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Trattamento a breve termine di ulcere duodenali, ulcere gastriche ed esofagiti da reflusso.Trattamento dell'ulcera peptica quando associata ad infezione da Helicobacter pylori.Trattamento e profilassi delle ulcere gastriche e duodenali e della gastropatia erosiva associate all'assunzione continuativa di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS).Trattamento nonché prevenzione delle recidive dell'esofagite da reflusso e della malattia da reflusso gastro-esofageo.Sindrome di Zollinger-Ellison.
Bambini
- Trattamento dell'esofagite severa da reflusso gastro-esofageo in bambini con età superiore ai 2 anni per un periodo non superiore ai 2 mesi di tempo.
Si consiglia l'assunzione del prodotto al mattino, deglutendo le capsule intere con l'aiuto di liquidi. Il contenuto della capsula non deve essere masticato o frantumato.
I pazienti che hanno difficoltà a deglutire la capsula intera possono aprire la capsula e deglutire il solo contenuto con mezzo bicchiere di liquido, oppure possono mescolare il contenuto della capsula in fluidi leggermente acidi come ad esempio succhi di frutta o acqua non gasata. In questi casi la dispersione deve essere ingerita immediatamente o entro 30 minuti dalla preparazione. In alternativa è possibile sciogliere la capsula in bocca e deglutirne il contenuto con l'aiuto di liquidi. I granuli non devono essere masticati o frantumati.
Ulcera duodenale
La dose raccomandata è di 1 capsula di Omeprazen da 20 mg al giorno.
Nella maggior parte dei pazienti si ottiene un rapido miglioramento della sintomatologia dolorosa nell'arco di 24-48 ore, mentre la cicatrizzazione dell'ulcera si raggiunge, nella maggioranza dei casi, entro 2 settimane dall'inizio del trattamento.
Nel caso di ulcere non completamente cicatrizzate, la cicatrizzazione generalmente si ottiene prolungando il trattamento per altre 2 settimane.
In pazienti affetti da ulcera duodenale severa con 40 mg di Omeprazen in un'unica somministrazione giornaliera si è ottenuta la cicatrizzazione, generalmente in 4 settimane.
Ulcera gastrica
La dose raccomandata è di 1 capsula di Omeprazen da 20 mg al giorno.
La durata del trattamento per la maggior parte dei pazienti è di 4 settimane. Solo nei casi di ulcere non completamente cicatrizzate, sarà necessario un prolungamento a 6-8 settimane.
In pazienti affetti da ulcera gastrica severa con 40 mg di Omeprazen in un'unica somministrazione giornaliera si è ottenuta la cicatrizzazione, generalmente in 8 settimane.
Ulcera peptica associata ad infezione da Helicobacter pylori
Triplice terapia: Omeprazen 20 mg due volte al giorno in associazione con due antibiotici per una settimana di terapia.
Duplice terapia: Omeprazen 40 mg al giorno in associazione con un antibiotico per due settimane di terapia.
Gli antibiotici sperimentati in associazione sono: amoxicillina, claritromicina, metronidazolo e tinidazolo.
Ricorrere ad un nuovo ciclo di terapia nel caso in cui il paziente dovesse risultare ancora Helicobacter pylori positivo dopo il primo ciclo di terapia.
Per assicurare la cicatrizzazione nei pazienti con malattia ulcerosa peptica attiva vedere lo schema posologico riportato per le ulcere duodenali e gastriche.
Ulcere gastriche e duodenali e gastropatie erosive associate all'assunzione continuativa di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS)
La dose raccomandata è di 1 capsula di Omeprazen da 20 mg al giorno.
Nella maggior parte dei pazienti si ottiene un rapido miglioramento della sintomatologia e la cicatrizzazione entro 4 settimane.
Nei pazienti non completamente guariti, la cicatrizzazione generalmente si ottiene prolungando il trattamento per altre 4 settimane.
Nella profilassi è raccomandata la dose di 1 capsula di Omeprazen da 20 mg al giorno.
Esofagite da reflusso
La dose consigliata è di 1 capsula di Omeprazen da 20 mg al giorno per 4 settimane, nei casi resistenti sarà necessario un prolungamento della terapia a 6-8 settimane. In pazienti non responsivi a questo dosaggio può essere necessario elevare la dose a 40 mg di Omeprazen in un'unica somministrazione giornaliera per ottenere la cicatrizzazione, generalmente in 8 settimane.
