Polvere per soluzione iniettabile per uso intramuscolare o per
infusione endovenosa o per soluzione da nebulizzare
- [Vedi Indice]
A)� Soluzione iniettabile
Trattamento delle seguenti affezioni:
Polmonite da Pneumocystis carinii in pazienti debilitati
o immunodepressi, come ad esempio in caso di AIDS. La pentamidina
isetionato è in particolare utile nei pazienti allergici
ai sulfamidici e nei casi di intolleranza o resistenza al
co-trimoxazolo.
Leishmaniosi (viscerale e cutanea) compresi i casi
resistenti alla terapia con composti pentavalenti
dell'antimonio.
Tripanosomiasi africana: malattia del sonno da
Trypanosoma gambiense nella fase precoce.
B)� Soluzione da nebulizzare
Prevenzione della Polmonite da Pneumocystis carinii in
pazienti debilitati o immunodepressi, quali ad esempio in caso di
grave deficit immunitario conseguente alla infezione da virus HIV
(virus dell'immunodeficienza umana).
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Soluzione iniettabile
Modo d'impiego
La pentamidina isetionato deve sempre essere somministrata a
pazienti in clinostatismo, sia per via i.m. profonda che per
infusione e.v. lenta. Non deve essere somministrata mediante bolo
endovenoso.
Uso intramuscolare
Flacone da 300 mg: il contenuto deve essere sciolto in 3 ml di
acqua per preparazioni iniettabili.
La dose necessaria di pentamidina isetionato deve essere
somministrata per via i.m. profonda.
Infusione endovenosa
Il contenuto di un flacone da 300 mg deve essere sciolto in
3-5 ml di acqua per preparazioni iniettabili F.U.. La dose
richiesta di pentamidina isetionato deve essere ulteriormente
diluita in 50-250 ml di soluzione glucosata per infusione e.v.
F.U. o in soluzione salina allo 0,9% (normale) per iniezione F.U.
La soluzione finale di pentamidina isetionato deve essere
somministrata per infusione e.v. lenta della durata di almeno 60
minuti sotto controllo medico e a paziente sdraiato.
Posologia
Per adulti, bambini e prima infanzia si consiglia� la seguente
posologia:
Polmonite P. carinii: 4 mg/kg p.c. di pentamidina isetionato
al dì per almeno 14 giorni, preferibilmente per infusione
e.v. lenta.
Leishmaniosi viscerale (Kala-azar): 3-4 mg/kg p.c. di
pentamidina isetionato a giorni alterni fino a minimo di 10
iniezioni, preferibilmente per via i.m.. Se necessario si
può ripetere un ciclo.
Leishmaniosi cutanea: 3-4 mg/kg p.c. 1-2 volte la settimana
per via i.m. fino a risoluzione del caso.
Tripanosomiasi: 4 mg/kg p.c. di pentamidina isetionato al
dì o a giorni alterni fino a un totale di 7-10 iniezioni.
Può essere somministrata sia per via i.m. che per
infusione e.v. lenta.
Negli anziani non sono previste modifiche di dosaggio.
In caso di insufficienza renale (clearance della
creatinina <10 ml/min):
Polmonite da P. carinii: nei casi a rischio di vita 4 mg/kg
p.c. una volta al dì per 7-10 giorni e quindi 4 mg/kg p.c.
a giorni alterni fino a un ciclo completo di almeno 14 dosi. Nei
casi meno gravi 4 mg/kg p.c. a giorni alterni fino a un ciclo
completo di almeno 14 dosi.
Nella leishmaniosi e nella tripanosomiasi non sono necessarie
riduzioni di dosaggio.
In caso di insufficienza epatica non è previsto
alcun dosaggio specifico.
Soluzione da nebulizzare
Modo d'impiego
L'applicazione aerosolica é stata messa a punto
sull'apparecchio Respirgard II di tipo pneumatico, a perdere.
