1 ml contiene 0,3 mg di bimatoprost.
Per gli eccipienti, vedere 6.1.
Collirio, soluzione.
- [Vedi Indice]
Riduzione della pressione intraoculare elevata nel glaucoma
cronico ad angolo aperto e nell’ipertensione oculare.
Come monoterapia in pazienti
che rispondono insufficientemente alla terapia di
prima-linea
che non tollerano o presentano controindicazioni alla terapia
di prima-linea
Come terapia aggiuntiva ai beta bloccanti.
�
La dose consigliata è di una goccia
nell’occhio(i)� affetto(i), una volta al giorno, da
somministrare alla sera. La dose non deve superare una
applicazione quotidiana, in quanto somministrazioni più
frequenti possono ridurre l’effetto ipotensivo sulla
pressione oculare.
Nel caso in cui si stiano utilizzando più farmaci
oftalmici per uso topico, ciascun farmaco deve essere
somministrato a distanza di almeno 5 minuti l’uno
dall’altro.
Posologia in bambini e adolescenti (di età inferiore
ai 18 anni):
Lumigan è stato studiato solo in pazienti adulti,
pertanto se ne sconsiglia l’uso nei bambini o negli
adolescenti.
Posologia in pazienti con disfunzione epatica e
renale:
Lumigan non è stato studiato in pazienti con
disfunzione renale o epatica, pertanto è necessario
utilizzarlo con cautela in questi pazienti.
�
Ipersensibilità al bimatoprost o ad uno qualsiasi degli
eccipienti.
�
Prima di iniziare il trattamento, i pazienti dovrebbero essere
informati circa la possibilità di allungamento delle
ciglia, inscurimento della pelle delle palpebre e aumento della
pigmentazione iridea poiché tali reazioni sono state
rilevate durante il trattamento con Lumigan. Taluni di questi
cambiamenti potrebbero essere permanenti e potrebbero causare
differenze di aspetto tra i due occhi quando è solo un
occhio ad essere sottoposto a trattamento.
Il cambiamento della pigmentazione iridea si verifica
gradualmente e può non essere visibile per diversi
mesi.
Lumigan contiene come conservante il benzalconio cloruro, che
può essere assorbito da lenti a contatto morbide. Prima
della somministrazione� è necessario rimuovere le lenti a
contatto, che possono essere riapplicate 15 minuti dopo la
somministrazione.
E’ stato riportato che il benzalconio cloruro,
comunemente usato come conservante nei prodotti oftalmici,
è causa di cheratopatia puntata e/o cheratopatia
ulcerativa tossica. Poiché Lumigan contiene benzalconio
cloruro, è necessario un controllo clinico nei pazienti
affetti da secchezza oculare o con cornea compromessa che
facciano uso frequente o prolungato del farmaco.
Lumigan non è stato studiato in pazienti con funzione
respiratoria compromessa, pertanto andrebbe utilizzato con
cautela in questi pazienti. Negli studi clinici effettuati,� in
pazienti con un’anamnesi di compromissione della
funzionalità respiratoria, non sono stati riscontrati
effetti indesiderati respiratori di rilievo.
Lumigan non è stato studiato in pazienti con blocco
cardiaco di grado superiore al primo o insufficienza cardiaca
congestizia non controllata.
Lumigan non è stato studiato in pazienti affetti da
malattie infiammatorie oculari, glaucoma neovascolare,
infiammatorio, ad angolo chiuso, glaucoma congenito o ad angolo
stretto.
L’edema maculare cistoide è stato riscontrato in
casi sporadici (da > 0,1% a <1%) dopo il trattamento con
Lumigan, pertanto il prodotto deve essere usato con cautela nei
pazienti che presentano fattori di rischio conosciuti per
l’edema maculare (es. pazienti afachici, pseudofachici con
lacerazione della capsula posteriore).
�
Non si prevedono� interazioni nell’uomo, in quanto, dopo
somministrazione oculare, le concentrazioni sistemiche di
bimatoprost sono estremamente basse (inferiori a 0,2 ng/ml). Il
bimatoprost viene biotrasformato attraverso diversi sistemi
enzimatici. Negli studi preclinici effettuati, non sono stati
riscontrati effetti su enzimi epatici deputati alla
metabolizzazione dei farmaci. Pertanto, con Lumigan non
sono stati effettuati studi specifici relativi a interazioni con
altri medicinali.
