1 siringa preriempita con 0,3�ml di soluzione iniettabile
contiene 4000 unità internazionali (UI) corrispondenti a
33,2 mg di epoetina beta (eritropoietina umana ricombinante).
Soluzione iniettabile.
- [Vedi Indice]
- trattamento dell’anemia associata ad
insufficienza renale cronica (anemia renale) in pazienti in
trattamento dialitico
- trattamento dell’anemia renale sintomatica in
pazienti non ancora sottoposti a dialisi
- prevenzione dell’anemia dei neonati prematuri
con un peso alla nascita compreso tra 750 e 1500�g e con un
periodo di gestazione inferiore a 34 settimane
- prevenzione e trattamento dell’anemia in
pazienti adulti con tumori solidi e sottoposti a chemioterapia a
base di platino tendente ad indurre anemia (cisplatino:
75�mg/m2/ciclo, carboplatino:
350�mg/m2/ciclo)
- trattamento dell’anemia in pazienti adulti con
mieloma multiplo, linfoma non-Hodgkin a basso grado o leucemia
linfatica cronica, che hanno una carenza* relativa di
eritropoietina e ricevono terapia antineoplastica
- incrementare la quantità di sangue autologo in
pazienti facenti parte di un programma di predonazione
Il suo uso in questa indicazione deve essere
compensato dal riportato aumentato rischio di eventi
tromboembolici. Il trattamento deve essere riservato solo a
pazienti con anemia di grado moderato (emoglobina
10�-�13���������g/dl [6,21�-�8,07�mmol/l], in assenza di
carenza di ferro) se le procedure di conservazione non sono
disponibili o sono insufficienti quando l’intervento
elettivo di chirurgia maggiore richiede un notevole volume di
sangue (4 o più unità di sangue per le donne o 5 o
più unità per gli uomini).
*Viene definita carenza di eritropoietina il riscontro di un
livello sierico di eritropoietina inappropriatamente basso in
relazione al grado di anemia.
�
La terapia con NeoRecormon deve essere iniziata da medici
esperti nelle sopracitate indicazioni. Essendo state segnalate in
casi isolati reazioni anafilattoidi, si raccomanda di
somministrare la prima dose sotto il controllo del medico.
NeoRecormon siringa preriempita è pronto per
l’uso. Possono essere iniettate solo soluzioni chiare o
leggermente opalescenti e praticamente prive di particelle
visibili.
NeoRecormon�in�siringa preriempita è un prodotto
sterile ma senza conservanti. Per nessun motivo si deve
somministrare più di una dose per siringa.
Trattamento di pazienti anemici con insufficienza renale
cronica
La soluzione può essere somministrata per via
sottocutanea o endovenosa. In caso di somministrazione
endovenosa, la soluzione deve essere iniettata in circa 2 minuti,
nei pazienti emodializzati attraverso la fistola arterovenosa
alla fine della dialisi.
Nei pazienti non emodializzati, si deve sempre preferire la
somministrazione sottocutanea, onde evitare punture delle vene
periferiche.
Lo scopo del trattamento consiste nell’aumentare il
valore di ematocrito fino al 30�-�35�%, con un incremento
settimanale minimo del volume 0,5�%. Non si deve superare un�
valore di ematocrito pari a 35�%.
In presenza di ipertensione o di patologie cardiovascolari,
cerebrovascolari o vascolari periferiche, l’incremento
settimanale di ematocrito e il valore massimo da raggiungere,
devono essere determinati su base individuale, considerando il
quadro clinico. In alcuni pazienti il valore ottimale di
ematocrito può essere inferiore a 30�%.
Il trattamento con NeoRecormon è diviso in due
fasi:
1.������ Fase di correzione
-������� Somministrazione sottocutanea
��������� Il dosaggio iniziale è di 3�x�20�UI/kg di
peso corporeo alla settimana. Se l’aumento di ematocrito
non fosse adeguato (<0,5�%/settimana), il dosaggio può
essere aumentato ogni 4 settimane di 3�x�20�UI/kg alla
settimana.