Nella prevenzione delle recidive è raccomandata la dose di 10-20 mg al giorno, secondo il giudizio del medico curante.
Nei bambini con esofagite da reflusso severa, a partire dai due anni di vita in poi e per un periodo non superiore ai due mesi di tempo, vengono consigliate le seguenti dosi in funzione del peso:
Peso Dose
10-20 kg 10 mg
> 20 kg 20 mg
Se necessario le dosi possono essere aumentate, rispettivamente, fino a 20 mg e 40 mg.
Malattia da reflusso gastro-esofageo
La dose raccomandata per il trattamento a breve termine e per il mantenimento della remissione della malattia da reflusso gastroesofageo è di 1 capsula di Omeprazolo da 20 mg al giorno. Poiché i pazienti possono rispondere adeguatamente anche alla somministrazione di 1 capsula di Omeprazolo da 10 mg/die, può essere appropriato un adattamento individuale della dose.
Sindrome di Zollinger-Ellison
La dose iniziale consigliata è di 60 mg di Omeprazen in un'unica somministrazione giornaliera. In seguito il dosaggio deve essere adattato individualmente e proseguito fino a quando clinicamente indicato.
In più del 90% dei pazienti con malattia severa, che avevano risposto scarsamente alle altre terapie, è stato mantenuto un controllo efficace con dosi tra 20 mg e 120 mg/die. Dosaggi giornalieri superiori a 80 mg devono essere suddivisi in due somministrazioni giornaliere.
Ipersensibilità verso i componenti o verso altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico. Generalmente controindicato in gravidanza e durante l'allattamento.
Nei pazienti con ridotta funzionalità renale non sono necessari aggiustamenti di dosaggio; in quelli con ridotta funzionalità epatica è in genere sufficiente la dose giornaliera di 10 - 20 mg in quanto la biodisponibilità e l'emivita plasmatica di omeprazolo in questi pazienti sono aumentate.
Nei pazienti anziani non è necessario modificare il dosaggio.
In presenza di alcuni sintomi allarmanti (ad es. significativa perdita di peso non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi o melena) e quando si sospetta o è confermata la presenza di un'ulcera gastrica, la natura maligna dell'ulcera deve essere esclusa in quanto la risposta sintomatica alla terapia potrebbe ritardare una corretta diagnosi.
Tenere il medicinale fuori dalla portata dei bambini.
L'assorbimento di alcuni farmaci può essere modificato per la ridotta acidità intragastrica. L'assorbimento di ketoconazolo o itraconazolo può diminuire durante il trattamento con omeprazolo, così come durante il trattamento con altri inibitori della secrezione acida od antiacidi.
Non è stata evidenziata interazione tra omeprazolo e l'assunzione di cibo, così come tra omeprazolo e la contemporanea assunzione di antiacidi.
Essendo omeprazolo metabolizzato a livello epatico attraverso il citocromo P450 2C19 (CYP2C19) possono essere prolungati i tempi di eliminazione di diazepam, warfarin (R-warfarin) e fenitoina che sono tutti in parte substrati per quest'enzima.
In particolare nei pazienti in trattamento con fenitoina e warfarin si raccomanda il monitoraggio degli stessi, in quanto può rendersi necessaria una riduzione delle dosi. Tuttavia il trattamento concomitante con Omeprazen alla dose di 20 mg/die non ha modificato la concentrazione ematica di fenitoina nei pazienti in terapia continua con questo farmaco, né ha modificato il tempo di coagulazione nei pazienti in terapia continua con warfarin.
Le concentrazioni plasmatiche di omeprazolo e claritromicina risultano aumentate durante la somministrazione concomitante dei due prodotti, ma non è stata osservata interazione con metronidazolo o amoxicillina. Questi antibiotici sono utilizzati insieme ad omeprazolo per l'eradicazione dell'Helicobacter pylori.
Il rischio di effetti dannosi a carico del feto e/o del lattante a seguito di assunzione/somministrazione di omeprazolo non è escluso, pertanto l'uso di Omeprazen in gravidanza è da riservare nei casi di assoluta necessità.
L'uso di Omeprazen è comunque sconsigliato nel primo trimestre di gravidanza.
