- [Vedi Indice]-Ipertensione arteriosa essenziale nei pazienti nei quali la monoterapia con b-bloccanti o calcio-antagonisti si sia dimostrata inefficace.
-Angina pectoris.
Adulti
Ipertensione arteriosa: 1 capsula al giorno. Se necessario, il dosaggio può essere aumentato a 1 capsula 2 volte al giorno.
Angina pectoris: 1 capsula 2 volte al giorno.
Nei casi in cui è richiesta un'efficacia additiva, può essere di beneficio usare i nitrati profilatticamente oppure aumentare il dosaggio di nifedipina.
Anziani
Il dosaggio non dovrebbe essere superiore ad 1 capsula al giorno per l'ipertensione arteriosa e ad 1 capsula 2 volte al giorno per l'angina pectoris.
Bambini
Non esiste esperienza pediatrica con Mixer, e quindi se ne sconsiglia l'uso nei bambini.
Mixer non deve essere usato in presenza di blocco cardiaco di II e III grado, in pazienti con shock cardiogeno e con evidenza di insufficienza cardiaca manifesta.
L'uso di Mixer è controindicato in gravidanza e durante l'allattamento.
Mixer non deve essere usato con altri farmaci con azione cardio-inibitoria, quale ad esempio il verapamile, in quanto possono verificarsi disturbi della conduzione. È necessario che siano trascorse almeno 48 ore dalla sospensione di uno di questi farmaci prima di iniziare l'altra terapia.
In pazienti con marcata insufficienza renale (clearance della creatinina inferiore a 15 ml/min/1,73m2 , creatinina ematica superiore a 600 mmol/l) l'uso della combinazione è da considerarsi inappropriato.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
Sospensione - La sospensione della terapia con farmaci antagonisti b-recettoriali deve essere graduale, specialmente nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica.
Insufficienza epatica - Cautela richiede l'impiego del prodotto in caso di marcata insufficienza epatica.
Sebbene la disponibilità sistemica dei monocomponenti in pazienti con cirrosi non suggerisca la necessità di aggiustamento del dosaggio, non vi sono studi nei pazienti ipertesi con epatopatia clinicamente significativa.
Insufficienza renale - Vedere paragrafo "Controindicazioni".
Insufficienza cardiaca - Deve essere posta particolare attenzione nel trattamento di pazienti con difetti di conduzione o con riserva cardiaca ridotta. Comunque Mixer, se necessario, può essere somministrato con attenzione a pazienti già trattati con antagonisti b-recettoriali e/o i cui segni di insufficienza cardiaca risultino controllati.
Bradicardia - Una delle azioni farmacologiche dei farmaci antagonisti b-recettoriali è la riduzione della frequenza cardiaca.
Nei rari casi in cui compaiono sintomi attribuibili ad una eccessiva riduzione di frequenza cardiaca la dose del prodotto può essere diminuita.
Broncopatie - Poiché uno dei due principi attivi è un antagonista b-recettoriale cardioselettivo, Mixer può essere usato con cautela nei pazienti con malattie croniche ostruttive delle vie aeree.
Comunque, un aumento delle resistenze delle vie aeree può occasionalmente verificarsi nei pazienti asmatici.
Questo può essere antagonizzato da dosi standard di farmaci broncodilatatori come il salbutamolo o l'isoprenalina.
Alterazioni glicemiche - Durante il trattamento di pazienti diabetici o a rischio diabetico, la glicemia deve essere accuratamente controllata; se compare iperglicemia la terapia deve essere sospesa.
Mixer modifica la tachicardia da ipoglicemia.
Disordini vascolari - Per effetto del b-bloccante, Mixer può aggravare le alterazioni circolatorie arteriose a livello periferico.
Reazioni anafilattiche - Durante il trattamento con b-bloccanti, i pazienti con storia di reazione anafilattica ad una varietà di allergeni non possono rispondere alle dosi di adrenalina comunemente impiegate nel trattamento di reazioni allergiche.
Anestesia - Deve essere posta cautela nell'uso di agenti anestetici con Mixer. L'anestesista ne deve essere informato e la scelta dell'anestetico deve ricadere sull'agente con la minore attività inotropa negativa possibile.
Farmaci antiaritmici di I classe - Deve essere posta cautela nel prescrivere farmaci antagonisti b-recettoriali contemporaneamente ad anti-aritmici della I classe come la disopiramide.
Verapamile - Vedere paragrafo "Controindicazioni".
