- [Vedi Indice]Ogni fiala contiene:Principio attivo: Ossitocina 5 U.I.
Soluzione iniettabile per uso endovenoso lento o intramuscolare.
- [Vedi Indice]Induzione medica del travaglio di parto (in casi di gravidanza oltre il termine, di rottura prematura delle membrane, di pre-eclampsia). Casi selezionati di inerzia uterina primaria e secondaria.
Emorragie post-partum (in queste indicazioni va preferita la metilergometrina, che ha una maggior durata d'azione).
Induzione del travaglio di parto, inerzia uterina primaria o secondaria: infusione endovenosa goccia a goccia di una soluzione glucosata (es. destrosio al 5%) contenente 1 U.I. di ossitocina ogni 100 ml.
Per assicurarsi di un uniforme mescolamento della soluzione si consiglia di rivoltare il flacone della fleboclisi almeno una volta prima dell'uso. La velocità iniziale di infusione di 1-4 mU/min = 0,1 - 0,4 ml/min (2-8 gocce/min) della soluzione può essere gradualmente aumentata fino all'ottenimento del risultato voluto (massima velocità di infusione = 20 mU/min = 2 ml/min = 40 gocce al minuto) purché la frequenza cardiaca fetale e la frequenza e durata delle contrazioni uterine siano scrupolosamente controllate. L'infusione di ossitocina andrebbe subito sospesa qualora compaiano contrazioni uterine eccessive o sofferenza fetale.
Qualora non si siano prodotte contrazioni regolari dopo l'infusione di 500 ml di soluzione ( = 5 U.I. di ossitocina), il tentativo di indurre il travaglio di parto andrebbe interrotto; in genere lo si può ripetere il giorno seguente. L'uso prolungato nell'inerzia uterina è controindicato.
Un'occasionale involontaria infusione paravenosa di ossitocina non è dannosa.
Emorragie post-partum: 5-10 U.I. i.m. o 5 U.I. per via endovenosa lenta.
Inerzia uterina ipertonica, fattori di ostruzione meccanica al parto (sproporzione cefalo-pelvica, presentazioni anomale). Eccessiva distensione dell'utero (ad es. nelle gravidanze multiple, nelle pazienti con parità superiore a 4, polydramnios, nelle pluripare anziane), pregresso taglio cesareo, od altri interventi chirurgici sull'utero, ed ogni qualvolta ci sia una pronunciata predisposizione alla rottura dell'utero.
Tossiemia grave, predisposizione all'embolismo del liquido amniotico (morte fetale intrauterina, abruptio placentae), contrazioni ipertoniche, placenta previa. Ipersensibilità già nota al prodotto.
L'induzione del parto mediante ossitocina deve essere attuata solo quando è strettamente indicata per ragioni mediche piuttosto che per convenienza, e in ambienti ospedalieri idoneamente attrezzati dove le pazienti possono essere mantenute sotto la costante osservazione di personale medico specializzato.
Quando il prodotto viene usato nell'atonia e nell'emorragia post-partum deve essere esclusa dal medico la presenza di una gravidanza gemellare.
L'ossitocina, quando è somministrata per l'induzione od il rinforzo del travaglio di parto, deve essere somministrata solo per infusione endovenosa goccia a goccia, e non per via intramuscolare.
È opportuno un attento controllo della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca fetale e, se possibile, anche della tocometria, per poter meglio adattare il dosaggio alle risposte individuali.
In pazienti con disturbi cardiovascolari va ridotto al minimo il volume della soluzione di infusione, utilizzando una soluzione più concentrata per non sovraccaricare il circolo.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
L'ossitocina non dovrebbe essere somministrata contemporaneamente ad altri ossitocici anche se per via orale o nasale. Le prostaglandine possono potenziare l'effetto dell'ossitocina; si raccomanda pertanto un attento controllo in caso di somministrazione simultanea.
Trattasi di prodotto da utilizzare al termine della gravidanza e nel periodo post-partum.
Nessun effetto.
L'impiego di ossitocina può determinare effetti gravissimi per la madre e per il feto specie nei casi di ipersensibilità e di sovradosaggio. Tenere inoltre presente la notevole variabilità individuale della sensibilità uterina all'ormone. In seguito all'uso prolungato e di alte dosi di ossitocina per infusione endovenosa, o per un'infusione troppo rapida, può raramente manifestarsi un effetto antidiuretico che può essere causa di un transitorio eccesso di ritenzione idrica con cefalea, anoressia, vomito e dolore addominale, sonnolenza, stato di incoscienza, stato convulsivo epilettiforme, abbassamento del tasso sierico degli elettroliti.
Per eliminare questi disturbi legati al sovraccarico di liquidi è necessario restringerne al massimo l'introduzione, promuovere la diuresi e correggere per quanto possibile lo squilibrio elettrolitico. Le convulsioni possono essere controllate con l'uso appropriato di barbiturici.
Sono state riportate inoltre reazioni anafilattiche, emorragie post-partum, ematoma pelvico.
Specie in seguito a sovradosaggio sono state anche osservate contrazioni eccessive e premature con pericolo di rottura d'utero e di asfissia, bradicardia ed aritmia fetali, colorazione di meconio del liquido amniotico, contrazioni ipertoniche, ritenzione placentare, inerzia uterina post-partum.
La costituzione chimica e le proprietà farmacologiche dell'ossitocina di sintesi sono identiche a quelle dell'ormone post-ipofisario naturale ma, a differenza di questo, non contiene vasopressina e quindi non esplica in genere effetti secondari sulla pressione arteriosa e sulla diuresi. Gli effetti farmacodinamici dell'ossitocina sono praticamente trascurabili. Da un punto di vista farmacologico, l'ossitocina agisce direttamente sui recettori della muscolatura liscia uterina al momento del parto, come pure sulla ghiandola mammaria aumentando o inducendo l'eiezione del latte. L'accelerazione del parto dovuta all'ossitocina è ampiamente documentata sperimentalmente e clinicamente.
In coniglie al termine della gravidanza, la somministrazione sottocute di 0,33 U.I./kg di ossitocina ha indotto, dopo un'ora, il parto nell'80% degli animali senza che venisse evidenziato nelle madri e nei piccoli alcun effetto collaterale. Dalla curva dose/risposta, la ED50 dell'ossitocina in utero isolato di ratto è risultata di 0,106 U.I./kg.
L'ossitocina è un farmaco inattivo per via orale in quanto viene distrutto dall'intestino, mentre su tamponi di ovatta o in soluzione acquosa viene assorbito dalle mucose nasali. Le soluzioni acquose possono invece essere impiegate per via parenterale.
L'ossitocina viene metabolizzata per opera del fegato e del rene e il tempo di dimezzamento plasmatico è di pochi minuti. Il siero delle donne gravide è in grado di inattivare l'ossitocina per azione dell'ossitocinasi ma la concentrazione di questo enzima diminuisce gradatamente dal 4° al 9° mese di gravidanza.
L'ossitocina, ormone fisiologico, non è un composto tossico né presenta proprietà teratogene.
Clorbutanolo, acqua per preparazioni iniettabili.
Nessuna.
A confezionamento integro: 2 anni.
Conservare il medicinale a temperatura non superiore a +22 °C, al riparo dalla luce nel confezionamento integro.
Fiala di vetro ambrato, neutro.
6 fiale da 5 U.I./1 ml
La fiala è a prerottura: non occorre limetta.
BIOLOGICI ITALIA LABORATORIES S.r.L.
Via Cavour 41/43, Novate Milanese (MI)
AIC n. 032872018
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28 gennaio 2000
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