Interazioni - [Vedi Indice]
NALADOR non deve essere impiegato in associazione con
ossitocina per evitare la possibilità di sovrastimolazione
di un utero non ancora svuotato (eccezione: emorragia postpartum
da atonia uterina).
E' da evitare la somministrazione contemporanea di analgesici
del gruppo degli antiinfiammatori non steroidei perchè
è possibile una riduzione dell'efficacia di NALADOR.
Non vi sono esperienze cliniche sull'impiego di prostaglandine
per uso topico, precedente o in associazione con l'uso di
NALADOR.
Si sconsiglia un pretrattamento o l'impiego associato con
altre prostaglandine in quanto, teoricamente, potrebbe sussistere
la possibilità di una sommatoria degli effetti, col
rischio di gravi effetti collaterali indesiderati.
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In studi sperimentali sul potenziale embriotossico, condotti
su animali, sono stati osservati effetti teratogenici ed
embrioletali a dosi tossiche per le madri. Pertanto, una volta
che è stato eseguito il trattamento con Nalador ci si deve
accertare che sia stata interrotta la gravidanza. Poiché
l’incidenza di mortalità perinatale è
aumentata dopo somministrazione di Nalador, il farmaco non deve
essere impiegato per l’induzione del parto con feto
vivo.
Non è noto se vi sia passaggio di sulprostone nel
latte materno.
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Non compete.
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Con l'impiego di NALADOR possono manifestarsi nausea, vomito,
spasmi in zona epigastrica e mesogastrica, sporadicamente
diarrea, raramente sonnolenza, cefalea.
In pazienti predisposte, può manifestarsi broncospasmo.
In casi sporadici, come per le prostaglandine naturali,
può comparire anche col sulprostone ipertensione polmonare
(anche edema polmonare).
Sebbene molto raramente vengano osservati episodi di
bradicardia e/o ipotensione arteriosa, è opportuno
controllare tali parametri cardiocircolatori.
La sensibilità del miometrio alle prostaglandine
aumenta con l’avanzare della gravidanza ed in casi isolati
è stata osservata rottura dell’utero.
Raramente può manifestarsi ischemia miocardica,
probabilmente secondaria a spasmi coronarici associati
all’uso di Nalador. Tale reazione può dar luogo ad
infarto miocardico, aritmia cardiaca grave, shock, arresto
cardiaco e può essere fatale.
Come conseguenza di una interferenza reversibile sulla
funzionalità renale possono manifestarsi disturbi
transitori dell'escrezione idroelettrolitica.
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Sintomi di intossicazione
Broncospasmo, bradicardia, ipotensione, ischemia miocardica.
Cianosi e dispnea posso preludere ad un edema polmonare.
Iperstimolazione uterina (tetania puerperale).
Trattamento dell’intossicazione
In caso di necessità, terapia intensiva in presenza di
broncospasmo, bradicardia, ipotensione, e segni di edema
polmonare grave. L’uso di per sé appropriato di
simpaticomimetici ß-adrenergici in presenza di
broncospasmo, bradicardia e tetano puerperale è gravato
dal potenziale rischio di edema polmonare nella donna in
gravidanza. Pertanto il rischio/beneficio di tale trattamento
deve essere valutato per ogni singolo caso.
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Nalador contiene sulprostone, derivato sintetico della
Prostaglandina E2.
Il suo profilo farmacologico è dominato dagli effetti
sulla muscolatura liscia e soprattutto dall’effetto
stimolante sulla muscolatura liscia dell'utero.
Le modificazioni strutturali che differenziano il sulprostone
dalle prostaglandine naturali rendono l'effetto di questo farmaco
particolarmente selettivo a livello dell'utero e ne minimizzano
l'azione a livello degli altri muscoli lisci. Da ciò
risulta la netta dissociazione tra gli effetti desiderati, di
importanza terapeutica, e quelli indesiderati.
Il meccanismo d’azione del sulprostone comprende una
riduzione della simpaticotonia, come per la prostaglandine
naturali E2, che può manifestarsi, tra
l’altro, sotto forma di bradicardia.