Non è noto se omeprazolo sia escreto nel latte materno; per tale motivo nelle pazienti che allattano occorre decidere se rinunciare a nutrire al seno il lattante ed iniziare il trattamento o viceversa, proseguire l'allattamento evitando la somministrazione del medicinale.
Non sono conosciuti effetti negativi sulla capacità di guidare né sull'uso di macchine.
Omeprazen è ben tollerato e gli effetti indesiderati che si sono verificati sono stati generalmente di lieve entità e reversibili.
Gli effetti indesiderati sotto elencati sono stati evidenziati sia durante le sperimentazioni cliniche, sia durante l'uso clinico routinario del prodotto, ma in molti casi non è stata stabilita una correlazione con la somministrazione di omeprazolo.
Sono state adottate le seguenti definizioni di frequenza:
Comuni | ³ 1/100 |
Non comuni | ³ 1/1000 e < 1/100 |
Rari | < 1/1000 |
Comuni | |
Sistema nervoso
centrale e periferico: | mal di testa |
Gastrointestinale: | diarrea, costipazione, dolore addominale,
nausea/vomito e flatulenza |
Non comuni | |
Sistema nervoso
centrale e periferico: | capogiri, paraestesia, sonnolenza, insonniaù
e vertigini |
Epatici: | innalzamento dei valori degli enzimi epatici |
Cute: | rash e/o prurito. Orticaria |
Altri: | malessere |
Rari | |
Sistema nervoso
centrale e periferico: | confusione mentale reversibile, agitazione,
aggressività, depressione e allucinazioni
soprattutto nei pazienti gravemente ammalati |
Endocrino: | ginecomastia |
Gastrointestinale: | secchezza delle fauci, stomatite e candidosi
gastrointestinale |
Ematologici: | leucopenia, trombocitopenia, agranulocitosi
e pancitopenia |
Epatici: | encefalopatia in pazienti con malattie epatiche
gravi preesistenti; epatiti con o senza ittero
ed insufficienza epatica |
Muscoloscheletrici: | artralgia, debolezza muscolare e mialgia |
Cute: | fotosensibilizzazione, eritema multiforme,
Sindrome di Stevens Johnson, necrolisi
epidermica tossica (TEN), alopecia |
Altri: | reazioni di ipersensibilità quali ad esempio
angioedema, febbre, broncospasmo, nefrite
interstiziale e shock anafilattico. Aumentata
sudorazione, edemi periferici, offuscamento
della vista, alterazione del gusto e iponatriemia. |
Sono stati segnalati rari casi di sovradosaggio con omeprazolo. In letteratura vengono riportate dosi sino a 560 mg e sono stati occasionalmente segnalati casi di dosi orali singole sino a 2400 mg di omeprazolo (120 volte la dose clinica usualmente raccomandata). In seguito al sovradosaggio di omeprazolo sono stati segnalati nausea, vomito, capogiri, dolori addominali, diarrea e mal di testa. In casi singoli sono stati osservati apatia, depressione e confusione.
I sintomi descritti in connessione con il sovradosaggio di omeprazolo sono stati transitori e non è stata riportata nessuna conseguenza seria.
Con l'aumentare delle dosi la velocità di eliminazione non è cambiata (cinetica di primo ordine) e non è stato necessario instaurare una terapia specifica.
Omeprazolo, forma racemica di due enantiomeri attivi, riduce la secrezione acida gastrica mediante un meccanismo di azione altamente specializzato. Omeprazolo è un inibitore specifico della pompa protonica a livello della cellula parietale gastrica.
Omeprazolo agisce rapidamente e promuove un controllo reversibile dell'inibizione della secrezione acida gastrica con una sola somministrazione giornaliera.
Sito e meccanismo di azione
Omeprazolo è una base debole ed è concentrato e convertito nella forma attiva nell'ambiente fortemente acido dei canalicoli intracellulari all'interno della cellula parietale, dove inibisce la H+, K+ -ATPasi - pompa protonica. Quest'azione sull'ultima tappa del processo di formazione dell'acido cloridrico è dose-dipendente e provoca un'inibizione altamente efficace della secrezione acida, sia di quella basale, sia di quella stimolata, indipendentemente dallo stimolo utilizzato.
