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Minaccia d'aborto, aborto abituale, metrorragie disfunzionali
giovanili e climateriche, amenorree primarie e secondarie,
protezione della gravidanza in caso di intervento chirurgico,
insufficienza luteinica.
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� Minaccia d'aborto: il trattamento va
iniziato immediatamente somministrando 1 fiala di Lentogest. Si
consiglia di proseguire con 1 fiala di Lentogest 2 volte alla
settimana finché la paziente non presenti più i
sintomi della minaccia anche dopo aver ripreso la sua
attività abituale. L’ulteriore prosecuzione del
trattamento con Lentogest sarà decisa in rapporto con i
singoli casi clinici.
Aborto abituale: il trattamento va
iniziato non appena sia stata accertata con sicurezza la
gravidanza. Si inietterà per via intramuscolare 1-2 fiale
di Lentogest la settimana fino alla
10ma-12ma settimana di gravidanza.
Metrorragie disfunzionali giovanili e del
climaterio: per il controllo della metrorragia
disfunzionale è opportuna la somministrazione di 1 fiala
di Lentogest somministrata tra il 18° e il� 20° giorno
del ciclo. L’emorragia da privazione comparirà 8-10
giorni dopo l’iniezione.
Amenorree primarie e secondarie: il
trattamento con Lentogest, in caso di amenorrea secondaria, non
dovrà essere iniziato prima che sia stata esclusa la
gravidanza; inoltre, allo scopo di indurre l’emorragia
simil-mestruale, si deve somministrare un estrogeno prima, e per
un periodo adeguato, della somministrazione, tra il 18° e il�
20° giorno del ciclo, di 1 fiala di Lentogest.
L’emorragia da privazione comparirà 8-10 giorni dopo
l’iniezione.
Precauzioni indispensabili
Nel caso in cui la paziente non desideri una gravidanza, si
dovranno impiegare a scopo contraccettivo altri metodi non
ormonali (ad esclusione del metodo di Ogino-Knaus e della
temperatura basale).
Se durante il trattamento non compare la mestruazione da
privazione, anche se vengono impiegate misure contraccettive, si
deve escludere la possibilità che si tratti di una
gravidanza; si dovrà quindi sospendere il trattamento ed
effettuare gli appropriati esami allo scopo di confermare o
escludere la stessa. Nel caso in cui si sia effettivamente
instaurata una gravidanza, il trattamento con Lentogest (e non
con l’estrogeno) andrà proseguito solo nei casi di
effettiva necessità.
Protezione della gravidanza in caso di intervento
chirurgico:è opportuno iniziare il
trattamento con 1-2 fiale di Lentogest almeno una settimana prima
dell'intervento chirurgico. Dopo l’intervento il
trattamento andrà continuato con 1-2 fiale di Lentogest la
settimana per 4 settimane.
Insufficienza luteinica:
Nei casi in cui la fase luteinica risulta accorciata (aumento
della temperatura basale nella seconda metà del ciclo di
breve durata), la trasformazione dell’endometrio è,
molto probabilmente, incompleta. In tali evenienze la
somministrazione di Lentogest favorisce la trasformazione
secretoria dell’endometrio e quindi aumenta la
probabilità che si instauri una gravidanza. Si suggerisce
di somministrare 1fiala di Lentogest tre giorni dopo
l’innalzamento della temperatura basale, contemporaneamente
ad un estrogeno (dato che, in genere, si ha un contemporaneo
deficit estrogenico).
Nel supporto della fase luteale si inietteranno 1 fiala di
Lentogest 2 volte la settimana fino alla valutazione della bHCG.
In caso di bHCG positiva il trattamento andrà proseguito
sino alla 10ma-12ma settimana di
gravidanza.
I diversi dosaggi del Lentogest possono opportunamente essere
variati, secondo prescrizione medica.
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Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi
degli eccipienti, perdite ematiche dai genitali esterni di natura
da determinare, disordini tromboflebitici e tromboembolici,
insufficienza epatica grave, carcinoma mammario sospetto o in
fase iniziale.
Non deve essere impiegato in caso di herpes gravidico
all’anamnesi.
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Prima di iniziare la terapia col Lentogest, oltre ad eseguire
una visita ginecologica (comprensiva della palpazione delle
mammelle), dovrebbe essere valutata l’anamnesi personale e
familiare della paziente, alla luce delle controindicazioni e
delle avvertenze speciali e precauzionali per l’uso.
Inoltre si deve escludere la presenza di una gravidanza, fatta
eccezione, naturalmente, per le indicazioni di minaccia di aborto
ed aborto abituale.
A seguito della azione esplicata dal Lentogest sul miometrio
potrebbe verificarsi ritenzione di un embrione già morto.
Nel caso che la terapia venga protratta per lungo tempo si rende
pertanto necessario accertare la persistenza o meno di uno stato
gravidico mediante adeguati controlli e test di gravidanza.
L'impiego di progestinici nella minaccia d'aborto e
nell'aborto abituale può essere consentito nei casi in cui
sia assolutamente indispensabile in rapporto all'eziologia dello
specifico quadro patologico (infertilità da insufficienza
della seconda fase, minaccia d'aborto da insufficiente
attività del corpo luteo gravidico).
