- [Vedi Indice]Platamine ha dimostrato elevata attività antitumorale sia come singolo agente, sia in combinazione con altri farmaci antitumorali specialmente nei tumori del testicolo e dell'ovaio.
Usato in polichemioterapia Platamine si è dimostrato efficace contro altri tumori solidi: carcinoma della testa e del collo, della prostata e della vescica.
Dati preliminari indicano che Platamine è attivo anche nei sarcomi, linfomi, cancro polmonare, cancro esofageo, cancro della tiroide, neuroblastoma e melanoma maligno.
Quando usato in monochemioterapia i due schemi più comunemente seguiti prevedono l'iniezione endovenosa, preferibilmente per infusione lenta (6 ore), di una dose unica di 50-100 mg/m2 ogni 3-4 settimane, oppure di 15-20 mg/m2 al giorno per 5 giorni consecutivi ogni 3-4 settimane. Nei pazienti con ridotta funzionalità renale o depressione midollare si useranno dosi più basse.
Nel caso di impiego in associazione con altri farmaci antitumorali, le dosi devono essere opportunamente vagliate
Platamine deve essere disciolto in acqua per preparazioni iniettabili in modo da ottenere una soluzione contenente 1 mg/ml di farmaco: tale soluzione deve essere diluita in almeno 500 ml di soluzione fisiologica salina.
Platamine viene somministrato dopo idratazione del paziente per ridurre la nefrotossicità. Diversi autori hanno impiegato a questo scopo anche il mannitolo per infusione. È consigliabile continuare una adeguata idratazione per tutte le 24 ore successive alla somministrazione del farmaco. La quantità totale di liquidi da introdurre per ogni singolo trattamento, varia a seconda della modalità di somministrazione.
Una pregressa reazione allergica a Platamine o ad altri composti contenenti platino rappresenta una controindicazioni all'impiego del farmaco.
04.3 Controindicazioni relative sono: ridotta funzionalità renale, depressione midollare, disturbi uditivi.
Platamine è controindicato in gravidanza e durante l'allattamento, in quanto possiede attività teratogena ed embriotossica in topi Swiss.
Platamine è mutageno in batteri e produce alterazioni cromosomiche in cellule coltivate in vitro.
Il prodotto, come del resto la maggior parte dei farmaci antitumorali ed immunosoppressori, ha dimostrato proprietà cancerogene negli animali in particolari condizioni sperimentali. Pur non essendoci attualmente informazioni sufficienti, è comunque possibile che Platamine abbia influenza sulla fertilità maschile e femminile.
Platamine deve essere somministrato sotto il controllo del Medico specialista in chemioterapia antitumorale, esclusivamente in centri specializzati e opportunamente attrezzati.
Prima dell'inizio della terapia e ad ogni ciclo è necessario valutare la funzionalità renale mediante controlli di azotemia, creatininemia e, in particolare, della clearance della creatinina. È opportuno inoltre controllare la diuresi e la concentrazione degli elettroliti del siero, compresa la magnesiemia. La tossicità renale si aggrava con il ripetersi dei cicli di trattamento. La funzionalità renale deve ritornare alla norma prima di somministrare la dose successiva.
L'uso concomitante di farmaci potenzialmente nefrotossici, come gli antibiotici aminoglicosidici, può compromettere gravemente la funzione renale.
Dosi elevate possono essere ototossiche; è consigliabile valutare la capacità uditiva prima e a intervalli regolari durante la terapia.
La mielotossicità è dose dipendente; è necessario controllare frequentemente la crasi ematica mediante conteggio di eritrociti, leucociti e piastrine. La possibile neurotossicità da Platamine richiede esami neurologici regolari. Periodicamente occorre controllare la funzionalità epatica. Le reazioni di tipo anafilattico possono essere controllate con antistaminici, adrenalina e/o glicocorticoidi.
Durante la fleboclisi, il flacone deve essere mantenuto al riparo dalla luce. Poiché Platamine a contatto con l'alluminio si degrada, non si devono usare apparecchiature contenenti tale metallo.
Platamine può essere opportunamente associato ad altri farmaci antineoplastici. Tuttavia è sconsigliabile mescolare contemporaneamente più farmaci nella stessa siringa.
Platamine possiede attività teratogena ed embriotossica per cui è da evitarne l'uso in gravidanza e durante l'allattamento.
Non sono note interferenze sulla capacità di guida e sull'uso di macchine.
Nefrotossicità
Recenti studi clinici indicano che una idonea idratazione riduce la tossicità renale immediata di Platamine. La possibile tossicità renale dopo cicli ripetuti richiede uno scrupoloso monitoraggio della funzione renale. La compromissione renale è svelata da un aumento dell'azotemia, della creatininemia e dell'uricemia, nonché da una diminuita clearance della creatinina. Sono stati inoltre osservati casi di microematuria. Le lesioni renali sono localizzate nei tubuli distali e nei dotti collettori.
Tossicità gastrointestinale
Gran parte dei pazienti trattati con Platamine lamenta nausea e vomito. I sintomi iniziano di solito entro un'ora dal trattamento e durano fino a 24 ore. A volte anoressia, nausea e vomito possono persistere più a lungo, fino ad una settimana e talvolta questi sintomi sono così gravi da dover procedere alla sospensione del trattamento.
Mielotossicità
Platamine può provocare una depressione di tutte e tre le serie cellulari. La leucopenia è dose-dipendente, forse cumulativa ed è di solito reversibile: essa inizia tra il 6° e 26° giorno dalla somministrazione e regredisce tra il 21° e 45° giorno.
Anche la piastrinopenia rappresenta un effetto dose-limitante di Platamine, ma è solitamente reversibile; essa inizia tra il 10° e 26° giorno dalla somministrazione e regredisce tra il 28° e 45° giorno.
