Gli effetti indesiderati che possono comparire nel corso del trattamento con cefalosporine sono per lo più di natura gastro-intestinale, quali glossite, nausea, vomito, diarrea, pirosi gastrica, dolori addominali.
Più raramente sono stati osservati fenomeni di ipersensibilità quali: eruzioni cutanee, prurito, orticaria ed artralgie. La possibilità della comparsa di questi ultimi è maggiore in individui che in precedenza abbiano manifestato reazioni di ipersensibilità ed in quelli con precedenti anamnestici di allergia, asma, febbre da fieno, orticaria.
Sono stati segnalati episodi di alterazione di alcuni parametri clinici e di laboratorio (eosinofilia, leucopenia, neutropenia,aumento delle transaminasi seriche, della bilirubinemia totale e della azotemia) ma si è trattato di casi sporadici e comunque reversibili.
Va infine tenuta presente la possibilità di sviluppo di microrganismi non sensibili (vaginiti da Candida). L'eventuale comparsa di questi fenomeni collaterali richiede l'adozione delle necessarie misure terapeutiche: quindi è opportuno consultare il Medico che deciderà sulla opportunità o meno di interrompere il trattamento. Sono stati segnalati casi di anemia emolitica in seguito a trattamento con cefalosporine.
La cefatrizina è una cefalosporina 7-fenilglicilica,3 eterociclica tiometilica dotata di caratteristiche di attività e capacità protettive nelle infezioni sperimentali anche per somministrazione orale.
Possiede caratteristiche di farmacocinetica peculiari; infatti,pur essendo assorbita lentamente possiede una lunga emivita plasmatica ed il quantitativo che si ritrova nelle urine è si basso, ma nettamente superiore alla MIC per i batteri del tratto genito-urinario, conferendole così una migliore maneggevolezza ed abbassando i rischi di nefrotossicità.
Altre caratteristiche che la distinguono sono: ampio spettro d'azione; elevata resistenza alle beta-lattamasi; MCB e MIC che si sovrappongono.
Il suo spettro d'azione è tra i più ampi specie nei confronti di: Gram -, E. Coli, Klebsielle, S. Tiphimurium, Proteus, N. Meningitis, N. Gonorrhoeae, H. influenzae, Enterobacter, Gram +, Str. Pyogenes, Str. Pneumoniae, Str. beta- emolitico A.,S. Aureus.
È altresì dotata di bassa tossicità e scarsi effetti collaterali, elevata tollerabilità. Numerosi studi clinici confermano il suo vasto campo di impiego.
Dai risultati ottenuti, nelle prove tossicologiche su varie specie di animali, si rileva che il farmaco è dotato di bassa tossicità; infatti, sia per via orale che intraperitoneale, anche le più alte dosi somministrate (2.500 e 2.088 mg/kg) non hanno provocato alcun decesso, né alterazioni dello stato generale e del comportamento.
Anche la somministrazione prolungata (120 gg.) per via orale, di dosi notevolmente più alte di quelle consigliate per uso umano, non ha provocato, sia nel ratto che nel mini-pig alcuna alterazione significativa dei parametri osservati.
Le prove di tossicità fetale nel ratto e nel coniglio non hanno evidenziato alcuna influenza del farmaco nell'andamento della gravidanza, né sul normale sviluppo embriofetale. La biodisponibilità della Cefatrizina è stata indagata sia sull'animale sia nell'uomo; in particolare le concentrazioni ematiche rilevate nell'uomo dimostrano che il picco ematico viene raggiunto a 2 ore dalla somministrazione della prima dose con un'emivita di 10,1 ± 4,5 minuti.
A sei ore dalla somministrazione sono stati osservati valori ematici superiori a 0,5 mcg/ml. L'eliminazione avviene lentamente per via urinaria.
La percentuale della dose somministrata che viene eliminata con le urine nelle sei ore successive al trattamento, è risultata pari al 20-23% a conferma della lenta eliminazione del farmaco.