Interazioni - [Vedi Indice]In base ai risultati di studi condotti in vitro e sul volontario sano, la somministrazione orale di terbinafina sembrerebbe non influenzare la clearance plasmatica dei farmaci che vengono metabolizzati tramite il sistema enzimatico del citocromo P450 (es. ciclosporina, tolbutamide o contraccettivi orali). Alcuni casi di irregolarità mestruali sono stati riscontrati in pazienti che hanno assunto Lamisil in concomitanza a contraccettivi orali, anche se l'incidenza di questi disordini rientra in quella delle pazienti che assumono contraccettivi orali da soli. D'altro canto la clearance plasmatica di terbinafina può essere accelerata da farmaci induttori del metabolismo (es.: rifampicina) e può essere inibita da farmaci che inibiscono il citocromo P450 (es.: cimetidina). Nei casi in cui si renda necessaria la somministrazione contemporanea di questi farmaci, occorre un adeguamento del dosaggio di Lamisil.
Studi di tossicità fetale e di fertilità nell'animale non hanno evidenziato alcun effetto avverso.
Poiché l'esperienza clinica in donne in stato di gravidanza è molto limitata, Lamisil non deve essere utilizzato durante la gravidanza, se non in caso di effettiva necessità e sotto stretto controllo medico.
La terbinafina è escreta nel latte materno; perciò nelle pazienti che allattano occorre decidere se rinunciare a nutrire al seno il lattante ed iniziare il trattamento o, viceversa, proseguire l'allattamento evitando la somministrazione del medicinale.
Nessuno.
In genere Lamisil è ben tollerato.
Gli effetti indesiderati riscontrati sono stati da lievi a moderati e tutti transitori. I più frequenti sono stati: disturbi gastrointestinali (senso di pienezza gastrica, perdita di appetito, dispepsia, nausea, lieve dolore addominale, diarrea) o reazioni cutanee allergiche non gravi (rash, orticaria).
Sono stati segnalati casi isolati di reazioni gravi cutanee (es. sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica). Qualora si manifestasse un peggioramento del rash cutaneo, il trattamento con Lamisil deve essere interrotto.
Molto raramente è stata segnalata anche una transitoria perdita del senso del gusto, che viene riacquistato entro alcune settimane dopo l'interruzione del trattamento.
Sono stati segnalati casi isolati di disfunzione epatobiliare. Sebbene non sia stata stabilita una relazione causale con il farmaco, qualora si manifestassero disfunzioni epatobiliari, il trattamento con Lamisil deve essere sospeso.
Si sono manifestati rari casi di disordini ematologici, quali neutropenia o trombocitopenia.
Finora è stato segnalato un solo caso di sovradosaggio accidentale. Dopo l'assunzione di 4 g di terbinafina, il paziente ha manifestato nausea, dolore epigastrico e vertigini. La guarigione è stata completa.
In caso di sovradosaggio si raccomanda l'eliminazione del farmaco mediante la somministrazione di carbone attivato accompagnato, in caso di necessità, da un trattamento sintomatico.
La terbinafina è un farmaco appartenente alla classe delle allilamine, con attività antifungina ad ampio spettro. A basse concentrazioni la terbinafina è fungicida nei confronti di dermatofiti, muffe ed alcuni funghi dimorfi. L'attività sui lieviti è specie-dipendente: su alcune specie è fungicida, su altre fungistatica.
La terbinafina interferisce specificatamente su un passaggio iniziale della biosintesi degli steroli fungini. Ciò provoca una diminuzione dell'ergosterolo (componente principale della membrana cellulare dei funghi) ed un accumulo intracellulare di squalene, con conseguente morte delle cellule fungine. La terbinafina, infatti, agisce tramite l'inibizione dell'enzima squalene-epossidasi nella membrana cellulare dei funghi. L'enzima squalene-epossidasi non è legato al sistema enzimatico del citocromo P450, per cui la terbinafina non influenza il metabolismo di ormoni o di altri farmaci.