Tutti gli effetti farmacodinamici osservati sono dovuti all'attività di omeprazolo sulla secrezione acida.
Effetti sulla secrezione acida gastrica
La somministrazione orale di omeprazolo una volta al giorno permette una rapida ed efficace inibizione della secrezione acida gastrica diurna e notturna, che raggiunge il suo massimo entro i primi 4 giorni di trattamento.
Nei pazienti affetti da ulcera duodenale la somministrazione di 20 mg di omeprazolo ha mantenuto nelle 24 ore una riduzione media dell'80% dell'acidità intragastrica; 24 ore dopo la somministrazione di omeprazolo il picco di secrezione acida, dopo stimolazione con pentagastrina, risulta mediamente ridotto di circa il 70%.
La somministrazione orale di 20 mg di omeprazolo mantiene il pH intragastrico a valori
³ 3 per un tempo medio di 17 ore su 24 nei pazienti con ulcera duodenale.
Come conseguenza della riduzione della secrezione acida e della acidità intragastrica, omeprazolo riduce/normalizza in modo dose-dipendente l'esposizione acida dell'esofago nei pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo.
L'inibizione della secrezione acida è correlata alla curva di concentrazione plasmatica/tempo (AUC) ma non alla reale concentrazione plasmatica ad un tempo determinato.
Non è stata osservata tachifilassi durante il trattamento con omeprazolo.
Effetti sull'Helicobacter pylori
Helicobacter pylori è associato alla malattia peptica acida che comprende la malattia ulcerosa duodenale e la malattia ulcerosa gastrica in cui rispettivamente circa il 95% e il 70% dei pazienti è infettato da questo batterio. Helicobacter pylori è considerato il principale responsabile dello sviluppo di gastriti.
Helicobacter pylori insieme alla secrezione acida gastrica sono i fattori più importanti per lo sviluppo della malattia peptica ulcerosa.
È stato riscontrato che Helicobacter pylori gioca un ruolo causale nello sviluppo di carcinomi gastrici.
È stato dimostrato che omeprazolo ha anche una attività battericida in vitro su Helicobacter pylori.
L'eradicazione di Helicobacter pylori con omeprazolo e antimicrobici consente un rapido miglioramento dei sintomi dell'ulcera, una elevata percentuale di cicatrizzazione, una remissione a lungo termine della malattia peptica ulcerosa con ridotta incidenza delle complicanze quali il sanguinamento del tratto gastrointestinale rendendo non necessario il trattamento long term con antisecretori.
Altri effetti correlati all'inibizione acida
Durante il trattamento a lungo termine con omeprazolo è stato osservato un aumento della frequenza di comparsa di cisti ghiandolari gastriche che rappresentano la fisiologica conseguenza della pronunciata inibizione della secrezione acida. Dette formazioni cistiche sono di natura benigna e reversibili.
La diminuzione della acidità gastrica di qualsiasi origine, inclusa quella dovuta agli inibitori della pompa protonica, aumenta la carica batterica gastrica normalmente presente nel tratto gastrointestinale. Il trattamento con farmaci che riducono l'acidità può causare un leggero aumento del rischio di infezioni gastrointestinali da Salmonella e Campylobacter.
Assorbimento e distribuzione
Omeprazolo è sensibile all'ambiente acido, di conseguenza i granuli di prodotto contenuti nella capsula hanno una filmatura gastro-resistente.
L'assorbimento di omeprazolo avviene nel piccolo intestino e si completa in 3-6 ore.
La biodisponibilità sistemica dopo singola dose orale è approssimativamente del 35%; essa aumenta a circa il 60% dopo somministrazioni giornaliere ripetute.
Il volume di distribuzione apparente nei soggetti sani è di circa 0,3 L/kg e valori simili sono stati osservati nei pazienti con insufficienza renale. Negli anziani e nei pazienti con insufficienza epatica il volume di distribuzione è leggermente ridotto.
La biodisponibilità non è influenzata dalla contemporanea assunzione di cibo.
Circa il 95% di omeprazolo si lega alle proteine plasmatiche.
Metabolismo ed eliminazione
L'emivita plasmatica di omeprazolo è usualmente inferiore all'ora e non subisce modificazioni anche durante il trattamento prolungato nel tempo.
Omeprazolo è completamente metabolizzato dal sistema del citocromo P450 (CYP) principalmente a livello epatico.
