- [Vedi Indice]Lescol è indicato, in aggiunta alla dieta, in pazienti affetti da ipercolesterolemia primaria quando la risposta alla dieta e ad altre misure non farmacologiche è inadeguata.
Prima di iniziare il trattamento con Lescol il paziente deve seguire una dieta ipocolesterolemizzante standard. L'approccio dietetico deve essere continuato durante il trattamento.
Il range di dose raccomandato è di 20-40 mg in unica somministrazione giornaliera, da assumersi preferibilmente la sera od al momento di coricarsi.
Poiché la riduzione massima del colesterolo LDL (LDL-C) per un dato dosaggio si osserva entro 4 settimane, devono essere eseguiti periodici controlli dei lipidi plasmatici, con aggiustamenti di dosaggio in funzione della risposta del paziente alla terapia.
L'effetto terapeutico di Lescol si mantiene nel trattamento prolungato. In presenza di livelli di colesterolo molto elevati il dosaggio può essere incrementato a 40 mg due volte al giorno.
Lescol è efficace sia in monoterapia che in combinazione con resine a scambio ionico. Quando Lescol è usato in combinazione con colestiramina od altre resine deve essere assunto la sera prima di coricarsi almeno 4 ore dopo l'assunzione della resina al fine di evitare una interazione significativa dovuta al legame del farmaco alla resina stessa.
Poiché Lescol è metabolizzato dal fegato, con una frazione escreta nelle urine inferiore al 6% della dose somministrata, non si rendono necessari aggiustamenti posologici in pazienti con insufficienza renale di grado lieve o moderato (creatininemia
£ 1,8 mg/dl).
Non vi sono esperienze riguardo all'uso di Lescol in soggetti di età inferiore ai 18 anni; pertanto l'utilizzo di Lescol in questi pazienti non può essere raccomandato.
Non vi sono evidenze riguardo una ridotta tollerabilità o necessità di aggiustamento posologico nei pazienti anziani.
Gli inibitori dell'HMG-CoA reduttasi, incluso Lescol, sono di scarso beneficio nei pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote.
Ipersensibilità alla fluvastatina o a qualsiasi altro componente di Lescol.
Lescol è controindicato in pazienti con epatopatia in fase acuta o in presenza di innalzamenti persistenti, di natura non accertata, delle transaminasi sieriche.
Lescol è controindicato in gravidanza, durante l'allattamento e nelle donne in età fertile, a meno che tali pazienti non prendano adeguate precauzioni contraccettive.
Il prodotto non deve essere impiegato in età pediatrica.
Funzione epatica
Come per altri farmaci ipolipemizzanti, è raccomandata l'esecuzione di prove di funzionalità epatica prima dell'inizio del trattamento con Lescol ed in seguito periodicamente.
Raramente sono stati riferiti marcati e persistenti aumenti delle transaminasi sieriche, che generalmente tornano ai livelli pre-trattamento alla sospensione della terapia.
Se si osserva un aumento persistente (due o più occasioni consecutive) delle transaminasi sieriche eccedente tre volte i limiti superiori della norma, la terapia deve essere sospesa.
Lescol deve essere somministrato con cautela in pazienti con anamnesi positiva per malattie epatiche o che assumono quantità ragguardevoli di alcool.
Apparato muscolo-scheletrico
A tutt'oggi non sono stati riportati con Lescol casi di miopatia che se pur raramente, sono stati descritti in pazienti in trattamento con gli altri inibitori dell'enzima HMG-CoA reduttasi, specialmente in associazione con farmaci immunosoppressori (inclusa la ciclosporina), gemfibrozil, acido nicotinico o eritromicina. Lescol deve essere utilizzato con cautela in pazienti in trattamento concomitante con i farmaci succitati.
È opportuno che il paziente riferisca prontamente al medico curante la comparsa di dolori muscolari non altrimenti spiegabili, dolorabilità o debolezza muscolare, soprattutto se tali sintomi si accompagnano a malessere generale o febbre.
In caso di sospetta miopatia e innalzamento marcato dei livelli di creatinfosfochinasi (CPK) (oltre 10 volte i valori massimi della norma) il trattamento con Lescol deve essere sospeso.
Funzione renale
Poiché non vi sono esperienze con Lescol in pazienti con grave insufficienza renale (creatininemia
³ 1,8 mg/dl), l'uso in questa condizione non è raccomandato.
Cibo: non si osservano apparenti differenze negli effetti ipolipemizzanti di Lescol quando viene assunto con il pasto della sera o 4 ore dopo il pasto serale.