L'anemia (caduta dell'emoglobina superiore a 2 g/100 ml), che si presenta con una certa frequenza, è un effetto di difficile interpretazione data la molteplicità dei fattori che, nel paziente canceroso, possono portare ad anemia.
Ototossicità
Si manifesta con ronzii e perdita dell'udito alle frequenze più elevate (4.000-8.000 Hz); è stata osservata anche dopo una dose singola, ma sembra correlata alla dose totale o alla somministrazione di alte dosi. Nei bambini essa appare particolarmente grave. È ancora oggetto di discussione se sia reversibile.
Neurotossicità
In alcuni pazienti è stata segnalata la comparsa di una neuropatia periferica con parestesie agli arti superiori e inferiori e tremori. Sono stati anche osservati casi di perdita del gusto e del senso della spazio.
Questi disturbi si sono verificati di solito dopo cicli ripetuti di terapia. La sintomatologia neurologica è stata tuttavia osservata anche dopo la somministrazione di una singola dose.
Il trattamento con Platamine deve essere immediatamente sospeso alla comparsa dei sintomi sopraindicati. I dati preliminari fanno ritenere che le neuropatie periferiche in alcuni pazienti sono irreversibili.
Reazioni di tipo anafilattico
In alcuni casi, entro pochi minuti dalla somministrazione endovenosa di Platamine, si sono verificate reazioni di tipo anafilattico, quali: rossore improvviso, edema del volto, broncospasmo, tachicardia, ipotensione. Tali reazioni sono controllabili con antistaminici, adrenalina e/o corticosteroidi.
Iperuricemia
Platamine può causare iperuricemia, più elevata quando la dose supera i 50 mg/m2 , controllabile mediante allopurinolo.
Ipomagnesiemia
In un certo numero di pazienti è stata documentata ipomagnesiemia asintomatica; solo in pochi casi sono stati rilevati sintomi di ipomagnesiemia. Essa è dovuta ad un difetto di riassorbimento del magnesio da parte del rene.
Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio.
Platamine è un farmaco antitumorale, appartenente al gruppo dei composti inorganici, la cui efficacia antineoplastica è stata dimostrata in una grande varietà di tumori sperimentali. Il meccanismo d'azione antitumorale appare legato all'inibizione della sintesi del DNA: la configurazione "cis" favorisce la formazione di legami all'interno della struttura elicoidale del DNA.
Studi effettuati nell'uomo con cis-platino radioattivo hanno dimostrato che il farmaco si concentra nel rene, nel fegato e nell'intestino.
I livelli plasmatici di radioattività dopo somministrazione unica e.v. in bolus decadono secondo una curva bifasica, con una fase iniziale caratterizzata da una emivita di 25-49 minuti e una successiva più lenta di 58-73 ore.
Si può inoltre postulare l'esistenza di una terza fase escretoria, con emivita ancora più lunga, in base all'elevata concentrazione di platino persistente nel plasma al 21° giorno dopo la somministrazione. Durante la fase terminale della curva plasmatica, più del 90% del farmaco è legato alle proteine.
Il cis-platino viene escreto principalmente con le urine: tuttavia l'escrezione urinaria è incompleta in quanto solo il 27-45% di farmaco viene escreto nei primi 5 giorni.
L'escrezione urinaria di platino filtrabile è maggiore dopo infusione di 6 ore che dopo iniezione della stessa dose in 15 minuti.
Una diuresi forzata mediante idratazione o con infusione di mannitolo riduce la concentrazione urinaria di platino e, di conseguenza, potrebbe ridurre la nefrotossicità.
Tossicità acuta e subacuta: nei ratti la DL50 è risultata di 10 mg/kg. Nei cani le dosi singole di 12 e 6 mg/kg e le dosi consecutive di 4 e 2 mg/kg hanno causato una mortalità del 100%.
Tossicità cronica: la dose di 0,25 mg/kg/die somministrata e.v. per 4 mesi appare ben tollerata dal cane, mentre quella di 0,50 mg/kg/die causa qualche segno di tossicità gastroenterica e forse renale. Nel cane e nella scimmia la nefrotossicità rappresenta il principale tipo di tossicità limitante la dose. Nel cane si manifesta iperazotemia e ipocloremia; l'esame istologico ha messo in evidenza necrosi tubulare nel cane e nefrite interstiziale acuta nella scimmia. Rilievi tossici si sono avuti a carico dell'apparato gastroenterico e del sistema ematopoietico, in genere a dosi superiori a 2,5 mg/kg, sia nel cane sia nella scimmia.
Sodio cloruro, mannitolo.
Platamine può essere opportunamente associato ad altri farmaci antineoplastici. Tuttavia è sconsigliabile mescolare contemporaneamente più farmaci nella stessa siringa.
3 anni.
Le soluzioni ricostituite possono essere conservate per 24 ore a temperatura ambiente e al riparo dalla luce.
Le soluzioni poste in ambiente freddo possono dar luogo a precipitati.
Flacone di vetro ambrato con tappo perforabile.
Flacone da 10 mg
Flacone da 25 mg
Flacone da 50 mg
Durante la fleboclisi, il flacone deve essere mantenuto al riparo dalla luce. Poiché Platamine a contatto con l'alluminio si degrada, non si devono usare apparecchiature contenenti tale metallo.
Vedi anche "Posologia e modo di somministrazione".
PHARMACIA & UPJOHN S.p.A.
Milano
Flacone da 10 mg AIC n. 024772016
Flacone da 25 mg AIC n. 024772028
Flacone da 50 mg AIC n. 024772030
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Giugno 2000.
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Giugno 2000.
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