Interazioni - [Vedi Indice]L'assunzione delle capsule a rilascio graduale con il cibo può produrre concentrazioni plasmatiche massime lievemente superiori ed incrementa la biodisponibilità entro un range di circa il 20%.
L'associazione di Lomir SRO ad altri farmaci ad azione antiipertensiva dà luogo ad un reciproco effetto additivo. Tale terapia associativa va condotta con cautela.
La farmacocinetica di Lomir SRO non è alterata dalla somministrazione concomitante di digossina, propranololo o idroclorotiazide. Lomir SRO non influenza la cinetica di digossina o idroclorotiazide, ed incrementa la biodisponibilità del propranololo, ma in misura clinicamente non rilevante. Lomir SRO si lega aspecificamente alle proteine plasmatiche; ciò nonostante si raccomanda attenzione in caso di somministrazione concomitante di anticoagulanti ed anticonvulsivanti.
La somministrazione concomitante di cimetidina incrementa la biodisponibilità di isradipina (vedere "Posologia e modo di somministrazione"), mentre la somministrazione concomitante di rifampicina ne riduce notevolmente le concentrazioni plasmatiche.
Pertanto la somministrazione concomitante di Lomir SRO con rifampicina o con altri farmaci induttori del citocromo P450 (ad es. fenobarbital) dovrebbe essere evitata.
Nell'animale Lomir SRO non ha evidenziato attività embriotossica o teratogena. L'esperienza attuale non è però tale da giustificarne l'uso in gravidanza.
Studi animali suggeriscono che elevate dosi di Lomir SRO possono causare un prolungamento del travaglio.
Esperienze animali indicano che Lomir SRO si ritrova nel latte materno in quantità clinicamente non rilevanti. Ciò nonostante si sconsiglia l'allattamento da parte di donne in trattamento con Lomir SRO.
Specialmente all'inizio della terapia, in taluni soggetti potrebbe venire influenzata negativamente la capacità di partecipazione attiva nella guida di autoveicoli o nell'utilizzo di macchinari.
In genere si tratta di manifestazioni di entità lieve. Sono stati osservati effetti riferibili alle proprietà vasodilatanti di Lomir SRO, come cefalea, rossore al volto, vertigini, palpitazioni o tachicardia, edema malleolare di origine non cardiaca. Essi sono in genere dose-dipendenti e tendono ad attenuarsi o a risolversi spontaneamente con la prosecuzione del trattamento. L'ipotensione è un evento raro e non sono stati riportati casi di ipotensione ortostatica.
Raramente sono stati riferiti eventi non specifici, quali astenia, disturbi addominali e rash cutaneo.
In casi isolati sono stati riscontrati aumenti delle transaminasi sieriche, regrediti con l'interruzione del trattamento o anche spontaneamente con la prosecuzione dello stesso.
Come con altri farmaci vasoattivi potrebbe verificarsi, entro circa 30 minuti dall'assunzione del prodotto, l'insorgenza di precordialgie. Qualora ciò dovesse avvenire è consigliabile informare il Medico curante.
Sebbene non siano a tutt'oggi stati riferiti casi di iperdosaggio, i dati disponibili suggeriscono che questo può indurre una ipotensione marcata e prolungata, tale da richiedere una terapia di supporto (somministrazione endovenosa di fluidi o plasma expanders) con monitoraggio della funzione cardiorespiratoria e della volemia. Possono essere di beneficio sostanze ad attività vasocostrittrice, a patto che il loro uso non sia controindicato. Può anche essere utilizzata la infusione endovenosa di calcio.
Lomir SRO (isradipina) è un potente calcioantagonista di derivazione diidropiridinica, con più elevata affinità per i canali del calcio della muscolatura liscia arteriosa che per quelli miocardici. Lomir SRO induce pertanto un effetto di vasodilatazione arteriolare periferica oltre che del distretto coronarico e cerebrale, senza deprimere la funzione cardiaca. L'azione antiipertensiva di Lomir SRO è da ricondurre quindi essenzialmente alla riduzione delle resistenze vascolari periferiche.