Resine: l'assunzione di Lescol 4 ore dopo l'assunzione di colestiramina comporta un effetto additivo clinicamente significativo in confronto a quello che si ottiene con entrambi i farmaci da soli. Lescol deve essere assunto almeno 4 ore dopo l'assunzione di colestiramina al fine di evitare una interazione significativa dovuta al legame del farmaco alla resina stessa.
Farmaci immunosoppressori (inclusa la ciclosporina), gemfibrozil, acido nicotinico e derivati, eritromicina: vedere "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso".
Antipirina: l'assunzione di Lescol non influenza il metabolismo e l'escrezione dell'antipirina. Poiché l'antipirina è un modello di farmaco metabolizzato dal sistema microsomiale epatico, non sono attese interazioni con altri farmaci metabolizzati da questi sistemi enzimatici.
Acido nicotinico/Propranololo: l'assunzione concomitante di Lescol e acido nicotinico o propranololo non presenta effetti sulla biodisponibilità di Lescol.
Digossina: l'assunzione concomitante di Lescol e digossina non modifica le concentrazioni plasmatiche di quest'ultima.
Cimetidina/Ranitidina/Omeprazolo: l'assunzione concomitante di Lescol e cimetidina, ranitidina o omeprazolo comporta un aumento della biodisponibilità di Lescol che tuttavia non è di rilevanza clinica.
Rifampicina: l'assunzione di Lescol in soggetti che stanno assumendo rifampicina comporta una riduzione nella biodisponibilità di Lescol pari a circa il 50%.
Warfarin/Acido Salicilico/Gliburide: studi in vitro sul legame proteico non hanno dimostrato interazioni alle concentrazioni terapeutiche.
Altre terapie concomitanti: negli studi clinici nei quali Lescol è stato somministrato a pazienti in trattamento concomitante con ACE inibitori, betabloccanti, calcioantagonisti, farmaci antiinfiammatori non steroidei, acido acetilsalicilico e anti-H2 non si sono registrate interazioni clinicamente significative.
Poiché gli inibitori della HMG-CoA reduttasi diminuiscono la sintesi del colesterolo e probabilmente quella di altre sostanze biologicamente attive derivate dal colesterolo, essi potrebbero causare danni al feto quando somministrati durante la gravidanza. Pertanto tali farmaci sono controindicati in gravidanza, durante l'allattamento e in donne fertili che non prendano adeguate precauzioni contraccettive. Se la paziente rimane in stato interessante durante il trattamento con questi farmaci la terapia deve essere interrotta.
Nessuno noto.
Lescol è generalmente ben tollerato. Gli eventi avversi sia di carattere clinico che biochimico, sono generalmente di modesta entità e transitori.
In studi clinici controllati verso placebo, gli eventi avversi più frequentemente riscontrati sono stati: dispepsia, nausea e insonnia.
Meno frequentemente sono stati riportati: sinusite, flatulenza, dolore addominale, ipoestesia, disturbi dentari, infezioni delle vie urinarie.
Parametri di laboratorio
Alterazioni dei parametri di laboratorio relativi alla funzione epatica sono state associate al trattamento con inibitori dell'HMG-CoA reduttasi e con altri agenti ipolipemizzanti.
Aumenti persistenti dei livelli delle transaminasi, confermati da 2 o più determinazioni, e superiori a 3 volte i limiti superiori della norma, si sono manifestati solo sporadicamente (
£1%). La maggior parte di queste alterazioni sono decorse in modo asintomatico con risoluzione o ritorno ai valori pretrattamento dopo la sospensione del trattamento stesso.
Non sono stati riportati casi di sovradosaggio acuto con Lescol; non possono essere consigliati specifici trattamenti. In caso di sovradosaggio accidentale, effettuare trattamenti sintomatici ed istituire le necessarie misure terapeutiche di supporto.
Lescol, un agente ipocolesterolemizzante idrofilico di completa sintesi chimica, è un inibitore competitivo dell'enzima idrossimetil-glutaril-coenzimaA (HMG-CoA) reduttasi, che trasforma l'HMG-CoA in mevalonato, un precursore degli steroli, incluso il colesterolo. In aggiunta alla dieta riduce i livelli elevati di colesterolo totale.
Lescol esercita il suo principale effetto a livello epatico ed è principalmente una miscela racema di 2 eritro-enantiomeri dei quali uno è responsabile dell'azione farmacologica. L'inibizione della biosintesi del colesterolo riduce i livelli di colesterolo negli epatociti, il che stimola un aumento della sintesi dei recettori per le LDL con un conseguente incremento della captazione delle LDL stesse. Il risultato finale di questi meccanismi è la riduzione dei livelli plasmatici di colesterolo.