Clonidina - Attenzione deve essere posta nel trasferire pazienti da una terapia con clonidina a quella con antagonisti b-recettoriali.
Se la somministrazione avviene contemporaneamente, la clonidina deve essere sospesa solo dopo alcuni giorni dalla sospensione della terapia b-antagonista.
Se la terapia con clonidina deve essere sostituita con b-bloccanti, la somministrazione di b-bloccanti deve avvenire parecchi giorni dopo l'interruzione della terapia.
Cimetidina - L'effetto antipertensivo della nifedipina può risultare potenziato in caso di somministrazione contemporanea di cimetidina.
Digossina - In caso di contemporanea somministrazione di nifedipina e digossina è stato segnalato, occasionalmente, un aumento dei livelli ematici di digossina; risulta quindi opportuno controllare la digossinemia nei primi giorni di trattamento.
Agenti anestetici - Vedere paragrafo "Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso".
L'uso di Mixer è controindicato in gravidanza e durante l'allattamento.
È improbabile che l'uso di Mixer determini nei pazienti una diminuzione della capacità di guida di autoveicoli e dell'uso di macchine.
Gli effetti collaterali riferiti durante il trattamento con Mixer comprendono: freddo alle estremità, affaticamento, vertigini ed edema.
All'inizio del trattamento possono manifestarsi cefalea e vampate di calore determinate dalla nifedipina.
Sono stati inoltre raramente segnalati casi di ipersensibilità alla nifedipina.
In caso di trattamento particolarmente protratto con nifedipina, sono stati riscontrati casi di iperplasia gengivale che però regrediscono completamente sospendendo la terapia.
Con la nifedipina sono stati riportati rari casi di ittero.
L'atenololo può determinare occasionalmente cambiamenti dell'umore e deterioramento della funzionalità cardiaca, insonnia, alopecia, disturbi gastrointestinali, trombocitopenia, porpora, reazioni cutanee di tipo psoriasico o aggravamento della psoriasi, casi isolati di bradicardia e nei pazienti sensibili aggravamento del blocco cardiaco.
Con l'impiego dei b-bloccanti sono stati riportati casi di rash-cutanei e/o di secchezza oculare la cui incidenza è risultata modesta.
Qualora una reazione di tale tipo non trovi una precisa spiegazione, deve essere considerata la sospensione del trattamento.
L'eccessiva bradicardia può essere corretta iniettando per via endovenosa atropina 1-2 mg, se necessario a questa può far seguito l'iniezione endovenosa di un bolo di glucagone 10 mg che può essere ripetuto o seguito da infusione endovenosa 1-10 mg/h, in funzione della risposta.
Nel caso non vi fosse risposta al glucagone o questo non fosse disponibile, si ricorra ad un simpaticomimetico stimolante i b-recettori quali isoprenalina alla dose di 10-25 mg, l'orciprenalina alla dose di 0,5 mg o la dobutamina alla dose di 2,5-10 mg/kg/min per infusione lenta anche se possono essere necessarie dosi più elevate.
In casi gravi può essere necessario ricorrere alla stimolazione cardiaca con appropriato supporto cardiorespiratorio.
In caso di ipotensione indotta da nifedipina è indicata la somministrazione di gluconato di calcio endovena.
L'associazione tra un antagonista selettivo dei recettori b1 -adrenergici (atenololo), idrofilico, e un potente calcio-antagonista (nifedipina) determina una riduzione addizionale della pressione arteriosa o un effetto anti-anginoso addizionale rispetto a quello dei singoli componenti.
L'atenololo è un inibitore dei recettori b-adrenergici che, tramite un effetto inotropo e cronotropo negativo determina una riduzione della gittata cardiaca, della richiesta di ossigeno da parte del muscolo cardiaco e della pressione arteriosa, soprattutto in condizioni di sforzo.
La nifedipina è un calcio antagonista a potente effetto vasodilatatore sia coronarico che periferico che determina un aumento dell'apporto di ossigeno al muscolo cardiaco e contemporaneamente una riduzione della pressione arteriosa (post-carico) e delle resistenze periferiche.
L'uso concomitante delle due molecole permette quindi all'antagonista b1 -selettivo di ridurre il riflesso simpatico indotto dalla nifedipina tramite un blocco dell'aumento di frequenza cardiaca, e al calcio antagonista di bilanciare l'aumento delle resistenze periferiche indotto dall'atenololo tramite una vasodilatazione ed una attivazione del tono simpatico.