Il dosaggio settimanale può essere ripartito
in somministrazioni giornaliere.
- Somministrazione endovenosa
Il dosaggio iniziale è di 3�x�40�UI/kg alla
settimana. Il dosaggio può essere aumentato, dopo 4
settimane a 80�UI/kg - tre volte alla settimana - e se sono
necessari ulteriori aumenti devono essere pari a 20�UI/kg, 3
volte alla settimana, ad intervalli mensili.
Per entrambe le vie di somministrazione, non si deve superare
la dose massima di 720�UI/kg alla settimana.
2.������ Fase di mantenimento
Per mantenere l’ematocrito entro un range compreso tra
30�-�35�%, la dose è inizialmente ridotta alla
metà di quella precedentemente somministrata.
Successivamente, la dose viene adattata su base individuale per
paziente (dose di mantenimento) ad intervalli di una o due
settimane.
In caso di somministrazione sottocutanea, la dose totale
settimanale può essere fornita attraverso una unica
somministrazione settimanale oppure attraverso tre iniezioni
settimanali o con iniezioni giornaliere.
I risultati emersi dagli studi clinici in bambini hanno
dimostrato che, mediamente, più giovani sono i pazienti,
più elevate sono le dosi di NeoRecormon necessarie.
Tuttavia ci si deve attenere allo schema posologico raccomandato,
in quanto la risposta individuale non può essere
prevista.
Il trattamento con NeoRecormon è di norma a lungo
termine. Tuttavia, qualora fosse necessario, può essere
interrotto in ogni momento. I dati relativi allo schema
posologico una volta alla settimana si basano su studi clinici
della durata di 24 settimane di terapia.
Prevenzione dell’anemia del prematuro
La soluzione viene somministrata per via sottocutanea ad una
dose di 3�x�250�UI/kg di peso corporeo alla settimana. Il
trattamento con NeoRecormon deve iniziare il più
precocemente possibile, preferibilmente al terzo giorno di vita.
I bambini prematuri che, all’inizio del trattamento con
NeoRecormon, abbiano già ricevuto trasfusioni, rispondono
meno alla terapia rispetto ai bambini non trasfusi. La durata del
trattamento deve essere di 6 settimane.
Trattamento di pazienti con tumori solidi
La soluzione viene somministrata sottocute; la dose
settimanale può essere suddivisa in un numero di dosi
singole compreso tra 3 e 7.
Il trattamento con NeoRecormon è indicato, se il valore
di emoglobina è <�13�g/dl (8,07�mmol/l)
all’inizio della chemioterapia. La dose iniziale
raccomandata è di 450�UI/kg di peso corporeo alla
settimana. Se, dopo 4 settimane, la risposta del paziente, in
termini di valori di emoglobina, non fosse soddisfacente, la dose
deve essere raddoppiata. La terapia deve essere continuata per
tre settimane dopo la fine della chemioterapia.
Se l’emoglobina scende di più di 1�g/dl
(0,62�mmol/l) nel primo ciclo di chemioterapia malgrado la
terapia concomitante con NeoRecormon, può non risultare
efficace una ulteriore terapia.
Deve essere evitato un aumento di emoglobina superiore a
2�g/dl (1,24�mmol/l) al mese o un valore di emoglobina superiore
a 14�g/dl (8,69�mmol/l). Se l’emoglobina aumenta di
più di 2�g/dl al mese, la dose di NeoRecormon deve essere
ridotta inizialmente del 50%. Se i valori superano i 14�g/dl
(8,69�mmol/l), la terapia con NeoRecormon deve essere interrotta
sino al raggiungimento di un valore <�12�g/dl (7,45�mmol/l)
e ripristinata con una dose pari a 50% della dose settimanale
precedente.