Possono tuttavia essere usati altri nebulizzatori,
purché in grado di erogare la dose di pentamidina in
particelle di diametro inferiore a 5 micron e preferibilmente
comprese fra 1 e 2 micron, che garantiscono la maggiore
distribuzione del farmaco a livello alveolare.
Impiegando erogatori multiuso si deve cambiare il serbatoio e
il circuito o si deve procedere alla loro sterilizzazione.
Per l'applicazione sciogliere il contenuto di un flacone da
300 mg con 6 ml di acqua per preparazioni iniettabili e
introdurre nel serbatoio.
Per la ricostituzione della soluzione non deve essere
impiegata la soluzione salina (soluzione fisiologica 0,9% F.U.)
in quanto il volume ridotto provoca la precipitazione del
principio attivo.
Alla soluzione di pentamidina non vanno miscelati altri
farmaci.
Il nebulizzatore Respirgard II non va utilizzato per
somministrare broncodilatatori.
La totalità della pentamidina deve essere nebulizzata e
inviata tramite un nebulizzatore dotato di un boccaglio, che il
paziente dovrà tenere in bocca per tutta la durata della
nebulizzazione, di solito compresa tra 15 e 30 minuti. Il
nebulizzatore deve inoltre essere dotato di un filtro per l'aria
di uscita al fine di evitare la dispersione del farmaco
nell'ambiente durante l'espirazione.
Posologia
Adulti: la dose consigliata é di 300 mg una volta ogni
4 settimane.
Dovendo interrompere la seduta di aerosolizzazione, arrestare
il funzionamento dell'apparecchio.
Per l'uso del nebulizzatore attenersi alle caratteristiche
tecniche di funzionamento dell'apparecchio (flusso del gas nel
tipo pneumatico, frequenza di vibrazione del quarzo nel tipo
ultrasonico).
La sicurezza e l'efficacia di Pentacarinat per uso aerosolico
in pediatria devono essere ancora stabilite.
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Ipersensibilità verso i componenti del prodotto o verso
altre sostanze correlate dal punto di vista chimico. Età
pediatrica solo per nebulizzazione. Gravidanza e allattamento
(vedere uso durante la gravidanza e l’allattamento).
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Soluzione iniettabile
Sono stati riportati casi gravi, talora fatali dovuti a grave
ipotensione, ipoglicemia, pancreatite acuta e aritmia cardiaca in
pazienti trattati con pentamidina isetionato sia per via i.m. che
e.v.
La pentamidina isetionato va usata con cautela nei pazienti
epatopatici e nefropatici, iper o ipotesi, con iper o
ipoglicemia, ipocalcemia, leucopenia, trombocitopenia o
anemia.
Dopo somministrazione i.m. o e.v. di una singola dose
può manifestarsi una improvvisa e grave ipotensione. I
valori pressori basali vanno riportati nella norma e le iniezioni
vanno praticate a paziente in clinostatismo. La pressione
arteriosa deve essere attentamente controllata nel corso della
somministrazione a intervalli regolari fino al termine del
trattamento.
Controlli di laboratorio: prima, durante e dopo la terapia
vanno eseguiti i seguenti esami:
azotemia e creatininemia quotidianamente� in corso di
terapia;
emocromo e conta piastrinica quotidianamente in corso di
terapia;
glicemia a digiuno quotidianamente in corso di terapia e a
intervalli regolari dopo il termine del trattamento. Iperglicemia
e diabete mellito, con o senza precedente ipoglicemia, sono
comparsi anche parecchi mesi dopo la fine del trattamento;
test della funzionalità epatica comprendenti:
bilirubina, fosfatasi alcalina, aspartato-amino transferasi
(AST/SGOT) e alanina amino transferasi (ALT/SGPT). Se i valori
basali sono e permangono nella norma in corso di terapia,
effettuare il test settimanalmente. Se i valori basali risultano
elevati e/o aumentano in corso di terapia, proseguire il
controllo settimanale, a meno che il paziente non sia
contemporaneamente in trattamento con altri farmaci epatotossici,
nel qual caso effettuare il controllo ogni 3-5 giorni;
calcemia ogni settimana;
analisi delle urine e degli elettroliti sierici
quotidianamente in corso di terapia;
elettrocardiogramma a intervalli regolari.