Diversi studi clinici hanno dimostrato che elevati livelli di colesterolo totale (TC), di colesterolo-LDL (LDL-C) e di apolipoproteina B (un complesso di trasporto di membrana per l'LDL-C) promuovono i processi di aterosclerosi umana. Similmente, ridotti livelli di colesterolo trasportato dalle lipoproteine ad alta densità (HDL-C) e del suo complesso di trasporto, apolipoproteina A, sono associati con lo sviluppo dell'aterosclerosi.
Studi epidemiologici hanno stabilito che la morbilità e la mortalità cardiovascolare variano in modo direttamente proporzionale con i livelli di TC e LDL-C ed in modo inversamente proporzionale con i livelli di HDL-C.
In studi multicentrici è stato dimostrato che gli interventi di tipo farmacologico e/o non farmacologico che siano in grado contemporaneamente di ridurre i livelli di LDL-C e di aumentare l'HDL-C, riducono l'incidenza di eventi cardiovascolari (infarto miocardico sia fatale che non fatale).
Nei pazienti con ipercolesterolemia, il trattamento con Lescol riduce TC, LDL-C, l'apolipoproteina B e, in misura minore anche i trigliceridi. Inoltre Lescol aumenta moderatamente HDL-C, con il risultato di abbassare in modo consistente i rapporti LDL/HDL e TC/HDL, ritenuti gli indici più fedeli di rischio cardiovascolare. In due studi a lungo termine, a differenza di quanto noto per altre statine, il trattamento con Lescol si è associato ad una riduzione significativa dei livelli di Lp (a), noto importante fattore di rischio cardiovascolare. In un modello animale di aterosclerosi accelerata, Lescol ha esercitato una inibizione particolarmente marcata della proliferazione miointimale, che viene considerata la prima tappa del processo che porta alla formazione della placca aterosclerotica, con un meccanismo che sembra in parte indipendente dagli effetti sui lipidi plasmatici.
Lescol è assorbito rapidamente e per circa il 98% dopo somministrazione per via orale in volontari a digiuno.
Fluvastatina esercita il suo principale effetto a livello epatico. Il fegato è anche il principale organo per il suo metabolismo.
La biodisponibilità assoluta, valutata con le concentrazioni ematiche, è del 24%.
Il volume apparente di distribuzione è di 330 l.
Più del 98% del farmaco in circolo è legato alle proteine plasmatiche e questo legame non è influenzato dalle concentrazioni del farmaco.
I principali componenti circolanti sono la fluvastatina ed il suo metabolita acido N-desisopropil-propionico, farmacologicamente inattivo. I metaboliti idrossilati presentano attività farmacologica ma non sono presenti nel circolo sistemico.
Dopo assunzione di 3 H-fluvastatina in volontari sani, l'escrezione della radioattività è di circa il 6% nelle urine e del 93% nelle feci e la fluvastatina immodificata rappresenta meno del 2% della radioattività totale escreta.
La clearance plasmatica della fluvastatina nell'uomo è di 1,8 ± 0,8 l/min.
Le concentrazioni plasmatiche in condizioni di "steady state" non evidenziano fenomeni di accumulo a seguito di assunzione di fluvastatina alla dose di 40 mg al giorno.
Dopo assunzione orale di Lescol alla dose di 40 mg, l'emivita terminale di fluvastatina è, caratteristicamente molto breve: 2,3 ± 0,9 ore. Ciò comporta una ridotta esposizione sistemica al principio attivo.
Non sono state osservate differenze nell'AUC quando Lescol viene assunto con il pasto serale oppure 4 ore dopo il pasto serale.
Nella popolazione generale le concentrazioni plasmatiche di fluvastatina non variano a seconda dell'età né del sesso.
Poiché fluvastatina è eliminata principalmente per via biliare ed è soggetta ad un significativo metabolismo pre-sistemico, esiste la possibilità di un accumulo di farmaco in pazienti con insufficienza epatica.
La sicurezza di fluvastatina è stata ampiamente studiata in ratto, topo, cane, scimmia e criceto.
Negli studi di tossicità sono state rilevate diverse alterazioni comuni agli inibitori dell'enzima HMG-CoA reduttasi, quali iperplasia e ipercheratosi della parte non ghiandolare dello stomaco nel roditore, cataratta nel cane, miopatia nel roditore, lievi alterazioni epatiche nella maggior parte degli animali di laboratorio con iperplasia della mucosa della cistifellea in cane, scimmia e criceto, aumento del peso della tiroide nel ratto e degenerazione testicolare nel criceto. Fluvastatina è priva degli effetti tossici vascolari e degenerativi a livello del Sistema Nervoso Centrale registrati nel cane con altri prodotti appartenenti alla stessa classe.
