobutrolo .
Non pertinente.
Sono state riportate reazioni di ipersensibilità. In
rari casi è possibile l’insorgenza di reazioni
anafilattoidi, sino allo shock. Come per tutti gli altri mezzi di
contrasto non possono essere escluse reazioni allergiche tardive,
anche dopo vari giorni (v. sezione 4.4). Pazienti con
predisposizione allergica sono soggetti più frequentemente
di altri a reazioni di ipersensibilizzazione. Sono state
osservate occasionalmente nausea, vomito, vertigini, dispnea,
cefalee, vasodilatazione, ipotensione e reazioni cutanee di tipo
allergico.
Al momento della puntura della vena o durante la
somministrazione del mezzo di contrasto, è possibile
accusare una sensazione di calore, di freddo o di dolore di breve
durata nel sito d’iniezione.
Dopo la somministrazione di altri mezzi di contrasto per RM
contenenti gadolinio, sono stati riportati casi di convulsioni,
brividi e sincope.
Fino ad oggi non è stato osservato alcun effetto sulla
funzionalità renale nel corso degli studi clinici condotti
su un limitato numero di pazienti.
Durante o subito dopo l’iniezione a bolo possono
verificarsi alterazioni transitorie del gusto o
dell’olfatto.
L’iniezione paravenosa di Gadovist può provocare
dolore locale della durata anche di molti minuti. Non sono state
osservate altre reazioni a livello dei tessuti.
La dose massima giornaliera testata nell’uomo, di 0,5
mmol gadobutrolo/kg di peso corporeo, è stata ben
tollerata.
Fino ad oggi non sono stati osservati segni di intossicazione
da sovradosaggio durante l’impiego clinico.
In caso di sovradosaggio, Gadovist deve essere rimosso
dall’organismo mediante dialisi extracorporea.
CODICE ATC: V08C A09
Gadovist è un mezzo di contrasto paramagnetico per la
risonanza magnetica per immagini.
L’effetto di potenziamento del mezzo di contrasto
è mediato dal gadobutrolo, un complesso non-ionico
costituito da gadolinio (III) e dal ligando macrociclico,
l’acido
diidrossi-idrossimetilpropil-tetrazaciclododecano-triacetico
(butrolo). A dosi diagnostiche il gadobutrolo provoca
l’accorciamento dei tempi di rilassamento dei protoni
nell’acqua dei tessuti. A 0,47 Tesla (20 MHz), pH 7 e
40°C, l’effetto paramagnetico (relassività)
determinato come effetto sul tempo di rilassamento spin-reticolo
(T1) - è di circa 3,6 I mmol–1
sec–1 ed il tempo di rilassamento spin-spin (T2)
è di circa 4 l mmol -1� sec-1.
Nell’intervallo compreso fra 0,47 e 2,0 Tesla, la
relassività manifesta solo una minima dipendenza dalla
forza del campo magnetico.
Il gadobutrolo non attraversa la barriera emato-encefalica
integra e quindi non si accumula nel tessuto encefalico sano o
nelle lesioni che conservano una barriera emato-encefalica
integra.
Con elevate concentrazioni locali tissutali di gadobutrolo,
l’effetto T2 risulta in una diminuzione
dell’intensità del segnale.
Dopo la somministrazione endovenosa, il gadobutrolo si
distribuisce rapidamente nello spazio extracellulare. Il legame
con le proteine plasmatiche è trascurabile.
La farmacocinetica del gadobutrolo nella specie umana è
proporzionale alla dose. Fino a 0,4 mmol di gadobutrolo/kg di
peso corporeo, il livello plasmatico diminuisce dopo una fase
iniziale di distribuzione con un’emivita media finale di
1,8 ore (1,3-2,1 ore), che è identica alla velocità
di eliminazione per via renale. Al dosaggio di 0,1 mmol di
gadobutrolo/kg di peso corporeo, sono stati misurati in media
0,59 mmol di gadobutrolo/l di plasma 2 minuti dopo
l’iniezione e 0,3 mmol di gadobutrolo/l di plasma 60 minuti
dopo l’iniezione. Entro 2 e 12 ore dalla somministrazione
viene eliminato attraverso le urine più del 50% e
più del 90% (o 92%), rispettivamente, della dose
iniettata. Alla dose di 0,1 mmol di gadobutrolo/kg di peso
corporeo, una media di 100,3 + 2,6% della dose viene eliminata
entro le 72 ore successive alla somministrazione. In soggetti
sani la clearance renale del gadobutrolo è di 1,1 - 1,7 ml
min-1 kg-1 e quindi è paragonabile
alla clearance renale dell’inulina, a dimostrazione del
fatto che il gadobutrolo viene eliminato principalmente per
filtrazione glomerulare. Meno dello 0,1% della dose viene
eliminata con le feci. Non risulta rilevabile alcun metabolita
nel plasma o nelle urine.
