1 ml contiene� Midazolam ���������������������������� 5.00 mg ���������(di cloridrato)
Ogni fiala da 1 ml, 2 ml, 3 ml, 5 ml, 10 ml e 18 ml contiene rispettivamente
5 mg, 10 mg, 15 mg, 25 mg, 50 mg e 18 mg di midazolam.
Per gli eccipienti, vedere 6.1
Soluzione iniettabile.
Il medicinale si presenta in forma di soluzione limpida e incolore.
Somministrazione intramuscolare
Premedicazione precedente un’anestesia generale. Induzione dell’anestesia nei bambini in combinazione con chetamina (ataranalgesia).
Somministrazione endovenosa
Sedazione cosciente da attuarsi in precedenza e nel corso di interventi a scopo diagnostico o curativo, effettuati in presenza o in assenza di anestesia locale. Induzione di un’anestesia generale, in combinazione con altri anestetici e/o oppiacei. Mantenimento dell’anestesia generale.
Sedazione continua e protratta in pazienti sottoposti a ventilazione assistita in reparti di terapia intensiva.
Il midazolam (è un potente sedativo che) richiede una somministrazione lenta ed un aggiustamento individuale del dosaggio in base alle esigenze cliniche, allo stato di salute, all’età e ad eventuali somministrazioni contemporanee di altri farmaci.
Somministrazione intramuscolare:
Premedicazione precedente un’anestesia generale:
Il midazolam soluzione iniettabile va somministrato mediante iniezione intramuscolare profonda, da solo o in combinazione con anticolinergici.
Adulti:
0.07-0.10 mg/kg in base all’età e alle condizioni fisiche generali del paziente. La dose abituale è di circa 5mg.
Pazienti anziani e gravemente ammalati:
0.025-0.05 mg/kg. La dose abituale è di circa 2.5 mg.
Bambini:
0.15-0.20 mg/kg.
Queste dosi vanno somministrate per via intramuscolare 30minuti prima dell’induzione dell’anestesia.
Induzione dell’anestesia nei bambini:
0.15-0.20 mg/kg di peso corporeo, in combinazione con 8 mg di chetamina per kg di peso corporeo somministrata per via intramuscolare.
Somministrazione endovenosa:
La somministrazione endovenosa deve avvenire lentamente (circa 2.5mg in 10 secondi per l’induzione dell’anestesia e circa 1mg in 30 secondi per la sedazione� precedente ed in corso di interventi a scopo diagnostico e curativo). L’effetto del farmaco si instaura dopo circa 2 minuti.
Sedazione cosciente in precedenza ed in corso di interventi a scopo diagnostico o curativo, in presenza o in assenza di anestesia locale:
Adulti:
la dose iniziale è di (0.5-)1-2.5�mg (0.035 mg/kg) e.v., 5-10 minuti prima dell’intervento. In caso di necessità possono essere somministrate successive dosi di� 1 mg e.v. a intervalli di 2 minuti. In generale, tuttavia, la dose totale non deve superare i 5mg e.v.. In caso di contemporanea somministrazione di altri farmaci deprimenti il SNC, la dose di midazolam va ridotta.
Pazienti anziani e gravemente ammalati:
la dose iniziale va ridotta a 0.5 - 1 mg e.v. in pazienti gravemente debilitati ed anziani. La somministrazione deve essere lenta (1�mg in 30 secondi). La dose totale non deve in genere superare i 3.5mg e.v..
Induzione e mantenimento dell’anestesia:
la dose per l’induzione dell’anestesia è di 0.15-0.2 mg/kg, in combinazione con altri anestetici e/ooppiacei. Questi ultimi vanno somministrati per primi. Il midazolam viene quindi titolato fino al raggiungimento dello stato di sedazione desiderato.
Per il mantenimento dell’anestesia possono essere necessarie basse dosi endovenose addizionali (0.03-0.1 mg/kg). L’entità delle dosi e gli intervalli fra queste dosi a bolo sono in dipendenza della sensibilità del paziente.
L’iniezione endovenosa può essere sostituita da un’infusione continua. Per un’anestesia endovenosa continua, in combinazione conoppiacei, la dose di midazolam è di� 0.03-0.3�mg/kg/ora.
Il dosaggio va ridotto in pazienti ad alto rischio chirurgico, negli anziani ed in pazienti debilitati (la dose raccomandata per l’induzione è compresa tra i 0.03 ed i 0.1 mg/kg).
Sedazione endovenosa in reparti di terapia intensiva
Per ottenere una sedazione in pazienti sottoposti a terapia intensiva, la dose va titolata fino al raggiungimento dello stato di sedazione desiderato in base alla risposta clinica, all’età ed a terapie farmacologiche concomitanti. La dose iniziale è di 0.03-0.3 mg per kg di peso corporeo. La somministrazione deve avvenire nell’arco di cinque minuti.
La dose di mantenimento è di 0.03-0.2 mg/kg/ora.
In pazienti affetti da ipovolemia, vasocostrizione, ipotermia e ipotensione il dosaggio va ridotto, o va addirittura omessa la dose iniziale di carico.
Se usato continuativamente per periodi superiori a pochi giorni, il tasso di infusione del midazolam va stabilito giorno per giorno, al fine di ridurre il rischio di accumulo e di recupero protratto. Un indice di sedazione va determinato regolarmente.