Negli studi clinici,� Lumigan è stato utilizzato in
concomitanza con diversi prodotti oftalmici beta-bloccanti senza
alcun evidenza di interazione.
Lumigan non è stato valutato, nella terapia aggiuntiva
antiglaucomatosa, con agenti diversi dai beta-bloccanti
topici.
�
Gravidanza
La sicurezza di Lumigan non è stata studiata su donne
in gravidanza. Studi sui roditori hanno causato aborti
specie-specifici a livelli di esposizione sistemica da 33 a 97
volte superiori rispetto a quelli raggiunti nell’uomo dopo
somministrazione oculare. Non sono stati riscontrati effetti
sullo sviluppo legati all’uso del medicinale (vedere
paragrafo 5.3).� Lumigan non dovrebbe essere utilizzato in
gravidanza se non in casi di assoluta necessità.
Allattamento
Non è noto se il bimatoprost venga escreto nel latte
umano, comunque,� questa sostanza viene escreta nel latte dei
ratti dopo somministrazione endovenosa. Si raccomanda di non
utilizzare Lumigan nelle donne in allattamento.
�
Bimatoprost non dovrebbe influire sulla capacità di
guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Come per altri
trattamenti per uso oftalmico, se all’applicazione delle
gocce si verifica un transitorio offuscamento della visione, il
paziente prima di guidare o utilizzare macchinari deve aspettare
che la visione torni nitida.
�
Negli studi clinici effettuati, oltre 1.800 pazienti sono
stati sottoposti a trattamento con Lumigan. Associando i dati di
fase III in monoterapia ed in terapia aggiuntiva con Lumigan, tra
gli eventi avversi verificatisi più di frequente in
seguito al trattamento figurano: crescita delle ciglia fino al
45% dei pazienti, iperemia congiuntivale (prevalentemente di
grado da lievissimo a lieve) fino al 44% e prurito oculare fino
al 14% dei pazienti. Meno del 9% dei pazienti ha dovuto
sospendere il trattamento a causa di reazioni avverse.
I seguenti effetti indesiderati connessi al trattamento in
modo certo, probabile o possibile sono stati riscontrati nel
corso di test clinici effettuati con Lumigan. La maggior parte
sono stati effetti oculari blandi o moderati, e nessuno di tipo
grave:
Effetti oculari
Molto comuni (>10%): iperemia congiuntivale, crescita delle
ciglia, prurito oculare.
Comuni (da >1% a <10%): congiuntivite allergica,
astenopia, blefarite, cataratta, edema congiuntivale, erosione
della cornea, secrezione oculare, inscurimento delle ciglia,
eritema della palpebra, prurito della palpebra, dolore oculare,
sensazione di corpo estraneo, incremento della pigmentazione
iridea, bruciore oculare, secchezza oculare, irritazione oculare,
fotofobia, pigmentazione della pelle perioculare, cheratite
superficiale puntata, lacrimazione, disturbi visivi e
peggioramento dell’acuità visiva.
Non comuni (da > 0,1% a <1%): blefarospasmo, edema
maculare cistoide, edema della palpebra, retrazione palpebrale,
irite, emorragia retinica, uveite.
Effetti Sistemici
Sull'intero organismo
Comuni (da >1% a <10%): cefalea
Non comuni (da > 0,1% a <1%): astenia, infezione
(soprattutto malattie da raffreddamento e infezioni delle prime
vie respiratorie)
Effetti gastrointestinali
Comuni (da >1% a<10%): valori elevati delle prove di
funzionalità epatica.
Effetti sul sistema nervoso
Non comuni (da > 0,1% a <1%): vertigini
P1>Effetti cardiovascolari
Comuni (da >1% a <10%): ipertensione arteriosa
Effetti metabolici
Non comuni (da > 0,1% a <1%): edema periferico
Effetti sulla cute
Non comuni (da > 0,1% a <1%): ipertricosi
�
Non sono stati riportati casi di sovradosaggio ed è
improbabile che si verifichino con l’uso oftalmico.