Trattamento di pazienti con mieloma multiplo, linfoma
non-Hodgkin a basso grado o leucemia linfatica cronica
I pazienti con mieloma multiplo, linfoma non-Hodgkin o
leucemia linfatica cronica devono presentare una carenza relativa
di eritropoietina. Viene definita carenza di eritropoietina il
riscontro di un livello sierico di eritropoietina
inappropriatamente basso in relazione al grado di anemia:
valore di eritropoietina sierica < 100 mU/ml con
emoglobina > 9 e < 10 g/dl (> 5,58 e < 6,21
mmol/l)
valore di eritropoietina sierica < 180 mU/ml con
emoglobina > 8 e < 9 g/dl (> 4,96 e < 5,58
mmol/l)
valore di eritropoietina sierica < 300 mU/ml con
emoglobina < 8 g/dl (< 4,96 mmol/l)
I valori sopra citati devono essere misurati almeno sette
giorni dopo l'ultima trasfusione ematica e dopo la fine del ciclo
di chemioterapia citotossica.
La soluzione viene somministrata sottocute; la dose
settimanale può essere suddivisa in un numero di dosi
singole compreso tra 3 e 7.
La dose iniziale raccomandata di NeoRecormon è 450
UI/kg di peso corporeo a settimana. Se, dopo 4 settimane di
terapia, il valore emoglobinico è aumentato di almeno
1�g/dl (0,62�mmol/l), deve essere mantenuta la dose corrente. Se
il valore emoglobinico non è aumentato di almeno 1�g/dl
(0,62�mmol/l), si può considerare un aumento di dose a 900
UI/kg di peso corporeo a settimana. Se, dopo 8 settimane di
terapia, il valore emoglobinico non è aumentato di almeno
1�g/dl (0,62�mmol/l), è improbabile che si verifichi una
risposta e il trattamento deve essere interrotto.
Gli studi clinici hanno dimostrato che la risposta alla
terapia con eritropoietina beta è ritardata di circa due
settimane nei pazienti affetti da Leucemia Linfatica Cronica
rispetto ai pazienti con Mieloma Multiplo, Linfoma non Hodgkin e
tumori solidi. La terapia deve essere continuata per 4 settimane
dopo la fine della chemioterapia.
La dose massima non deve superare 900 UI/kg di peso corporeo a
settimana.
Se l’emoglobina aumenta oltre i 2 g/dl (> 1,24
mmol/l) in 4 settimane, la dose di NeoRecormon deve essere
dimezzata. Se il valore di emoglobina supera i 14 g/dl (8,69
mmol/l), la terapia con NeoRecormon deve essere interrotta
finchè non si raggiunge un valore < 13 g/dl (<
8,07 mmol/l); la terapia sarà quindi continuata ad una
dose pari al 50% della precedente dose settimanale.
La terapia deve essere ripresa solamente qualora la carenza di
eritropoietina fosse identificata quale causa più
probabile dell'anemia.
Trattamento per incrementare la quantità di sangue
autologo
La soluzione viene somministrata per via endovenosa in circa 2
minuti o per via sottocutanea.
NeoRecormon viene somministrato due volte alla settimana per 4
settimane. Nei casi in cui il valore di ematocrito sia tale da
rendere possibile la donazione di sangue (Ht >�33�%),
NeoRecormon viene somministrato al termine della donazione di
sangue.
Durante l’intero ciclo di trattamento,
l’ematocrito non deve superare il valore di 48�%.
Il dosaggio deve essere determinato dall’équipe
chirurgica su base individuale per ogni paziente in funzione
della quantità di sangue predonato richiesta e della
riserva endogena eritrocitaria:
1.������ La quantità richiesta di sangue predonato
dipende dalla perdita di sangue prevista, dall’uso, se
esistente, delle procedure impiegate per la conservazione del
sangue e dalle condizioni fisiche del paziente.
