Uso nei casi di insufficienza epatica
Come tutti i farmaci calcio-antagonisti, l'emivita plasmatica dell'amlodipina è maggiore in pazienti con una ridotta funzionalità epatica. Per questi pazienti non sono stati stabiliti specifici dosaggi. Il farmaco dovrebbe quindi essere usato con cautela in questo tipo di pazienti.
Uso nei casi di insufficienza renale
Norvasc (amlodipina) è ampiamente metabolizzato in forma inattiva e il 10% viene escreto come farmaco immodificato nelle urine. Il grado di compromissione renale non è correlato con variazioni delle concentrazioni plasmatiche di Norvasc (amlodipina) il quale può essere usato in questa condizione ai dosaggi normali. Norvasc (amlodipina) non è dializzabile.
Uso nell'anziano
Il tempo necessario per raggiungere il picco di concentrazione plasmatica dell'amlodipina in pazienti anziani e in soggetti più giovani è simile. Nei pazienti anziani la clearance dell'amlodipina tende a diminuire causando aumenti dell'AUC e dell'emivita di eliminazione del farmaco.
A parità di dose Norvasc (amlodipina) è ugualmente ben tollerato nel paziente anziano e nel giovane; pertanto si raccomanda comunque, anche nell'anziano, di non superare i dosaggi consigliati.
Norvasc (amlodipina) è un calcio-antagonista attivo sui canali lenti che agisce inibendo il flusso transmembrana degli ioni calcio a livello della cellula miocardica e della fibrocellula muscolare liscia.
L'azione antiipertensiva del Norvasc (amlodipina) è dovuta al diretto rilasciamento della muscolatura liscia vascolare, mentre il suo effetto antianginoso, in base a quanto attualmente noto, si basa fondamentalmente sulle seguenti azioni:
Norvasc (amlodipina) determina dilatazione arteriolare riducendo così le resistenze periferiche totali. Poiché non vi è tachicardia riflessa associata, questa riduzione di lavoro cardiaco si traduce in una diminuzione della richiesta e del consumo di ossigeno da parte del miocardio, il che spiega l'efficacia del Norvasc (amlodipina) nell'ischemia cardiaca.Norvasc (amlodipina) determina dilatazione coronarica sia nei tratti a conduttanza che in quelli a resistenza, sia nelle regioni normalmente irrorate che in quelle ischemiche. Questa dilatazione aumenta l'apporto di ossigeno al miocardio, in particolare nei pazienti con spasmo coronarico (angina di Prinzmetal o variante) ed attenua la vasocostrizione coronarica causata dal fumo.
Nei pazienti ipertesi una dose singola giornaliera determina una riduzione clinicamente significativa della pressione arteriosa, sia in clinostatismo che in ortostatismo, ancora evidente a 24 ore di distanza dalla somministrazione. A causa dell'insorgenza graduale dell'effetto del Norvasc (amlodipina) l'ipotensione acuta non rappresenta un evento legato alla somministrazione di amlodipina.
Nei pazienti con angina, una singola somministrazione giornaliera di Norvasc (amlodipina) aumenta il tempo di esercizio totale, il tempo di insorgenza di un attacco anginoso, determina inoltre un aumento del tempo di comparsa del sottoslivellamento di 1mm del segmento S-T, e diminuisce la frequenza degli attacchi anginosi ed il consumo di nitroglicerina.
Il trattamento con Norvasc (amlodipina) non si associa ad alcun effetto metabolico indesiderato o ad alterazioni del profilo dei lipidi plasmatici; Norvasc (amlodipina) è idoneo per l'impiego in pazienti affetti da malattie concomitanti come asma, diabete e gotta.
Studi in vitro hanno dimostrato che Norvasc (amlodipina) si lega alle proteine plasmatiche per circa il 97,5%.
Come con altri calcio-antagonisti, le misurazioni emodinamiche della funzionalità cardiaca a riposo e durante un esercizio fisico (o sotto pacing) nei pazienti con normale funzione ventricolare trattati con Norvasc (amlodipina) hanno generalmente evidenziato un piccolo aumento dell'indice cardiaco senza influire in modo significativo sul dP/dT o sulla pressione o sul volume telediastolico del ventricolo sinistro.
In studi emodinamici Norvasc (amlodipina) non è stato associato ad effetto inotropo negativo quando somministrato nel range di dosaggio terapeutico nell'animale e nell'uomo ed anche quando somministrato in associazione a beta bloccanti nell'uomo. Risultati simili sono stati tuttavia osservati nell'individuo normale o in pazienti affetti da scompenso cardiaco in trattamento con agenti che possiedono effetti inotropi negativi significativi.
In uno studio clinico controllato, in doppio cieco vs placebo, condotto su 118 pazienti affetti da insufficienza cardiaca (classe II-III, NYHA) ben compensata, il trattamento con Norvasc (amlodipina) non ha determinato un peggioramento dello scompenso cardiaco in base a quanto rilevato in seguito alla valutazione della tolleranza allo sforzo, della frazione di eiezione del ventricolo sinistro e della sintomatologia clinica.
In uno studio clinico multicentrico controllato verso placebo (PRAISE), 1153 pazienti con scompenso cardiaco sintomatico ed una frazione di eiezione < 29 % (media 21%) sono stati randomizzati al trattamento con placebo o con amlodipina (10 mg) come terapia aggiuntiva ad una associazione di ACE inibitori, digossina e diuretici. In tale studio i pazienti con scompenso cardiaco in classe III NYHA (581 con eziologia ischemica e 349 con eziologia non ischemica) ed in classe IV NYHA (150 con eziologia ischemica e 72 con eziologia non ischemica) sono stati seguiti da 6 a 34 mesi (media 13,8 mesi).
In 3 ulteriori studi clinici di emodinamica e di tolleranza allo sforzo, controllati, in doppio cieco vs placebo, che hanno coinvolto 579 pazienti con scompenso cardiaco (classe II-IV NYHA) la terapia con Norvasc (amlodipina) non ha determinato un peggioramento dello scompenso cardiaco; tali studi rappresentano quindi una conferma di quanto emerso dagli studi sopra citati.
In generale il trattamento con Norvasc (amlodipina) non ha comportato un deterioramento delle condizioni cliniche considerando la sintomatologia, la classe funzionale NYHA e la qualità della vita. Norvasc (amlodipina) non ha determinato un peggioramento della mortalità/morbilità o della sopravvivenza generale quando confrontato al placebo. Inoltre la terapia con Norvasc (amlodipina) ha ridotto la mortalità/morbilità ed ha determinato un miglioramento della sopravvivenza nei pazienti con scompenso cardiaco ad eziologia non ischemica e non ha determinato un peggioramento della mortalità/morbilità in pazienti con scompenso cardiaco ad eziologia ischemica.