Nell’utero gravido, il sulprostone agisce sia sul corpo
uterino che sulla cervice. La contrazione indotta sul corpo
dell’utero e la costrizione dei vasi uterini causa un
delicato distacco della placenta dal corpo uterino e
l’espulsione del feto. Nella cervice, il sulprostone induce
un ammorbidimento, o “priming”, cioè una
delicata e lenta dilatazione del canale cervicale, che in molti
casi rende superflua o almeno facilita notevolmente la
dilatazione meccanica con i rischi ad essa associati.
Tali effetti - quali le contrazioni uterine e la dilatazione
del canale cervicale - vengono utilizzati per
l’interruzione della gravidanza in condizioni patologiche
(indicazioni materne o fetali) per esempio: aborto incompleto,
mola idatiforme, morte intrauterina del feto.
Contrazioni uterine rapide, efficaci e prolungate, sono di
particolare importanza nei casi di grave emorragia post-partum da
atonia uterina.
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Il sulprostone per via endovenosa è completamente
biodisponibile.
Distribuzione
I livelli di sulprostone, durante l’infusione
endovenosa, dipendono dalla dose somministrata
nell’unità di tempo.
La concentrazione plasmatica massima di 0,3 nmol/l (=140 ng/l)
si raggiunge alla fine di una infusione della durata di 10 ore ad
un velocità di infusione di 0,1 mg/h. In seguito la
concentrazione del farmaco si riduce rapidamente fino a superare
il limite di sensibilità analitica dopo 2 ore.
Solo il 20-30% di sulprostone somministrato si lega
all’albumina alle concentrazioni plasmatiche raggiunte con
impiego terapeutico. Il legame alle proteine plasmatiche
perciò verosimilmente non esplica alcun effetto sui
parametri farmacocinetici.
Eliminazione
Il sulprostone viene eliminato sotto forma di metaboliti in
ragione di circa l’85% della dose somministrata per via
renale, il resto per via biliare. Oltre il 75% della sostanza
somministrata viene eliminato con una emivita < 2 ore; il
restante 25% è eliminato con una emivita di circa 20
ore.
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Tossicità sistemica
Studi di tollerabilità dopo somministrazione endovenosa
singola e ripetuta hanno dimostrato che quando Nalador viene
somministrato alle dosi e con le modalità consigliate non
ci si devono aspettare effetti tossici o danni d’organo.
Gli effetti tipici delle prostaglandine quali vomito, diarrea e
disturbi circolatori sono stati osservati già alle dosi
utilizzate nell’uomo a scopo terapeutico.
Tali effetti sono quindi da attendersi anche
nell’uomo.
Potenziale genotossico, mutagenicità e
cancerogenicità
Studi in vitro ed in vivo per la valutazione della
genotossicità non hanno dimostrato alcun potenziale
mutageno.
Non sono stati ritenuti necessari studi sperimentali sul
potenziale cancerogeno di Nalador dal momento che la sua
struttura è molto simile a quella delle prostaglandine
endogene, ha una emivita molto breve, non sono emerse indicazioni
di mutagenicità dagli studi di genotossicità e di
norma viene utilizzato in somministrazione singola.
Tollerabilità locale e potenziale sensibilizzazione da
contatto.
Studi di tollerabilità locale hanno escluso qualsiasi
reazione di incompatibilità in seguito a somministrazione
di dosi terapeutiche nell’uomo.
Lo studio sulla potenziale sensibilizzazione da contatto da
Nalador ha escluso tale effetto.
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Polivinilpirrolidone (PVP, K <18); trometamolo
cloridrato.
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Non note.
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5 anni.
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Conservare a temperatura di 2°- 8°C in
frigorifero.
La soluzione ricostituita di NALADOR può essere
conservata solo per un tempo limitato. Quest'ultima deve essere
conservata in frigorifero ed utilizzata entro 12 ore
dall'allestimento.
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Fiala in vetro da 2 ml, classe idrolitica I
Confezione
Nalador 0,5 mg: 1 fiala con 0,5 mg di sulprostone
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Nessuna
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Licenza: Schering AG - Berlino (Germania)
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6.1986/6.2000
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6.2000
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