È stato effettuato uno studio di tossicità ripetuta nel ratto a due anni di trattamento con dosi di 6 - 9 - 18 - 24 mg/kg/die (aumentate in modo scalare dopo un anno) per stabilire con certezza la dose massima tollerata. Questi dosaggi portano a livelli plasmatici di fluvastatina pari a circa 9-13-26-35 volte quelli raggiunti nell'uomo con la dose orale di 40 mg. Una bassa incidenza di papillomi squamosi e un carcinoma della parte non ghiandolare dello stomaco alla dose di 24 mg/kg/die è da considerarsi come un riflesso della prolungata iperplasia indotta dal contatto diretto con la fluvastatina piuttosto che un effetto sistemico genotossico del farmaco. Inoltre si è osservata un'aumentata incidenza di adenomi e di carcinomi delle cellule follicolari della tiroide nei ratti maschi trattati con 18 - 24 mg/kg/die. Questo risultato è in linea con le alterazioni specie-specifiche osservate con altri inibitori dell'HMC-CoA reduttasi. Diversamente da questi, invece, non si è notato con fluvastatina alcun aumento dell'incidenza di adenomi o carcinomi epatici.
Lo studio di cancerogenesi condotto nel topo a dosi di 0,3-15-30 mg/kg/die, ha messo in evidenza un aumento statisticamente significativo di papillomi delle cellule squamose della parte non ghiandolare dello stomaco, sia nei maschi che nelle femmine trattati con 30 mg/kg/die e nelle femmine trattate con 15 mg/kg/die. Questi dosaggi portano a livelli plasmatici di fluvastatina pari a circa 0,2-10-21 volte quelli che si raggiungono nell'uomo con una dose orale di 40 mg.
Nei diversi studi di mutagenesi effettuati sia in vitro, con o senza attivazione metabolica, che in vivo nel ratto o nel topo, fluvastatina non è mai risultata mutagena.
In uno studio nel ratto con dosi rispettivamente di 0,6-2-6 mg/kg/die nelle femmine e di 2-10-20 mg/kg/die nei maschi, fluvastatina non ha dimostrato alcun effetto sulla fertilità o sulla capacità riproduttiva. Studi di teratogenesi nel ratto e nel coniglio hanno rivelato una tossicità sulle madri trattate con le dosi più alte, senza alcuna evidenza di un potenziale embriotossico o teratogeno. Il trattamento con 12 o 24 mg/kg/die nel ratto, durante il terzo trimestre di gravidanza, ha portato alla morte delle madri nei giorni precedenti o successivi al parto. Inoltre si è evidenziata letalità fetale e neonatale. La dose di 2 mg/kg/die non ha mostrato alcun effetto sulle madri o sui feti.
Un secondo studio con dosi di 2-6-12 e 24 mg/kg/die ha confermato i risultati del primo. Uno studio di tossicità peri e post-natale modificato è stato condotto con dosi di 12 e 24 mg/kg/die con o senza la presenza nella dieta di un supplemento di acido mevalonico, un derivato di HMG-CoA essenziale per la biosintesi del colesterolo. La somministrazione contemporanea di acido mevalonico ha evitato completamente la mortalità materna e neonatale. Pertanto la letalità materna e neonatale osservata con fluvastatina riflette un suo eccessivo effetto farmacodinamico durante la gravidanza.
Magnesio stearato, sodio bicarbonato, talco, cellulosa microcristallina polvere fine, cellulosa microcristallina polvere granulare, amido di mais modificato, calcio carbonato, titanio diossido, ferro ossido rosso, ferro ossido giallo, gelatina.
Nessuna.
3 anni.
Conservare a temperatura non superiore ai 25°C.
28 capsule da 20 mg in blisters di alluminio/alluminio.
14 capsule da 40 mg in blisters di alluminio/alluminio.
Nessuna.
NOVARTIS FARMA S.p.A.
S.S. 233 (Varesina) km 20,5 - 21040 Origgio (VA)
28 capsule da 20 mg AIC n. 029163019
14 capsule da 40 mg AIC n. 029163021
Da vendersi dietro presentazione di ricetta medica.
Autorizzazione: 10.04.1995/rinnovo: 04.05.2000.
y TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
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Ottobre 2000.
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