Nell'animale Lomir SRO esercita una azione selettiva di inibizione sul nodo del seno, senza deprimere la conduzione atrioventricolare o la contrattilità miocardica. Pertanto, l'eventuale incremento riflesso della frequenza cardiaca è modesto e non si ha prolungamento dell'intervallo PQ nemmeno in associazione a betabloccanti. Lomir SRO esplica una moderata ma significativa attività natriuretica nell'animale e nell'uomo a dosi terapeuticamente efficaci.
In modelli di aterosclerosi animale Lomir SRO esercita effetto antiaterogeno; nell'uomo è in grado di modificare favorevolmente alcuni parametri associati all'evoluzione del processo aterosclerotico.
Lomir SRO nella formulazione a rilascio graduale, grazie alla sua lunga durata d'azione, assicura il controllo dei valori pressori per 24 ore con una singola somministrazione giornaliera.
Una riduzione pressoria significativa si osserva già dopo una settimana di trattamento, e tale riduzione procede progressivamente per 3-4 settimane fino ad ottenere il massimo effetto antiipertensivo.
Lomir SRO, per trattamenti fino a due anni, non ha evidenziato alcuna riduzione dell'effetto antiipertensivo.
L'incremento della frequenza cardiaca è praticamente assente con Lomir SRO capsule a rilascio graduale.
Lomir SRO può essere somministrato a pazienti diabetici, senza indurre effetti negativi sul metabolismo glicidico.
Dopo somministrazione di Lomir SRO per via orale, il 90-95% della dose è assorbita dal tratto gastroenterico, con una biodisponibilità di circa il 16-18%, in ragione di una elevata metabolizzazione epatica di primo passaggio. Il farmaco è determinabile nel plasma entro 20 minuti dalla somministrazione ed il picco di concentrazione plasmatica viene raggiunto circa 5-7 ore dopo l'assunzione delle capsule a rilascio graduale.
Il picco di concentrazione plasmatica e l'area sotto la curva sono dose-dipendenti fino a dosi di 20 mg.
Lomir SRO si lega per circa il 95% alle proteine plasmatiche; il volume di distribuzione apparente è di 283 l. La clearance totale è di 43 l/h. L'eliminazione è bifasica, con una emivita terminale di 8,4 ore. Lomir SRO è metabolizzato completamente; circa il 60-65% della dose somministrata viene escreta con le urine come metaboliti inattivi, il rimanente 25-30% con le feci.
Con Lomir SRO non si è evidenziata una chiara correlazione tra funzione renale e farmacocinetica.
La biodisponibilità è risultata essere più elevata nell'anziano ed in soggetti con alterazione della funzionalità epatica (fino al 27%).
La DL50 di isradipina, determinata in topi, ratti e conigli, è risultata rispettivamente di 216 - > 3000 - 58 mg/kg p.o. e 1,2 - 1,8 - 1,2 mg/kg e.v.
Nel ratto trattato per 26 settimane p.o., la dose priva di effetti tossici è risultata di 41 mg/kg/die. Nel cane trattato per 52 settimane p.o. la massima dose tollerata è risultata di 12 mg/kg/die.
Gli studi sulle funzioni riproduttive indicano effetti avversi di natura aspecifica e solo ad alte dosi, che sono in grado di indurre anche tossicità materna nell'animale.
Sebbene non siano state ottenute evidenze di possibili effetti teratogeni, isradipina, a dosi elevate, può causare un prolungamento del travaglio.
Isradipina viene escreta nel latte materno in quantità clinicamente non rilevanti.
Le prove di mutagenesi e cancerogenesi sono risultate negative a dosi o concentrazioni largamente eccedenti quelle riferibili all'uso clinico.
Silice colloidale anidra, magnesio stearato, cetil palmitato, cellulosa microcristallina, idrossipropilmetilcellulosa.
Componenti della capsula
Pigmento ossido di ferro giallo, titanio biossido, gelatina.
Nessuna.
3 anni.
Nessuna.
Capsule a rilascio graduale: blister PVC/alluminio, astuccio di cartone litografato.
14 capsule a rilascio graduale da 5,0 mg
Nessuna.
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01-02-1992
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Luglio 1997
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