��������� Tale quantità di sangue dovrebbe essere
quella prevista essere sufficiente per evitare trasfusioni
omologhe di sangue.
��������� La quantità di sangue predonato richiesta
è espressa in unità, dove una unità nel
nomogramma corrisponde a 180�ml di eritrociti.
2.������ La capacità di donare il sangue dipende
principalmente dal volume ematico del paziente e dal valore
basale di ematocrito. Entrambe le variabili determinano la
riserva endogena eritrocitaria che può essere calcolata in
accordo alla seguente formula:
��������� Riserva eritrocitaria endogena = volume ematico [ml]
x (Ht - 33): 100
��������� donne:���� volume ematico [ml] = 41 [ml/kg] x peso
corporeo [kg] + 1200 [ml]
��������� uomini:��� volume ematico [ml] = 44 [ml/kg] x peso
corporeo [kg] + 1600 [ml]
��������� (peso corporeo >�45�kg)
� Riserva endogena eritrocitaria [ml]�������������� Riserva
endogena eritrocitaria [ml]
La singola dose, così determinata, viene somministrata
2 volte alla settimana per 4 settimane. La dose massima non deve
superare 1600�UI/kg di peso corporeo alla settimana per la
somministrazione endovenosa o 1200�UI/kg di peso corporeo alla
settimana per la somministrazione sottocutanea.
�
NeoRecormon non deve essere somministrato in presenza di
ipertensione scarsamente controllabile e ipersensibilità
nota al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Nell’indicazione ” incremento della
quantità di sangue autologo”, NeoRecormon non deve
essere usato nei pazienti che, nel mese precedente il
trattamento, hanno sofferto di infarto miocardico o ictus, nei
pazienti con angina pectoris instabile, o nei pazienti che sono a
rischio di trombosi venose profonde come quelli con anamnesi di
malattia venosa tromboembolica.
�
NeoRecormon deve essere usato con cautela in presenza di
anemia refrattaria con eccesso di blasti in trasformazione,
epilessia, trombocitosi, insufficienza epatica cronica. Deficit
di acido folico e di vitamina B12 devono essere
compensati poichè riducono l’efficacia di
NeoRecormon
Un grave sovraccarico di alluminio conseguente il
trattamento dell’insufficienza renale, può
compromettere l’efficacia di NeoRecormon.
L’indicazione per il trattamento con NeoRecormon di
pazienti con nefrosclerosi, non ancora sottoposti a dialisi, deve
essere stabilita individualmente, dal momento che non può
essere esclusa un’eventuale accelerazione nella
progressione della insufficienza renale.
Durante la terapia con NeoRecormon i livelli sierici di
potassio devono essere regolarmente controllati. In un numero
limitato di pazienti uremici in trattamento con NeoRecormon
è stato riportato un� incremento del potassio, sebbene il
rapporto di� causalità non sia stato stabilito. Nel
caso in cui si osservi un valore elevato, o in aumento, di
potassio si deve considerare di interrompere il trattamento con
NeoRecormon fino al ripristino dei valori normali.
Per l’impiego di NeoRecormon in un programma di
predonazione autologa, si devono seguire le linee guida ufficiali
sulla donazione di sangue, in particolare:
-������� possono sottoporsi a donazioni soltanto pazienti con
un valore di Ht >�33�% (emoglobina >�11�g/dl
[6.83�mmol/l])
-������� speciale cautela deve essere osservata in pazienti di
peso inferiore a 50�kg
-������� il volume di un singolo prelievo non deve superare
approssimativamente il 12�% del volume totale stimato di sangue
del paziente.
Il trattamento deve essere riservato a pazienti per i quali
sia considerato di particolare importanza evitare trasfusioni di
sangue omologo e sia stato valutato il rapporto rischio/beneficio
derivante da trasfusioni omologhe.
L’uso improprio da parte di soggetti sani può
indurre un eccessivo aumento dell’ematocrito. Ciò
può essere associato a complicazioni a carico del sistema
cardiovascolare con rischio per la vita.