Come tutte le soluzioni oleose, il Lentogest deve essere
iniettato per via intramuscolare. Una eventuale iniezione
intravasale potrebbe dar luogo ad embolia oleosa.
Occorre porre attenzione se durante il trattamento compaiono
sintomi di perdita parziale o totale della vista o diplopia ed
interrompere il trattamento stesso ove si accertino edema
papillare o lesioni dei vasi della retina. Altrettanto deve dirsi
dei primi sintomi che possono indicare disordini trombotici a
carico dei vasi periferici, cerebrali, polmonari. Particolare
attenzione deve essere indirizzata anche ai soggetti nei quali si
rilevino alterazioni dei test endocrini e di funzionalità
epatica; in tali soggetti il trattamento dovrebbe essere
interrotto ed i test ripetuti dopo due mesi circa.
Cautele devono essere adottate nei pazienti con epilessia,
asma ed insufficienza cardiaca o renale e nei diabetici
poiché gli ormoni progestinici possono determinare o
aggravare stati di ritenzione idrica e ridurre la tolleranza
verso il glucosio.
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L’assunzione contemporanea di rifampicina, ampicillina,
fenilbutazone, barbiturici, alcuni anticonvulsivanti (idantoine,
ecc.), può compromettere, per induzione enzimatica ed
accelerazione della degradazione epatica, l’efficacia del
trattamento. E’ inoltre possibile che il fabbisogno di
antidiabetici orali o di insulina sia accresciuto o ridotto.
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Il Lentogest trova indicazione in gravidanza nei casi indicati
(vedi “Dose, modo e periodo di somministrazione”) e
sotto stretto controllo del medico.
L’uso durante l’allattamento è
sconsigliato.
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Lentogest non influisce sulla capacità di guidare
veicoli o di usare macchinari.
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A seguito dell'impiego di progestinici associati ad estrogeni
è stata descritta un'incidenza statisticamente
significativa di accidenti tromboembolici periferici, polmonari,
cerebrali, retinici e di lesioni neuro-oculari. Altre reazioni
secondarie segnalate a seguito dell'uso di progestinici in
associazioni diverse sono state: aumento della pressione in
individui predisposti, aumento ponderale, sindrome premestruale,
spotting; variazioni della libido; crampi addominali, ritenzione
idrica; acne, cefalea, vertigini, nausea; fenomeni di irritazione
nervosa, depressione, ipertricosi,� eruzioni cutanee di tipo
emorragico ed eritematoso, dolore nel sito di iniezione.
Raramente sono stati segnalati ittero colestatico, alterazioni
dei test di funzionalità epatica quali ritenzioni della
BSF, fosfatasi alcalina, transaminasi, e delle prove di
emocoagulazione.
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Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio.
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Categoria farmacoterapeutica: ormoni sessuali e modulatori
del sistema genitale: progestinici derivati del
pregnene������������������� ATC: G03DA03
Il Lentogest è un progestinico ad azione protratta
realizzato mediante esterificazione del
17α-idrossiprogesterone che favorisce i fenomeni
fisiologici connessi con l’apparato sessuale e con la
gravidanza.
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Somministrato per via intramuscolare il
17α-idrossiprogesterone caproato si libera lentamente dal
deposito con modalità bifasica e con emivite
rispettivamente di circa 5 e 11 giorni; non si accumula
nell’organismo e non fa segnalare depositi specifici in
organi o tessuti.
Una volta liberato dal� deposito il
17α-idrossiprogesterone caproato viene rapidamente escreto
immodificato� o sotto forma di metaboliti. L’eliminazione
è prevalentemente biliare (rapporto di eliminazione
urine/feci = 0.05-0.02) e si attua in modo costante e con
velocità elevata (emivita: circa 10 ore). Una circolazione
entero-biliare è improbabile.
La prolungata attività biologica del prodotto è
addebitabile al più lento riassorbimento dal luogo di
iniezione piuttosto che ad un immagazzinamento e ad una lenta
cessione dal tessuto adiposo: in tale tessuto, dalla dose
iniettata di 17α-idrossiprogesterone caproato si è
reperito meno del 10%, in contrasto con il comportamento del
progesterone che, pur avendo durata di emivita più breve,
si concentra in quantità superiore nel tessuto
adiposo.
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La tossicità del 17α-idrossiprogesterone caproato
è bassa. Esso è praticamente privo di
tossicità acuta: nel ratto la DL50 è di
200mg/100 g.
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Alcool benzilico, Oleato di etile
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Non sono note incompatibilità.
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A confezionamento integro: 5 anni.
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Conservare a temperatura non superiore ai 25°C
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Fiale in vetro confezionate in scatola da una fiala da 2
ml.
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Nessuna istruzione particolare.
Il prodotto non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale
medicinale devono essere smaltiti in conformità ai
requisiti di legge.
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AMSA S.r.l. – Passeggiata di Ripetta, 22 – 00186
Roma
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A.I.C.�� 024542019
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1983 -� 01/06/2000
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20/12/2002
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