La maggior parte del metabolismo di omeprazolo è dipendente dalla isoforma specifica CYP2C19 (S-mefenitoina idrossilasi), polimorficamente espressa, responsabile della formazione di idrossiomeprazolo che rappresenta il maggior metabolita plasmatico. In accordo a quanto sopra detto, come conseguenza della inibizione competitiva, c'è una potenziale interazione metabolica farmaco-farmaco tra omeprazolo e altri substrati per CYP2C19.
I risultati di studi di interazione con omeprazolo verso altri farmaci indicano che omeprazolo alla dose di 20-40 mg al giorno non influenza qualsiasi altra isoforma del CYP, come evidenziato dalla mancanza di interazione metabolica con i substrati per il CYP1A2 (caffeina, fenacetina, teofillina), il CYP2C9 (S-warfarin, piroxicam, diclofenac e naprossene), il CYP2D6 (metoprololo, propranololo), il CYP2E1 (etanolo) ed il CYP3A (ciclosporina, lidocaina, chinidina, estradiolo, eritromicina, budesonide).
I metaboliti non svolgono nessuna attività sulla secrezione acida gastrica.
In seguito alla somministrazione orale di omeprazolo, circa l'80% dei metaboliti viene escreto per via urinaria, il rimanente è ritrovato nelle feci proveniente primariamente dalla secrezione biliare.
La biodisponibiltà sistemica e la eliminazione di omeprazolo non risultano alterate nei pazienti con ridotta funzionalità renale. L'area sotto la curva concentrazione plasmatica/tempo è aumentata nei pazienti con funzionalità epatica ridotta, ma non è stata rilevata tendenza all'accumulo del prodotto quando somministrato una volta al giorno.
Nel corso di sperimentazioni effettuate su ratti trattati per tutta la vita con omeprazolo sono stati rilevati iperplasia delle cellule gastriche ECL e carcinoidi. Tali modifiche, osservate solo nei ratti, sono il risultato di una elevata ipergastrinemia secondaria alla inibizione acida e sono state osservate sia in seguito al trattamento con H2 antagonisti, sia con gli inibitori della pompa protonica e dopo parziale resezione del fondo. Queste modifiche non sono un effetto diretto di nessun singolo farmaco.
Ogni capsula di Omeprazen 10 mg, Omeprazen 20 mg e Omeprazen 40 mg contiene i seguenti eccipienti: mannitolo, idrossipropilcellulosa, cellulosa microcristallina, lattosio anidro, sodio laurilsolfato, sodio fosfato bibasico diidrato, idrossipropil metil cellulosa, acido metacrilico copolimero, glicole polietilenico, magnesio stearato.
Capsula contenitrice: ferro ossido rosso (E172), titanio biossido (E171), gelatina.
A tutt'oggi non è nota alcuna incompatibilità se vengono seguite le istruzioni riportate nel paragrafo "Posologia e modo di somministrazione".
A confezionamento integro 3 anni.
La data di scadenza indicata si riferisce al prodotto in confezionamento integro correttamente conservato.
Richiudere bene il flacone dopo l'uso.
Blister Alluminio\Alluminio da 14 capsule da 10 mg.
Blister Alluminio\Alluminio da 28 capsule da 10 mg.
Blister Alluminio\Alluminio da 35 capsule da 10 mg.
Blister Alluminio\Alluminio da 14 capsule da 20 mg.
Flacone di vetro da 14 capsule da 20 mg.
Flacone di vetro o di HDPE da 14 capsule da 40 mg.
Vedere parte "Posologia e modo di somministrazione".
MALESCI ISTITUTO FARMACOBIOLOGICO S.p.A.
Via Lungo l'Ema, 7 - Bagno a Ripoli (FI)
Su licenza: AstraZeneca AB - Svezia
Blister da 14 capsule da 10 mg AIC n. 026803080
Blister da 28 capsule da 10 mg AIC n. 026803092
Blister da 35 capsule da 10 mg AIC n. 026803116
Blister da 14 capsule da 20 mg AIC n. 026803104
Flacone in vetro da 14 capsule da 20 mg AIC n. 026803078
Flacone in vetro o in HDPE da 14 capsule da 40 mg
AIC n. 026803054
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Giugno 1995
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Febbraio 2001
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