NeoRecormon in siringhe pre-riempite contiene fino a 0,3�mg di
fenilalanina/siringa come eccipiente. Pertanto si deve tenere
conto di ciò nei pazienti affetti da gravi forme di
fenilchetonuria.
�
I risultati clinici ottenuti fino ad ora non hanno evidenziato
alcuna interazione di NeoRecormon con altre sostanze.
Esperimenti condotti su animali hanno dimostrato che epoetina
beta non potenzia l’effetto mielotossico di farmaci
citostatici quali etoposide, cisplatino, ciclofosfamide e
fluorouracile.
�
Gli esperimenti condotti sugli animali non hanno evidenziato
effetti teratogeni per epoetina beta alle dosi che non
determinano un valore di ematocrito patologicamente elevato. Non
si ha una adeguata esperienza nelle donne in gravidanza e
nell’allattamento, ma nelle condizioni terapeutiche il
rischio potenziale appare minimo.
�
Non sono stati osservati effetti sulla capacità di
guidare veicoli e sull’uso di macchine.
�
·������� Sistema cardiovascolare
-������� Pazienti anemici con insufficienza renale
cronica
Il più frequente effetto indesiderato durante il
trattamento con NeoRecormon specie nei casi di aumento rapido del
valore di ematocrito, è rappresentato dall’aumento
della pressione arteriosa o dall’aggravamento di uno stato
ipertensivo preesistente. Questi aumenti di pressione possono
essere trattati con farmaci. Qualora l’aumento della
pressione non possa essere controllato farmacologicamente, si
raccomanda l’interruzione temporanea del trattamento con
NeoRecormon. Particolarmente all’inizio della terapia, si
raccomanda il monitoraggio della pressione arteriosa, anche negli
intervalli tra le dialisi. Crisi ipertensive accompagnate da
sintomi analoghi a quelli dell’encefalopatia (es. mal di
testa e stato confusionale, come disturbi sensorio-motori -
disturbi della parola e della deambulazione - fino a convulsioni
tonico-cloniche) possono insorgere anche in pazienti normotesi o
ipotesi. Ciò richiede l’immediato intervento medico
e il ricorso a terapia intensiva. Particolare attenzione deve
essere posta all’insorgenza di emicrania acuta improvvisa
che deve essere considerata come un possibile segno di
allarme.
-������� Pazienti con tumori solidi, mieloma multiplo,
linfoma non-Hodgkin o leucemia linfatica cronica
Occasionalmente, può insorgere un aumento della
pressione arteriosa che può essere trattata
farmacologicamente. Pertanto, particolarmente all'inizio della
terapia, si raccomanda di monitorare la pressione del sangue.
Occasionalmente può verificarsi cefalea.
·������� Sangue
-������� Pazienti anemici con insufficienza renale
cronica
Durante il trattamento con NeoRecormon, specie se
somministrato per via endovenosa, si può osservare un
moderato incremento dose-dipendente del numero delle piastrine.
Esso regredisce durante il corso della terapia. Lo sviluppo di
trombocitosi è molto raro. Durante le prime otto settimane
di terapia si raccomanda il monitoraggio regolare della conta
piastrinica.
Durante l’emodialisi, in seguito all’incremento
del valore di ematocrito, è richiesto frequentemente un
aumento della dose di eparina. L’occlusione del sistema
dialitico è possibile se l’eparinizzazione non
è ottimale.
In pazienti con tendenza all’ipotensione o le cui
fistole artero-venose presentano complicazioni (stenosi o
aneurismi) può insorgere trombosi delle vie di accesso
vascolari. In questi pazienti si raccomanda un controllo
preventivo delle vie di accesso vascolari e una profilassi
antitrombotica mediante somministrazione di acido
acetilsalicilico.
In molti casi, si osserva una caduta dei valori sierici di
ferritina contemporaneamente all'incremento di ematocrito.