Dopo somministrazione orale, la concentrazione di farmaco che si ritrova nella cute, nei peli e nelle unghie è fungicida.
Dopo una singola dose orale di 250 mg di terbinafina il picco di concentrazione plasmatica viene raggiunto in 2 ore ed è pari a 0,97 mg/ml. L'emivita di assorbimento è di 0,8 ore e quella di distribuzione di 4,6 ore. La biodisponibilità della terbinafina è debolmente influenzata dall'assunzione di cibo, ma non a livelli tali da richiedere un aggiustamento posologico.
La terbinafina si lega fortemente alle proteine plasmatiche (99%). Essa diffonde rapidamente attraverso il derma e si concentra nello strato corneo lipofilo. È secreta col sebo e quindi raggiunge elevate concentrazioni nei bulbi dei capelli e nelle zone cutanee ricche di peli e di sebo. È stato inoltre dimostrato che la terbinafina si distribuisce nelle lamine ungueali già durante le prime settimane di trattamento.
La terbinafina viene biotrasformata in metaboliti privi di attività antimicotica, che sono escreti principalmente con le urine. L'emivita di eliminazione è di 17 ore. Non c'è evidenza di accumulo del farmaco.
Non sono state osservate modificazioni della farmacocinetica legate all'età; il grado di eliminazione può risultare ridotto in soggetti con alterata funzionalità epatica o renale, con conseguente aumento dei livelli ematici di terbinafina.
La DL50 orale della terbinafina è superiore a 4 g/kg sia nel topo che nel ratto.
Studi a lungo termine per via orale (fino ad 1 anno) effettuati sul ratto e sul cane non hanno evidenziato effetti tossici marcati in ciascuna specie fino alle dosi di circa 100 mg/kg/die. Ad alti dosaggi, il fegato e probabilmente anche il rene sono stati identificati quali potenziali organi bersaglio.
In uno studio di cancerogenesi nel topo trattato per via orale per 2 anni, non si sono evidenziate neoplasie o altre anomalie attribuibili al trattamento con dosi fino a 130 mg/kg/die (maschi) e a 156 mg/kg/die (femmine). Nel ratto trattato oralmente per 2 anni ai dosaggi più elevati pari a 69 mg/kg/die, è stato osservato nei maschi un aumento dell'incidenza dei tumori epatici. Queste alterazioni sono risultate essere specie-specifiche in quanto non sono state riscontrate nel topo o nella scimmia.
Nella scimmia alte dosi di Lamisil hanno determinato alterazioni nella rifrazione oculare alle dosi più alte (livello di dose non tossico: 50 mg/kg). Queste alterazioni sono state associate alla presenza di un metabolita di Lamisil nel tessuto oculare e sono scomparse dopo l'interruzione del trattamento. Esse non sono state accompagnate da variazioni istologiche.
Una batteria di tests di genotossicità "in vitro" e "in vivo", comprendenti il test di Ames, la valutazione mutagenica nelle cellule ovariche dell'hamster cinese, il test dell'aberrazione cromosomica, degli scambi tra cromatidi fratelli e del micronucleo nel topo, non ha evidenziato alcun potenziale mutageno o clastogeno del farmaco.
Negli studi condotti nel ratto o nel coniglio non si sono osservati effetti sulla fertilità o sugli altri parametri riproduttivi.
Lamisil 250 mg Compresse
Magnesio stearato, silice colloidale anidra, ipromellosa, carbossimetilamido sodico A, cellulosa microcristallina.
Nessuna.
Compresse da 250 mg: 48 mesi
Le compresse devono essere conservate al riparo dalla luce.
Lamisil 250 mg compresse
Confezione da 8 compresse da 250 mg in blister di PVC/Al.
Nessuna.
NOVARTIS FARMA S.p.A.
S.S. 233 (Varesina) Km 20,5 - 21040 Origgio (VA)
Lamisil 8 compresse da 250 mg AIC n. 028176028
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Prima autorizzazione: 12.12.1992
Rinnovo: 16.12.1997
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Luglio 2000
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