Soluzione da nebulizzare
I pazienti sottoposti a profilassi con Pentacarinat possono
comunque sviluppare episodi acuti di PCP.
Pertanto pazienti che presentino sintomi di infezione
polmonare come la dispnea, febbre, tosse ed altri, dovrebbero
essere sottoposti ad accurata visita medica ed a idonei test
diagnostici per la conferma della possibile PCP in fase acuta o
la presenza di altri agenti patogeni opportunisti e non.
L'uso di Pentacarinat può alterare il quadro clinico e
radiografico della PCP presentando un quadro atipico che
può far pensare ad una malattia lieve o ad un'infezione
focale.
Prima di iniziare la profilassi con Pentacarinat occorre
accertare che i pazienti non siano affetti da PCP. Infatti la
dose raccomandata di Pentacarinat per la prevenzione della PCP
è insufficiente per il suo trattamento in fase acuta.
L'inalazione di pentamidina isetionato può provocare
tosse e/o broncospasmo, soprattutto nei pazienti asmatici o
fumatori. In questo caso é necessario interrompere
momentaneamente la aerosolizzazione e somministrare un
broncodilatatore spray. Dopo 10 minuti l'inalazione può
essere ripresa. E' opportuno che in questi pazienti le successive
sedute d’aerosolterapia vengano sistematicamente precedute,
10 minuti prima del loro inizio, dalla premedicazione con un
broncodilatatore.
Non è ancora noto se vi siano, e quali possano essere
le conseguenze di un accumulo di pentamidina a seguito di una
prolungata somministrazione per via topica bronchiale.
Pertanto occorre usare cautela in pazienti con disfunzioni
respiratorie, con tendenza alla broncocostrizione, ipo- o
iperglicemia, disfunzioni renali o epatiche, leucopenia,
trombocitopenia o anemia.
Tali pazienti in particolare, ed in genere tutti quelli in
trattamento, andranno tenuti sotto stretto controllo medico al
fine di rilevare tempestivamente un eventuale peggioramento delle
suddette preesistenti patologie o l'insorgenza di altri rilevanti
effetti collaterali segnalati a seguito della somministrazione
parenterale di pentamidina (ipotensione, ipoglicemia,
ipocalcemia, tachicardia ventricolare e sindrome di
Stevens-Johnson).
Infezioni extrapolmonari da Pneumocystis carinii sono state
segnalate raramente e quasi sempre riferite a pazienti che
avevano una storia di PCP.
Quando si visitano pazienti che presentano segni e sintomi non
spiegabili dovrebbe essere considerata la possibilità di
pneumocistosi extrapolmonare.
Rischi ambientali ed occupazionali: occorre usare cautela per
evitare la dispersione di pentamidina nell'ambiente.
Un'adeguata ventilazione ambientale può aiutare nel
ridurre i rischi di sensibilizzazione da parte del personale
sanitario.
nebulizzatore dovrebbe essere spento quando la mascherina
viene allontanata dal viso durante il trattamento.
Inoltre è bene aerare abbondantemente l'ambiente di
terapia per minimizzare il rischio di trasmissione di altri
agenti patogeni respiratori, quali il Mycobacterium tubercolosis
ed il Mycobacterium avium-intracellulare, che possono essere
emessi da casuali colpi di tosse durante il trattamento.
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Soluzione iniettabile
Dopo ricostituzione con acqua per preparazioni iniettabili
F.U. la pentamidina isetionato non deve essere mischiata con
altre soluzioni per iniezioni diverse dalla soluzione glucosata
per via e.v. F.U. e dalla soluzione salina allo 0,9% (normale)
F.U.
Soluzione da nebulizzare
Per la ricostituzione della soluzione da nebulizzare non deve
essere impiegata la soluzione salina (soluzione fisiologica 0,9%
F.U.) in quanto il volume ridotto provoca la precipitazione del
principio attivo.