Dati preclinici basati su studi convenzionali di sicurezza
farmacologica, di tossicità a dosi ripetute e di
genotossicità, nella specie umana, non hanno evidenziato
alcun rischio particolare.
In studi tossicologici sulla riproduzione a dosaggi ripetuti,
solo dosi tossiche per la madre (da 8 a 17 volte la dose
diagnostica) hanno indotto un ritardo dello sviluppo embrionale
nei ratti ed un aumento della letalità embrionale nei
conigli e nelle scimmie Non è noto se simili effetti
possano essere indotti da una singola somministrazione.
Gli effetti cardiovascolari osservati negli animali (cani) a
livelli di esposizione simili (0,25 mmol/kg) e superiori (1,25
mmol/kg) rispetto ai livelli di massima esposizione clinica, sono
stati un aumento transitorio dose-dipendente della pressione
sanguigna (5% e 10%, superiore rispetto al controllo trattato con
soluzione salina) e della contrattilità miocardica, anche
essa dose-dipendente, (5% e 16%, superiore rispetto al controllo
trattato con soluzione salina).
Calcobutrolo sodico (agente complessante)� trometamolo acido
cloridrico acqua per preparazioni iniettabili
Nessuna nota.
Validità del prodotto medicinale confezionato per la
vendita: 3 anni.
Validità dopo apertura del contenitore:
La soluzione del mezzo di contrasto non utilizzata per
l’indagine deve essere scartata.
E’ stato dimostrato che la stabilità chimica e
fisica del prodotto aperto è di 24 ore a temperatura
ambiente.
Dal punto di vista microbiologico, il prodotto una volta
aperto deve essere utilizzato immediatamente, in caso contrario i
tempi e la conservazione del prodotto dopo l’apertura del
flacone ricadono sotto la responsabilità
dell’utilizzatore e, premesso che le operazioni di
ricostituzione/diluizione (ecc.) siano state eseguite in
condizioni asettiche controllate e validate, non devono superare
le 24 ore alla temperatura di 2-8 °C.
Limitatamente all’impiego del flacone per infusione
contenente 65 ml di soluzione per infusione endovenosa, dopo
l’apertura, in condizioni asettiche, Gadovist rimane
stabile per almeno 8 ore a temperatura ambiente.
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
Un flaconcino per iniezione da 10 ml contenente 7,5 ml o un
flaconcino da 15 ml contenente 15 ml o un flaconcino da 30 ml
contenente 30 ml di soluzione iniettabile.
Flaconcino per iniezione: vetro tipo I, incolore
Tappo:����������������������������� elastomero
clorobutilico
Tappo a ghiera:������ ��������� puro alluminio, laccato���
���������������������������������������� internamente ed
esternamente,
���������������������������������������� dotato di dischetto
colorato di
���������������������������������������� protezione fatto di
propilene.
Un flacone per infusione da 100 ml contenente 65 ml di
soluzione per infusione endovenosa.
Flacone per infusione:���� vetro, tipo II, incolore
Tappo:���������������������������� elastomero
clorobutilico
Tappo a ghiera:�������������� puro alluminio, laccato
internamente
���������������������������������������� e esternamente,
dotato di dischetto
���������������������������������������� colorato di
protezione fatto di
���������������������������������������� polipropilene.
Gadovist non deve essere aspirato dal flacone nella siringa
fino al momento dell’uso. Il mezzo di contrasto non
utilizzato per un’indagine deve essere eliminato.
Inoltre è necessario tenere presente quanto segue per
l’uso dei flaconi per infusione contenenti 65 ml di
soluzione di mezzo di contrasto.
Il mezzo di contrasto deve essere somministrato per mezzo di
un iniettore automatico. Il tubo che parte dall’iniettore e
raggiunge il paziente (tubo del paziente) deve essere cambiato
dopo ciascun esame. Eventuale soluzione di contrasto che rimanga
nel flacone non utilizzata, i tubi di connessione e tutte le
parti a perdere del sistema di iniezione devono essere eliminati
entro 8 ore. Devono essere seguite rigorosamente anche eventuali
istruzioni aggiuntive fornite dal produttore della
strumentazione.
Il prodotto non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale
medicinale devono essere smaltiti in conformità ai
requisiti di legge locali.
Schering S.p.A. - Via L. Mancinelli, 11 - 20131 Milano
Un flaconcino da 7,5 ml����������������� AIC 034964130/M
Un flaconcino da 15 ml������������������ AIC 034964104/M
Un flaconcino da 30 ml��� ��������������� AIC 034964116/M
Un flacone per infusione da 65 ml� AIC 034964128/M
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07.08.2001
TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
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