Inoltre l'uso combinato di atenololo e nifedipina non ha evidenziato alcun effetto clinicamente significativo di inotropismo negativo rispetto a quello determinato dal solo atenololo.
Similmente gli effetti farmacodinamici renali determinati dall'uso cronico della combinazione fissa non sono dissimili da quelli dell'atenololo da solo, l'effetto natriuretico, uricosurico e diuretico della nifedipina in acuto non è stato evidenziato dall'uso cronico della combinazione fissa nell'uomo.
Nel tratto gastro-intestinale viene assorbito circa il 50% della dose orale di atenololo ed il 100% della dose orale di nifedipina.
La nifedipina si lega per più del 90% alle proteine plasmatiche mentre l'atenololo si lega in misura minima.
Il tempo di raggiungimento del picco plasmatico è di circa 3 ore sia per l'atenololo che per la nifedipina.
Il metabolismo dell'atenololo avviene in maniera assai limitata mentre la nifedipina è metabolizzata in modo predominante dal fegato.
L'emivita di eliminazione dell'atenololo è di circa 6 ore e quella della nifedipina in formulazione a lento rilascio è tra le 6 e le 11 ore.
La somministrazione combinata di atenololo e di nifedipina determina lievi effetti sulla farmacocinetica dei due componenti.
Con l'aumento dell'età la biodisponibilità sistemica e l'emivita di eliminazione di entrambi i componenti risulta aumentata.
Tossicità
Gli studi sull'animale sono stati finalizzati a ricerche tendenti a valutare l'effetto additivo dei due componenti l'associazione (nifedipina e atenololo).
Tossicità acuta
Per somministrazione orale, a seconda del mezzo di sospensione o solvente impiegato, la DL50 nel topo varia da 25 a 80 mg/kg e nel ratto, da 245 a 1120 mg/kg.
Dopo somministrazione e.v., la DL50 nel topo varia da 5,5 a 5,7 mg/kg; nel ratto è di 6,9 mg/kg.
Tossicità per somministrazioni ripetute (subcronica)
Dosaggi per via orale e per 13 settimane, fino a 100 mg/kg/die nel ratto e 50 mg/kg/die nel cane, non hanno indotto alcun segno o sintomo patologico.
Tossicità cronica
I ratti hanno tollerato bene il trattamento per os per 26 settimane, con dosi fino a 120 mg/kg/die. Solo dosi di 250 mg/kg/die hanno determinato effetti tossici significativi. I cani sono stati trattati pure per 26 settimane e per via orale, utilizzando 3 livelli di dose: 30-60-90 mg/kg/die.
Gli esami di controllo eseguiti non hanno mostrato alcun segno o sintomo patologico in tutta la casistica dei trattati, fino alle dosi di 60 mg/kg/die.
Solo alla dose più elevata (90 mg/kg/die) somministrata a 32 animali, si è avuto un caso di morte, con rilevazione di segni e sintomi patologici.
Teratologia
L'atenololo non ha attività teratogena ed embriotossica, mentre la nifedipina è potenzialmente teratogena nel ratto a dosi trenta volte superiori a quelle utilizzabili terapeuticamente nell'uomo.
È perciò sconsigliabile l'utilizzo del farmaco in gravidanza.
Ulteriori effetti tossicologici
L'associazione ed i suoi singoli componenti non sono da considerare mutageni o cancerogeni, come risulta dai dati di mutagenesi e cancerogenesi disponibili.
Magnesio carbonato pesante; amido di mais; cellulosa microcristallina; lattosio; magnesio stearato; sodio laurilsolfato; gelatina; idrossipropilmetilcellulosa; polisorbato 80; polietilenglicole 4000; biossido di titanio (E 171); ferro ossido rosso (E 172).
Componenti della capsula opercolata: ferro ossido rosso (E 172); biossido di titanio (E 171); gelatina.
Non note.
4 anni.
Nessuna.
Astuccio di 28 capsule confezionate in blister di polivinilcloruro (PVC), poli-vinildenecloruro (PVDC) accoppiato con alluminio crudo opaco
Nessuna in particolare.
BIOMEDICA FOSCAMA Industria Chimico Farmaceutica S.p.A.
Via Morolense, 87 - 03013 Ferentino (FR)
28 capsule AIC n. 028320012
Dietro presentazione di ricetta medica.
Prima autorizzazione: 25.01.1993.
y TABELLA DI APPARTENENZA DPR 309/90 - [Vedi Indice]
I principi attivi non rientrano nelle sostanze soggette a tale normativa.
Gennaio 1993.
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