Pertanto, in tutti i pazienti con valori di ferritina sierica
inferiori a 100� mg/l o di saturazione di transferrina inferiori
al 20�%, si raccomanda un'integrazione orale di
200�‑�300�mg/die di Fe2+. Inoltre, in casi
isolati, sono stati osservati transitori aumenti dei livelli
sierici di potassio e fosfato. Questi parametri devono essere
controllati regolarmente.
-������� Bambini prematuri
In molti casi, si osserva una riduzione dei valori di
ferritina sierica. Pertanto la terapia orale con ferro deve
essere iniziata il più precocemente possibile (almeno a
partire dal 14° giorno di vita) con 2�mg/die di
Fe2+. Il dosaggio di ferro deve essere modificato
sulla base dei livelli sierici di ferritina. Se il valore sierico
di ferritina risultasse inferiore a 100� mg/l o si manifestassero
altri segni di carenza di ferro, la somministrazione di
Fe2+ deve essere aumentata a 5�‑�10�mg/die di
Fe2+. Si deve continuare con la terapia di ferro sino
alla scomparsa dei segni di carenza.
Poichè può verificarsi un lieve aumento della
conta piastrinica, in particolare fino al 12°�‑�14
giorno di vita, il numero delle piastrine deve essere
regolarmente monitorato.
-������� Pazienti con tumori solidi, mieloma multiplo,
linfoma non-Hodgkin o leucemia linfatica cronica
In alcuni pazienti si è osservata una riduzione dei
parametri sierici del ferro. Pertanto si raccomanda
l'integrazione orale con 200�‑�300�mg/die di
Fe2+ in tutti i pazienti con valori di ferritina
sierica inferiori a 100� mg/l o con saturazione di transferrina
inferiori al 20�%. In pazienti con mieloma multiplo, linfoma
non-Hodgkin o leucemia linfatica cronica e con valori di
saturazione della transferrina inferiori al 25%, sono stati
somministrati anche 100 mg di Fe3+ a settimana per via
endovenosa.
Gli studi clinici hanno mostrato una frequenza lievemente
più elevata di eventi tromboembolici nei pazienti con
tumore trattati con NeoRecormon rispetto ai pazienti dei gruppi
di controllo trattati con placebo o non trattati. Tuttavia non
è stato stabilito un rapporto causale definito. In questi
pazienti devono essere valutati i benefici attesi a seguito del
trattamento con NeoRecormon rispetto ai possibili rischi. Deve
essere controllata ad intervalli regolari la conta
piastrinica.
-������� Pazienti in un programma di predonazione autologa
di sangue
Si può osservare un aumento della conta piastrinica,
generalmente entro valori normali. Pertanto, si raccomanda di
effettuare la conta piastrinica almeno una volta alla settimana.
Se il numero delle piastrine è superiore a
150�x�109/l o supera i valori normali, il trattamento
con NeoRecormon deve essere interrotto.
Nei pazienti sottoposti ad un programma di predonazione
autologa di sangue è stata riportata una incidenza di
episodi tromboembolici lievemente superiore. Tuttavia non
è stato stabilito un rapporto causale con la terapia con
NeoRecormon.
Dal momento che esistono indicazioni di un deficit temporaneo
di ferro, tutti i pazienti devono essere trattati per via orale
con 300�mg/die di Fe2+ dall’inizio del
trattamento con NeoRecormon fino alla normalizzazione dei valori
di ferritina. Se, nonostante l’integrazione orale di ferro,
si sviluppasse una carenza di ferro (ferritina inferiore o uguale
a 20� mg/l, saturazione di transferrina inferiore al 20 %) si
deve considerare l’eventualità di una
somministrazione addizionale endovenosa di ferro.
