Interazioni - [Vedi Indice]L'eparina va usata con molta prudenza in caso di contemporanea somministrazione di altri farmaci anticoagulanti (a esempio dicumarolo, warfarina sodica): in queste circostanze l'uso dell'eparina va effettuato sempre sotto controllo medico e deve essere guidato dalle prove di emocoagulazione (tempo di coagulazione, tempo di protrombina ecc.).
I farmaci che interferiscono con l'aggregazione delle piastrine, per esempio l'acido acetilsalicilico, possono determinare episodi emorragici e pertanto la loro somministrazione va fatta con cautela in pazienti trattati con eparina. Viceversa altri farmaci come la digitale, le tetracicline, la nicotina e gli antistaminici possono inibire parzialmente l'attività dell'eparina.
L'eparina, non oltrepassando la barriera placentare, non ha attività teratogena. Ciò nonostante va usata con particolare cautela durante la gravidanza (specialmente nell'ultimo trimestre e nelle donne in gravidanza affette da epatopatia) e subito dopo il parto.
Il farmaco non passa nel latte materno.
Non sono stati finora segnalati effetti del farmaco su tali attività, né sono da attendersi.
In caso di trattamento con eparina possono talvolta manifestarsi emorragie, per esempio sotto forma d'ematuria, d'ematomi sottocutanei nelle zone di pressione o nella regione in cui sono state praticate iniezioni intramuscolari. Dopo ogni iniezione di Liquemin è necessario controllare accuratamente l'eventuale comparsa di sanguinamenti in sede di intervento chirurgico e nella regione in cui siano state praticate iniezioni i.m., così come la presenza di ematomi nei punti di pressione (natiche, dorso).
Per evitare le emorragie, occorre astenersi dal praticare altre iniezioni i.m. durante il trattamento anticoagulante; al contrario non esistono ostacoli alla somministrazione dei farmaci per via s.c. e ancor meno per via e.v.
Sanguinamenti di scarsa importanza, in particolare piccoli ematomi, non obbligano a interrompere il trattamento con eparina. Secondo il caso, si può ridurre la dose. In presenza di emorragie gravi, è consigliabile interrompere la somministrazione di eparina ed attendere che l'effetto del farmaco cessi. Nei casi ancor più gravi, la terapia eparinica va interrotta e l'eparina ancora in circolo nell'organismo va neutralizzata mediante somministrazione di protamina.
In casi molto rari, si osservano reazioni di ipersensibilità (eritema, asma bronchiale, febbre medicamentosa, orticaria, brividi, collasso, spasmi vascolari) chiaramente dovute alla natura macro-molecolare dell'eparina. A seguito d'iniezione e.v. può aversi trombocitopenia acuta reversibile. Sono stati osservati in pazienti trattati a lungo con dosi elevate di eparina osteoporosi e inibizione della funzione renale e dopo interruzione del trattamento, inibizione dell'aldosterone, alopecia transitoria, priapismo, iperlipemia reattiva.
In soggetti predisposti possono manifestarsi reazioni di ipersensibilità.
Qualora l'eccessiva ipocoagulabilità causi un accidente emorragico grave si rende necessaria la sospensione del trattamento e la somministrazione e.v. dell'antidoto dell'eparina:
1 mg di solfato o cloridrato di protamina neutralizza circa 100 UI di eparina. La dose da iniettare va perciò calcolata in funzione dell'eparinemia, ma in caso di urgenza si somministreranno per via e.v. 0,5 mg/kg di peso di solfato o cloridrato di protamina; in base alla gravità del caso l'iniezione sarà ripetuta una o più volte ad intervalli di qualche minuto.
Categoria farmacoterapeutica: antitrombotico, codice ATC: B01AB01.
L'eparina è un anticoagulante fisiologico. Si tratta chimicamente di una miscela di esteri polisolforici di un mucopolisaccaride. L'eparina agisce sia come antitromboplastina che come antitrombina. Favorisce inoltre la lisi di un trombo già costituito.
Legata al suo cofattore plasmatico (Antitrombina III), l'eparina esercita attività anticoaugulante principalmente per inibizione della trombina. Oltre a questa attività antitrombinica, il farmaco inibisce il fattore X attivato, riduce l'attivazione dei fattori IX, VII, X e XIII. Si oppone alla liberazione del fattore piastrinico 3 e deprime gli inibitori della fibrinolisi. L'ipocoagulabilità terapeutica dipende non soltanto dall'eparinemia ma altresì dal grado di ipercoagulabilità del malato: più questo è elevato, più va somministrata eparina per compensare l'eccesso di trombina endogena.
Per svolgere la sua azione l'eparina va iniettata; per via orale è inattiva.
Dopo infusione e.v. una parte di eparina è inibita da un certo numero di fattori (fattore piastrinico 4, proteine plasmatiche tra cui il fibrinogeno).
L'area di distribuzione dell'eparina è limitata al plasma. Essa non attraversa le sierose né la barriera placentare e non passa nel latte materno.
L'emivita dell'eparina è di circa 90 minuti nei soggetti normali, più breve in caso di malattia tromboembolica.
L'eliminazione del farmaco è per la maggior parte urinaria.
La tossicità dell'eparina è da porre in relazione ad eventuali sovradosaggi trattandosi di una sostanza fisiologicamente presente nel torrente circolatorio.
Sodio cloruro, clorocresolo, acqua per preparazioni iniettabili.
Fatta eccezione per le comuni soluzioni di perfusione (soluzione fisiologica, soluzione glucosata al 5 e 10%) non è prevista l'associazione di Liquemin con altre sostanze.
3 anni.
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
Flacone iniettabile in vetro neutro incolore; tappo perforabile in gomma fissato con ghiera metallica sovratappo in materiale plastico; di cartone assieme al foglietto illustrativo. Il flacone è racchiuso in astuccio.
- 1 flacone iniettabile da 5 ml (25.000 UI)
Nessuna istruzione particolare.
ROCHE S.p.A.
Piazza Durante, 11 - 20131 Milano (MI)
1 flacone iniettabile 5 ml/25.000 UI AIC n. 004773014
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Rinnovo 1 giugno 2000.
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Giugno 2000.
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