Non sono stati effettuati specifici studi di interazione di
altri farmaci con Pentacarinat utilizzato in aerosolterapia. La
somministrazione contemporanea con ACE-inibitori e beta-bloccanti
può aumentare l'incidenza della tosse e della
broncocostrizione, soprattutto in soggetti asmatici.
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Gravidanza: non esistono dati sull'innocuità
della pentamidina isetionato in gravidanza. Il farmaco non deve
essere somministrato in corso di gravidanza se non in caso di
assoluta necessità.
Allattamento: l'uso della pentamidina isetionato
è controindicato nelle donne che allattano al seno a meno
che il medico non lo giudichi di assoluta necessità.
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Non sono noti effetti della pentamidina sulla capacità
di guidare o usare macchine.
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Soluzione iniettabile
Sono stati riportati casi gravi, talora fatali, di
ipotensione, ipoglicemia, pancreatite e aritmia cardiaca. Altre
reazioni a rischio di vita che richiedono un intervento immediato
e la sospensione della pentamidina isetionato includono:
leucopenia (< 1000/mm3), trombocitopenia (<
20000/mm3) insufficienza renale acuta (creatinina
sierica > 6 mg/dl), ipocalcemia e tachicardia
ventricolare.
E' stato riportato un caso di probabile sindrome di
Stevens-Johnson.
E' stato riportato un caso di shock anafilattico dopo
somministrazione endovenosa.
Sono state osservate reazioni meno gravi consistenti in:
elevata azotemia (aumento della creatininemia da 2,4 a 6 mg/dl)
test della funzionalità epatica alterati, leucopenia,
anemia, trombocitopenia, iperkaliemia, nausea e vomito,
ipotensione, vertigini, sincope, vampate di calore, ipoglicemia,
iperglicemia, rash, alterazioni del gusto, ipomagnesemia e
macroematuria.
Nel sito dell'iniezione i.m. possono comparire reazioni locali
di gravità variabile da fastidio e dolore a indurimento,
formazione di ascesso e necrosi muscolare. Sono stati osservati
anche aumenti della creatininfosfochinasi (CPK) e della lattico
deidrogenasi (LDH) sieriche.
Soluzione da nebulizzare
Gli effetti collaterali che possono conseguire alla
somministrazione aerosolica della pentamidina sono soprattutto
dovuti a fenomeni irritativi locali al livello delle vie
respiratorie e consistono più frequentemente in tosse,
dispnea e broncospasmo che, nella maggior parte dei casi sono
efficacemente trattati e successivamente prevenuti con la
somministrazione di un broncodilatatore spray.
Altri effetti collaterali riportati durante l'impiego della
pentamidina per aerosol sono stati rash, febbre, riduzione
dell'appetito, bocca amara, astenia, vertigine, nausea, vomito e
polmonite eosinofila.
Alcuni casi di pneumotorace sono stati segnalati in pazienti
con pregressi episodi di polmonite da Pneumocystis carinii:
sebbene nella maggior parte dei casi non siano stati
primariamente attribuiti alla somministrazione aerosolica della
pentamidina, tuttavia una relazione di causalità con la
pentamidina nebulizzata non può essere esclusa.
Casi di ipotensione grave, ipoglicemia, pancreatite acuta e
aritmie cardiache sono stati segnalati in pazienti che ricevevano
pentamidina, a volte fatali in caso di somministrazione per via
i.m. e e.v. La terapia dovrebbe essere interrotta qualora si
sviluppassero sintomi di pancreatite acuta.
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Il trattamento è sintomatico, non sono comunque stati
segnalati casi di sovradosaggio di pentamidina isetionato.
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La pentamidina isetionato, di-amidina aromatica, è un
agente antiprotozoario che agisce con meccanismo non ancora ben
chiarito interferendo con il DNA e la trasformazione dei folati e
inibendo la sintesi dell'RNA e delle proteine.