In caso di sovradosaggio, il trattamento deve essere di tipo
sintomatico e di supporto. Nel caso� Lumigan venga ingerito
accidentalmente, potrebbe essere utile sapere che:� in studi
effettuati su ratti e topi della durata di due settimane si
è riscontrato che la somministrazione orale di dosi fino a
100�mg/kg/al giorno non ha determinato alcuna tossicità.
Tale dose espressa in mg/m2 è almeno 70�volte
superiore alla dose contenuta in un flacone di� Lumigan
accidentalmente somministrata a un bambino di 10 kg.
�
Categoria farmacoterapeutica:� altri preparati
antiglaucomatosi;
Codice ATC: S 01 EX
Il meccanismo d’azione con il quale il bimatoprost
riduce la pressione intraoculare nell’uomo si esplica
nell’ aumentare� il deflusso dell’ umore acqueo sia
trabecolare che uveo-sclerale. La riduzione della pressione
intraoculare inizia all’incirca 4 ore dopo la prima
somministrazione, l’effetto massimo si raggiunge
all’incirca entro 8-12 ore. L’effetto dura almeno 24
ore.
Il bimatoprost è un potente agente ipotensivo oculare.
Esso è una prostamide sintetica, strutturalmente correlata
alla prostaglandina F2α
(PGF2α), ma che non agisce attraverso nessuno
dei recettori prostaglandinici conosciuti.� Il bimatoprost imita
selettivamente gli effetti delle sostanze biosintetiche
recentemente scoperte, chiamate prostamidi.� Il recettore
prostamidico, comunque, non è stato ancora strutturalmente
identificato.
Durante 12 mesi di trattamento in monoterapia, versus
timololo, la� riduzione media rispetto al valore� basale della
pressione intraoculare misurata al mattino (08:00) variava da
–7,9 a –8,8 mm Hg. Ad ogni visita, nel corso dei 12
mesi di studio, i valori medi della IOP diurna, mostravano
oscillazioni non superiori ad 1,3 mmHg nell’arco della
giornata e non superavano mai i 18,0 mmHg.
In confronto al trattamento con il betabloccante da solo,� la
terapia combinata� di beta-bloccante e bimatoprost determinava
una riduzione media della pressione intraoculare misurata al
mattino (08:00) da –6,5 a –8,1 mmHg.
Esperienza limitata si ha con l’uso del farmaco in
pazienti affetti da glaucoma ad angolo-aperto pseudoesfoliativo e
pigmentario, e glaucoma cronico ad angolo chiuso con iridotomia
pervia.�
Durante gli studi clinici non sono stati riscontrati effetti
clinicamente rilevanti sulla frequenza cardiaca e sulla pressione
sanguigna.
�
In vitro il bimatoprost penetra bene nella cornea e
nella sclera umana. Dopo somministrazione oculare,
l’esposizione sistemica al bimatoprost è molto bassa
senza fenomeni di accumulo nel tempo. Dopo somministrazione
giornaliera di una goccia di 0,03% di bimatoprost in entrambi gli
occhi, per un periodo di due settimane, la concentrazione ematica
raggiungeva il picco entro 10 minuti dopo l’ instillazione
e scendeva al di sotto del limite più basso di rilevazione
(0,025 ng/ml) entro 1,5 ore dopo la somministrazione. I valori
medi di Cmax e AUC 0-24hrs sono risultati
simili al 7° e al 14° giorno, ed erano rispettivamente
circa 0,08 ng/ml e 0,09 ng·hr/ml; questi valori indicano
che si era raggiunta una concentrazione costante di farmaco
durante la prima settimana di somministrazione oculare.
Il bimatoprost viene distribuito moderatamente nei tessuti
corporei e il volume sistemico di distribuzione nell’uomo
allo steady-state è di 0,67 l/kg. Nel sangue umano, il
bimatoprost si trova principalmente nel plasma. Il legame alle
proteine plasmatiche del bimatoprost è di circa
l’88%.
Dopo la somministrazione oculare il bimatoprost
risulta il maggiore componente circolante nel sangue, una volta
raggiunta la circolazione sistemica. Bimatoprost, sottoposto poi
a ossidazione, N-deetilazione e glucuronidazione va a formare
diversi metaboliti.
