Interazioni - [Vedi Indice]L'effetto antiipertensivo di manidipina può essere potenziato dall'associazione con diuretici, b bloccanti e in genere con altri farmaci antiipertensivi.
La somministrazione concomitante di Ca-antagonisti e cimetidina può potenziare l'effetto antiipertensivo; inoltre la somministrazione di Ca-antagonisti in associazione a digossina può determinare un aumento dei livelli del glucoside. La contemporanea somministrazione di induttori farmaco-metabolici (fenitoina, carbamazepina, fenobarbitale) può invece provocare una diminuzione dei livelli plasmatici di Ca-antagonisti. In tali situazioni è indicato un regolare controllo Medico.
Non sono stati identificati fenomeni di interazione con gli ipoglicemizzanti orali.
Il prodotto è controindicato in gravidanza e durante l'allattamento.
Poiché potrebbero verificarsi capogiri conseguenti alla riduzione pressoria, i pazienti dovrebbero essere avvertiti di prestare attenzione nell'uso di macchine e nella guida di autoveicoli.
In pazienti suscettibili possono verificarsi manifestazioni di lieve entità riferibili alle proprietà vasodilatanti del prodotto, come cefalea, capogiri o vertigini, palpitazioni, vampate di calore ed edema. Esse sono dose-dipendenti e solitamente tendono ad attenuarsi od a risolversi spontaneamente con la prosecuzione del trattamento. Non sono stati riportati casi di ipotensione ortostatica. Meno frequentemente sono stati riferiti eventi aspecifici quali nausea, vomito, disturbi gastrointestinali, secchezza delle fauci, eruzione cutanea e senso di malessere. La somministrazione non è generalmente associata a significative variazioni dei parametri di laboratorio ematologici ed ematochimici. Raramente sono stati osservati aumenti reversibili di parametri della funzionalità epatica (SGOT, SGPT, LDH, gamma-GT e fosfatasi alcalina) e renale (azotemia, creatininemia).
Nell'evenienza di marcata ipotensione e tachicardia conseguenti a sovradosaggio occorre adottare opportune misure sintomatiche di assistenza alla funzione cardiocircolatoria.
Manidipina è un nuovo potente calcio-antagonista diidropiridinico ad attività antiipertensiva, con spiccate proprietà nefroprotettive e di facilitazione della funzione renale.
Caratteristica fondamentale è la sua lunga durata d'azione, evidenziata in vitro e in vivo ed attribuibile sia alle caratteristiche farmacocinetiche che alla elevata affinità per il sito recettoriale. In numerosi modelli di ipertensione sperimentale manidipina si è dimostrata più potente e con attività più protratta rispetto a nicardipina e nifedipina. Inoltre, ha manifestato selettività vascolare, spiccata per il distretto renale, con aumento del flusso ematico renale, riduzione delle resistenze vascolari delle arteriole afferenti ed efferenti glomerulari e conseguente diminuzione della pressione intraglomerulare. Questa caratteristica si integra con proprietà diuretiche, dovute ad inibizione del riassorbimento idrico e di sodio a livello tubulare. In prove di patologia sperimentale manidipina esercita, a dosi solo moderatamente antiipertensive, un effetto protettivo nei confronti dello sviluppo del danno glomerulare da ipertensione. Studi in vitro hanno dimostrato che concentrazioni di manidipina nell'ambito di quelle cliniche sono in grado di inibire efficacemente le risposte proliferative cellulari a fattori mitogeni mesangiali (PDGF, Endotelina-1) che possono rappresentare la base fisiopatologica per l'instaurarsi di danno renale e vascolare nel soggetto iperteso.
Nei pazienti ipertesi riduzioni clinicamente significative della pressione arteriosa permangono per 24 ore dopo una singola dose giornaliera.
La diminuzione della pressione arteriosa, determinata dalla riduzione delle resistenze totali periferiche, non induce un aumento clinicamente rilevante della frequenza e della gittata cardiaca sia sul breve che sul lungo termine. Gli effetti benefici sull'emodinamica renale consentono il mantenimento del flusso plasmatico renale e della frazione di filtrazione glomerulare nel lungo termine.
Grazie all'attività nefroprotettiva ed all'assenza di ripercussioni sul metabolismo glucidico e lipidico, la manidipina risulta idonea all'impiego in pazienti ipertesi con concomitanti alterazioni renali o diabete.
Dopo somministrazione orale la manidipina presenta un picco di concentrazione plasmatica a 2-3,5 ore, ed è soggetta ad un effetto di primo passaggio. Il legame con le proteine plasmatiche è del 99%.
Il prodotto si distribuisce ampiamente nei tessuti ed è estesamente metabolizzato, principalmente a livello epatico.
L'eliminazione avviene prevalentemente per via fecale (63%) e parzialmente per via urinaria (31%).
Dopo somministrazioni ripetute non si verifica accumulo. La farmacocinetica nel paziente con insufficienza renale non subisce modifiche di rilievo.
L'assorbimento della manidipina è aumentato dalla presenza di cibo nel tratto gastrointestinale.
Gli studi di tossicità acuta hanno indicato i seguenti valori di DL50 :
ratto, os: | 247 mg/kg (M) | topo, os: | 190 mg/kg (M) |
| 156 mg/kg (F) | | 171 mg/kg (F) |
Negli studi di tossicità per somministrazioni ripetute fino a 52 settimane nel ratto e nel cane la manidipina è ben tollerata fino a 3 mg/kg/die, con un fattore di sicurezza di almeno 10 volte rispetto alla esposizione clinica.
Il prodotto non ha evidenziato effetti sulla fertilità, nè effetti teratogeni o fetotossici ed è privo di attività mutagena, cancerogena o antigenica.
Lattosio; amido di mais; idrossipropilcellulosa a bassa sostituzione (L-HPC-31); idrossipropilcellulosa (HPC-L); magnesio stearato; riboflavina (E 101).
Non note.
36 mesi a confezionamento integro correttamente conservato.
Da conservare alla normale temperatura ambientale, al riparo dalla luce.
Contenitore primario: blister in PVC/PVDC accoppiato, bianco opaco, saldato con Al/PVDC e termoformato.
Contenitore finale: astuccio in cartoncino stampato a colori e vernice sovrastampa.
Astuccio di 28 compresse dosate a 20 mg
Vedi paragrafi "Posologia e modo di somministrazione" e "Avvertenze" e "Speciali precauzioni per l'uso"
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27/07/2000.
Non soggetto.
Luglio 2000.
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