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Il KEMADRIN è indicato in tutte le forme del morbo di
Parkinson: idiopatico, post-encefalitico ed
arteriosclerotico.
I sintomi per i quali si osserva spesso una buona risposta al
KEMADRIN sono: rigidità, acinesia, tremore,
difficoltà nello scrivere e nel parlare, disturbi
dell'andatura, scialorrea e perdita di saliva, sudorazione, crisi
oculogire ed umore depresso.
Il KEMADRIN è anche usato nel controllo dei sintomi
extrapiramidali indotti da farmaci neurolettici compreso lo
pseudo-parkinsonismo, reazioni distoniche acute ed irrequietezza
motoria.
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Si dovrà tener conto della variabilità del
dosaggio ottimale per ciascun paziente. Il trattamento va
normalmente iniziato alla dose di 2,5 mg tre volte al giorno
aumentando di 2,5-5 mg/die ad intervalli di due o tre giorni fino
a che non si sia raggiunta una risposta clinica ottimale. La
normale dose massima giornaliera è di 30 mg. Tuttavia a
giudizio del medico quando opportuno, la dose totale può
raggiungere i 60 mg.
Il dosaggio giornaliero utilizzato per il controllo dei
sintomi extrapiramidali indotti da neurolettici è
normalmente non superiore ai 20 mg al giorno. Dopo un periodo di
3-4 mesi, il KEMADRIN deve essere sospeso per poter osservare una
eventuale ricomparsa dei sintomi extrapiramidali. Una sospensione
periodica della terapia è consigliabile anche per i
pazienti che sembrano aver necessità del farmaco per
periodi più lunghi.
Il KEMADRIN può essere associato con levodopa o
amantadina nei pazienti che non rispondono adeguatamente
alla terapia con un solo farmaco.
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Ipersensibilità nota verso il componente. Glaucoma ad
angolo stretto. Ileo paralitico. Tachicardia.
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In un certo numero di pazienti che ricevono terapie con
neurolettici, può aversi discinesia tardiva. Benchè
gli anticolinergici non provochino questa sindrome, se
somministrati in combinazione con neurolettici essi possono
ridurre la soglia alla quale compare discinesia nei pazienti
predisposti. In questi pazienti è necessario un successivo
aggiustamento della terapia neurolettica.
In rari casi la somministrazione di KEMADRIN per il
trattamento di sintomi indotti da neurolettici ha coinciso con un
manifesto peggioramento dello stato del paziente.
Sicurezza ed efficacia del farmaco in età pediatrica
non sono state ancora stabilite.
Da usare sotto il diretto controllo del medico.
Tenere fuori della portata dei bambini.
Come per tutti gli anticolinergici anche per il KEMADRIN
è consigliabile cautela in pazienti predisposti al
glaucoma, malattie ostruttive del tubo gastroenterico o
sintomi associati, a ipertrofia prostatica e ritenzione urinaria.
Usare con cautela anche in caso di ipotensione. Occasionalmente,
specie nei pazienti anziani, si può verificare confusione
mentale e disorientamento con agitazione, allucinazioni,
sintomi simil-psicotici.
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Non sono note.
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Anche se dall'ampio uso clinico del KEMADRIN non si sono avute
prove che il farmaco possa in qualche modo compromettere il
normale corso della gravidanza, la sicurezza del farmaco
somministrato in gravidanza non è ancora definitivamente
accertata.
Non si hanno dati circa la eventuale escrezione del famaco nel
latte materno, per cui non se ne consiglia l'uso durante
l'allattamento.
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In considerazione degli effetti collaterali che il farmaco
può provocare, durante il trattamento i pazienti
eviteranno di condurre autoveicoli e di attendere ad operazioni
che richiedono integrità del grado di vigilanza.
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I principali effetti collaterali sono quelli tipici dei
farmaci anticolinergici. Secchezza delle fauci, offuscamento
della vista, midriasi, nausea, vomito e stitichezza sono i
più comunemente osservati.� Alle dosi più alte
vertigini, confusione mentale e allucinazioni.
Gli effetti anticolinergici indesiderati possono essere
facilmente eliminati riducendo il dosaggio.
Occasionalmente sono riportate reazioni allergiche e
debolezza muscolare.
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Segnalazioni di casi di sovradosaggio sono relativamente
rari e non si conoscono casi fatali. I sintomi sono agitazione,
irrequietezza e confusione con grave insonnia che perdura fino a
24 ore o più. Sono possibili allucinazioni visive ed
uditive.
Molti pazienti sono euforici ma alcuni possono essere ansiosi
ed aggressivi. Le pupille sono ampiamente dilatate e non
reagiscono alla luce. Nei casi segnalati il disorientamento
è durato da 1 a 4 giorni ed è terminato con
recupero del sonno.
La lavanda gastrica è indicata se la prociclidina
è stata ingerita da una o due ore ( o eventualmente di
più, dati i suoi probabili effetti sulla motilità
gastrica).
Altre misure quali l'uso di colinergici o l'emodialisi sono
con ogni probabilità di nessun valore clinico.
Eventuali convulsioni possono essere controllate con iniezioni
di Diazepam.
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La prociclidina, dl-1-cicloesil-1-fenil-3 pirrolidino
propano-1-olo cloridrato, è un anticolinergico sintetico
che blocca l'effetto eccitatorio della acetilcolina sul recettore
muscarinico.
Si ritiene attualmente che il morbo di Parkinson idiopatico
sia causato dalla degenerazione dei neuroni della substantia
nigra, i cui assoni si proiettano ad inibire le cellule del corpo
striato. Il blocco della liberazione di dopamina dai terminali di
queste fibre, ottenuto con farmaci neurolettici, produce un
quadro clinico simile. Le cellule del corpo striato ricevono
anche afferenze colinergiche eccitatorie. Si può ottenere
remissione della sindrome Parkinsoniana o potenziando il sistema
dopaminergico o bloccando l'afferenza colinergica. La
prociclidina esercita il suo effetto con una azione centrale di
questo secondo tipo.
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La prociclidina viene adeguatamente assorbita dal tratto
gastrointestinale e scompare rapidamente dai tessuti. Dopo
somministrazione endovena agisce in 5-20 minuti con una durata
dell'effetto fino a 4 ore.
Non sono disponibili dati circa il suo destino metabolico e
l'escrezione.
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La DL50(dose singola orale) nel topo è 385
mg/kg
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Lattosio, Sodio amido glicolato, Polivinilpirrolidone,
Magnesio stearato
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Non sono note incompatibilità con altri
farmaci.
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3 anni.
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Conservare in luogo asciutto.
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Blister di 25 compresse.
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Verona.
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Maggio 2000
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Dicembre 2001
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