Il bimatoprost viene eliminato principalmente
tramite escrezione renale, fino al 67% di una dose endovenosa
somministrata in volontari sani veniva escreta per via urinaria,
il 25% della dose veniva escreta tramite le feci. L'emivita di
eliminazione, determinata dopo somministrazione endovenosa,
è stata di circa 45 minuti; la clearance totale del sangue
è stata di 1,5 l/hr/kg.
�
Caratteristiche in pazienti anziani:
Dopo due dosaggi giornalieri, il valore medio di
AUC0-24hr pari a 0,0634 ng·hr/ml di
bimatoprost� nei pazienti anziani (soggetti di 65 anni o oltre)
era significativamente più alto rispetto al valore di
0,0218�ng·hr/ml riscontrato in pazienti giovani sani.
Questo risultato non è tuttavia importante dal punto di
vista clinico in quanto l’esposizione sistemica sia nei
soggetti anziani che nei i giovani rimaneva, con somministrazioni
oculari, molto bassa. Non è stato riscontrato accumulo di
bimatoprost nel sangue con il passare del tempo, mentre il
profilo di sicurezza era lo stesso sia in pazienti anziani che
giovani.
�
Nelle scimmie la somministrazione oculare giornaliera di
bimatoprost a concentrazioni > 0,03% per un anno, ha
causato un aumento della pigmentazione iridea ed effetti
perioculari reversibili dose-dipendenti, caratterizzati da un
prominente solco superiore e/o inferiore ed allargamento della
fessura palpebrale. Il meccanismo di aumento della pigmentazione
iridea sembrerebbe dovuto ad una aumentata stimolazione nella
produzione di melanina nei melanociti e non all’aumento del
numero di melanociti. Non sono state osservate modificazioni
funzionali o microscopiche legate agli effetti perioculari, ed
è sconosciuto il meccanismo d’azione relativo ai
cambiamenti perioculari riscontrati.�
In una serie di studiin vitro ein vivo il
bimatoprost non si è rivelato né mutageno né
citogeno.
Bimatoprost non ha danneggiato la fertilità in ratti a
dosi fino a 0,6 mg/kg/al giorno (approssimativamente 103 volte la
dose utilizzata� per l’uomo). In studi sullo sviluppo
dell’embrione/ feto sono stati osservati aborti, ma non
effetti sullo sviluppo, in topi e ratti a dosi che erano,
rispettivamente, almeno 860 o 1700 volte più alte rispetto
alle dosi umane. Queste dosi risultavano in esposizioni
sistemiche di almeno, rispettivamente, 33 o 97 volte più
alte di quelle indicate per l’uomo. In studi peri/post
natali effettuati su ratti, la tossicità materna causava
un periodo di gestazione ridotto, morte del feto e diminuzione
del peso dei cuccioli, a dosi ³ 0,3 mg/kg/al giorno (almeno
41 volte rispetto a quella indicata per l’uomo). Le
funzioni neuro comportamentali della prole non erano
coinvolte.
�
Benzalconio cloruro
Cloruro di sodio
Fosfato di sodio bibasico eptaidrato
Acido citrico monoidrato
Acido cloridrico o idrossido di sodio (per regolare il pH)
Acqua purificata
�
Non esistono incompatibilità conosciute.
�
2 anni.
4 settimane dopo la prima apertura.
�
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
La stabilità chimica e fisica durante l'uso è
stata dimostrata per 28 giorni a 25°C.
Da un punto di vista microbiologico, i tempi e le condizioni
di conservazione durante l'uso sono responsabilità
dell'utilizzatore e non dovrebbero normalmente superare i 28
giorni a 25°C.
�
Flaconi� di colore bianco latte in polietilene a bassa
densità con tappo a vite di polistirene.
Ogni flacone ha un volume di riempimento di 3 ml.
Sono disponibili le seguenti confezioni: cartone contenente 1
o 3 flaconi da 3 ml.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano
commercializzate.
�
Nessuna.
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Allergan Pharmaceuticals (Ireland) Ltd
Castlebar Road
Westport
Co.Mayo
Irlanda
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EU/1/02/205/001
A.I.C. N° 035447010/E
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8 Marzo 2002
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