Farmacocinetica
Il profilo farmacocinetico della pentamidina isetionato varia
sensibilmente in dipendenza della via di somministrazione.
Soluzione iniettabile
Dopo infusione e.v. i livelli plasmatici di pentamidina
isetionato si riducono rapidamente entro le prime 2 ore a circa
1/20 rispetto al picco massimo raggiunto, in seguito si ha una
riduzione molto più lenta. La pentamidina si distribuisce
ampiamente nell'organismo con probabile accumulo nei tessuti, in
particolare nel fegato e nel rene. Solo una piccola parte del
farmaco é escreta immodificata nelle urine. L'eliminazione
urinaria é prolungata protraendosi fino a otto settimane
dopo la somministrazione endovenosa. Dopo iniezione i.m. profonda
il picco ematico é meno elevato, ma la fase di
eliminazione segue un andamento analogo a quello secondario alla
somministrazione e.v
Soluzione da nebulizzare
Il profilo farmacocinetico presenta differenze significative
rispetto a quello osservato per via parenterale.
Di fronte a concentrazioni ematiche ridotte al 10% ed al 5% di
quelle presenti rispettivamente dopo somministrazione i.m. ed
e.v. si osservano, dopo aerosol, cconcentrazioni sensibilmente
più elevate a livello polmonare. Rispetto alla via
iniettiva, infatti, le concentrazioni di pentamidina nel liquido
di lavaggio bronchiale (LLB o BAL) sono 10 volte maggiori nel
surnatante e 80 volte nel sedimento. Dati clinici indicano che
l'emivita della pentamidina nel fluido del BAL supera i 10-14
giorni, suffragando l'ipotesi che la pentamidina in forma
aerosolica venga assorbita e rilasciata dai macrofagi a
velocità ridotta spiegando così i 30 o più�
giorni di emivita. Contemporaneamente i picchi plasmatici, dopo
inalazione sono risultati pari a circa il 10% di quelli
registrati con dosi equivalenti somministrate per via
intramuscolare e inferiori al 5% di quelli per via
endovenosa.
Gli effetti a lungo termine della pentamidina sotto forma di
aerosol sul parenchima polmonare non sono noti; tuttavia,
né il volume polmonare, né la diffusione capillare
alveolare vengono alterate anche da alte dosi di pentamidina
somministrata per aerosol a pazienti affetti da AIDS.
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Dose-equivalenza: 4 mg di pentamidina isetionato contengono
2,3 mg di pentamidina: 1 mg di pentamidina é equivalente a
1,74 mg di pentamidina isetionato.
Valori di spostamento: 200 mg di pentamidina isetionato
dislocano circa 0,1 ml di acqua.
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La preparazione non contiene eccipienti.
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La pentamidina isetionato non deve essere mischiata con altre
soluzioni per iniezioni diverse da acqua per preparazioni
iniettabili F.U. o soluzione glucosata per iniezioni endovenose
F.U. e soluzione salina 0,9% (normale) per preparazioni
iniettabili F.U.
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A confezionamento integro: 5 anni
La validità della soluzione ricostituita è di 24
ore se conservata fra +2 e +8°C.
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Conservare a temperatura non superiore ai 30°C.
La soluzione ricostituita va conservata fra +2 e +8°C, ma
non è più utilizzabile 24 ore dopo la sua
preparazione.
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Il prodotto è confezionato in flacone di vetro incolore
neutro, Tipo III, da 10 ml, chiuso con tappo di gomma e ghiera di
alluminio, in confezione da 1 flacone.
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Nessuna particolare istruzione.Si veda paragrafo 4.2:
“Posologia e modo di somministrazione”
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MAY & BAKER Ltd
Dagenham
ESSEX, RM 107 XS
Inghilterra
Rappresentante per la vendita:
AVENTIS PHARMA S.p.A.
P.le S. Türr, 5 - 20149 Milano
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A.I.C. n° 027625019
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21.12.1990/31.05.2000
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Luglio 2002
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