·������� Altri
Sono state osservate raramente reazioni cutanee, quali
eruzione cutanea, prurito, orticaria o reazioni nella sede di
iniezione. In casi isolati sono state osservate reazioni
anafilattoidi. Tuttavia in studi clinici controllati non si
è osservata una più elevata incidenza delle
reazioni di ipersensibilità.
In casi isolati, in particolare all’inizio del
trattamento, sono stati riportati sintomi di tipo influenzale
quali febbre, brividi, mal di testa, dolore agli arti, malessere
e/o dolore alle ossa. Queste reazioni sono di grado lieve o
moderato e scompaiono nell’arco di un paio di ore o
giorni.
In casi veramente rari sono stati riscontrati anticorpi
neutralizzanti anti-eritropoietina, in presenza o meno di aplasia
specifica della serie rossa, durante la terapia con rHu-Epo.
�
La finestra terapeutica di NeoRecormon è molto ampia.
Non sono stati osservati sintomi di sovradosaggio anche a
concentrazioni sieriche molto elevate.
�
Categoria farmacoterapeutica: antianemico; codice ATC:
B03XA
Dal punto di vista della composizione di aminoacidi e
carboidrati, epoetina beta è identica
all’eritropoietina isolata dall’urina di pazienti
anemici.
L’eritropoietina è una glicoproteina che stimola
la formazione di eritrociti dai suoi precursori obbligati. Essa
agisce come fattore stimolante la mitosi e come ormone che
stimola la differenziazione.
L’efficacia biologica di epoetina beta è stata
dimostrata dopo somministrazione endovenosa e sottocutanea in
vari modelli animaliin vivo (ratti normali e uremici,
topi policitemici, cani). Dopo somministrazione di epoetina beta,
il numero di eritrociti, i valori di emoglobina e il conteggio
dei reticolociti aumentano come pure la velocità di
incorporazione del 59Fe.
Nei testin vitro (colture di cellule spleniche di
topo), dopo incubazione con epoetina beta si è osservato
un incremento di incorporazione di 3H-timidina nelle
cellule eritroidi spleniche nucleate.
Studi effettuati su colture cellulari di cellule di midollo
osseo umano hanno dimostrato che epoetina beta stimola in modo
specifico l’eritropoiesi, senza alterare la leucopoiesi.
Non è stata osservata alcuna attività citotossica
di epoetina beta su midollo osseo o su cellule epidermiche umane.
Sia studi pre-clinici che clinici hanno dimostrato
l’assenza di influenza di epoetina beta sulla progressione
del tumore.
Dopo singola somministrazione di epoetina beta, non si sono
riscontrate alterazioni del comportamento o
dell’attività locomotoria nei topi e della
funzionalità circolatoria o respiratoria nei cani.
In casi veramente rari sono stati riscontrati anticorpi
neutralizzanti anti-eritropoietina, in presenza o meno di aplasia
specifica della serie rossa, durante la terapia con rHu-Epo.
�
Studi di farmacocinetica, condotti in volontari sani ed in
pazienti uremici, mostrano che il tempo di emivita di epoetina
beta somministrata per via endovenosa è compreso tra 4 e
12 ore e che il volume di distribuzione corrisponde a 1�‑�2
volte il volume plasmatico. Risultati analoghi sono stati
osservati negli studi condotti su ratti normali ed uremici.
Dopo somministrazione sottocutanea di epoetina beta a pazienti
uremici, l’assorbimento prolungato determina una
concentrazione sierica a plateau, per cui la massima
concentrazione viene raggiunta dopo circa 12�-�28 ore.
L’emivita terminale, mediamente pari a 13�-�28 ore,
è superiore a quella ottenuta in seguito alla
somministrazione endovenosa.
La biodisponibilità di epoetina beta, dopo
somministrazione sottocutanea, è del 23�‑�42�%,
rispetto a quella ottenuta dopo somministrazione endovenosa.
�
Tossicità acuta:
La somministrazione endovenosa singola di epoetina beta di
6000�UI/kg di peso corporeo nel cane e di 3; 30; 300; 3.000 o
30.000�UI/kg di peso corporeo nel ratto non ha determinato
nessuna evidenza di tossicità.