Se il midazolam viene somministrato insieme a potenti analgesici, questi ultimi vanno somministrati per primi, in modo da poter titolare in sicurezza gli effetti sedativi del� midazolam al culmine della sedazione causata dall’analgesico.
����������� - miastenia grave
����������� - ipersensibilità al principio attivo, ad altre benzodiazepine o ad uno o più eccipienti di
����������� � Midazolam PHG 5 mg/ml, soluzione iniettabile
����������� - grave insufficienza respiratoria
����������� - apnea notturna
����������� - grave insufficienza epatica
����������� - Shock o coma
����������������������� - intossicazione acuta da alcool, ipnotici, neurolettici, antidepressivi o litio
����������� - glaucoma acuto ad angolochiuso.
In vista del rischio potenziale di indurre apnea, il midazolam va di preferenza somministrato da un anestesista.
In seguito alla somministrazione di midazolam soluzione iniettabile sono stati osservati casi di depressione respiratoria e persino di arresto respiratorio. In alcuni casi – in assenza di pronto intervento – questa complicanza è stata fatale o ha portato a ipossia cerebrale.
Per questo motivo, il midazolam soluzione iniettabile va somministrato solo ove siano disponibili le opportune misure per la rianimazione. |
Il rischio di gravi effetti indesiderati è particolarmente elevato in casi di somministrazione rapida oppure di dosi elevate.
Un’ ipovolemia va bilanciata per mezzo di un’infusione da somministrarsi prima dell’anestesia.
L’iniezione intrarteriosa va evitata in ogni caso, dal momento che può essere causa di danni vascolari e, in alcuni casi, persino di necrosi. Come in casi simili di somministrazione parenterale di ipnotici, un accesso venoso va mantenuto almeno per tutta la durata dell’intervento sotto sedazione basale.
Gli inibitori dell’enzima CYP3A4, come gli antimicotici azolici, gli antibiotici macrolidi ecc., fanno aumentare in modo marcato la concentrazione plasmatica del midazolam. Terapie concomitanti con questi farmaci vanno perciò evitate. Se ciò non è possibile, la dose di midazolam va ridotta (vedi sezione 4.5 Interazioni con altri farmaci ed altre forme d’interazione).
Specifiche categorie di pazienti�
Particolare cautela va usata in caso di somministrazione del midazolam a pazienti ad alto rischio: questi comprendono pazienti anziani, pazienti in precarie condizioni generali, pazienti obesi, pazienti affetti da malattie ostruttive delle vie respiratorie, insufficienza renale cronica, scompenso cardiaco, e bambini con instabilità cardiovascolare.
In questi pazienti la dose ed il tasso di infusione devono essere ridotti e adattati alle esigenze individuali; i pazienti devono essere sottoposti a monitoraggio continuo; va posta particolare attenzione ai segni precoci di alterazioni dei parametri delle funzioni vitali. Nei pazienti anziani e nei pazienti affetti da insufficienza renale cronica e scompenso cardiaco, la velocità di escrezione del midazolam può essere ridotta.
Le benzodiazepine sono controindicate in pazienti affetti da grave insufficienza epatica, dal momento che possono favorire l’instaurarsi di un’encefalopatia.
Nei neonati e nei bambini fino ai 4-6 mesi di età (soprattutto nei prematuri) la clearance del midazolam è notevolmente ridotta. In questo gruppo di pazienti, perciò, la somministrazione del midazolam deve avvenire solo dopo una attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.
Dal momento che esistono solo dati limitati riguardo all’efficacia e alla sicurezza della somministrazione endovenosa del midazolam nei bambini e negli adolescenti al di sotto dei 18 anni, è necessario fare un accurato bilancio del rapporto rischio/beneficio in questi pazienti.
Poiché non può essere esclusa l’esacerbazione di una psicosi acuta, particolare attenzione è richiesta nei pazienti affetti da schizofrenia o depressione endogena.
Reazioni psichiatriche e 'paradosse'
Sono state riportate reazioni quali inquietudine, movimenti riflessi (p.es. movimenti tonici e clonici e tremori muscolari), iperattività e movimenti violenti.
Queste reazioni possono essere causate dalla somministrazione inadeguata, eccessiva o scorretta del midazolam; tuttavia, va considerata anche la possibilità di un’ipossia cerebrale o di reazioni paradosse. Se si osserva una tale reazione, va valutata la risposta a ogni dose di midazolam e ad ogni altro farmaco, compresi gli anestetici locali.
Amnesia
Il midazolam provoca un’amnesia anterograda dose-dipendente. Un’amnesia prolungata può causare problemi nei pazienti esterni.
Durata del trattamento
I pazienti che hanno ricevuto il midazolam per via parenterale devono essere visitati con cura prima della dimissione – che in genere non deve avvenire prima di 3 ore dalla somministrazione – e devono essere accompagnati da un adulto responsabile. Il paziente non deve guidare o manovrare macchine per 12 ore.
Tolleranza
È stata descritta una certa perdita di efficacia in corso di sedazione prolungata in reparti di terapia intensiva.
Dipendenza
Il rischio di dipendenza aumenta con l’aumentare della dose e della durata del trattamento. In seguito a somministrazione endovenosa prolungata, l’interruzione improvvisa può causare sintomi da astinenza (vedi sezione 4.8 Effetti indesiderati). Perciò, in questi casi si raccomanda una graduale riduzione della dose.