Tossicità cronica:
Studi di tossicità a tre mesi nel ratto con dosi fino a
10.000�UI/kg di peso corporeo o nel cane con dosi fino a
3.000�UI/kg di peso corporeo somministrati giornalmente per via
sottocutanea o endovenosa non hanno messo in evidenza segni di
tossicità, con l’eccezione di modificazioni
fibrotiche a livello di midollo osseo comparse quando il valore
dell’ematocrito era superiore all’80�%. Uno studio
aggiuntivo nel cane ha rivelato che la mielofibrosi non si
osserva se l’ematocrito è mantenuto entro valori
inferiori a 60�%. Pertanto l’osservazione della
mielofibrosi è irrilevante dal punto di vista clinico.
Cancerogenesi:
Epoetina beta non ha influenzato la proliferazione di cellule
normali non ematologiche o di cellule maligne, siain
vitro sia su tumori trapiantabiliin vivo. Uno studio
di cancerogenesi condotto nel topo con eritropoietina omologa,
non ha messo in evidenza segni di potenziale proliferativo o
oncogeno.
Mutagenesi:
Epoetina beta non ha mostrato alcuna attività
genotossica potenziale nel test di Ames, nel test dei
micronuclei, nel testin vitro HGPRT o in un test di
aberrazione cromosomica su colture di linfociti umani.
Tossicità della riproduzione:
Studi effettuati su ratto e coniglio non hanno mostrato
rilevanti evidenze di attività embriotossica, fetotossica
e teratogena. Non sono state evidenziate alterazioni della
fertilità. In uno studio di tossicità peri-post
natale non sono stati evidenziati effetti avversi sulle donne in
gravidanza/allattamento e sullo sviluppo dei feti e della
prole.
�
Urea, sodio cloruro, polisorbato 20, sodio fosfato monobasico,
sodio fosfato bibasico, calcio cloruro, glicina, leucina,
isoleucina, treonina, acido glutammico, fenilalanina, e acqua per
preparazioni iniettabili.
�
Questo medicinale non deve essere miscelato con altri
farmaci.
�
2 anni.
�
Conservare a temperature comprese tra 2�°C e 8�°C.
Durante l’uso ambulatoriale, il paziente può
togliere il prodotto da tali condizioni di conservazione, per un
singolo periodo di 3 giorni al massimo a temperatura ambiente
(fino a 25�°C).
�
Una confezione contiene 1 o 6 siringhe preriempite e 1 o 6
aghi 27G1/2.
Le siringhe sono in vetro tipo I con tappo e blocco per lo
stantuffo in gomma.
�
Innanzitutto lavarsi le mani!
1.� Togliere dalla confezione una siringa e controllare
che la soluzione sia chiara, incolore e praticamente priva di
particelle visibili. Rimuovere il cappuccio dalla siringa.
2. Togliere un ago dalla confezione, fissarlo sulla
siringa e rimuovere il cappuccio protettivo dell’ago.
3. Espellere l’aria dalla siringa e dall’ago
mantenendo la siringa in posizione verticale e spingendo
leggermente verso l’alto lo stantuffo. Tenere premuto lo
stantuffo fino a quando la siringa conterrà la
quantità di NeoRecormon prescritta.
4. Pulire la cute con alcol nel sito di iniezione.
Sollevare una piega cutanea, pizzicandola con pollice e indice.
Tenere il cilindro della siringa vicino all’ago e inserire
l’ago nella piega della cute con movimento veloce e deciso.
Iniettare NeoRecormon soluzione. Estrarre velocemente l’ago
e tenere premuto il sito di iniezione con una garza sterile e
asciutta.
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40 Broadwater Road, Welwyn Garden City, Hertfordshire AL7 3AY,
Gran Bretagna
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10 febbraio 2000
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